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I
francesi incrimineranno Cheney?
di
Doug Ireland, The Nation
Scritto
da Laura
–
5/01/2004 - www.nuovimondimedia.it
Un
altro sordido capitolo dei loschi annali della Halliburton potrebbe
portare all’incriminazione di Dick Cheney da parte di un tribunale
francese con l’accusa di corruzione, riciclaggio di denaro sporco e
cattivo uso di beni societari.
Al
centro della questione c’è un impianto di liquefazione del gas da 6
miliardi di dollari costruito in Nigeria, per conto del gigante
petrolifero Shell, dalla Halliburton -- la compagnia diretta da Cheney
prima di diventare vicepresidente -- in società con una grande
compagnia petroltecnica francese, la Technip. L’organo di controllo
anticorruzione Transparency International ha indicato la Nigeria come
uno dei paesi più corrotti al mondo, seconda soltanto al Bangladesh.
Uno dei magistrati inquirenti più noti di Francia, il giudice Renaud
van Ruymbeke -- assurto agli onori della cronaca rivelando i principali
scandali finanziari francesi negli anni ’90, che portarono a una gran
quantità di incriminazioni -- sta indagando sull’affare nigeriano da
ottobre. E, tre giorni prima di Natale, il quotidiano parigino Le Figaro
ha pubblicato in prima pagina la notizia secondo cui il giudice van
Ruymbeke aveva notificato al Ministro della Giustizia che, dalle
risultanze di tali indagini, Cheney avrebbe potuto essere tra i rinviati
a giudizio.
Secondo quanto riportato dalla stampa francese, il giudice van Ruymbeke
ritiene che una parte o tutti i 180 milioni di dollari delle cosiddette
“retrocommissioni” segrete pagate da Halliburton e Technip fossero,
in realtà, bustarelle versate a funzionari nigeriani e ad altri
personaggi per oliare le ruote della costruzione della raffineria.
Questi articoli rivelano che van Ruymbeke ha indicato come esattore
dell’operazione un avvocato londinese di 55 anni, Jeffrey Tesler,
collaboratore della Halliburton per circa trent’anni. A Tesler, in
qualità di “consulente commerciale”, fu infatti pagata la somma di
180 milioni di dollari tramite una società di facciata denominata
TriStar da lui creata a Gibilterra. La TriStar, a sua volta, aveva avuto
la somma da un consorzio creato appositamente per l’affare nigeriano
dalla Halliburton e la Tchnip e registrato a Madeira, l’isola
portoghese offshore esente da tasse. Secondo l’agenzia France-Presse,
un ex dirigente Technip, Georges Krammer, ha testimoniato che il
consorzio con sede a Madeira era un “fondo nero” controllato dalla
Halliburton -- attraverso la sua consociata Kellog Brown & Root -- e
dalla Technip. Krammer, che sta collaborando alle indagini, ha giurato
anche che Tesler era stato imposto come intermediario dalla Halliburton
nonostante le riserve di Technip.
Tesler è un tipo strano: ha operato a lungo in Nigeria ed è stato il
consigliere finanziario del defunto dittatore gen. Sani Abacha, di cui
controllava i beni personali, lavorando al tempo stesso per la
Halliburton. L’ex ministro del petrolio di Abacha, Dan Etete --
sospettato di aver usato parte delle presunte tangenti per comprarsi
appartamenti da sogno a Parigi e un castello in Normandia -- è stato
ascoltato dal giudice van Ruymbeke a dicembre. Secondo quanto riportato
dal Journal du Dimanche (un giornale domenicale a larga diffusione), la
testimonianza di Etete sembrerebbe confermare i sospetti del giudice che
Tesler abbia riciclato i 180 milioni di dollari attraverso conti
offshore e altri conti e che parte di quella somma sia finita nelle
casse del dittatore Abacha. I conti bancari di Tesler a Monaco, in
Svizzera e altrove sono stati acquisiti agli atti per scoprire la
destinazione finale di quel denaro.
L’autorità per indagare a livello transnazionale deriva al giudice
van Ruymbeke da una legge approvata in Francia nel 2000 contro la
“corruzione di funzionari stranieri”, in seguito all ratifica di una
convenzione adottata dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico che proibiva il pagamento di tangenti nel corso di
transazioni commerciali. L’ipotesi che il giudice abbia preso di mira
Cheney come rappresaglia per l’esclusione, da parte
dell’Amministrazione Bush, della Francia dai contratti di
ricostruzione dell’Iraq è poco plausibile: van Ruymbeke è
notoriamente indipendente e le sue precedenti indagini hanno interessato
politici e partiti sia di destra che di sinistra. Non è affatto
estraneo allo sporco mondo delle politiche relative a petrolio e gas,
avendo indagato in passato su tangenti versate dal gigante petrolifero
francese Elf; anzi, fu proprio nel corso delle indagini sulla Elf che
van Ruymbeke si è imbattuto nell’affare nigeriano.
La presunta tangente fu elargita principalmente tra il 1995 e il 2000,
quando Cheney era direttore generale della Halliburton. Il 21 dicembre,
il Journal du Dimanche scriveva che “è probabile che alcune delle
‘retrocommissioni’ siano tornate agli Stati Uniti” e si chiedeva:
il denaro è andato “a funzionari della Halliburton? A funzionari del
Partito Repubblicano?”. I media americani non hanno finora ripreso
tali interrogativi, anzi hanno completamente ignorato l’articolo
esplosivo di Le Figaro che rivelava come il giudice francese avesse
preso di mira Cheney. Sarà interessante vedere se la stampa
statunitense prenderà sul serio la bomba a orologeria di uno scandalo
prima delle elezioni di novembre.
Tradotto
da Giuliana Lupi
Fonte:
http://www.thenation.com/doc.mhtml?i=20040112&s=ireland
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