- Dopo l'11 settembre

Errore di rete
Dal sito: www.guardian.co.uk - 29 settembre 2003
traduzione per Disinformazione.it di Bruno Stella  

L’istallazione di un sistema per la telefonia mobile americano in Iraq ha un senso ed è probabile che incrementi il risentimento contro l’amministrazione americana a capo del paese, obietta Brian Whitaker.

Uno di questi giorni, le autorità irachene annunceranno i vincitori della contesa alla fornitura del servizio di telefonia mobile iracheno da tanto atteso. Quest’area è una nelle quali l’Halliburton –  la vecchia azienda del vice presidente Dick Cheney – non è una contendente in prima linea, quindi ciò che ne risulterà potrebbe essere interessante.
Lo scorso Luglio, l’autorità provvisoria di coalizione americana ha invitato le compagnie telefoniche e gli offerenti per tre licenze in tutto, con copertura del nord, centro e sud dell’Iraq.
Le licenze saranno rilasciate sulla base del “migliore offerente”.
Quasi immediatamente, si ebbe il sospetto che questo sarebbe stato un altro caso di imperialismo commerciale. Il criterio di offerta del CPA – descritto da un contendente come ‘opaco, irrealistico e tecnicamente incompetente ’ (Financial Times, Agosto 26) – sembrava fatto su misura per favorire le compagnie americane.
Tanto per iniziare, il CPA ha deciso che le aziende per le telecomunicazioni nelle quali i governi detengono più del 10% delle azioni non saranno autorizzate a gareggiare eccetto che come parte di un consorzio.
Questo fa immediatamente fuori la Compagnia Poste e Telecomunicazioni Irachena che, nonostante conosca più di chiunque altro il sistema telefonico iracheno, è anche esclusa dalla possibilità di aiutare la valorizzazione delle offerte di altre compagnia.
Inoltre colpendo la compagnia di stato irachena, la decisione del CPA spinge fuori nettamente l’Orange (Francia) e T-Mobile (Germania) – due paesi che si opposero all’invasione – insieme alla Telefonica Moviles (Spagna), KPN (Olanda), NTT DoCoMo (Giappone), Balteco (Bahrain), MTC-Vodafone (Kuwait) e Etisalat (Emirati Arabi Uniti).
In maniera più subdola, essendo un ente che valuta e registra le mosse degli offerenti, il CPA li invita a sottoscrivere clausole che prevedono più di 5 contratti. Se l’idea è quella di avere una più stretta selezione in accordo al numero di contratti che  possiede un offerente, ciò favorirà coloro che nelle compagnie statunitensi tendono ad avere diversi contratti assegnati su base regionale. Al di fuori degli Stati Uniti le compagnie posseggono meno contratti perché questi sono generalmente assegnati nell’ambito della nazione.
Questo potrebbe sembrare come un altro caso di forzatura, ma in realtà è ancora peggio. L’istallazione di un sistema di telefonia mobile americano in Iraq ha poco senso. La rete cellulare in America utilizza il sistema CDMA, che è usato anche nella Corea del Sud e in Cina ma possiede anche solo il 12% del mercato globale. Il sistema standard nel Medio Oriente, d’altra parte, è il GSM che ha circa il 70% del mercato mondiale.
Benché si dica che il CDMA possegga dei vantaggi tecnici, il GSM risulta la scelta più ovvia per l’Iraq perché la clientela d’affari sarebbe in grado di usare i propri telefonini in qualsiasi parte del Medio Oriente. Se il CDMA verrà scelto,  il roaming oltre confine diverrà più costoso, richiedendo tecnologie compatibili con entrambi i sistemi.
Questi argomenti sono discussi in maniera più esauriente nel sito Iraq Revenue Watch, il quale – come suggerisce il nome stesso – sta tenendo d’occhio il management del CPA sulle finanze dell’Iraq con l’obiettivo di garantire la  trasparenza e l’affidabilità. Esso è un’iniziativa dell’ Open Society Institute, fondato dall’ investitore/filantropo George Soros.  
Alla lunga vi sarebbero progetti per ristrutturare il decrepito sistema telefonico di terra dell’Iraq, ma metter su il sistema di telefonia mobile è visto come un modo veloce per alleviare i problemi di comunicazione del paese.
Al momento vi sono tre servizi GSM operanti in Kurdish a nord dell’Iraq che non era sotto il controllo di Saddam Hussein. Ci si aspetta che questi continuino a funzionare, ma non saranno ampliati.
A Baghdad vi è un altro servizio GSM che è ristretto al personale americano e al personale di aiuti esteri. Questa rete, con capacità di 10.000 utenti è fornito tramite un contratto di 45 mila dollari offerto dal Pentagono alla MCI – parte della Worldcom, che si dichiarava in bancarotta l’anno scorso all’alba di un scandalo di 11 biliardi di dollari.
L’MCI è di recente coinvolta in battaglie legali con uno dei suoi rivali, la AT&T, la quale la sta citando con l’Associazione per la Corruzione e Truffe. L’MCI sta rispondendo dichiarando che l’AT&T  è in disistima verso la corte.
Nei dintorni di Basra nell’Iraq del sud, la MTC – Vodaphone del Kuwait sta anche mettendo su un servizio GSM sotto una licenza in parte garantita dal Ministero della Difesa Britannico. E ancora un’altra contendente è – o almeno lo era – la pirateggiante Balteco (Bahrain Telecomunications Company) che il Luglio scorso si trasferì in segreto a Baghdad e spese 5 milioni di dollari per collocare una rete GSM. Il servizio messo in funzione per due giorni era in grado di garantire 8.000 chiamate prima che il CPA ordinò di fermarlo. Il CPA insisteva che solo le compagnie con licenza potevano fornire il servizio di telefonia mobile, anche se alcuni iracheni dicevano che la vera preoccupazione era cha la Balteco sarebbe stata possibilmente usata dalla resistenza irachena per organizzare le loro attività.
Una volta che i risultati delle offerte furono annunciati, alle compagnie di successo  saranno garantite le licenze di operare in Iraq per soli due anni – anche se ovviamente ciò li lascerà ben piazzati per le offerte successive riguardanti contratti a lungo termine.
L’annuncio si doveva fare inizialmente il 5 di Settembre ma fu successivamente posticipato fino al 12 Settembre. Ancora lo aspettano e l’origini del ritardo è poco chiara.
La scorsa settimana, il quotidiano Iraq Today pubblicava che la lista degli 80 offerenti era sta ridimensionata a tre dai due comitati supervisori – uno dei quali guarda alle specifiche tecniche dell’offerente mentre l’altro visiona i prezzi.
Il documento suggeriva che la decisione finale era stata rimandata perché il nuovo ministro delle comunicazioni iracheno, Hayder A’abadi, aveva chiesto di rivedere l’intero criterio dell’offerta. Sembra particolarmente infelice che secondo i piani americani le compagnie di successo pagheranno al governo un totale di soli 15 milioni di dollari l’anno  per avere il privilegio di operare in Iraq. Tuttavia è comprensibile che la scelta giusta sarà presa e gli iracheni otterranno la miglior qualità possibile dal nuovo sistema di telefonia mobile – come, allo stesso modo, potrebbero non averla.
Quello che avrà valore a lungo andare è il modo in cui tali processi saranno percepiti dagli iracheni. Senza contare  la questione dell’occupazione militare prolungata, il ruolo del CPA come versione ultima di governante coloniale del diciannovesimo secolo sta anche causando più di semplice irritazione: arroganza, disdegno e presunzione sono solo alcuni degli aggettivi usati in questi giorni per descriverlo.
Il problema, come l’Iraq Revenue Watch  ha indicato, è la riluttanza del CPA a guidare l’Iraq verso il processo di riformazione e ricostruzione.
“Se il sevizio civile e pubblico iracheno non sono coinvolti” dice, “Sarà improbabile che loro si impegnino a migliorare se stessi una volta che il governo di coalizione si dissolverà.”
“Questo sarebbe il peggior scenario tipo per un futuro Iraq: il rifiuto di quelle libertà economiche e democratiche che il CPA e gli USA sono stati cosi desiderosi di istaurare.”

 
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