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Antonio
Fazio e Bankitalia fuori dalla bufera?
di
Renato
Forlani - 21 settembre 2005
Tratto
da www.reportonline.it
Il caso Bankitalia ha
trovato una soluzione alla faccia degli italiani?
Indicazioni in tal senso vengono fatte passare "softstyle" per
abituare la gente senza troppi scossoni
Carlo Azelio Ciampi, Presidente della Repubblica:
«La rettitudine dei comportamenti, il rispetto dei valori etici e
deontologici sono in qualsiasi stato di diritto la base di una ordinata
convivenza civile per il bene delle istituzioni, per il benessere e il
progresso dei cittadini.
Nella vita di ognuno di noi questi valori debbono sempre prevalere».
Un passaggio che sembra avere attinenza con le recenti vicende della
Banca d'Italia.
Ma non solo.
Vi sono infatti moltissimi altri protagonisti della politica, oltre che
Antonio Fazio, che dovrebbero costantemente attenersi ad un tale tipo di
impostazione e di filosofia e che invece sembra vogliano lasciar
esaurire la vicenda Banca d'Italia per consunzione e conseguente oblio.
Cosa fanno o quantomeno cosa si propongono di fare i vertici della
politica italiana per chiudere con il minor danno possibile l'affaire
Banca d'Italia?
Non risulta che il governo abbia preso o stia per prendere delle
decisioni. Almeno non alla luce del gsole, forse qualche novità potrà
emergere, da quanto si può intuire dalle ultime recentissime prese di
posizione della Banca Centrale Europea, per accordi sotterranei, come
d'altronde è di regola nel mondo degli gnomi.
Tantomeno si espongono le Banche, quelle titolari delle partecipazioni
in Bankitalia, che pure sono certamente titolate e competenti in merito.
Anche la stampa, scritta e parlata, pian piano sta relegando la vicenda
nelle pagine successive alla prima e pare che non vi siano altri
risvolti od argomenti da discutere, ma direi meglio, da analizzare.
Vediamo allora di tentare una possibile spiegazione di quanto è
successo, partendo dall'articolo di Roberto Ippolito, nell'inserto
"Economia e Finanza" apparso in 17° pagina de "
Di tale articolo ci interessa evidenziare la parte relativa agli
azionisti di Palazzo KOCH (Bankitalia) e le valutazioni del suo valore.
L'immagine, ripresa
pari pari sul giornale, fornisce un quadro esatto ed immediato dei
partecipanti al capitale Bankitalia e sul valore di tali partecipazioni.
Il valore delle partecipazioni Bankitalia infatti, benché non se ne sia
mai sentito parlare, esiste ed è reale e quantificabile per il semplice
fatto che contrariamente a quanto siamo abituati a ritenere,
Questo dato di fatto, che contrasta con quanto in genere siamo sempre
stati orientati a ritenere, è secondo noi il nocciolo della questione
ed è da qui che bisogna partire per capire ed interpretare tutto ciò
che si muove intorno all'argomento.
Prima di entrare nel vivo sarà utile sgombrare il campo dal dubbio che
legittimamente assale chi si pone per la prima volta di fronte
all'affermazione che Bankitalia sia una banca al pari delle altre,
giacché normalmente siamo portati a considerare
E invece NO.
Come già detto
In pratica e per semplicità possiamo dire che essa è
Consapevoli dello stupore da cui molti lettori saranno pervasi, sarà
bene che fughiate ogni dubbio su questa che appare, a molti di voi, come
una rivelazione e che sappiate che di un tale dato di fatto, che viene
tenuto a parere di chi scrive, volutamente nascosto, potrete trovare
conferma, proprio in questi giorni sulla stampa scritta e parlata di
questi ultimi tempi a proposito dell'affaire Bankitalia in merito al
progetto di nazionalizzazione della Banca d'Italia.
Segnatamente ad esempio, proprio nell'articolo su "
Se infatti il Governo ha deciso la "nazionalizzazione della Banca
d'Italia, acquisendo per il Tesoro le quote azionarie di partecipazione,
attualmente detenute dalle varie banche secondo il prospetto di cui
sopra, ne consegue ovviamente che proprietari della Banca d'Italia sono
le banche che ne detengono le quote ed in definitiva comuni (ma non
troppo) cittadini (Stefano Ricucci etc.) a loro volta azionisti delle
banche che nel loro complesso hanno la proprietà e quindi il controllo
di Bankitalia.
Premesso tutto quanto detto, abbiamo ora gli elementi per dare una
interpretazione e una spiegazione a quello che ci appare come un
comportamento autocastrante dei nostri governanti.
Ricorderete tutti che
poco prima che la Banca
popolare italiana (ex popolare di Lodi) lanciasse la sua offerta di
acquisto su Antonveneta in contrapposizione agli olandesi di ABN AMRO,
una situazione più o meno analoga si era verificata ed era anzi ancora
in itinere, le ultimissime però dicono che l'operazione avrebbe avuto
il via libera di Bankitalia, con protagonisti questa volta
Ebbene, anche in questo caso, il comportamento della Banca d'Italia,
sembra aver protetto e favorito il gruppo Unipol, nonostante che alcuni
politici di area della maggioranza abbiano cercato di impedire che
UNIPOL acquisisse Banca Nazionale del Lavoro.
In questo caso però le resistenze politiche contrarie all'Unipol, sono
durate poco ed anzi si sono improvvisamente quietate come per via di un
ordine di scuderia venuto dall'alto.
E' verosimile una tale interpretazione dei fatti? Ovviamente non è
possibile affermarlo, ma se si considera che l'atteggiamento di
contrarietà poteva probabilmente derivare dal fatto che
Ed è proprio l'esser proprietaria di una quota della (nostra ?)
Banca Centrale, cioè titolare dei diritti di signoraggio, che ha
determinato l'atteggiamento di Bankitalia a favore dell'offerta di
acquisto Unipol contro l'offerta degli spagnoli del Banco di Bilbao.
Proprio così, infatti la quota di proprietà della BNL del 2,83% di
Bankitalia significa detenere diritti di signoraggio, centinaia e
centinaia di milioni di euro, che sono e devono essere considerati
come un privilegio parassitario che lo stato italiano ha concesso a
pochi privilegiati (tutti i proprietari di quote di banche
proprietarie di Bankitalia) e che è pari alla quota posseduta e in
definitiva un diritto agli interessi annui (che sono pari al tasso
ufficiale di sconto detratte le spese) sull'intera massa monetaria
circolante in Italia, che è bene ricordare trattarsi di danaro che
Di qui il benevolo
atteggiamento di Antonio Fazio nei confronti dell'offerta di acquisto
Unipol e contro l'offerta Banco Bilbao, atteggiamento che si può
ragionevolmente ritenere come tacitamente, se non addirittura
nascostamente, ma realmente, appoggiato dal governo, che vedeva prendere
la via della Spagna ad una fetta non trascurabile dei diritti di
signoraggio, per non aver saputo o comunque voluto prendere per tempo i
provvedimenti che una tale situazione richiedeva ed alla quale oggi
tenta di porre rimedio con il proposito espresso di "nazionalizzare
Il diritto di signoraggio, un vero e proprio regalo che tutti gli
italiani "normali" pagano ai pochi semidei proprietari di
quote delle banche a loro volta azioniste della Banca d'Italia ed ora,
con lo stesso meccanismo, della Banca Centrale Europea.
Un paradosso che nel corso degli anni ha determinato l'enorme debito
pubblico accumulato dallo stato (cioè dai cittadini che lo devono
pagare, direttamente come quota degli interessi su qualsiasi debito
debbano contrarre; oppure indirettamente con le tasse, buona parte delle
quali servono a pagare gli interessi sul debito, anziché essere usate
per fornire i servizi per cui vengono ufficialmente richieste).
Altra storia invece, quella relativa all'acquisto di Antonveneta da
parte degli olandesi di ABN AMRO.
Qui ci troviamo di fronte ad un atteggiamento, quello di Fazio, che
definire benevolo nei confronti di Banca Popolare Italiana è dire
veramente poco.
Qui Fazio ha esercitato il suo potere con l'arroganza che la sua
posizione, ma non l'etica o la morale, gli consente, esprimendosi a
favore del suo amico Gianpiero Fiorani, presidente della Popolare
Italiana (ex Lodi) e dunque contro ABN AMRO, anche in mancanza dei
requisiti minimi necessari per
Un comportamento quindi che se non ha violato le leggi, come le notizie
dell'ultima ora dicono, ha certamente violato l'etica che per un
Governatore di Banca Centrale, non è meno importante della legge.
Stando così le cose,
come ci si poteva aspettare una dichiarazione risolutiva da parte del
Presidente del Consiglio?
Una dichiarazione che avrebbe risparmiato all'Italia critiche e danni
reali, ma che pare non sarà mai espressa.
E' per questi motivi che Berlusconi nicchiava ed è sulla base di queste
considerazioni sui fatti che Fazio ha subito gli attacchi senza reagire,
ma nella consapevolezza che nessuno, se non il consiglio di
amministrazione della Banca d'Italia, poteva sfiduciarlo e costringerlo
alle dimissioni.
E' per questo motivo che proprio in queste ore sta venendo a soluzione
anche la vicenda ABN AMRO - Antonveneta.
E' per questo motivo che
Queste le considerazioni sul caso, ma la cosa avrà un seguito perché
la vicenda è stata l'occasione per mettere alla luce e portare quindi
all'attenzione della gente (sempre che l'informazione decida in tal
senso, cosa che finora non ha fatto) su quella che forse è la più
grande e la più perniciosa delle innumerevoli iniquità che gli
italiani devono sopportare:
Il signoraggio a favore di pochi eletti.
Vedremo come il signor Berlusconi vorrà decidere di risolvere la
questione signoraggio.
Dal comportamento della informazione di rendere o meno di dominio
pubblico il problema evidenziato, con la forza e l'entusiasmo che una
causa giusta richiede, dipenderanno senz'altro le decisioni di
Berlusconi.
Da tali sviluppi potrebbe dipendere l'esito della prossima campagna
elettorale