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Fusione
fredda, atto terzo
Un fisico dice: ce l’ho fatta
Di
Roberto Marzocco - «Libero» 5 marzo 2004
L’energia
pulita a portata di mano se le verifiche confermano l’annuncio.
Oak
Ridge – Fusione
fredda, atto terzo: dopo che nel 1989 Martin Fleischmann e Stanley Pons
avevano annunciato la realizzazione della fusione atomica controllata a
temperatura ambiente (venendo però smentiti dalla comunità
scientifica), dopo che lo scienziato americano Rusi Taleyarkhan ha
dichiarato nel 2002 di aver conseguito un risultato analogo, ma senza
dimostrarlo, ora questo ricercatore ci riprova. Lo studioso, che lavora
presso l’Oak Ridge National Laboratori, ha infatti recentemente
sostenuto di aver ottenuto di nuovo la fusione fredda e di possedere
(rispetto al 2002) delle prove molto più forti della validità del suo
lavoro.
La fusione è un processo per il quale quattro atomi di idrogeno si
fondono, generandone uno di elio e liberando un’enorme quantità di
energia con radioattività praticamente nulla: per ottenere tale
risultato è necessario però riscaldare l’idrogeno fino a raggiungere
una temperatura elevatissima (diversi milioni di gradi), proprio come
accade nel cuore delle stelle (che infatti si alimentano mediante
fusione).
Se
si riuscisse a realizzare questo processo a temperatura ambiente (una
possibilità che la maggior parte dei fisici ritiene irrealizzabile) in
futuro potremmo disporre di un’illimitata fonte di energia pulita e
quasi gratuita. E Taleyarkhan sostiene di aver prodotto energia mediante
quella che lui ha battezzato «sono-fusione»: in sostanza lo studioso
ha immerso alcune piccole bolle di deuterio (un isotopo dell’idrogeno)
in una soluzione di acetone (composto chimico normalmente utilizzato
come solvente), dopodiché le ha bombardate con delle onde sonore,
facendole implodere.
E secondo Taleyarkhan ciò avrebbe costretto tali bolle a produrre del
trizio (un altro isotopo dell’idrogeno, ma più pesante del deuterio),
con conseguente produzione di energia. Dopo l’esperimento del 2002,
ricercatori di tutto il mondo avevano tentato di riprodurre
l’esperimento dello studioso USA, ma senza successo; e l’ipotesi di
Taleyarkhan era stata accantonata.
Ora
però lo studioso torna di nuovo alla carica: nel corso dell’ultimo
esperimento lui e il suo team avrebbero infatti riscontrato tracce molto
ben definite di trizio, così come di emissione di energia. Per
conseguenza, adesso la parola passa alla commissione di esperti che dovrà
vagliare scientificamente questi risultati.