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"Fili,
addio Tutto sarà in Rete"
Di Howard Rgeingold da "Avvenire"
4 settembre 2003
I primi segnali
del cambiamento incominciarono a rivelarsi in un pomeriggio primaverile
dell'anno 2000. Fu quando iniziai a notare che le persone nelle vie di Tokyo
guardavano i loro telefoni cellulari, invece di parlarci. Assistere a questo
comportamento, ora abituale in gran parte del mondo, mi procurò una sensazione
che avevo provato poche volte prima di allora: la consapevolezza immediata che
la tecnologia stava per cambiare la mia vita in modi che riuscivo appena a
immaginare. Da allora, l'abitudine di scambiarsi brevi messaggi di testo
attraverso i cellulari ha portato alla nascita di sottoculture sia in Europa sia
in Asia. Almeno un governo è caduto, in parte a causa del modo in cui le
persone hanno fatto uso di tali messaggi. I rituali di corteggiamento degli
adolescenti, l'attivismo politico e lo stile della gestione delle imprese si
sono modificati in maniera inaspettata.
Ho capito che lo scambio dei «messaggini», come vengono chiamati, è solo una
modesta anticipazione di cambiamenti più profondi che si verificheranno nel
prossimo decennio. La mia riflessione sui mezzi di comunicazione a Shibuya è
stato solo il primo incontro con quelle che ho definito «smart mobs». Dopo
averne riconosciuto i segni, ho imparato a vederle dappertutto, dai codici a
barre ai pedaggi elettronici dei ponti.
Le altre tessere del puzzle sono tutte attorno a noi, ma non sono ancora state
sistemate. I chip che emettono onde radio e che sostituiranno i codici a barre
sono solo una parte di esse. Ne fanno parte anche i collegamenti senza fili a
internet nei caffè, negli alberghi e nell'ambiente; così come i milioni di
persone che mettono i loro computer a disposizione per la ricerca di
intelligenze extraterrestri. Un altro esempio è il modo in cui compratori e
venditori valutano la reciproca affidabilità su siti internet di aste eBay. E
almeno una domanda chiave relativa al mercato globale rientra nel merito: perché
la società giapponese DoCoMo trae profitto dai servizi in ternet più avanzati,
mentre gli operatori americani ed europei della telefonia mobile lottano
strenuamente per la sopravvivenza?
Quando si mettono insieme questi diversi aspetti della tecnologia e
dell'economia, il risultato è un'infrastruttura che rende possibili certe
azioni umane che prima non erano realizzabili. Le killer applications
dell'industria delle comunicazioni mobili di domani non saranno gli apparecchi o
i software, ma il loro uso sociale. I cambiamenti più radicali verranno, come
spesso accade, dal tipo di rapporti tra imprese, comunità e mercati che tali
infrastrutture renderanno possibili.
La mobilità intelligente si compone di persone in grado di agire di comune
accordo anche senza conoscersi. I gruppi di smart mobs collaborano secondo
modalità che non erano mai state possibili, poiché gli strumenti di cui si
avvalgono sono in grado sia di comunicare sia di elaborare dati. I loro
apparecchi mobili li mettono in contatto sia con strumenti d'informazione
presenti nell'ambiente sia con i telefoni di altre persone. Microprocessori a
prezzo contenuto incominciano a essere incorporati in mobili, edifici e prodotti
che sono disponibili sul mercato, dai coperchi delle scatole alle scarpe, e
provvisti di invisibili dispositivi di comunicazione. Quando si mettono in
collegamento con internet gli oggetti concreti e i luoghi della nostra vita
quotidiana, i mezzi do comunicazione portatili si trasformano in congegni
indossabili con funzione di «telecomando» per il mondo fisico. [...]
Anche se ci vorrà un decennio perché raggiungano un'ampia diffusione, le
comunicazioni mobili e le tecnologie informatiche più pervasive, insieme a
forme di contratti sociali impensabili in passato, stanno già cambiando il modo
in cui le persone s'incontrano, si innamorano, lavorano, lottano, comprano,
vendono, governano e creano. Alcuni di questi cambiamenti amplificano e
potenziano le capacità dei singoli, e purtroppo anche quelle dei
malintenzionati. Molti piccoli gruppi, servendosi a proprio beneficio dei nuovi
mezzi di comunicazione, porteranno al progressivo consolidamento di istituzioni
e modi di vita esistenti, e alla conseguente scomparsa di altri. Sono possibili
effetti contraddittori e simultanei: le persone potranno acquisire nuove facoltà
e, allo stesso tempo, perdere libertà tradizionali. Il nuovo bene pubblico potrà
assumere forme diverse da quelle consuete. [...]
Come dice il nome stesso, le smart mobs non sempre sono benefiche. Le bande di
teppisti e la delinquenza organizzata continuano a commettere atrocità. La
stessa convergenza di tecnologie rende possibile nuove forme di collaborazione
ma anche un'economia basata sulla sorveglianza universale potenziando sia i
sanguinari sia gli altruisti. Come ogni altra conquista della tecnologia, la
nuova convergenza di elaborazione dati a distanza e di comunicazione sociale
permetterà in qualche caso di migliorare la qualità della vita e favorire la
libertà, in altri di peggiorare l'una e limitare l'altra. La stessa tecnologia
ha il potenziale per essere utilizzata come arma di controllo sociale o come
forma di resistenza. Persino gli aspetti positivi avranno effetti collaterali.
Ci dirigiamo rapidamente verso un mondo in cui gli strumenti per vigilare
saranno inseriti in ogni oggetto che incontriamo. Oggi tracce digitali della
nostra vita sono rilevabili a partire dalle carte di credito e dai browser
per il Web, domani gli strumenti mobili diffonderanno nubi di dati personali a
monitor invisibili intorno a noi mentre ci muoviamo da un luogo all'altro.
Stiamo vivendo gli ultimi anni della lunga era precedente all'inserimento di
sensori nell'arredamento. I presupposti scientifici ed economici
dell'informatica «pervasiva» sono stati costruiti nel corso di decenni
e gli effetti sociali collaterali stanno per manifestarsi violentemente soltanto
ora. I mondi virtuale, sociale e fisico stanno per scontrarsi, compenetrarsi e
coordinarsi.
Non confonde te le mie previsioni sul potere della tecnologia incombente con un
eccessivo entusiasmo nei suoi confronti. Non sto auspicando un'acritica adesione
al nuovo regime, ma una riflessione informata su ciò verso cui ci stiamo
avviando. Ora abbiamo ancora l'opportunità di considerare le implicazioni
sociali di questo nuovo regime tecnologico ai suoi albori, prima che tutti gli
aspetti della nostra vita acquisiscano un nuovo assetto.