- Dopo l'11 settembre
- Pagina multinazionali

I francesi incrimineranno Cheney?
di Doug Ireland, The Nation
Scritto da Laura – 5/01/2004 - www.nuovimondimedia.it

Un altro sordido capitolo dei loschi annali della Halliburton potrebbe portare all’incriminazione di Dick Cheney da parte di un tribunale francese con l’accusa di corruzione, riciclaggio di denaro sporco e cattivo uso di beni societari.

Al centro della questione c’è un impianto di liquefazione del gas da 6 miliardi di dollari costruito in Nigeria, per conto del gigante petrolifero Shell, dalla Halliburton -- la compagnia diretta da Cheney prima di diventare vicepresidente -- in società con una grande compagnia petroltecnica francese, la Technip. L’organo di controllo anticorruzione Transparency International ha indicato la Nigeria come uno dei paesi più corrotti al mondo, seconda soltanto al Bangladesh.

Uno dei magistrati inquirenti più noti di Francia, il giudice Renaud van Ruymbeke -- assurto agli onori della cronaca rivelando i principali scandali finanziari francesi negli anni ’90, che portarono a una gran quantità di incriminazioni -- sta indagando sull’affare nigeriano da ottobre. E, tre giorni prima di Natale, il quotidiano parigino Le Figaro ha pubblicato in prima pagina la notizia secondo cui il giudice van Ruymbeke aveva notificato al Ministro della Giustizia che, dalle risultanze di tali indagini, Cheney avrebbe potuto essere tra i rinviati a giudizio.
Secondo quanto riportato dalla stampa francese, il giudice van Ruymbeke ritiene che una parte o tutti i 180 milioni di dollari delle cosiddette “retrocommissioni” segrete pagate da Halliburton e Technip fossero, in realtà, bustarelle versate a funzionari nigeriani e ad altri personaggi per oliare le ruote della costruzione della raffineria. Questi articoli rivelano che van Ruymbeke ha indicato come esattore dell’operazione un avvocato londinese di 55 anni, Jeffrey Tesler, collaboratore della Halliburton per circa trent’anni. A Tesler, in qualità di “consulente commerciale”, fu infatti pagata la somma di 180 milioni di dollari tramite una società di facciata denominata TriStar da lui creata a Gibilterra. La TriStar, a sua volta, aveva avuto la somma da un consorzio creato appositamente per l’affare nigeriano dalla Halliburton e la Tchnip e registrato a Madeira, l’isola portoghese offshore esente da tasse. Secondo l’agenzia France-Presse, un ex dirigente Technip, Georges Krammer, ha testimoniato che il consorzio con sede a Madeira era un “fondo nero” controllato dalla Halliburton -- attraverso la sua consociata Kellog Brown & Root -- e dalla Technip. Krammer, che sta collaborando alle indagini, ha giurato anche che Tesler era stato imposto come intermediario dalla Halliburton nonostante le riserve di Technip.

Tesler è un tipo strano: ha operato a lungo in Nigeria ed è stato il consigliere finanziario del defunto dittatore gen. Sani Abacha, di cui controllava i beni personali, lavorando al tempo stesso per la Halliburton. L’ex ministro del petrolio di Abacha, Dan Etete -- sospettato di aver usato parte delle presunte tangenti per comprarsi appartamenti da sogno a Parigi e un castello in Normandia -- è stato ascoltato dal giudice van Ruymbeke a dicembre. Secondo quanto riportato dal Journal du Dimanche (un giornale domenicale a larga diffusione), la testimonianza di Etete sembrerebbe confermare i sospetti del giudice che Tesler abbia riciclato i 180 milioni di dollari attraverso conti offshore e altri conti e che parte di quella somma sia finita nelle casse del dittatore Abacha. I conti bancari di Tesler a Monaco, in Svizzera e altrove sono stati acquisiti agli atti per scoprire la destinazione finale di quel denaro.
L’autorità per indagare a livello transnazionale deriva al giudice van Ruymbeke da una legge approvata in Francia nel 2000 contro la “corruzione di funzionari stranieri”, in seguito all ratifica di una convenzione adottata dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che proibiva il pagamento di tangenti nel corso di transazioni commerciali. L’ipotesi che il giudice abbia preso di mira Cheney come rappresaglia per l’esclusione, da parte dell’Amministrazione Bush, della Francia dai contratti di ricostruzione dell’Iraq è poco plausibile: van Ruymbeke è notoriamente indipendente e le sue precedenti indagini hanno interessato politici e partiti sia di destra che di sinistra. Non è affatto estraneo allo sporco mondo delle politiche relative a petrolio e gas, avendo indagato in passato su tangenti versate dal gigante petrolifero francese Elf; anzi, fu proprio nel corso delle indagini sulla Elf che van Ruymbeke si è imbattuto nell’affare nigeriano.

La presunta tangente fu elargita principalmente tra il 1995 e il 2000, quando Cheney era direttore generale della Halliburton. Il 21 dicembre, il Journal du Dimanche scriveva che “è probabile che alcune delle ‘retrocommissioni’ siano tornate agli Stati Uniti” e si chiedeva: il denaro è andato “a funzionari della Halliburton? A funzionari del Partito Repubblicano?”. I media americani non hanno finora ripreso tali interrogativi, anzi hanno completamente ignorato l’articolo esplosivo di Le Figaro che rivelava come il giudice francese avesse preso di mira Cheney. Sarà interessante vedere se la stampa statunitense prenderà sul serio la bomba a orologeria di uno scandalo prima delle elezioni di novembre.

Tradotto da Giuliana Lupi
Fonte: http://www.thenation.com/doc.mhtml?i=20040112&s=ireland
For Fair Use Only

 
www.disinformazione.it