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COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONE FINANZA ETICA (AFE)
Denuncia
durante la giornata nazionale della finanza etica e solidale
"Fazio e le grandi banche
vogliono conquistare il mercato etico"
Associazione Finanza Etica" info@finanza-etica.org
BOLOGNA, 22 novembre
- "Fazio e le grandi banche vogliono conquistare il mercato
etico" - ha denunciato con forza Alessandro Messina, presidente
dell'Associazione Finanza Etica al convegno odierno della finanza etica
italiana alla quale hanno partecipato oltre 500 persone. "Mercoledì
26 novembre a Roma, durante l'udienza papale, le principali banche
italiane, con il coordinamento e la regia di Banca d'Italia,
presenteranno la 'Fondazione Sorella Natura', vago contenitore di
"progetti sociali" e per lo "sviluppo sostenibile".
"Alle banche - continua Messina - viene chiesto di associarsi alla
Fondazione e ottenere così il diritto a vendere prodotti bancari con il
marchio 'Eticamente' (questo il logo che si vuole imporre) e ad avere un
proprio rappresentante nel cosiddetto Comitato etico, che di fatto è un
vero e proprio Consiglio d'amministrazione".
Sono molte le ambiguita' che il presidente dell'Associazione
Finanza Etica rileva nel progetto sponsorizzato da Banca d'italia.
Innanzitutto "Banca d'Italia e in particolare il Governatore
Antonio Fazio hanno un ruolo attivo e cruciale nell'iniziativa: cio' è in
aperto contrasto col ruolo di 'arbitro' di Banca d'Italia che
diventa cosi soggetto di parte all'interno del mondo bancario". Ma
soprattutto "si configura la possibilità della creazione di un
vero e proprio cartello di banche, che si accordano su prezzi e
commissioni con violazione delle norme per la concorrenza e con la
benedizione dell'organo di vigilanza, la Banca d'Italia appunto".
Dai documenti pervenuti dall'Associazione si rileva che "i prodotti
vengono offerti al risparmiatore con un semplice meccanismo di
compravendita: i libretti di assegno potranno essere acquistati con
il marchio Eticamente dietro semplice pagamento di un costo aggiuntivo
di emissione pari ad 1 euro, il tutto a prescindere dal conto corrente
su cui sono appoggiati. "In tutta l'operazione le banche non
rinunciano ad un centesimo di euro dei propri profitti, è solo al
risparmiatore che viene chiesto di contribuire al progetto, o
rinunciando ad una quota (circa il 50%) dei propri interessi, o pagando
una commissione maggiorata" - sottolinea Messina.
Messina denuncia inoltre che l'apertura del progetto è "per
tutte le banche, senza nessuna enunciazione di criteri di
comportamento, in positivo o in negativo" e nella lista "compaiono
tutte le banche coinvolte nel finanziamento al commercio di armi".
Inoltre "l'intera operazione è in controtendenza con Governo e
Parlamento che proprio poche settimane fa hanno approvato una mozione
che definisce in modo preciso e rigoroso la finanza etica e solidale in
Italia" e soprattutto e "trascura completamente l'esperienza
degli operatori che, da trent'anni, in Italia fanno finanza etica, dalle
Mag a Banca Etica". "Non e' un caso allora - ha concluso
Messina - che "l'invito a partecipare all'iniziativa
pervenuto a tutti i presidenti delle banche italiane - non sia mai
pervenuto a Banca Popolare Etica, primo e unico soggetto nato
proprio per promuovere la finanza etica nel nostro paese".
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