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Libri sull'economia
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economia
Dov'è
la tua Ferrari?
Eugenio Benetazzo 20/01/2006
Autore de libro "Duri
e Puri: aspettando un nuovo 1929"
In questi ultimi tre anni in Italia è ormai emersa una nuova classe di
poveri, quelli in giacca e cravatta, i nuovi schiavi del
turbocapitalismo multinazionale, una nuova classe di morti di fame:
quelli con il mutuo erogato al 100 per cento a tasso variabile, quelli
con un lavoro atipico a singhiozzo, quelli con l’utilitaria pagata a
20 euro al mese, quelli che fanno la spesa a rate di 5 euro al mese al
centro commerciale.
Si
spende anche quando non si può spendere (situazione molto preoccupante
dal punto di vista socioeconomico), grazie a società finanziarie di
prestito al consumo al limite dell’usura, pubblicizzate da qualche
personaggio televisivo trasformato in adescatore mediatico per le sue
fattezze ed aspetto rassicuranti. Cominciate
a svegliarvi dal torpore innocente di chi si è fatto sinora abbindolare
da questa “schiavitù mediatica dell’ultimo modello appena uscito”
o del “beneficio senza sacrificio”.
Sono ormai dappertutto, vi stanno bombardando e vi stanno convincendo a
spendere anche quando non potete o non volete, la loro presenza è ormai
dilagante (se non preoccupante): spot televisivi, radiofonici,
inserzioni su testate giornalistiche, volantini nella cassetta della
posta e sul tergicristallo dell’auto: chiedi e ti sarà dato. Quanto
ti serve 5.000 euro? 10.000 euro? 25.000 euro? E a che cosa ti servono?
Per rifarti le tette? Per comprare il nuovo scooter a tuo figlio che ha
preso cinque asterischi in prima superiore? Per comprarti la nuova tv al
plasma con cui giocare alla play(gay) station? Non ti preoccupare, tanto
non ti facciamo alcuna domanda, ci
pensiamo noi: e la vita finalmente ti sorriderà. Per adesso.
Poveri
Italiani: ormai avete iniziato a lucidare le maniglie del Titanic.
Spendere il denaro che non si possiede è sintomo di una grave carenza
di responsabilità, soprattutto se quel denaro lo si spende (non
possedendolo) per andare in vacanza in qualche località esotica o per
avere l’ultimo modello di videofonino ultima generazione: e tutto
questo solo per poter fare lo sborone con gli amici del bar e/o
per non sentirsi inferiori socialmente.
Mettetevelo nella zucca: siete consumatori, sottoprodotti di uno stile
di vita che ormai vi ossessiona: sono
vestito alla moda? il mio
cellulare è trendy? la mia
auto è “in”? il mio
look è “easy”? mi fanno pena tutti quei ragazzi nelle palestre che
cercano di modellare il proprio corpo per assomigliare a quei quattro
modelli gay imposti dal tal stilista o dalla tal marca commerciale
di jeans.
Pensate come rispetto a qualche decina d’anni il paese e la sua
popolazione sono cambiati profondamente, quando per comperare una casa o
un automobile si accantonava anno dopo anno, rinuncia su rinuncia, lira
su lira ed alla fine arrivava il giorno tanto sospirato in cui si andava
dal concessionario di auto o dal notaio per il rogito e si “cacciava
fuori di tasca propria” sino al 60/70 per cento del prezzo di quello
che si comperava. Il resto
si finanziava. Razionalmente.
Allora
sì, aveva senso dire: “Mi sono comprato l’auto, mi sono comprato la
casa”. Oggi sarebbe più opportuno affermare “la banca mi ha
comprato la casa e l’auto anticipando tutto, spero di non essere
globalizzato e perdere tutto, oltre che il posto di lavoro”. In
triveneto esiste una banca (purtroppo non posso farvi il nome) che eroga
i mutui sino al 120 % per cento: non è un errore avete letto bene, vi
prestano il denaro per acquistare in toto il 100 per cento
dell’immobile e un 20 per cento in più per altre frivolezze
(probabilmente per comprarvi già la bara da morto). Mala
tempora currunt, sed peiora parantur: un ultima domanda. A quando
Eugenio Benetazzo
Trader Professionista
duriepuri@eugeniobenetazzo.com