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Dio
ci salvi dalle maggioranze popolari
Tratto
da www.borsari.it
La
storia, quella vera, non si cura delle masse e dei loro clamori, ma si
occupa solo dei grandi uomini che, nel corso della loro vita, ne hanno
segnato il corso.
Oggi
ci ricordiamo di Napoleone Bonaparte, e non certo dei milioni di soldati
morti nelle sue battaglie. Ci riferiamo a Mussolini ed a Hitler quando
pensiamo all'asse Roma-Berlino che condusse alla seconda guerra
mondiale, e non ai 50 milioni di morti che quella guerra generò.
Le
masse diventano numeri, statistiche, cadaveri sui campi di battaglie e,
quasi, nient'altro.
Cartesio,
il grande matematico e filosofo francese del diciassettesimo secolo,
usava dire: "è molto più probabile che la verità sia scoperta
dai pochi, piuttosto che dai molti".
Le
grandi scoperte, difatti, sono sempre state opera di singoli scienziati,
e mai di masse organizzate e volenterose che si erano impegnate a
scoprire l'ignoto.
Anzi,
tutta la storia dell'umanità è li a dimostrare che, quando una
maggioranza di persone si muove in una certa direzione, è
straordinariamente probabile che quella sia la direzione sbagliata.
La
borsa è un esempio illuminante: il 75% dei partecipanti a quel
"gioco" perde regolarmente e costantemente.
Se
ne deduce una conseguenza di elementare evidenza: ogni volta che un
gruppo di "giocatori di borsa" è d'accordo sul comprare un
titolo (o qualsiasi altro strumento finanziario quotato in borsa), con
probabilità 75% sbaglia.
Per
vincere in borsa, dunque, basterebbe fare il contrario di ciò che la
maggioranza ritiene probabile.
Osservate
la figura sotto: la linea blu è un indicatore di sentiment (atteggiamento)
degli investitori, mentre la linea blu è un indice di borsa.
Potete
facilmente constatare che, quando il 75% e più degli investitori è
ottimista verso la borsa, questa .... scende; viceversa, quando il 25%
è ottimista (e, quindi, il 75% è pessimista), la borsa si appresta a
.... salire impetuosamente.
In pratica: la maggioranza sbaglia regolarmente.
Non esiste, io credo, dimostrazione migliore di questa del fatto che le
masse, le medie o le maggioranze, sono quasi sempre in torto e producono
decisioni sbagliate.
La figura sotto si riferisce al sentiment dei soli investitori
italiani (quella sopra si riferiva agli investitori internazionali);
vedete che la musica non cambia: con oltre il 75% di ottimisti la borsa
scende, mentre con il 75% di pessimisti la borsa sale.
Volete
essere certi di vincere in borsa?
E' facilissimo: fatevi un giro nei forum finanziari più frequentati
della rete e, se vi accorgete che sono in maggioranza ottimisti .....
vendete; mentre se sono in maggioranza pessimisti, comprate.
Se lo fate, avrete il 75% (e più) di probabilità di vincere.
Non è un'opinione, è matematica.
Con questa premessa, la domanda da porsi è: come si può consentire il
voto "democratico" della maggioranza degli elettori se, con
grande probabilità, quel voto eleggerà le persone sbagliate?
E più si estende il diritto al voto (voglio dire: più gente vi
partecipa) e maggiormente nefasta sarà la conseguente scelta dei
candidati.
In altre parole: più gente vota e più incompetenti (e ladri) andranno
al governo.
Ancora una volta, non è un'opinione, è matematica.
Se, dunque, si volessero eleggere le persone migliori (o le meno peggio)
bisognerebbe limitare il diritto al voto a una parte (selezionata) di
cittadini; e più si selezionano gli elettori e migliori saranno gli
eletti.
Se
si fanno votare solo gli scimuniti, è molto probabile che saranno
eletti degli scimuniti. Se si fanno votare solo i geometri, si
eleggeranno (molto probabilmente) dei geometri; e saranno, invece,
eletti degli ingegneri se a votare saranno solo gli ingegneri.
In pratica: gli elettori scelgono quelli che più gli rassomigliano.
Se si fanno votare tutti i cittadini, la media degli eletti, sarà
necessariamente uguale alla media degli elettori (e media, inutile
dirlo, è sinonimo di "mediocre").
Se si fanno votare, invece, solo persone oneste, capaci ed intelligenti,
questi eleggeranno (quasi certamente) candidati onesti, capaci ed
intelligenti.
Secondo voi, non sarebbero meglio quelli eletti da quei pochi onesti
capaci ed intelligenti, anziché questi corrotti, incapaci e mediocri
che abbiamo adesso, eletti a maggioranza popolare?
Se abbandonate per un solo istante l'ipocrita concezione del diritto al
voto per tutti (anche per quelli manifestamente incapaci, ladri o, più
semplicemente, stupidi), vi accorgerete, credo, che far votare solo i
migliori, condurrebbe inevitabilmente ad una società migliore.
Platone, 2500 anni, fa ne era assolutamente certo.
E
Platone non era certo uno scimunito.