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La
vergognosa saga delle elezioni
Marcello Pamio
– 11/04/2006
Il balletto ridicolo e vergognoso delle elezioni, anche
questa volta ha messo a nudo il Re.
Un Re, che qualcuno ha il coraggio di chiamare politica, ma che in realtà
è tutto tranne che l’Arte di governare le società.
Decine di milioni di persone hanno assistito a proiezioni, exit poll,
continui ribaltamenti tra destra e sinistra e viceversa, per l’intera
nottata.
Accompagnati per manina da personaggi come Emilio Fede, Enrico Mentana,
Bruno Vespa e tutti gli altri commedianti televisivi che non sapevano
come comportarsi mentre lo spoglio proseguiva altalenante: una volta
tocca a Prodi e meno di un minuto a Berlusconi.
Per non parlare delle forbici
sparate dalla ditta incaricata e pagata per i sondaggi: Nexus.
Questa, che ci piaccia oppure no, è la politica italiana
del Terzo millennio. La cosa che fa specie è sapere che circa l’84%
dei diritti al voto, sono andati al seggio a votare per la cosiddetta
destra o per la cosiddetta sinistra.
Dando per veritieri questi dati, non è un po’ strano che così tante
persone sono andate a votare e alla fine la maggioranza è stata di
poche decine di migliaia di voti? Non ricorda qualche altra elezione?
Mi spiego meglio. Se tantissime persone, come dicono i dati ufficiali,
sono andate a votare significa che:
-
Hanno deciso
di andare a votare in massa per cambiare una situazione devastante dal
punto di vista politico-economico, e l’unica cosa era sperare nella
coalizione alternativa: voto a sinistra!
oppure
-
Hanno deciso
di andare a votare in massa perché si sono trovati così bene negli
ultimi cinque anni che hanno voluto premiare riconfermando il governo:
voto a destra!
In entrambi i casi però, usando la semplice logica, la
differenza tra i due schieramenti avrebbe dovuto essere molto più
marcata di quella che apparentemente si è verificata.
Come mai, allora, nonostante così tanta gente sia andata a votare i
risultati finali mostrano un’Italia divisa quasi esattamente in due?
Vediamo quali potrebbero essere le soluzioni all’arcano.
1)
Forse i
conti non tornano. L’oste o qualcuno per esso, potrebbe avere
manipolato i dati confluiti elettronicamente al Viminale?
2)
La
nuova legge elettorale di puro stile anglosassone, dove a decidere sono
alcune regioni (negli States sono alcuni Stati detti “grandi
elettori”) o addirittura i voti di italiani che vivono all’estero,
come è successo da noi.
Se i conti sono esatti, e parlo dell’affluenza, significa
che il popolo italiano ha ancora le idee molto confuse sulla politica.
Dopo cinquant’anni e oltre di politica mafio-massonica crediamo ancora
che mettendo una croce su una scheda colorata con una matita chimica si
possa modificare e cambiare in meglio la nostra vita? Veramente pensiamo
a questo? Siamo veramente convinti che votando per Romano Prodi & C.
(uomo della Goldman Sachs e dei grandi poteri bancari) o per Berlusconi
& C. (uomo dei poteri oscuri nostrani…) risolveremo i nostri
problemi?
I veri vincitori sono, come sempre, i grandi banchieri
internazionali, i grandi imperi economici. Mentre noi al bar bestemmiamo
per le elezioni o per la partita di calcio andata male, questi signori
se la ridono alla grande continuando a compiere fusioni e acquisizioni e
controllando per intero le borse e le nostre vite.
«Se la ridono anche
le agenzie di rating, alle quali non importa quale sarà il
colore del governo che dovrà, in tempi brevi e tempestivi, ridurre il
debito pubblico se vuole risparmiare all’Italia il declassamento e
dunque il fallimento»[1]
Crescono le voci di corridoio che parlano di un probabile
declassamento del debito italiano proprio delle agenzie di rating, tipo Moody’s, Standard & Poor’s. Sapete cosa significherà questo?
Semplice: chi andrà al potere, vuoi un governo di
sinistra, un rimpasto o qualcosa di tecnico, si troverà tra le mani una
patata non bollente, ma esplosiva: fare i conti con un debito che sta
raggiungendo cifre da pre ‘29. E allora vedremo se sarà più
importante non pagare l’ICI e il canone Rai, o salvare la propria casa
e il proprio televisore dal baratro economico nel quale questi signori
ci hanno lentamente fatto precipitare.
Ciò che comperiamo al supermercato, quello che guardiamo in tivù è
fare Politica.
Quindi smettiamola di delegare i politici deresponsabilizzandoci, e
prendiamo una volta per tutte in mano le redini della nostra vita.
Se qualcuno ha ancora dei dubbi sul sistema elettorale e sulla politica
in genere, concludo con una notizia appena giunta: l’arresto del
superlatitante Bernardo Provenzano.
Ebbene sì, dopo quarantatre anni di latitanza, nei giorni
- guarda caso - delle elezioni, è stato arrestato dalle forze
dell’ordine a soli due chilometri di distanza da Corleone.
Avete capito come siamo messi? Sarebbe
molto interessante sapere, e con questo mi rivolgo alla magistratura, se
Provenzano ha svolto anche il suo diritto democratico di voto, e se sì,
a quale coalizione l’ha dato.
Questo bizzarro, quanto inverosimile arresto, non assomiglia vagamente
ad un avvertimento pesante per qualche politico nostrano? Della serie:
«stai zitto altrimenti…»
Cribbio: chi ha orecchie per intendere intenda…