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Fiaccole,
compleanni e bombe nucleari
Marcello Pamio 4/11/2005
Il 4 novembre del
Il presidente americano
dell’epoca era James Earl
Carter Junior, meglio conosciuto come Jimmy Carter.
Le potentissime lobbies delle armi e del petrolio, colgono la palla al
balzo e decidono di togliere di mezzo Carter per far posto ad un uomo di
fiducia: l’ex direttore della Cia, George Walker Herbert Bush.
Il piano era semplice: trattare
con i pasdaran iraniani, e quindi proprio con quel Ahmadinejad che oggi casualmente è presidente dell’Iran, e chiedere (dando soldi e
armi) di mantenere gli ostaggi fino alle elezioni presidenziali
successive. Questo avrebbe favorito l’attore Ronald Wilson Reagan
a discapito di Carter.
Ed infatti le cose sono andate proprio così.
Gli ostaggi furono tenuti per ben 444 giorni!
Il 16 gennaio 1981 le due banche centrali degli Stati Uniti e della Gran
Bretagna (Federal Reserve Bank e Bank of England) trasferiscono 7
milioni di dollari su un conto corrente di una banca iraniana![1]
Il 18 gennaio 1981 gli ostaggi vengono miracolosamente liberati e il
20 gennaio Reagan presta giuramento a Capitol Hill come presidente degli
Stati Uniti d’America.
Ventisei anni fa Ahmadinejad è stato molto utile (un aiuto costoso) per
far crollare Carter e instaurare il "periodo Bush", oggi il neopresidente della Persia
viene usato per
qualcos’altro…
Il 4 novembre 1995 viene assassinato il Premio Nobel per
Ufficialmente Yigal Amir è colui che ha armato la pistola e sparato per
ben due volte al primo ministro uccidendolo. Per questo crimine, oggi
sta scontando in isolamento una condanna all’ergastolo.
La moglie dell’assassino, attraverso un sito internet, ha chiesto, per
voce del marito, la riapertura del processo dopo le recenti affermazioni
del pubblico ministero del primo processo, secondo il quale la morte di
Rabin fu causata da una terza pallottola, sparata da una distanza molto
ravvicinata[2].
Amir afferma che questo terzo colpo non l’ha esploso lui, e scarica
naturalmente la colpa sui servizi segreti deviati.
Questo naturalmente non cambia la sua posizione di criminale, ma quello
che cambiano sono gli scenari. Se prima la colpa era di un pazzoide
criminale isolato, ora si deve parlare di cospirazione interna al
sistema. La conferma di ciò sono almeno dieci arresti da parte delle
autorità israeliane[3]
(compreso personale dell’esercito), e soprattutto le dichiarazioni del
ministro Moshe Shahal, che parla di «complotto organizzato»[4]
Cui Prodest? Chi poteva volere la morte di Rabin?
Certamente il primo ministro aveva moltissimi nemici; è bene ricordare
che nelle manifestazioni della destra estrema veniva raffigurato
addirittura con la divisa nazista[5],
questo perché, vedevano in lui e negli accordi di Oslo (gli accordi di
pace con il popolo palestinese) il tradimento e un nuovo Olocausto[6]
contro il popolo eletto.
La figlia di Rabin, Dalia, sull’assassinio del padre è convinta che
ad armare la mano di Amir non è stato un gruppo di fanatici qualsiasi,
anche perché questi sono protetti dall’alto, godono insomma di
importanti coperture politiche!
Il 4 novembre 2004 arriva
l’annuncio ufficiale della morte clinica di Yasser Arafat, il leader
indiscusso, e soprattutto molto discusso, del popolo palestinese.[7]
Il fondatore di Al Fatah è
deceduto nel Percy Military
Training Hospital di Parigi.
Fin da subito si parlò di avvelenamento, tanto che il premier
palestinese di allora, Abu Ala, chiese alle autorità francesi di
ricevere il referto medico per verificare se Arafat era stato avvelenato
oppure no[8].
Non ha dubbi invece Ali Rashid, il primo segretario della delegazione
generale palestinese in Italia: il leader dell’OLP (l’Organizzazione
per
Ieri, 3 novembre 2005
migliaia di fiaccole si sono accese davanti all’ambasciata iraniana a
Roma, per protestare contro le dichiarazioni pesanti del presidente
dell’Iran, Ahmadinejad.
Cosa avrà mai detto l’ex sequestratore degli ostaggi del 1979 per
scatenare le ire mondiali?
Tutti i media insieme, (e quando si tratta di uniformarsi, sono
veramente maestri: un esempio per tutti le armi di distruzione di massa
di Saddam), hanno pubblicato e attaccato le seguenti affermazioni: «Israele
deve essere cancellato dalla carta geografica»
Indubbiamente, detto così fa un
certo effetto, vediamo però se leggendo il discorso completo cambia
qualcosa. Ecco cos’ha detto il premier davanti alla folla.
«A
coloro che dubitano, a coloro che non credono, io dico che un mondo
senza America e Israele è possibile e fattibile»
«Un
giorno, sua eminenza l'Imam Khomeini dichiarò che il regime illegale
dei Pahlavi doveva finire, ed è finito. Poi disse che l'impero
sovietico sarebbe scomparso, ed è scomparso. Disse anche che il
malvagio Saddam doveva essere punito, e lo vediamo sotto processo nel
suo Paese. Sua eminenza disse anche che il regime di occupazione di Qods
[Gerusalemme] doveva essere cancellato dalla mappa del mondo, e con
l'aiuto dell'Onnipotente, noi vedremo un mondo senza America e senza
sionismo, nonostante coloro che dubitano»[10].
Estrapolare
mirabilmente da un discorso una frase ad hoc è assolutamente fazioso, anche perché
Ahmadinejad ha attaccato duramente il sionismo e non Israele. C'è
una enorme differenza tra un movimento politico-religioso minoritario e
lo stato d'Israele! Lo afferma pure l'ex presidente riformista Akbar
Hashemi Rafsanjani, quando dice: «Non
abbiamo
nessun problema con gli ebrei e rispettiamo l'ebraismo. Abbiamo problemi
solo con i sionisti israeliani, responsabili della repressione del
popolo palestinese»[11]
Non stiamo difendendo l'indifendibile, Ahmadinejad
ha i suoi scheletri nell'armadio, ma coloro che lo criticano e
attaccano oggi per le sue sparate pubbliche, dovrebbero farsi un esame
di coscienza
L’idea
della protesta pro Israele è partita, guarda caso, da Giuliano Ferrara,
giornalista molto potente e temuto, che è stato, dice lui, al soldo dei
servizi segreti americani: la Cia[12].
Dal palco sono sfilati nomi illustri della politica, del giornalismo e
dell’establishment, molto spesso la stessa cosa.
Un grazie va a Magdi Allam per aver ricordato ad alta voce, semmai
qualcuno lo avesse dimenticato, che: «Israele è un faro di democrazia in Medioriente»[13]
A Ferrara il grande merito invece, non solo per aver organizzato
l’importante e significativa manifestazione, ma soprattutto per aver
imparato a parlare l’iraniano. Il direttore de Il Foglio (giornale della moglie di Berlusconi), infatti sbraita
nella lingua persiana: «Viva
Israele e viva la libertà»[14]!
Avrete già capito che si tratta della solita “scusante”
mediatica per attaccare e/o invadere un paese!
L'articolo pubblicato dal britannico The Observer è esemplare per
comprendere: «le dichiarazioni di Ahmadinejad non costituiscono una
vera minaccia. indicano solo che Teheran si trova in un vicolo cieco. A
trarne vantaggio, paradossalmente per l'Iran, è proprio Israele che
può esercitare ancora meglio il suo potere su Washington»
Quindi gli iraniani stanno collaborando, proprio come l'Iraq nel 2002!
Ricordiamo che Hans Blix, l'ispettore ONU, il 9 gennaio 2003 affermò
che non trovarono alcuna "smoking guns", cioè nessuna pistola
fumante! Nonostante questo, la guerra fu fatta...
Ma
queste cose ovviamente non fanno odiens.
Come pure non fa notizia che Israele, «il
faro di democrazia in Medioriente», ha in dotazione tra le 80 e le
200 testate nucleari! [17]
Mi piacerebbe tanto sapere se queste vere "armi di distruzione di
massa" sono state controllate dagli ispettori dell'Aeia.
E anche comprendere i motivi per cui Israele
non ha firmato il Trattato di Non-Proliferazione Nucleare, mentre lo ha ratificato l’Iran
il 2 febbraio del 1970[18]?
A queste domande perché il Ferrara o il Magdi Allam di turno non provano a
rispondere?
Perché il quotidiano Il Foglio
o l'esperto mediorientale del Corriere della Sera non ha organizzato una fiaccolata davanti all’ambasciata statunitense
o britannica per quelle centinaia di migliaia di morti innocenti,
tra donne e bambini, caduti sotto le bombe intelligenti dell’Impero
angloamericano?
Detto questo, tiriamoci su il morale, perché oggi 4 novembre è il
compleanno di Laura Welch Bush, moglie da 28 anni del presidente George
W. Bush[19].
Non posso far altro che augurare alla First Lady un compleanno in
famiglia meraviglioso e soprattutto analcolico! Sapete com’è: la
situazione in Medioriente è allarmante, e non vorrei che un bicchierino
di troppo…[20]
[1]
Tratto da “Soldi: il libro nero della finanza internazionale”, ed. Nuovi
Mondi MEdia
[2]
“Dieci anni dopo, Israele ricorda Yitzhak Rabin”, Fausto della
Porta, Il Manifesto 4/11/2005
[3]
“Il contesto strategico dell’assassinio di Rabin”, http://www.movisol.org/eal-i.htm
[4]
Idem
[5]
Intervista alla figlia di Rabin, Dalia Rabin Filosof,
www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=DOSSIER&TOPIC_TIPO=I&TOPIC_ID=30159&DOSSIER_ID=84
[6]
Idem
[7]
“Yasser Arafat è clinicamente morto”, Il Corriere della Sera
4/11/2005
[8]
“Abu Ala chiede alla Francia il certificato di morte di Arafat”,
[9]
“Una fine troppo veloce, Yasser è stato avvelenato”, Il Messaggero
11/05/2004
[10]
Safa Haeri, «
[11]
"Attacco a Israele", The Observer, Gran Bretagna
[12]
“Di spie e di stragi”, Antonio Tabucchi www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=TUTTEIDEEseitre&TOPIC_TIPO=E&TOPIC_ID=26343
[13]
Il Manifesto del 4/11/2005
[14]
Idem
[15]
"Attacco a Israele", The Observer, Gran Bretagna
[16]
International Herald Tribune, Reuters
[17]
“Disarmo nucleare: progresso o stallo?”, Università degli Studi
di Milano, Unione Scienziati per il Disarmo (USPID) http://www.uspid.org/sections/02_Books_Documents/USPID_Documents/disarmo.html
[18]
Trattato di Non proliferazione nucleare - http://www.difesa.it/NR/rdonlyres/CDCF3659-509C-4EF8-9275-B979AF6A120E/0/Trattato_non_proliferazione.pdf
[19]
http://www.whitehouse.gov/firstlady/flbio.html
[20]
“I veri pollastri siamo noi”, Marcello Pamio, www.disinformazione.info/pollastri.htm