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Freud, la psicanalisi, la cabala ed il B’nai B’rith
Tratto dal libro “Misteri e segreti del B’nai B’rith” - Centro Librario Sodalitium
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Un discorso del Fratello Freud
Venerabile Gran Presidente, distinti Presidenti, cari Fratelli. grazie per gli onori che mi avete tributato oggi! Voi sapete perché non posso rispondere a viva voce. Voi avete inteso uno dei miei amici e discepoli parlare dei miei lavori scientifici, ma il giudizio è difficile e forse per molto tempo ancora non formulabile con certezza assoluta. Permettetemi un'aggiunta al discorso di quel Fratello, che è anche mio amico e un medico attento (Dottor Hitschmann). Vorrei comunicarvi brevemente come sono divenuto un Fratello del B'nai B'rith e cosa ho cercato in voi. E’ avvenuto negli anni successivi al 1895, quando due forti sentimenti si combinarono in me per determinare lo stesso effetto. Da una parte avevo acquisito le prime scoperte sulla profondità della vita sensuale dell'uomo ed avevo visto numerosi elementi che potevano essere deludenti, che potevano addirittura spaventare molti al primo approccio. D'altra parte, la pubblicazione delle mie spiacevoli ricerche ebbe come effetto la perdita della maggior parte delle mie relazioni personali; mi sentivo messo al bando, evitato da tutti. In questa solitudine si svegliò in me il desiderio di frequentare una cerchia di uomini scelti e d'intelligenza superiore, che mi potessero accogliere amichevolmente, a dispetto della mia temerarietà. La vostra associazione mi è stata presentata come quella nella quale si trovavano uomini siffatti.

Il fatto che voi foste ebrei non poteva che essermi gradito, dal momento che pure io lo sono, e il negarlo mi è sempre parso non solo indegno ma pure insensato. Devo ammettere che quello che mi legava al giudaismo non era la fede, dal momento che sono sempre stato un agnostico (sono cresciuto senza religione, anche se non senza rispetto delle ragioni etiche della natura umana). Quale che sia il mio orgoglio nazionale, mi sono sforzato di sopprimerlo considerandolo disastroso e parziale, reso inquieto e attento all'esempio di ciò che l'orgoglio nazionale ha portato ai paesi nei quali vivono gli ebrei.

Ma vi erano altre cose che rendevano irresistibile l'attrazione verso il giudaismo e gli ebrei: molte forze di sentimenti oscuri, tanto più potenti in quanto non riducibili a parole, come la limpida coscienza dell'identità interiore, della struttura spirituale simile. Inoltre mi convinsi ben presto che dovevo solo alla mia natura di ebreo le due qualità che mi erano diventate indispensabili nel corso della mia vita difficile. Essendo ebreo mi trovavo libero da molti di quel pregiudizi che limitano gli altri uomini nell'uso del proprio intelletto e, in quanto ebreo, mi trovavo pronto a passare all'opposizione e a rinunciare a un accordo con la "maggioranza silenziosa".
Così divenni uno dei vostri; partecipai ai vostri interessi umanitari e nazionali, mi feci degli amici tra di voi e in seguito convinsi i pochi amici che mi restavano (il Dr. Hitschmarm e il Dr. Rie) ad associarsi a voi. Non è che volessi conquistarvi ai miei insegnamenti, ma in un'epoca in cui in Europa nessuno mi ascoltava, voi mi accordaste una benevola attenzione. Voi foste il mio primo uditorio.

Dopo la mia adesione, durante i primi due terzi di tale periodo, fui assiduo alle vostre riunioni e ne trassi un incoraggiamento a frequentarvi. Oggi siete stati tanto amabili da non rimproverarmi di essere stato lontano durante l'ultimo terzo di questo tempo. Il lavoro mi ha sommerso, non riuscivo a prolungare la giornata per venire alla riunione; il corpo stesso, più tardi, rifiutò di ritardare i pasti. Alla fine vennero gli anni della malattia che ancora oggi mi impediscono di essere con voi.
Non so se sono un vero Figlio dell'Alleanza, nel senso che voi intendete. Ne ho quasi dubitato, nel mio caso erano troppe le resistenze. Ma vi posso assicurare che avete significato molto per me, che avete realizzato molto negli anni in cui vi ho frequentato. Ricevete dunque, per ieri come per oggi, il mio più caloroso grazie.
Vostro, Sigmund Freud".

Il B'nai B'rith, primo uditorio di Freud
Sigmund Freud era ammalato e, impossibilitato a muoversi, il discorso fu letto da suo fratello, Alexandre Freud, nel corso della festa data in suo onore dal B'nai B'rith in occasione del suo settantesimo compleanno. Il fondatore della psicanalisi era infatti membro della Loggia del B'nai B'rith di Vienna, suo elemento essenziale dunque, come vedremo, e tuttavia totalmente misconosciuto. Dai documenti che abbiamo potuto consultare, pare che il B'nai B'rith abbia ricevuto da Freud un apporto essenziale sia nella creazione del gruppo psicanalitico che nel suo sviluppo mondiale. Appena un anno dopo la fondazione della Loggia Vienna del B'nai B'rith di Vienna, Freud, che aveva allora quarantuno anni ed era professore della facoltà di neuropatologia, fu iniziato "nella comunità fraterna" il 23 settembre 1897. In quell'anno Freud era ancora ai primi timidi inizi delle sue ricerche, avendo appena incominciato a sviluppare le sue teorie sulla psicanalisi, teorie che avevano poco eco e considerazione nella scuola di medicina dell'epoca. Gli argomenti usati contro Freud derivavano in parte dall'ostilità della Scuola medica viennese, ultra conservatrice, a qualunque novità ed in parte dall'origine ebraica dello stesso Freud che ha certamente giocato un ruolo nella resistenza e nel rifiuto del suo insegnamento.

Nato il 6 maggio 1856 a Freiburg (Moravia), Freud venne bambino a Vienna dove effettuò i suoi sei anni di liceo come "primus" (premio d'onore). Entrato all'università nel 1875 all'età di diciassette anni, dal 1876 al 1892 lavorò all'Istituto psicologico di Brucke. Avendo ottenuto il dottorato in medicina universitaria nel 1881, divenne professore incaricato di neuropatologia nel 1885 (a ventinove anni), prima di partire per Parigi, con il Professor Charcot, e poi per Berlino con il Professor Baginsky e prima di ritornare a Vienna, dove lavorò all'Istituto del Professor Kassowitz. Nel frattempo, nel 1886, si era sposato. Nel 1891 Freud pubblicò il suo libro sulle paralisi cerebrali dei bambini, con la collaborazione del Dr. Oskar Rie che diventerà lui pure un B'nai B'rith.
Nel 1895 cominciarono ad apparire i suoi primi studi e le prime pubblicazioni in collaborazione con il Dr. Josef Breuer. Nello stesso anno apparvero i suoi primi studi sull'isteria.

Freud fu cooptato dal Fratello Edmund Kolin, con il quale aveva avuto discussioni all'atto della creazione della Loggia Vienna. Il 7 dicembre 1897 pronunciò la sua prima allocuzione non, come avrebbe voluto la tradizione, sulle sue "impressioni d'iniziazione”, ma sull'interpretazione dei sogni, lavoro psicanalitico che sarebbe continuato in seguito. Edmund Kolin riporta: "Dal principio alla fine tutti furono presi da una particolare attenzione alle parole di Freud che ci spiegava i risultati dei suoi studi in quel momento, non solo in maniera elaborata, ma in modo che tutti potessero capire. Dal momento che Freud è un ebreo coscienzioso, si è messo, fin dal primo giorno, a completo servizio della loggia. (...) La sua parola piacevole, il suo modo di esporre con chiarezza anche i temi più difficili, la sua immensa cultura generale e - last but not least - il tema stesso della conferenza, gli valsero il consenso generale. Freud è, si può dire, un fanatico della verità. Egli si sforza di essere totalmente vero, verso se stesso e verso gli altri. à quindi naturale che una sua conferenza fosse sempre una festa per la Loggia e che applausi tumultuosi, che non accennavano a finire, gli esprimessero la venerazione, l'amore e la riconoscenza dei Fratelli". Questo intervento sull'interpretazione dei sogni è essenziale: si tratta della prima presentazione conosciuta, davanti a un pubblico scelto, del fondamento della psicanalisi, lo svelamento della "chiave dei sogni", tema caro alla Càbala come vedremo più avanti.

Nel 1926 il B'nai B'rith si fece vanto dell'appartenenza di Freud all'ordine dopo che questi aveva ammesso la sua affiliazione in forma quasi pubblica: "Le dottrine psicologiche stabilite da Freud sono state proclamate per la prima volta davanti a un uditorio del B'nai B'rith". Oggi sappiamo che Freud ha appartenuto all'Ordine per quattro decenni e che per lunghi anni ha partecipato "in modo molto attivo alla vita delle logge". Nei primi dieci anni non perse praticamente mai una riunione, partecipando attivamente ai lavori e alle discussioni del Comitato della Loggia (la sua struttura direttiva). Per lunghi anni appartenne al Comitato degli interessi intellettuali della Loggia e ne fu anche presidente, così come al Comitato della Pace e al Comitato per le Ricerche. Ogni anno pronunciava almeno un discorso su di un soggetto specifico. In seguito alla sua malattia e divenuto nel frattempo mondialmente celebre, gli divenne più difficile rimanere altrettanto attivo come nei primi anni della sua adesione. Tuttavia, nel 1928, dopo undici anni d'assenza, Freud si presentò di nuovo alla tribuna della loggia. La sua conferenza, come testimoniano gli atti, verteva su La superstizione presso gli ebrei. Disgraziatamente il testo non è stato conservato, così pure come i precedenti. Si sa tuttavia che la maggior parte di essi fu "riciclata" negli ulteriori libri di Freud (4). Se ne conservano però i titoli. Essi vertono per esempio su La vita spirituale del bambino (1900), Fecondità di Zola (1900), Finalità e mezzi dell'Ordine del B'nai B'rith (1901), La situazione della donna nell'ambito della nostra vita di loggia (1902), Hammourabi (1904), La Psicologia al servizio del Diritto (1907), Il battesimo dei bambini (1908), Il problema di Amleto (1911), Cos'è la psicanalisi? (1911), Noi e la morte (1915), La Révolte des anges (in francese nel testo, 1916), Fantasia e arte (1917).

In seguito, il B'nai B'rith di Vienna non cesserà mai di sostenere l'opera del suo illustre membro come testimonia lo stesso Ordine: "Dopo che, alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1945, la vita ebraica si riorganizzò a Vienna, il B'nai B'rith fu riattivato nel 1960 con la Loggia Zwi Peretz Chajes. Ci si accorse con dolore che il pensiero del grande Fratello B'nai B'rith Freud era quasi completamente dimenticato a casa sua, nella sua città. La sua eredità era conservata solo dalla piccola cerchia degli psicanalisti dell'Associazione psicanalitica Viennese. Ecco perché il B'nai B'rith si assunse l'onere di rendere possibile la rinascita di Freud in Austria, dato che, per noi, Freud non è solo un grande ricercatore ma anche l'ebreo che, lontano da ogni legame confessionale e anche in conflitto con ogni religiosità, è stato comunque un ebreo cosciente e fu un fiero B'nai B'rith". Il Presidente dell'Ordine del B'nai B'rith, il Dr. William Wexler, accompagnato dal Presidente per l'Europa del B'nai B'rith, George Bloch, dal Dr. E. L. Elirlich dal Dr. Herz, furono invitati due volte dal governo austriaco per fissare le modalità della creazione di una società Sigmund Freud. 1 "numerosi sforzi del Fratello Otto Herzt” permisero di conseguire un successo definitivo nel 1969: la fondazione, a Vienna, della succitata associazione presieduta dall'austro-americano Frederick Haker, lui pure fratello del B'nai B'rith. La società guadagnò alla propria causa la figlia di Freud, Anna, che viveva a Londra. Nulla fu trascurato, il B'nai B'rith viennese restaurò pure la tomba dei genitori di Freud al cimitero centrale di Vienna. Fu allora che Anna Freud soggiornò a Vienna, nel giugno 1971, in occasione del Congresso mondiale di psicanalisi, nel corso del quale fu lanciata ufficialmente la Società Sigmund Freud, nella Berggasse. La figlia di Freud offrii una parte della biblioteca personale del padre e degli oggetti personali in suo possesso. Si recò pure alla sede del B'nai B'rith per tenere una conferenza. Il 17 marzo 1975, durante una seduta generale, il B'nai B'rith fu proclamato ufficialmente membro della Società Sigmund Freud. Il fine era raggiunto: "Quando si dice Vienna, si pensa automaticamente a Freud". E curioso notare che Freud abitava al n' 6 della Berggasse mentre al n' 19 abitava Theodore Herzl, il padre del sionismo (che fu difeso dal B'nai B'rith). Freud era al corrente di tutte le tesi sioniste, e le appoggiava, come risulta dalla lettera che inviò per un rendiconto, nel settembre 1902 insieme al suo libro L'interprétation des réves, a Herzl, incaricato della rubrica letteraria della Neue Fraie Presse.

Nel 1925 Freud doveva inviare ugualmente un esemplare stampato a parte della sua autobiografia a Lord Balfour, in seguito al suo discorso in occasione dell'inaugurazione dell'Università di Gerusalemme. Da allora. sarà regolarmente in contatto con diverse organizzazioni sioniste come la Karen Ha-Yesod o la Kadima , di cui suo figlio Martin sarà membro. Sigmund Freud stesso ne diverrà membro onorario nel 1936. 1 suoi figli saranno profondamente sionisti: il figlio Ernst Freud, divenuto architetto, andrà in Palestina nel 1927 per costruirvi la casa di Haim Weizmann. Nel 1924 un primo psicanalista, Moshe Har-Even, s'installa a Tel-Aviv. Nel 1933 si crea la prima società psicanalitica della Palestina, con Max Eitingon, intimo di Freud, che a partire dal 1926 presiederà la prestigiosa Associazione internazionale di psicanalisi. Uomo dalla doppia vita. Max Eitingon era contemporaneamente una spia al servizio della G.P.U., la polizia segreta sovietica. Nato in Russia nel 1891, era in effetti fratello di Leonid Kotov, alto responsabile del GPU, meglio noto col nome di generale Kotov. Ivitato da Stalin, lo stesso Kotov si recherà in Messico dove, divenuto l’amante di Carridal Mercader, ne arruolerà il figlio Ramon che sarà l’assassino di Trotski!

La psicanalisi, ultima trasformazione della cabala ebraica?
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