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Somalia:
il terzo fronte di guerra per George W. Bush
28/12/2006 - IRNA (Islamic Republic News Agency): Gli Stati Uniti
con il sostegno dell'Inghilterra ed il silenzio della Francia, hanno
impedito l'approvazione al consiglio di sicurezza di una risoluzione che
avrebbe potuto fermare la guerra tra Somalia ed Etiopia. Secondo l'agenzia
IRNA, al consiglio di sicurezza era stata presentata una risoluzione che
sanciva l'arresto immediato delle aggressioni dell'Etiopia contro la
Somalia. Il doppio veto di Usa e Gb però ha impedito l'approvazione
della risoluzione; secondo gli analisti il presidente Bush sostenendo
l'Etiopia spera di conquistare la Somalia e riscattarsi della sconfitta
subito in passato nel paese. Il Somalia, le forze dell'Etiopia negli
ultimi giorni, hanno ucciso più di 1000 persone
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Etiopia
e Somalia: capire l’ennesimo bagno di sangue
di Antonella
Randazzo per www.disinformazione.it
L'Etiopia bombarda e aggredisce
Il "terrorismo" che Zenawi dice di dover
combattere non è ben definito e nemmeno gli obiettivi sono chiari.
Egli, nei giorni scorsi, aveva cercato di negare che le truppe etiopiche
stavano per aggredire la Somalia. Messo
alle strette dalle rivelazioni di cittadini somali e di rappresentanti
delle Corti islamiche, Zenawi ha confessato di voler scatenare le truppe
etiopiche contro
Domenica 24 dicembre sono iniziati i bombardamenti e
l'invasione terrestre. Il bersaglio è diretto contro gli
"islamici", definiti "terroristi". Il 26 dicembre
sono state uccise 1000 persone e 3000 sono state ferite. Nelle ultime 48
ore i combattimenti si sono inaspriti e la popolazione si trova in
condizioni di estrema difficoltà, alle prese coi bombardamenti, le
alluvioni, la scarsezza di cibo e le condizioni di miseria. Migliaia di
persone stanno cercando di fuggire dal paese. Giunti a Baidoa (dove si
era rifugiato il governo di transizione nazionale), le truppe etiopiche
hanno distrutto le linee telefoniche per isolare la zona.
Zenawi
è finanziato dagli Usa, e nemmeno questi ultimi risultano paladini
della difesa dei popoli. Gli Usa utilizzano la "guerra al
terrorismo" per intervenire ovunque e contro chiunque ostacoli i
loro interessi e il loro dominio. Quando si tratta di fare chiarezza su
chi effettivamente produce "terrorismo", Washington si oppone
in maniera decisa. Già nel dicembre del
Ciò
è stato impedito dagli Usa e da Israele, che hanno preferito appoggiare
altre risoluzioni dell'Onu assai più blande verso la lotta al
terrorismo. La Risoluzione
49/60 del 9 dicembre 1994
pose alcune misure per eliminare il terrorismo internazionale, mentre
Attraverso l'Isi
(servizi segreti pachistani), la Cia
ha costruito organizzazioni terroristiche estremamente efficienti e
potenti, che cooptano la disperazione degli islamici all'interno di un
progetto tanto distruttivo quanto pazzesco: una Jihad per l'interesse
dell'egemonia americana nel mondo, mascherata da lotta per il potere
islamico.
I mezzi e i metodi che Al Qaeda utilizza sono gli stessi
utilizzati dalla Cia: la sua azione è globale e si vale delle
tecnologie più avanzate. Al Qaeda è stata sconfessata da tutte le
organizzazioni islamiche ufficiali, ma non se ne cura perché il suo
scopo è quello di far presa sulle masse diseredate, sugli emarginati,
per illuderli di poter sfidare l'imperialismo crudele che li costringe a
vivere in miseria. Ma in realtà uccide soprattutto poveri e musulmani.
Al Qaeda ha dato un importante contributo nella lotta contro i movimenti
socialisti in Asia. Grazie alla sua stretta collaborazione con
Ovunque vi fosse bisogno di reprimere duramente il popolo
per riprendere pieno potere e gestire liberamente i propri interessi,
gli Usa addestrarono e utilizzarono esponenti di Al Qaeda. Nei paesi
musulmani l'estremismo wahabita viene propagandato per arruolare
mujaheddin. Le reti di Al Qaeda sono da sempre finanziate
soprattutto dall'Arabia Saudita e dagli Stati Uniti. Il giornalista Richard
Labevière, nel suo libro Dollars
for Terror: The United States and Islam, osserva che l'Arabia
Saudita finanzia il terrorismo, mentre gli Usa, attraverso i servizi
segreti, proteggono gli esponenti di Al Qaeda e li utilizzano a seconda
delle convenienze:
La diplomazia Usa ha l'abitudine di sfruttare i movimenti religiosi
contro il comunismo e contro qualsiasi altro elemento che ostacoli le
sue mire egemoniche (...). Dopo il crollo dell'impero sovietico, questa
politica è proseguita senza grosse interruzioni fino alla guerra del
Golfo. Questa iniziativa, volta principalmente a preservare le riserve
petrolifere americane, ha provocato un violento trauma nel mondo arabo e
musulmano. L'Islam militante ha iniziato a contestare l'autorità del
suo protettivo "padre" (...).
Gli attentati di Nairobi e di Dar es Salam (1998) fanno parte
dell'attuale reazione ostile (comincia con l'attentato al WTC del 1993).
Poco dopo la guerra del Golfo, l'islam militante si è ribellato al suo
principale creatore che, nonostante tutto, non ha abbandonato il suo
atteggiamento paternalistico. Al contrario gli Usa, pur nello scomodo
ruolo dell'aggressore aggredito, persistono senza tentennamenti a
sostenere l'esplosione multiforme di un islam più aggressivo, i suoi
eccessi estremistici e le sue reti finanziarie estremamente ramificate
(quando non interamente fuse nei circuiti dell'economia legale).[1]
Anche lo studioso Nafeez
M. Ahmed, dopo aver accuratamente esaminato molti casi specifici
relativi al terrorismo, conclude affermando:
In tutti gli esempi qui considerati, Al Qaeda emerge non come un
"nemico" da combattere ed eliminare, ma piuttosto come una
risorsa imprevedibile dell'intelligence che deve essere il più
possibile tenuta sotto controllo, manipolata e inglobata per garantire
fini strategici segreti.[2]
Ahmed Mosaddeq
è convinto che a tutt'oggi Al Qaeda venga utilizzata dai servizi
segreti americani, ad esempio nel Caucaso, in Algeria, in Afghanistan,
in Iraq, in Birmania e in molti altri paesi. Secondo altri studiosi, anche le autorità inglesi sostengono
attivamente il terrorismo. La rivista EIR ha denunciato più volte il coinvolgimento di Londra nel
terrorismo islamico. Ad esempio, il 21 gennaio del 2000, presentò un
documento di denuncia dal titolo "L'Inghilterra
deve essere messa sulla lista degli stati che promuovono il terrorismo".
Nel rapporto si diceva:
Il 10 novembre 1999 il governo russo aveva già presentato
formale protesta diplomatica, attraverso la sua ambasciata a Londra, per
gli attacchi ai giornalisti russi e per l'ospitalità concessa allo
sceicco Omar Bakri Mohammd,
capo di Al Muhajiroon, 'ala
politica' dell'organizzazione di Bin
Laden, che era il gruppo che reclutava musulmani in Inghilterra da
mandare a combattere in Cecenia contro l'esercito russo.
L'organizzazione di Bakri
operava liberamente da uffici nel sobborgo londinese di Lee Valley -
due stanze in un centro informatico - e gestivano una propria impresa
di internet. Bakri ha ammesso che ufficiali militari 'in congedo'
provvedono agli addestramenti delle nuove reclute a Lee Valley, prima di
essere inviate nei campi in Afghanistan o Pakistan, o vengono fatti
entrare clandestinamente direttamente in Cecenia.
Nel dicembre del 2001, vennero presentati a Strasburgo documenti[3] che provavano il collegamento fra Governo di transizione nazionale (Tng) della Somalia e l'organizzazione terroristica affiliata ad Al Qaeda Al Ittihad. L'europarlamentare Cristiana Muscardini presentò questi documenti al Consiglio dell'Unione Europea ed al governo italiano affinché si "faccia luce sulla fondatezza di questi documenti" che proverebbero l'implicazione degli Usa, che sostengono il Tng e accusano ingiustamente le Corti islamiche di essere affilate ad Al Qaeda attraverso Al Ittihad. Almeno due ministri risultarono collegati all'organizzazione terroristica, oltre a diversi viceministri e deputati. Si tratta del ministro per la zootecnica Abdulwahab Mohamed e del ministro della Giustizia Mohammed Omar.
Anche
alcuni imprenditori, come Abokar
Omar Aden (proprietario dell'hotel Ramadan
sede del governo Tng e di Air Somalia) sembrerebbero implicati
nell'organizzazione terroristica. Altre organizzazioni terroristiche,
come Al-Islah, e Al-Hijra si sono infiltrate in Somalia per contrastare il potere
delle organizzazioni islamiche. Queste organizzazioni terroristiche
risultano sostenute dal presidente ad interim del Tgn e da importanti
uomini d'affari locali e stranieri. Esse si appoggiano a banche che
hanno le sedi centrali in Occidente, soprattutto in Inghilterra. Ad
esempio, la Dahab Shiil
e Al Barakat.
Il caso somalo rientra nei tanti casi in cui i terroristi
vengono utilizzati per imporre un assetto basato sulla paura e sulla
forza, impedendo ogni ribellione.
Le vere milizie islamiche sono milizie popolari, e non sono comandate da
nessun signore della guerra e da nessun terrorista di Al Qaeda. Sono
gruppi spontanei nati dalla disperazione in cui il paese è caduto a
causa dall'oppressione straniera. Gli Usa reprimono ogni movimento
popolare volto a migliorare le condizioni del popolo somalo.
Il controllo americano sulla Somalia risale ai tempi del dittatore
crudele Siad Barre, che
ricevette appoggio e finanziamenti dagli Usa per muovere guerra
all'Etiopia e per terrorizzare i somali.
Oggi i nemici sarebbero i leader delle Corti islamiche Assan
Dahir Aweys e Sheck Ahmed
Abdi, che appaiono in una lista nera di 189 persone "legate al
terrorismo".
Aweys, in un'intervista a "Radiofreesomalia" dichiarò:
"Faccio tutto alla luce del sole e voglio un governo islamico. E'
falso il fatto che mi si attribuisca di appartenere o sia un membro di
Al Ittihad (organizzazione terroristica affiliata ad Al Qaeda),
all'epoca dei fatti riferiti ero nel Puntland e nella regione del Gedo,
nel Basso Giuba. Tutto ciò è una propaganda americana ed etiope. E'
vero, tuttavia, che combatterò qualsiasi esercito che verrà schierato
in Somalia"
Negli anni Novanta, le milizie di Assan Dahir Aweys e quelle del presidente somalo Abdullahi
Yusuf entrarono in guerra e quest'ultimo vinse.
Nel febbraio del 2006,
Le Corti islamiche riuscirono a pacificare tutte le zone
conquistate e a far abbassare il prezzo di molti beni di prima necessità.
L'aeroporto di Mogadiscio venne riaperto dopo undici anni. In un paese
in cui l'analfabetismo è superiore al 70% e in cui il sistema sanitario è stato completamente
distrutto e affidato alle Ong straniere, le formazioni islamiche hanno
cercato di istituire scuole e orfanotrofi, e di creare strutture
sanitarie. Il governo di transizione, nel giugno scorso, si era
rifugiato a Baidoa, in seguito alla conquista di Mogadiscio da parte
delle Corti.
Dopo la vittoria delle Corti, lo stesso Yusuf,
vecchio "signore della guerra", si rese conto di dover fare i
conti con i gruppi di resistenza islamici.
Le formazioni islamiche somale sono definite "terroristiche"
perché sfuggono al controllo americano, e hanno l'obiettivo di
migliorare la condizione del paese, e di liberarlo dall'oppressione
straniera. I movimenti islamici garantiscono al paese il minimo di
strutture sociali come scuole e ospedali. I "Signori della
guerra", al contrario, volevano soltanto terrorizzare la
popolazione. Gli islamici suscitano consensi da parte della popolazione,
acquisendo un potere che i governi fantocci non potranno mai avere.
Membri dell'Unione delle Corti islamiche, come Abdulkadir
Yahia e Hersi Abdi Ali,
che lavoravano per fini umanitari, sono stati misteriosamente
assassinati.
Il 22 giugno di quest'anno, grazie alla mediazione del
Sudan, il governo somalo e i gruppi di resistenza raggiunsero un accordo
che poteva essere promettente per la futura pace. L'accordo venne
firmato dal capo della delegazione islamica Ali
Mohammad Ibrahim e dal ministro degli Esteri somalo Abdullahi Sheekh Ismail. Ma l'esecutivo somalo si mostrava diviso:
il primo ministro Ali Gedi e il ministro dell´Interno Hussein Aidid, rifiutarono di accettare il dialogo e definirono
"terroriste" le formazioni islamiche che stavano cercando di
pacificare il paese.
I rappresentanti delle Corti islamiche erano disposti a
trattare e a scendere a compromessi con Alì
Ghedi per formare un governo transitorio. A Karthoum erano stati
posti gli accordi finalizzati a ristabilire la pace sociale e la
sicurezza nelle strade, dopo oltre dieci anni.
Il giorno dopo la firma dell'accordo di pace in Sudan, la popolazione
somala scese in piazza per festeggiare e per scongiurare un possibile
intervento straniero. I somali, dopo una lunga esperienza di occupazione
straniera, temevano anche l'arrivo dei Caschi blu dell'Onu.
L'Assemblea Generale dell'Onu aveva guardato con favore a
questi sviluppi, mentre le autorità americane preparavano il piano per
impedirli. Da tempo gli americani controllavano serratamente il
territorio somalo, anche attraverso elicotteri. Il 15 giugno, Washington
organizzò a New York un incontro internazionale per discutere la
questione somala. Parteciparono
La popolazione somala conosceva le intenzioni degli Usa, e
a luglio moltissime persone scesero in piazza a Mogadiscio per
protestare contro gli Stati Uniti e i suoi alleati etiopici.
La partita che gli Usa stanno giocando in Somalia sembrerebbe di ampia
portata. Sono stati mandati in Somalia gruppi di integralisti finanziati
dall'Arabia Saudita, dal Kuwait, dagli Emirati Arabi Uniti e dagli Usa.
Scatenare il terrorismo serve a distruggere e a criminalizzare agli
occhi dell'opinione pubblica i gruppi islamici che lottano per una
Somalia libera dall'oppressione straniera. Le formazioni islamiche
somale stanno utilizzando
Il gruppo di Islamic
Banking (banche che seguono il modello islamico) ha un peso esiguo
sul mercato finanziario, tuttavia è in netta crescita. Sempre più
clienti musulmani diventano clienti di queste banche, che seguono
principi diversi rispetto alle banche occidentali. Anche diversi
istituti finanziari occidentali, come
Gli Usa non sono disposti a lasciare che vengano gestiti capitali con
regole diverse da quelle da loro imposte, e per questo hanno organizzato
una campagna di criminalizzazione degli islamici attraverso la creazione
del terrorismo internazionale.
Tra il 1997 e il
Oggi le Corti islamiche stanno perdendo il controllo di
molte zone del paese, che saranno riportate al caos e all'insicurezza
che regnava prima che le Corti si insediassero. Le lotte violente
proseguono ormai da diversi giorni, e stanno uccidendo molti civili.
L'Etiopia ha bombardato diverse zone di confine, come Beledweyne e
Galcaio. E' stato bombardato anche l'aeroporto di Mogadiscio e quello di
Balidogle. Da martedì le truppe etiopiche marciano verso Mogadiscio.
Questa nuova guerra dovrebbe permettere agli americani di
riprendere il pieno controllo della situazione e di formare un nuovo
governo fantoccio, per sostituire il vecchio che stava assumendo
posizioni diverse da Washington. L'Etiopia, un paese con settanta
milioni di abitanti, sta aggredendo
Ufficialmente è l'Etiopia ad invadere la Somalia, legittimata dalla "lotta al terrorismo", ma in realtà la
regia è ben altra, e questo spiega perché la propaganda occidentale
maschera i fatti e nasconde i crimini.
[1]
Richard Labevière, Dollars
for Terror: The United States and Islam, Algora Publishing, New
York 2000, cit. in Ahmed Nafeez Mosaddeq, Guerra
alla verità. Tutte
le menzogne dei governi occidentali e della Commissione
"Indipendente" Usa sull'11 settembre e su Al Qaeda,
Fazi Editore, Roma 2004, p. 74.
[2]
Ahmed Nafeez Mosaddeq, op. cit., p. 83.
[3]
Fonte: Nut/Pe/Adnkronos, 12 dicembre
2001.