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Storia
del Diabete
Luciano
Gianazza
Notarono che il suo livello di zucchero nel sangue salì in maniera
incontrollabile. Quindi diedero il nome di diabete a una condizione in
cui si riscontravano alti livelli di zucchero nel sangue, la cui causa
fu attribuita a un pancreas che non funziona in modo appropriato. Quando
in seguito si scoprì che l'insulina era l'agente causale nel controllo
della glicemia, fu avviata una ricerca per isolarla e sintetizzarla.
Nel 1922, tre premi Nobel canadesi, Banting, Best e Macleod,
riuscirono a salvare la vita di una ragazza di quattordici anni che
aveva il diabete, mentre era ricoverata al General Hospital di Toronto,
iniettandole insulina.
Tutto “andò bene” fino al 1933 quando emerse una nuova
forma di diabete più resistente.
Questa informazione apparve in un documento presentato da Joslyn, Dublin
e Marks e pubblicato nell'American Journal of Medical Sciences.
Questo documento, Studi sul Diabete Mellito, metteva in guardia
sull'emergere di una malattia a carattere epidemico che assomigliava
molto al diabete dei primi anni '20, solo che non rispondeva al
trattamento con la medicina miracolosa, l'insulina. Peggio ancora, a
volte un trattamento con insulina uccideva il paziente. Questa nuova
malattia diventò nota come diabete insulino-resistente perché era
caratterizzata da un elevato il livello di zucchero nel sangue, sintomo
di diabete, ma non rispondeva alla terapia con insulina.
Il diabete, che a cavallo del '900 aveva un'incidenza dello
0.0028% pro-capite, nel 1933 aveva raggiunto l'1% negli Stati Uniti fino
a diventare una malattia sempre più riscontrata da un maggior numero di
medici. Questa malattia era destinata a minare la salute di più della
metà della popolazione americana e a farne diventare invalida, in
maggior o minor misura, almeno il 20% entro il 1990.
Solo nel 1950, la comunità scientifica medica fu in grado di sviluppare
metodi per eseguire test sierici dell'insulina. A seguito di questi test
fu subito chiaro che questa nuova malattia non era il classico diabete,
ma era caratterizzata da sufficienti, spesso eccessivamente alti livelli
di insulina nel sangue. Il problema era che l'insulina appariva
inefficace. Non riduceva i livelli di zucchero nel sangue. Ma dal
momento che la malattia era conosciuta come diabete da quasi 20 anni, fu
rinominata diabete di Tipo II. Questo per distinguerlo dal precedente
diabete di Tipo I, causato da insufficiente produzione di insulina dal
pancreas.
Nel 1949 trovandosi a fronteggiare quella che sembrava
essere una grande epidemia di diabete insulino-resistente, la comunità
medica si riorganizzò dando forma alle specialità mediche così come
le conosciamo oggi. Così comparve il cardiologo, l'endocrinologo, l'allergologo,
lo specialista in malattie intestinali, l'oncologo e tutti gli altri.
Naturalmente ogni sintomo del diabete, diventò una singola malattia per
suo conto. L'infarto, per esempio, che in precedenza stato spesso inteso
come un sintomo del diabete, ora era diventato una malattia non
collegata direttamente al diabete.
Diventò di moda dichiarare che il diabete "aumenta il rischio di
malattie cardiovascolari." Il ruolo di un sistema fisiologico di
controllo dello zucchero nel sangue inefficiente, come causa di infarto,
fu oscurato.
Con questa nuova base per le diagnosi, ordini concorrenti
di medici specialisti rapidamente riclassificarono gruppi di sintomi del
diabete come appartenenti alla malattia di loro specifica competenza e
iniziarono a trattare i sintomi che ritenevano appartenenti al proprio
ramo specialistico. Dato che la causa della malattia è stata ampiamente
ignorata, non si è fatto più alcuno vero sforzo per curare qualsiasi
malattia.
Coerentemente con il nuovo paradigma medico, nessuno dei trattamenti
offerti dal cardiologo, per esempio, effettivamente cura, è nemmeno
s'intende che curi, la malattia "proprietaria", pertinente a
quella specialità medica. Per esempio, gli anni di sopravvivenza
pronosticati dopo un intervento chirurgico per un bypass spesso
risultano poi essere effettivamente gli stessi per chi non si è
sottoposto all'intervento. E questa è la linea seguita per il
trattamento, e non per la cura, di ogni altra patologia.
Un anno più tardi, nel 1950, fu iniziata una ricerca per
trovare un'altra medicina miracolosa per trattare i problemi del Diabete
di tipo II
Questa nuova, ideale, medicina miracolosa, come l'insulina avrebbe
dovuto:
- essere efficace, come l'insulina, nel ridurre evidenti
sintomi dannosi della malattia;
- non essere efficace nella cura della patologia di base;
- essere poi necessario prenderla continuamente per il resto della vita
del paziente;
- essere brevettabile, non essere un rimedio naturale perché questi non
sono brevettabili;
- essere altamente redditizia per chi la fabbricasse e per la linea di
distribuzione;
- essere sottoposta a richieste di approvazioni da parte dei governi;
- essere fornita obbligatoriamente solo dietro presentazione di ricetta
medica per stimolare i medici a prescriverla.
I test richiesti per tali autorizzazioni avrebbero dovuto
essere estremamente costosi per impedire ad altri farmaci non approvati
di diventare competitivi.
In presenza di effetti collaterali indesiderabili, si sarebbe potuto
sempre dire che la malattia è molto peggio degli effetti collaterali.
In caso di morte del paziente, abbiamo fatto del nostro meglio, ma era
una malattia pericolosa.
Questa è l'origine del classico protocollo medico di
"curare i sintomi". In questo modo, sia la casa farmaceutica che il medico
possono prosperare nel mondo degli affari, e il paziente, pur non
essendo guarito della sua malattia, a volte sarebbe temporaneamente
sollevato da alcuni dei suoi sintomi. In aggiunta, farmaci naturali che
effettivamente guarirebbero la malattia dovrebbero essere soppressi. Più
efficaci sono, più dovrebbero essere soppressi e i loro fautori
incarcerati come ciarlatani. Dopo tutto, non si può permettere che
possano essere venduti dei rimedi naturali, efficaci nella cura delle
malattie e non costosi, in un mercato di monopolio ad intensità di
capitale specificatamente progettato per il trattamento di sintomi
senza curare la malattia.
Spesso dei prodotti naturali hanno veramente curato più di
una malattia. Per questo motivo il potere delle leggi è stato e viene
utilizzato per rimuovere i rimedi naturali, spesso superiori, dal
mercato dei farmaci, per rimuovere la parola "cura" dal
vocabolario medico e per logorare completamente il concetto stesso di
libero mercato negli affari in campo medico. Questo è il motivo per cui
la parola "cura" è così energicamente soppressa con delle
leggi.
Il valore commerciale dei sintomi
Dopo che la politica di sviluppo dei farmaci fu ridisegnata
per concentrarsi sul trattamento dei sintomi piuttosto che sulla cura
delle malattie, si è reso necessario reinventare il modo in cui i
farmaci vengono messi in commercio.
Deve essere chiaro che qualsiasi ente di qualsiasi altro paese
occidentale che si occupa di regolamentare la produzione e distribuzione
dei farmaci, integratori alimentari, protocolli medici, etichettatura
dei prodotti, ecc. è l'esatta replica della FDA. Non hanno un pensiero
proprio, ma riformano la regolamentazione, spesso solo la traducono, sul
modello di quella della FDA, che è totalmente asservita alle case
farmaceutiche, se si fa eccezione per qualche raro funzionario che
comunque dura poco in carica.
Oggi, più della metà delle persone in America soffre di
uno o più sintomi del diabete. E in Europa, incluso l'Italia, la
percentuale è in aumento anche fra i bambini. Nei primi tempi, il
diabete diventò ben noto ai medici come Diabete di tipo II, Diabete
insulino-resistente, Insulino-resistenza, Esordio di diabete negli
adulti o, più raramente, Iperinsulinemia. Secondo l'American Heart
Association, quasi il 50% degli americani soffre di uno o più sintomi
di questa malattia. Un terzo della popolazione degli Stati Uniti è
patologicamente obesa, mentre la metà della popolazione è sovrappeso.
Il diabete di tipo II ora sembra di routine nei bambini di sei anni.
Molte malattie degenerative possono essere riconducibili a un fallimento
del sistema endocrino. Questo era ben noto ai medici del 1930 come
diabete insulino-resistente.
Si sa che il problema che sta alla base è lo
sconvolgimento del sistema fisiologico di controllo dello zucchero
causato da grassi e oli trattati industrialmente. E questi si trovano in
quasi tutti i prodotti confezionati che trovi al supermercato. E'
esacerbato e complicato dalla sistematica eliminazione degli enzimi, che
farebbero rapidamente scadere il prodotto, e di altri nutrienti
essenziali che il corpo ha bisogno per far fronte alle conseguenze
metaboliche di questi veleni.
Ci sono enormi differenze fra un olio e un altro o un grasso e un altro.
Alcuni sono sani e benefici, molti, comunemente in vendita nei
supermercati, sono dei veleni. Per stabilire se sono di beneficio per la
salute o meno la distinzione non va fatta fra saturi e insaturi, come
l'industria dei grassi e degli oli industriali vorrebbe farci credere.
Molti oli e grassi saturi sono estremamente benefici, molti oli insaturi
sono molto velenosi. L'importante distinzione va fatta tra prodotti
naturali e prodotti lavorati industrialmente.
Esiste molta disonestà nella pubblicità di grassi e oli
industriali. L'industria alimentare mira a creare un mercato per gli oli
spazzatura a basso costo come ad esempio olio soia, cotone e canola. Con
un pubblico informato e consapevole, questi oli non avrebbero alcun
mercato e in tutto il mondo ci sarebbe un numero molto minore, e non
immagini quanto molto minore, di casi di diabete.
Alterazione degli stili di vita
Già nel 1901 furono fatti i primi tentativi di produrre
generi alimentari con impianti automatici di produzione e
confezionamento immaginando gli immensi profitti realizzabili. La
maggior parte dei primi tentativi fallirono perché le persone erano
intuitivamente sospettose riguardo a dei cibi che non fossero freschi
come quelli che provenivano direttamente dalle aziende agricole e perché
la tecnologia per la lavorazione era imperfetta. Con il progressivo
aumento della prosperità economica in ogni classe sociale questi
prodotti alimentari sospetti fecero dei lievi progressi.
Quando la margarina fu introdotta negli Stati Uniti, gli
stati con un elevato numero di industrie lattiero-casearie fecero
un'accanita opposizione. Con l'avvento della Depressione del 1930, la
margarina, Crisco e una serie di altri prodotti raffinati iniziarono a
penetrare in maniera significativa nei mercati alimentari. Il supporto a
favore dei prodotti lattiero-caseari in opposizione alla margarina si
affievolì durante la seconda guerra mondiale, perché non c'era
abbastanza burro per le esigenze sia dei civili che dei militari. A
questo punto, l'industria lattiero-casearia, avendo perso molto
supporto, semplicemente accettò una quota inferiore di mercato e si
concentrò sulle forniture militari. Gli oli di semi di lino e di pesce,
che erano comuni nei negozi e considerati beni necessari prima che la
popolazione americana si ammalasse, scomparvero dagli scaffali. L'ultimo
produttore di olio di semi di lino che serviva le grandi catene di
distribuzione è stato Archer Daniels Midland, e ne ha interrotto la
produzione e la fornitura nel 1950.
Più di recente, uno dei più importanti grassi salutari,
è stato sottoposto ad una massiccia campagna di disinformazione dai
media che lo hanno ritratto come un grasso saturo che provoca
insufficienza cardiaca. Come risultato, è praticamente scomparso dagli
scaffali dei supermercati. Quindi l'olio di cocco è stato rimosso dalla
catena alimentare e sostituito dall'olio di soia, l'olio di semi di
cotone e l'olio di canola. E' stato poco dopo questo riuscito blitz dei
media che la popolazione degli Stati Uniti perse la "guerra dei
grassi". Per molti anni, negli Stati Uniti l'olio di cocco è stato
il più efficace agente di controllo dietetico del peso, al pari
dell'olio crudo extra vergine d'oliva spremuto a freddo nei paesi
mediterranei. La storia dell'ingegneria della trasformazione di quelli
che una volta erano cibi sani corre esattamente parallela all'aumento
dell'epidemia di diabete e iperinsulinemia che affligge gran parte del
mondo. Un altro passo nella direzione della cura del diabete e di altre
malattie è smettere di credere che i cibi pubblicizzati dai media siano
sani e nutrienti.
Riferimenti:
Allen FM, M.D."Diabetes Mellitus.", Encyclopedia Americana,
International Edition 1966 Vol 9 54-56
Brown
JAC, M.B., B.Chir.,"Pears Medical Encyclopedia, Illustrated",
Erasmus U, "Fats that heal, Fats that kill.",
Van
Nostrands Scientific Encyclopedia, 8th Ed.
Trager J, "The Food Chronology", Henry Holt & Company. NY,
NY. 1995
Questo è il primo di circa una ventina di altri articoli
su questo argomento che verranno via via pubblicati e che nel loro
insieme dimostrano che chi ha il diabete di tipo I o II potrebbe far sì
che il suo corpo, e la sua mente, possano liberarsi di questa malattia.
Ovviamente non aspettarti che il tuo medico sia d'accordo. I tempi di
pubblicazione dipendono da quanto tempo potrò dedicare alla traduzione
delle fonti e per creare articoli "purgati" dagli ostici
termini medici per renderli facilmente accessibili a un pubblico
profano. Se potrò attribuirmi un merito, sarà solo quello di aver reso
accessibili queste informazioni alle persone a cui non fossero ancora
arrivate, il merito del lavoro va a una persona che ha guarito se stessa
dal diabete e ha deciso di condividere la sua esperienza e conoscenza
libera dagli interessi particolari dell'industria del diabete. Tutti i
dovuti credits verranno pubblicati alla fine della serie degli articoli.
La cura del diabete esiste ed è stata brevettata.
Questo particolare brevetto stabilisce:
"La combinazione dei componenti del medicinale induce
una rigenerazione delle cellule del pancreas che poi inizia a produrre
nuovamente l'insulina da solo. Dato che questa composizione ripristina
le normali funzioni del pancreas, il trattamento può essere interrotto
dopo un periodo di tempo, da un minimo di quattro mesi a un massimo di
dodici ".
Purtroppo, questo eccellente lavoro non è stato continuato
fino ad arrivare alla produzione di un farmaco disponibile per la
vendita al pubblico. Il sospetto è che il motivo sia la mancanza di
alcun incentivo finanziario per commercializzare una cura per una
malattia che fornisce un lucroso e sicuro reddito con il business del
suo perenne trattamento. Non è raro che dei brevetti vengano acquistati
perchè nessuno possa poi realizzarli nella pratica, quando potrebbero
minare interessi economici consolidati.
Come tutte le medicine che funzionano è un prodotto erboristico. E
guarda caso, non aggiunge nulla, ma promuove una disintossicazione
specifica
Ogni cura in realtà è disintossicazione. Non c'è nulla
da curare, solo da disintossicare.
Un'ultima anticipazione:
Una proteina comunemente riscontrata nel latte vaccino, come è
risultato da numerosi studi, ha dimostrato di essere corresponsabile per
il diabete di tipo I. Più recentemente è stato riscontrato anche che
le vaccinazioni infantili sono coinvolte seriamente come agente
responsabile nel diabete di tipo I.
Ovviamente una dieta sana è il presupposto necessario, se
non obbligatorio per non perpetuare il diabete, e la dieta ottimale per
l'essere umano è quella descritta nel libro di Arnold Ehret, "Il
Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco". Deve essere chiaro
che nessuna persona che stia ricevendo trattamenti per il diabete deve
pensare che vi sia un invito a sospenderli, fino a quando il suo
pancreas non sia in grado di produrre insulina e/o il suo organismo sia
in grado di utilizzare il glucosio e tutto quanto necessario per il
corretto funzionamento delle funzioni degli organi interessati,
comprovato da accurati esami medici oggettivi.
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Diabete di tipo I
Si pensa che il diabete di tipo I sia causato dal
danneggiamento o dalla distruzione di cellule beta pancreatiche per una
reazione autoimmune.
Le cellule beta sono le più numerose tra quelle presenti nel pancreas e
secernono insulina.
Una proteina comunemente riscontrata nel latte vaccino,
come è risultato da numerosi studi, ha dimostrato di essere
corresponsabile per il diabete di tipo I. Più recentemente è stato
riscontrato anche che le vaccinazioni infantili sono coinvolte
seriamente come agente responsabile nel diabete di tipo I.
Sia su Internet che in molte biblioteche universitarie e disponibile una
vasta documentazione sul nesso di causalità di questi fenomeni.
Purtroppo, molte di queste informazioni non sono più disponibili per un
pubblico che ha perso interesse nel ricercarle da sé e di pensare
autonomamente. Di conseguenza, una malattia che non dovrebbe avere più
di una nota a piè di pagina nella storia, continua a sopravvivere come
la più importante fonte di profitto per il diabete.
Per trattare qualsiasi forma di diabete è necessario fare
tre cose:
1) Fare regredire la malattia.
2) Tenere manualmente sotto controllo lo zucchero nel
sangue durante questo processo.
3) Riparare i danni collaterali a reni, occhi, arterie,
ecc.
Sono disponibili le informazioni per realizzare tutti e tre
gli obiettivi per i diabetici di tipo II. Queste informazioni sono state
raccolte minuziosamente da materiale che copre quasi un secolo di
ricerca.
Per il diabete di tipo I, queste informazioni sono in grado di
realizzare il punto 2 e 3 della lista ma non il punto 1. Se applicate al
tipo I, si otterrà un migliore controllo glicemico, meno delle
incontrollabili oscillazioni di glucosio e di insulina che
caratterizzano l'uso di insulina iniettabile e, di solito, minore
quantità di insulina, ma non farà regredire questa malattia.
In questo articolo riassumo quello che è stato scoperto su questa
malattia.
L'asserzione "Ora è disponibile una cura" per
alcuni che hanno il diabete di tipo I è basata sul lavoro di ricerca
svolto in India e poi in tutto il mondo e regolarmente pubblicato nel Journal
of Ethnopharmacology a partire dal 1990 fino ad oggi. In questo
lavoro, la rigenerazione di cellule beta del pancreas è stata
chiaramente dimostrata, sia nei ratti di laboratorio che nell'uomo,
dalla necessità significativamente ridotta di iniezioni di insulina e
di migliore controllo glicemico. Un gran numero di erbe sono state
esaminate in questi studi. Molte di queste hanno dimostrato di avere
significativi effetti ipoglicemici e sembra che alcune migliorino le
funzioni del pancreas ripristinando e rigenerando le cellule beta
pancreatiche.
I risultati pubblicati di questo lavoro possono essere
studiati nella locale biblioteca universitaria del Journal of
Ethnopharmacology da chiunque abbia sufficiente interesse a farlo,
basta ricordare di portare un buon dizionario medico per farsi strada
nella giungla dei paroloni scientifici.
Negli Stati Uniti questi documenti possono essere ottenuti tramite il
Loansom Doc Programma attraverso Il sito web è: Loansome
Doc Program. Solo per curiosità, è complicato a meno che
non si sia iscritti a biblioteche locali americane.
Una ricerca presso l'ufficio brevetti americano permetterà invece di
trovare diversi brevetti sulla rigenerazione delle cellule beta
pancreatiche. Per esempio, se vai alla pagina United
States Patent and Trademark Office e nella prima maschera in
alto a sinistra e inserisci il numero: 5886029 e poi clicchi
"search" senza perderti a fare altro, troverai un brevetto dal
titolo "Therapeutic/edible compositions comprising herbal
ingredients and methods for treating hyperglycemia ". Non troverai
il brevetto 5886029, ma uno simile in quanto è stato rimosso dal
database, (immagina un po' perché...).
Nel brevetto 5886029 c'era questa asserzione:
"La combinazione dei componenti del medicinale induce
una rigenerazione delle cellule del pancreas che poi inizia a produrre
nuovamente l'insulina da solo. Dato che questa composizione ripristina
le normali funzioni del pancreas, il trattamento può essere interrotto
dopo un periodo di tempo, da un minimo di quattro mesi a un massimo di
dodici ".
Nel marzo 2005,
Ritengo però che, anche se ha perso la moglie a causa del diabete,
Iacocca non riuscirà a vedere le cose da un punto di vista diverso da
quello da dove ha guardato per decenni, quello del vertice delle
multinazionali, e che non sarà mai libero dal condizionamento a cui
inevitabilmente si rimane soggetti avendo avuto i più alti incarichi in
quegli ambienti, presupposto necessario per ottenere risultati
conclusivi e non dipendenti dalla logica e prassi del mercato di
monopolio ad intensità di capitale. Puoi comunque trovare alcuni
dettagli qui: The
Iacocca Foundation
Dall'inizio della riorganizzazione della comunità medica
nel 1949, la parola cura è stata bandita ovunque ad eccezione che
durante le campagne per la raccolta di fondi. Se hai il minimo dubbio su
questo, menziona la parola cura, intesa come guarigione completa, al tuo
medico e vedrai come reagisce. Oggi è politicamente corretto il
trattamento, ma non la cura della malattia.
E questo vale per qualsiasi malattia.
Questo è quanto riporta una persona che si è liberata dal diabete e
che è il principale protagonista in questo articolo :
"Ho incontrato questa stessa mentalità irrazionale quando ho
contratto un grave caso di diabete di tipo II, alcuni anni fa. Se avessi
accettato la prognosi del mio medico come inevitabile, sarei già morto
a causa di questa malattia già da molto tempo. Quello che è avvenuto
invece, esercitando le mie proprie facoltà e in disaccordo con i
consigli dei miei dottori, ho invertito completamente il mio diabete di
tipo II e, all'età di 75, sono in perfetta salute."
Ciò che è necessario è che qualcuno, non connesso
all'industria del diabete e non guidato dal solo profitto
indiscriminato, svolga una approfondita ricerca attraverso il materiale
scientifico sui trattamenti erboristici del diabete di tipo I e poi
rendere pubbliche le informazioni. C'è un alto numero di probabilità
che rimedi a base di piante possano essere scoperti in questo modo che
siano in grado di ristabilire pienamente la funzione delle cellule beta
pancreatiche e quindi curare anche il diabete di tipo I.
Aspettarsi che l'industria del diabete distrugga se stessa
finanziariamente sradicando una malattia che costituisce la loro unica
fonte di reddito non ha alcun senso. Ovviamente non lo faranno mai. Se
una cura davvero efficace venisse scoperta, e credo che sia già stata
scoperta e tenuta ben nascosta, verrà soppressa dall'industria del
diabete per questione di necessità aziendali.
Questo è quanto ho trovato riguardo alla cura del diabete
di tipo I. Sarebbe più corretto dire che ci sono delle possibilità che
possa essere curato ma che non è ancora una certezza
Sono sempre stato dell'idea che non esista nulla che non possa essere
fatto, se non a causa delle nostre proprie limitazioni. E, dopo aver
sbagliato molte volte in varie situazioni della vita, ho realizzato che
quanto possa essere difficile risolvere un problema dipende dai metodi
utilizzati, dagli strumenti a disposizione (e fra gli strumenti è
necessario includere una mente sgombra da preconcetti, credenze,
disinformazione e coinvolgimenti in interessi che potrebbero essere
minati una volta scoperta la verità) e dalla conoscenza della causa del
problema.
La causa del problema può essere trovata solo se si conoscono i
processi coinvolti nell'intera scena ideale, cioè come sarebbe la scena
perfetta emendata dal problema, e se si hanno tutte le informazioni
delle interferenze nella scena ideale che l'hanno resa appunto
problematica.
Consideriamo un motore di un ciclomotore a due tempi,
(adoro fare gli esempi con i motori, hanno parecchie analogie con il
motore umano), cioè un motore alimentato non dalla sola benzina ma da
una miscela di olio e benzina, che viene portato continuamente dal
meccanico perchè "non funziona bene", si ferma per la strada,
fa fatica a partire, ecc. Se il meccanico ha tutti i requisiti necessari
per riportare in quel contesto la scena ideale, cioè un motore liberato
da ogni arbitrario introdotto nel suo funzionamento corretto, curerà il
motorino.
Se non sa che cosa sta causando alla candela e alla testata
d'incrostarsi ogni due o tre giorni, si limiterà a pulire quelle parti,
beneficiando la sua economia a discapito di quella del malcapitato,
senza mai risolvere il problema, che potrebbe essere che fa una miscela
della benzina troppo "grassa" o usa l'olio recuperato quando
cambia quello della macchina, magari per risparmiare...
Avrai notato quella parte del testo dell'articolo in un
riquadro verde, e ti sarai chiesto che cosa volessi evidenziare.
Leggendo il contenuto potrai notare che la persona che ha cercato di
trovare delle risposte per risolvere il diabete di tipo
Per il diabete di tipo I, queste informazioni sono in grado di
realizzare il punto 2 e 3 della lista ma non il punto 1
Non ha potuto rispondere positivamente al punto 1 perché l'approccio
della sua ricerca di informazioni è stato fatto mantenendo il punto di
vista della scienza ortodossa e in quel riquadro il contenuto puzza
tremendamente di teoria dei germi, e vedo che si arrampicano sui vetri
per cercare di dare una spiegazione (fantasiosa) del motivo per cui
l'organismo va a caccia delle sue cellule per ucciderle.
Devo ringraziare Arnold Ehret e non potrà che ringraziarlo
chi si libererà del diabete di tipo 1, perché se avverrà sarà anche
grazie alla conoscenza che ci ha trasmesso nel suo libro il
"Sistema di Guarigione della Dieta senza Muco".
Se hai compreso i fondamenti del suo insegnamento, saprai che non c'è
alcun microrganismo che causi qualsivoglia malattia, ma che questi
producono i sintomi di cui si lamenta il paziente mentre ripuliscono
l'organismo da scorie e tossine presenti.
In pratica: "No muco, no party!"
Inoltre l'asserzione che il sistema immunitario scambi le
cellule beta del pancreas per dei fantomatici antigeni è una teoria
bislacca. Il sistema immunitario non è un imbecille.
E' molto probabile che attacchi sì le cellule beta, ma
quando queste sono intimamente rivestite, questa essendo una condizione
patologica, da del materiale di un tipo o di un altro, proteico o meno.
Potrebbe sembrare che si confondi, in realtà è interessato a
distruggere il solo rivestimento, ma essendo quest'ultimo troppo coeso
con la cellula, non può evitare di distruggere anche la cellula, perché
non farlo sarebbe ancora più dannoso che lasciare marcire delle cellule
con la pompa sodio/potassio "incollata", bloccata e non
funzionante. Le cellule beta liberate da quel "rivestimento"
colloso riprenderebbero a funzionare e renderebbero possibile quanto
indicato nel punto 1, Fare regredire la malattia.
Le cure erboristiche non potranno ottenere risultati
definitivi se il concetto applicato nell'usarle è quello della medicina
allopatica, e cioè sopprimere i sintomi, anche se potrebbero non far
manifestare degli effetti collaterali.
E dato che la causa di qualsiasi malattia del corpo, per quanto possa
essere rafforzata da stati disarmonici mentali e spirituali, è la
costipazione dei vari sistemi da parte di tossine e muco, nel
significato più ampio del termine, le erbe che potrebbero essere
veramente utili sono quelle che hanno caratteristiche disintossicanti
che facilitano l'espulsione delle tossine e del muco. Oltre alla dieta
senza muco, che lentamente rigenerando l'intero organismo, riporta
l'essere umano nel suo stato originario che gli spetta di diritto.
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