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Energia vegetale
Fonte: Allegato Business «Bangkok Post» del 5 Giugno 2004
Traduzione a cura di Andrea Odasso

L'olio vegetale riciclato sta diventando un carburante alternativo

Tra tutti i possessori di automobili che negli Stati Uniti stanno affrontando e subendo l'aumento del prezzo del carburante, alcuni hanno scelto di passare al loro ristorante preferito a fare il pieno di una soluzione alternativa: olio vegetale riciclato.
Gli ambientalisti con automobili a motore diesel usano l'olio vegetale riciclato da anni come alternativa al carburante per ridurre le emissioni nocive e, da quando il gasolio e' salito oltre i $2 al gallone, anche per risparmiare denaro.
Etta Kantor di Weston è un esempio: ogni due settimane si reca al suo ristorante cinese preferito per fare il pieno alla sua Volkswagen Jetta di olio vegetale usato. Tornata a casa, non le resta che munirsi di un colino e di un filtro per rimuovere dall'olio i residui di cibo e di acqua e versare quindi il composto filtrato all'interno del serbatoio da 15 galloni posto nel baule della Jetta, dove tradizionalmente si trova la ruota di scorta. Agendo semplicemente su un interruttore e' possibile in pochi secondi commutare l'alimentazione della vettura dal normale diesel ad olio vegetale. «Guido in città e viaggio sulle autostrade a velocità più sostenuta e non noto nessuna differenza» commenta la signora.

I ristoratori, che diversamente dovrebbero pagare per lo smaltimento dell'olio vegetale usato, sono contenti di liberarsene gratuitamente. «Ci fa risparmiare alcuni dollari e contribuisce a salvare l'ambiente, quindi ho pensato 'Perché no?'» commenta uno dei proprietari del ristorante Eli's On Whitney a Hamden che ha stimato in $60 il costo altrimenti a carico del
locale per lo smaltimento dell'olio usato. Un residente di Bridgeport sostiene di ritirare dal ristorante circa 30-40 galloni al mese di olio vegetale usato, che poi utilizza per coprire il suo tragitto di 170km che lo separa dall'ufficio. [...]
L'olio vegetale usato sta diventando popolare nel Massachusetts al punto che l'azienda Greasecar lo sta comprando in grandi quantità per rivenderlo ai proprio clienti. «Il prezzo a cui viene venduto è di circa 90 cents a gallone» dice uno dei fondatori dell'azienda. Dal 2001 la Greasecar ha iniziato a vendere anche i kit per la conversione che consentono ai motori
diesel tradizionali di consumare olio vegetale. Duecento kit sono stati venduti nello scorso anno al costo di $800, commenta uno dei fondatori dell'azienda. «Quando si è installato il kit si iniziano a risparmiare centinaia di dollari consentendo così di ripagarsi la spesa entro un anno di normale utilizzo».

Sulle auto dotate del kit di conversione sono presenti due sistemi di alimentazione: quello a gasolio convenzionale e quello ad olio vegetale riciclato.
L'auto viene avviata utilizzando il gasolio. Tramite un radiatore, il calore viene trasmesso a degli scambiatori il cui compito è quello di surriscaldare l'olio vegetale. Il calore così generato riduce la viscosità dell'olio che può essere così iniettato nel motore e bruciato esattamente come il normale diesel. Prima di arrestare il veicolo per lunghi periodi occorre ripulire il
motore dall'olio vegetale commutando l'alimentazione a diesel.
Il kit di conversione funziona solamente con i motori diesel, non essendo l'olio riciclato abbastanza infiammabile da poter essere immesso in un motore a benzina.
La Liquid Solar di Ithaca, NY, ha stipulato un contratto con alcuni ristoranti per la raccolta di olio vegetale usato, ed a Santa Rosa, California, un gruppo di 50 persone ha formato un comitato per l'acquisto dell'olio che poi provvede a filtrare ed utilizzare per le proprie vetture.
L'olio vegetale usato può essere reperito presso i distributori, negli snack food (che fanno largamente uso di un olio con meno residui alimentari di quello reperibile presso ristoranti) oppure nei ristoranti (che producono circa 50 galloni d'olio alla settimana e il cui smaltimento dovrebbero altrimenti pagare).

«Sebbene la US Environmental Protection Agency abbia approvato il biodiesel a base vegetale, anch'esso in rapida diffusione, ancora non si è pronunciata sulla vendita di olio vegetale riciclato» dice Christine Sansevero, ingegnere della EPA. «Non si sa cosa ci sia in quell'olio, potrebbero esserci metalli o altre sostanze chimiche che, quando bruciate, provocano effetti indesiderati. Però potrebbe anche essere un buona idea, semplicemente non lo sappiamo»,
commenta l'ingegnere.
«Il biodiesel commerciale è derivato da olio vegetale e da grassi animali.
Può essere utilizzato anche puro ma viene frequentemente miscelato con normale gasolio» aggiunge Sansevero «La composizione più comune è denominata B20 e contiene il 20% di biodiesel e l'80% di gasolio convenzionale». Il biodiesel sta prendendo piede in Colorado dove ufficiali governativi hanno annunciato a maggio scorso di voler promuovere ulteriormente la miscela per renderla diffusa ed utilizzata in tutte le auto diesel del paese.

I possessori di «auto vegetali» concordano sul fatto che il biodiesel commerciale sia un'altra fonte di energia rinnovabile, ma sostengono non sia altrettanto economico ed ecocompatibile quanto l'olio vegetale usato. «Il biodiesel puro costa $1 a gallone in pù del convenzionale gasolio», commenta Sansevero, «mentre il B20 costa 20 cents più del diesel tradizionale».
«Il biodiesel commerciale produce meno gas pericolosi per l'effetto serra, ma rilascia più agenti inquinanti», dice Diane Bailey, esperta di diesel al Natural Resources Defence Council. Il trend comunque sta prendendo piede soprattutto tra coloro che, per lavoro, devono coprire lunghe distanze.
Il gruppo musicale Healing Waters Band ha comprato un kit di conversione per il loro pulmino ed hanno viaggiato per gli Stati Uniti in tournee utilizzando il biodiesel per la partenza e l'arresto del loro mezzo e l'olio vegetale usato per il resto del percorso. «Abbiamo speso $200 per un viaggio che normalmente sarebbe costato altrimenti $1200 e probabilmente avremmo speso ancora meno se ci fossimo fermati [a far rifornimento] ai ristoranti [invece che alla Greasecar]», afferma un membro della band.

Fonte: Allegato Business a BANGKOK POST del 5 Giugno 2004
Articolo disponibile on-line all'indirizzo http://www.post-gazette.com/pg/04156/326689.stm
Greasecar Vegetable Fuel Systems, referenze e dettagli all'indirizzo www.greasecar.com  

 

ATTENZIONE: l'utilizzo di olii vegetali, combusti in un motore diesel, libera nell'aria DIOSSINE che sono ALTAMENTE CANCEROGENE!! Per cui c'è una grossa differenza tra tra il biodiesel e olii che non hanno subito la lavorazione della transesterificazione!

 

Altre iniziative sono state portate a termine per promuovere l'olio vegetale come carburante alternativo per le auto a gasolio.
Una famiglia di ambientalisti, i Modersbach, ha viaggiato per 11.000 miglia dalla California all'Argentina sulla loro stationwagon per promuovere l'olio vegetale riciclato in paesi come Messico, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Equador, Peru', Bolivia e appunto Argentina, tutti assoggettati alla politica del petrolio."In tutti i paesi che abbiamo passato abbiamo notato che la gente era cosciente dei legami tra il business del petrolio, la contaminazione, l'esproprio delle terre alle popolazioni indigene e le guerre", dice Modersbach.  
Nel loro percorso, la famiglia Modersbach ha raccolto olio vegetale dai ristoranti e dai produttori di cibo fritto che ha poi immesso nella loro vettura convertita per lo scopo, insegnando alla gente, di città in città, a fare altrettanto. "Stiamo promovendo un'alternativa all'economia del petrolio," dice Modersbach "e il viaggio è un mezzo per la diffusione di un
carburante a base vegetale"  . Trovare carburante e' stato facile negli USA ma lo e' stato meno in altri paesi e, quando reperito, e' stato necessario semplicemente filtrare le patatine fritte rimaste, le pelli di pollo, le squame del pesce e altri pezzetti di cibo prima di riempire il serbatoio e ripartire."Non si nota nessuna differenza", commenta Modersbach "se non
nell'odore di patatine fritte e popcorn che esce dallo scarico". "Questo pianeta ha bisogno di aiuto", conclude "abbiamo bisogno di alternative all'uso di carburanti inquinanti".
Sebbene molte citta' negli USA stiano iniziando ad adottare il biodiesel commerciale B20 per i mezzi municipali, gli ambientalisti preferiscono cercare tra gli scarti dei fast food, delle caffetterie, dei ristoranti e delle industrie di patatine fritte.
Sintesi dal San Mateo Daily Journal
Disponibile on-line http://www.smdailyjournal.org/article.cfm?issue=06-21- 04&storyID=32038  

Curiosità sul motore Diesel
Lo sapevate che i motori diesel sono stati originalmente disegnati per funzionare con olio vegetale di arachidi? E che il gasolio è solamente un povero sostituto dell'originale carburante pensato da Rudolf Diesel? Il dottor Rudolf Diesel presentò all'esibizione mondiale di Parigi del 1900 il suo motore alimentato al 100% da olio di arachidi. Nel 1911 disse: «Il motore diesel può essere alimentato ad olio vegetale  e questo potrebbe anche aiutare lo sviluppo dell'agricoltura nei paesi che ne faranno uso» e nel 1912: «L'uso di olio vegetale come carburante  potrebbe sembrare insignificante oggi, ma tali olii potrebbero diventare, nel corso del tempo, tanto importanti quanto lo sono ora il petrolio e i prodotti derivati dal carbone».
Queste informazioni sono riportate all'interno del libro di  Joshua Tickell, dove si descrive anche come, nel 1997, ha artigianalmente convertito la propria auto e come produrre da sè il carburante ecologico trasformando così le emissioni di scarico in aria limpida con intenso odore di patatine fritte. Consumi e prestazioni, garantisce Joshua, rimangono inalterati.
Tratto dal libro «From the Fryer to the Fuel Tank, the Complete Guide to Using Vegetable Oil an an Alternative Fuel», autore Joshua Tickell, oratore internazionale sui temi di Energia e Biodiesel, fondatore della Veggievan Organization.

PS: Nel 1913, Rudolf Diesel morì misteriosamente durante un viaggio in nave. Forse a qualcuno l’idea di privilegiare gli olii vegetali come carburante non piaceva troppo...


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