L’esercito ebreo
di Hitler
Tratto dal
libro di Bryan Mark Rigg: “I soldati ebrei di Hitler: la storia mai
raccontata delle leggi razziali naziste e degli uomini di origine
ebraica dell’esercito tedesco”
Si
tratta di una storia poco conosciuta, ma oltre 150.000 uomini di origine
ebraica prestarono servizio militare nella Wehrmacht, cioè nell’esercito
nazista in Germania, durante il regime di Hitler. Addirittura molti di
questi ebrei furono ufficiali e si macchiarono di crimini contro gli
stessi ebrei nei campi di concentramento.
La condizione di persone che combatterono per un regime che non
riconobbe i loro diritti umani non è nuova. Per tutto il periodo della
guerra civile americana, migliaia di neri liberi e schiavi, così come
moltissimi mulatti (metà neri e metà bianchi), combatterono per gli
stati confederali d’America. Alcuni di questi afroamericani erano
padroni di schiavi disposti a combattere per difendere la loro
proprietà. Questi uomini combatterono per preservare un ordine sociale
volto a mantenere in schiavitù la maggior parte degli afroamericani del
Sud.
Il Giappone arruolò dei soldati coreani nel proprio esercito durante la
seconda guerra mondiale.
Alcuni nipponici americani prestarono servizio nelle forze armate
americane durante l‘ultimo conflitto mondiale contro il Giappone.
Gli esempi
potrebbero continuare, ma nonostante le evidenti similitudini, la storia
degli ebrei che prestarono servizio militare nella Germania nazista è
alquanto diversa. Innanzitutto gli ebrei, a differenza degli
afroamericani avevano goduto per anni degli stessi diritti dei tedeschi.
Nel 1933 la maggior parte di loro non si sentiva ebrea (moltissimi non
sapevano nemmeno di esserlo), di conseguenza non si sentivano minacciati
dall’antisemitismo. Fu solo con le leggi razziali di Norimberga del 1935
che alcuni di loro cominciarono a sentirsi legati agli ebrei.
Tuttavia rimasero fedeli alla Germania, servendola con obbedienza.
Questi ebrei combatterono per un governo che non solo aveva sottratto
loro i diritti umani, ma che aveva assassinato molti dei loro parenti.
Diventando a loro volta dei criminali…
Definizione di
ebreo
Il
termine “ebreo” deriva dalla denominazione della tribù di Giuda, che
prende il nome di uno dei dodici figli di Israele (Giacobbe). Gli ebrei
discendono da tribù nomadi aramaiche che sotto la guida di Abramo
attraversarono l’Eufrate nel territorio del Canaan intorno al 1850 a.C.
Essi erano chiamati Ivrim (Ebrei).
In epoche bibliche un bambino “ereditava” la sua ebraicità dal padre,
secondo invece la legge rabbinica attuale (Halachà), l’ebreo è una
persona nata da madre ebrea o una persona che si converte al guidaismo.
Gli ebrei non sono una razza: non esistono caratteristiche genetiche
comuni a tutti gli ebrei e soltanto dagli ebrei.
Ebrei
occidentali e orientali
Prima
dell’ascesa del nazismo, molti ebrei tedeschi avevano discriminato gli
Ostjuden, gli ebrei orientali.
Molti pensavamo che gli Ostjuden, poveri, culturalmente arretrati
e sporchi, nuocessero alla reputazione degli Jeckes, ebrei
tedeschi, istruiti e colti.
Per gli stessi ebrei tedeschi, questi “ebrei da ghetto” provenienti
dall’Est, soprattutto dalla Polonia, seguivano la religione irrazionale
e superstiziosa dei mistici ebrei.
La situazione in Austria non era diversa da quella tedesca e infatti
molti ebrei mostravano disprezzo nei confronti delle “persone con la
barba che indossavano il caffettano”.
L’idea comune tra gli ebrei tedeschi e i Mishlinge (“mezzi ebrei” o
“ebrei per un quarto”) era che Hitler basasse le sue invettive
antisemite esclusivamente sugli Ostjuden emigrati dalla terra del
bolscevismo.
Per esempio il dottor Max Naumann, ebreo e maggiore dell’esercito in
congedo, reduce della prima guerra mondiale, scrisse una lettera a
Hitler il 20 marzo 1935, affermando che lui e i suoi seguaci avevano
combattuto per tenere gli Ostjuden al di fuori della Germania.
Neumann voleva che Hitler cacciasse con la violenza gli Ostjuden.
Molti ebrei vedevano gli Ostjuden come un serio pericolo per
la propria condizione sociale e consideravano la loro eventuale
permanenza in Germania come causa dell’intensificarsi del sentimento
antisemita. Gli stessi ebrei liberali definirono gli Ostjuden
“inferiori”.
Le Leggi di
Norimberga
Con la
parola Mischling, s’intende “meticcio, incrocio, ibrido”.
Il governo di Hitler stabilì ufficialmente nel 1935 che ebreo era da
definirsi chiunque fosse “ebreo più che al 50 per cento”,
affermando però che un padre ebreo poteva trasmettere l’ebraicità allo
stesso modo di una madre ebrea.
Con le Leggi di Norimberga vennero create due nuove categorie
razziali: i mezzi ebrei (Mischling ebrei di primo grado) e gli
ebrei per un quarto (Mischling ebrei di secondo grado).
Un “mezzo ebreo” aveva due nonni ebrei; un “ebreo per un quarto” ne
aveva solo uno.
Mentre chiunque avesse meno del 25 per cento di “sangue” ebreo sarebbe
stato considerato tedesco!
Nonostante tali
definizioni i nazisti avevano le idee molto confuse riguardo i
Mischlinge, poiché questi erano sia tedeschi, sia ebrei.
Frustrato probabilmente da tutta la confusione che tali definizioni
portarono, Hermann Goering, capo della Luftwaffe e numero due dopo
Hitler, pare abbia affermano: “Sarò io a decidere chi è ebreo” (We
Jude ist, bestimme ich).
Per i nazisti gli ebrei che si erano convertiti al cristianesimo
rimanevano ebrei, ma la maggior parte dei cristiani che si era
convertita al giudaismo era considerata ebrea al 100 per cento.
La presa di
coscienza dei Mischlinge
Dopo la
promulgazione delle Leggi di Norimberga iniziarono assidue ricerche per
stanare gli ebrei.
Quando i Mischlinge furono costretti a prendere atto delle proprie
origini ebraiche, alcuni di loro ignorandole completamente,
attraversarono una profonda fase di rifiuto.
Quando i nazisti misero di fronte alla realtà del loro passato le
famiglie che non sapevano le proprie origini, molti reagirono con
incredulità, rabbia e disperazione.
Sebbene gli ebrei e i Mischlinge non fossero considerati tedeschi al 100
per cento dalle leggi naziste, la maggior parte di essi si consideravano
ancora di nazionalità tedesca.
Subito alcuni cercarono di cambiare la propria condizione razziale,
rinnegando i parenti ebrei. Veniva negata l’esistenza di parenti ebrei
per liberare i propri figli dalle leggi. Alcuni ariani non avevano il
coraggio di restare accanto al proprio coniuge durante questo periodo.
Diversi genitori ariani abbandonarono i propri figli mezzi ebrei e ancor
più sorprendentemente alcuni nonni ebrei respinsero i propri nipoti
mezzi ebrei.
Non sorprende il
fatto che alcuni ebrei ortodossi accolsero con favore le Leggi di
Norimberga poiché impedivano i matrimoni misti!
Il risultato fu che i Mischlinge si sentivano presi in mezzo a due
fuochi: per i nazisti erano il frutto di peccati sessuali e per gli
ebrei praticanti uno dei loro genitori aveva infranto il patto sacro di
non sposarsi al di fuori della comunità ebraica (con un goym,
subumano, inferiore o animale).
Molti Mischlinge, soprattutto per via dei tempi che correvano, cercarono
in tutti i modi di essere considerati ariani e reputati normali dalla
società nazista.
Per un periodo, la Wehrmacht offrì a molti Mischlinge e ad alcuni ebrei
un modo per dimostrare il loro patriottismo e per evitare la
discriminazione, quindi molti accettarono il dovere militare senza
riserve. Il conflitto interiore non era da poco: sa una parte si
sentivano sicuri nell’esercito, dall’altra però sentivano di tradire la
propria famiglia ebrea.
Questo è il motivo
per cui dopo la guerra, gli alleati e gli stessi ebrei trovarono molta
difficoltà nel comprendere il concetto di Mischling o il fatto che
alcuni ebrei tedeschi avessero prestato servizio nella Wehrmacht.
Alcuni Mischlinge ed ebrei che avevano prestato servizio nell’esercito
si recarono in Israele dopo il 1945 per combattere nella guerra
d’indipendenza di Israele e nei conflitti successivi.
Assimilazione
ebraica
L’assimilazione degli ebrei tedeschi alla società tedesca ebbe così
grande successo che, secondo alcuni storici, divennero più tedeschi che
ebrei fino al 1933. Un rapporto della Gestapo afferma, nel 1935, che gli
ebrei della fazione non sionista, specialmente gli ebrei assimilati,
erano “più tedeschi dei tedeschi”.
Fra il 1800 e il 1900 circa 70.000 ebrei si convertirono al
cristianesimo in Germania e nell’Impero Austro-Ungarico.
Alcuni ebrei si convertirono per ottenere più stima, avere la
possibilità di sposare chi volevano, una condizione migliore e migliori
posti di lavoro.
Pochi si convertirono perché sedotti dal messaggio cristico. Quasi tutti
lo fecero solo per essere assimilati.
La via più breve per un ebreo di entrare a far parte della società
dominante tedesca era quella di sposare un non ebreo.
La conseguenza di tutto ciò fu che i bambini nati in Austria e In
Germania erano parzialmente ebrei (Mischling).
L’esercito
tedesco di Hitler
Nel
1939 gli ebrei rimasti in Germania erano 328.176 rispetto ai 600.000 del
1933.
Dal momento che furono circa 17 milioni i soldati che prestarono
servizio nella Wehrmacht, una valutazione prudente del possibile numero
di soldati ebrei che combatterono per Hitler raggiunge la folle cifra di
150.000 persone.
Alcuni storici affermarono erroneamente che gli ebrei non potevano
diventare ufficiali in Germania. In realtà lo fecero in molti, ma molto
spesso dovettero convertirsi prima di diventarlo.
Alcune persone di origine ebraica parteciparono direttamente
all’Olocausto come carnefici, principalmente a causa del loro grado e
delle loro responsabilità
Il famoso medico di Dachau, dottor Hans Eppinger, un ebreo per un quarto
o forse per metà, effettuò degli orribili esperimenti sui pazienti.
Stella Goldschlag, un’ebrea, aiutò la Gestapo a dare la caccia agli
ebrei nascosti a Berlino per la loro deportazione. Era una bellissima
donna, con gli occhi blu e i capelli biondi. La Gestapo comunicò che
avevano intenzione di dichiararla ariana! Soprannominata il “veleno
biondo”, fu responsabile della morte di decine, se non centinaia di
persone.
Alcuni ebrei dirigevano addirittura dei campi di concentramento.
L’Obersturmfuhrer delle SS Fritz Scherwitz (nome vero Eleke Sirewiz) un
ebreo e membro del Partito, controllava il campo di Lenta, poco distante
da Riga e si macchi di efferati crimini.
Tratto dal libro: “I soldati ebrei di Hitler: la storia mai raccontata delle leggi razziali naziste e degli uomini di origine ebraica dell’esercito tedesco”