Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
Equinozio
d' Autunno.
L'Arcangelo Michele e il senso iniziatico dell'equinozio d'autunno
Omraam Mikhaël
Aïvanhov – tratto da www.karma51.it/temi1.htm
Percorrendo la fascia zodiacale, il sole attraversa ogni
anno i quattro punti cardinali chiamati equinozi e solstizi.
Questi quattro punti, solstizi ed equinozi, coincidono con le quattro
feste dette cardinali: Natale, Pasqua, S. Giovanni e San Michele, feste
istituite dagli Iniziati per ricordare agli uomini che in quelle date il
sole immette nell'universo delle forze particolarmente potenti, forze
che gli uomini, se coscienti, hanno la possibilità di utilizzare per la
loro evoluzione.
L'invio di tali forze è organizzato e regolato da grandi spiriti che
hanno ai loro ordini molti altri spiriti di minore importanza,
incaricati di distribuire le energie sulla superficie del pianeta. Una
moltitudine di spiriti si dedica a questa attività. Non bisogna pensare
che, in natura, tutto si produca meccanicamente; non è così, ogni
cambiamento è dovuto all'opera di entità incaricate di occuparsi dei
minerali o dei vegetali, degli animali o degli uomini.
Il 21 settembre ha luogo l'equinozio d'autunno, al quale
presiede l'Arcangelo Michele. Il sole entra nel segno della Bilancia,
dando così inizio a un nuovo ciclo.
I frutti cadono dagli alberi, abbandonano i loro involucri, mentre i
semi vengono selezionati per essere consumati o conservati; più tardi
essi saranno piantati nella terra affinché il ciclo ricominci. Ma
questo lavoro di separazione, di cernita che si fa in natura non
riguarda unicamente la vegetazione: esso concerne anche l'essere umano.
Come il frutto si separa dall'albero e il seme dal frutto, l'anima si
separa dal corpo.
Il corpo corrisponde all'involucro e l'anima al seme che viene seminato
in alto, in Cielo. Il giorno in cui sarà maturo, il frutto che è
l'uomo non dovrà cadere in terra come il seme di una pianta, ma
volarsene verso il Cielo.
E l'autunno è il periodo nel quale deve avvenire questa
separazione di cui parla Ermete Trismegisto quando dice: «Tu separerai
il sottile dal denso con grande abilità». Separare il sottile dal
denso vuol dire separare lo spirituale dal materiale. Durante l'autunno
tale processo di separazione si realizza in tutta la natura per
preparare la nuova vita. Come l'Arcangelo Michele viene a separare
l'anima dal corpo, così l'Iniziato lascia morire in sé una materia per
liberare la vita. L'Arcangelo Michele separa l'anima dal corpo perché
l'anima deve viaggiare, visitare altri mondi dello spazio e non rimanere
eternamente sulla terra.
La separazione è una legge della vita. Ecco quindi che cosa dobbiamo
imparare dall'Arcangelo Michele: la selezione, il discernimento,
l'apprendere a separare il puro dall'impuro, l'utile dall'inutile, il
nocivo dal salutare, la cosa morta da quella viva. E la causa di tutte
le sventure è proprio la mancanza della capacità di discernimento.
Le forze presiedute dall'Arcangelo Michele sono forze di
equilibrio, di giustizia, quindi di discernimento tra il buono e il
cattivo in vista di liberare ciò che è bene e di trasformare ciò che
è male. Ma il bene e il male sono così strettamente uniti che non li
si può separare prematuramente senza provocare lacerazioni. L'arte di
separare i contrari è la più difficile che ci sia; ed è in natura che
gli Iniziati si sono istruiti in quest'arte. Non è facile separare la
noce dal suo mallo, ma la natura sa come farlo: essa lascia maturare il
frutto, il mallo si apre da solo e la noce si libera. Lo stesso dicasi
per il bimbo nel ventre di sua madre: esso è strettamente collegato
alla madre e non lo si può strappare prematuramente, altrimenti sarebbe
la morte per entrambi. Se invece si aspetta, il frutto giunge a
maturazione e, a quel punto si può recidere il legame che univa la
madre e il bambino. Questa separazione è il simbolo della maturità. Vi
ricordate della parabola del Vangelo sulla zizzania e sul buon grano?
Il tempo della mietitura è quello in cui i frutti sono
maturi. Bisogna quindi aspettare quel momento per separare il male dal
bene, e tale separazione sarà operata dall'Arcangelo Michele.
Sarà l'Arcangelo Michele colui che rivestirà il ruolo principale nella
purificazione della terra. Nel corso dei secoli, una moltitudine di
esseri nocivi hanno riversato sulla terra un'immensa quantità di forze
distruttrici, forze che si sono accumulate in un serbatoio prendendo la
forma di un mostro chiamato Drago o Serpente. E' lui quello di cui si
dice che... seduce le nazioni, porta fuori strada i figli di Dio e
provoca tutte le sventure dell'umanità. Questa egregora è di una
potenza smisurata. Solo l'Arcangelo Michele è in grado di vincere
quest'egregora.
Con l'aiuto del suo esercito, realizzerà ciò che da secoli le
moltitudini implorano dal Creatore. Ecco perchè dobbiamo collegarci
all'Arcangelo Michele, chiedergli la sua protezione e la possibilità di
operare con lui per accrescere la sua vittoria. La luce trionferà sulle
tenebre: è stato predetto e così sarà. Perchè non partecipare a
quell'evento? I figli di Dio che saranno iscritti nel numero di coloro
che avranno partecipato al combattimento dell'Arcangelo Michele, il
Genio del Sole, questa potenza di Dio tra le più luminose, riceveranno
il bacio dell'Angelo del fuoco. Tale bacio non li brucerà ma li
illuminerà !
Omraam Mikhaël Aïvanhov
L'autunno è la stagione
di Michele
Tratto da www.agricolturabiodinamica.it/alimentazione%208.htm
Nei
tempi antichissimi dell'evoluzione dell'umanità ogni passo del processo
della riproduzione umana era collegato strettamente al corso dell'anno.
Con la festività di S. Michele (29 settembre) abbiamo appena superato
l'equinozio d'autunno (23 settembre - dal latino aequus, uguale, e nox,
notte). Passiamo da Uriele a Michele: è finita la fase di crescita
esteriore nella natura, e nostra verso ciò che è "altro da sé",
ed è iniziata la rigenerazione invisibile.
Adesso è Michele alla massima altezza, alla sua culminazione cosmica
L'emiciclo annuale che si avvia con Michele in autunno (e si conclude
con Gabriele in inverno) è quello "dalla morte alla vita",
ritorniamo dentro, ripieghiamo su noi stessi e nella nostra interiorità,
per consentirci poi di rinascere "a nuova vita"; quando -
superato l'inverno - verrà inaugurato l'altro emiciclo, polare a
questo, quello di Raffaele: "dalla vita alla morte", il tempo
in cui saremo nuovamente tutti proiettati fuori di noi, all'esterno.
In questi sei mesi dell'autunno/inverno (Michele e Gabriele) la
"materia è contessuta di spirito", mentre nei sei mesi
precedenti della primavera/estate (Raffaele e Uriele) era lo
"spirito contessuto di materia". Vediamo intorno, ovunque
sotto i nostri occhi, avviarsi il processo di "incenerimento della
pianta" dopo aver assistito al trionfo della "nascita della
pianta". Il bianco secondo Steiner è il colore di riferimento
inteso come immagine animica dello spirito. La bellezza luminosa di
questo periodo autunnale è quella della veste di Michele, "che a
volte riluce di oro solare e a volte risplende interiormente come
un'irradiazione argentea": una veste intessuta d'oro (il Sole della
stagione precedente - Uriele) e risplendente d'argento (la Terra della
stagione seguente - Gabriele).
L'immagine di Michele che tiene la sua spada di ferro puntata sul drago
è per l'Uomo, secondo Steiner, un grande "appello rivoltogli per
l'azione interiore". Perché egli impari a festeggiare la festa di
S. Michele "facendone - appunto - una festa di liberazione da ogni
timore o paura, una festa dell'iniziativa e della forza interiori, una
festa che sia un appello all'autocoscienza scevra da egoismo."
Lasciamo dunque che in noi, in questa fase autunnale, cresca tutto ciò
che tende alla riflessione, "alla libera forte e coraggiosa volontà,
contraria ad ogni ignavia e ad ogni paura." In questo modo alla
conoscenza della natura possiamo unire un verace processo di
autocoscienza.