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Diabete:
qualche dato importante
Tratto
da “Diabete. Secondo la visione
della Medicina ufficiale, Nuova Medicina Germanica, Igiene Naturale e
Scienza dello Spirito ad indirizzo antroposofico”
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Ogni
10 secondi nel mondo, come già detto, una persona muore per cause
legate al diabete e altre
due si ammalano.
Negli ultimi 20 anni a livello mondiale la malattia è aumentato di ben
sette volte e questo è il
motivo che ha spinto le Nazioni Unite a definire il diabete
una vera e propria epidemia.
I dati parlano da soli: nel mondo oltre 285 milioni di persone ne
soffrono e 344 milioni sarebbero potenzialmente a rischio di sviluppo.
Entro il 2030 – così dicono le previsioni ufficiali - i diabetici
raggiungeranno l’astronomica cifra di 435 milioni di persone!
Secondo l’International Diabetes Federation (Idf), in Italia il 6% della
popolazione è diabetica, il che corrisponde a circa 4.000.000 di
persone!
La
spesa sanitaria odierna per il diabete varia tra i 202 e i 422
miliardi di dollari all’anno, e potrebbe, entro il 2025, superare
il tetto dei 559 miliardi di
dollari.
A questo punto sorge spontanea una domanda: con cifre a undici zeri
annuali, è possibile che le lobbies del farmaco vogliano veramente
curare il diabete?
Dall’insulina
ai farmaci antidiabete: un po’ di storia
Nel 1922 a Stoccolma venne conferito ai ricercatori Barting, Best e
Macleod il premio Nobel per la scoperta dell’insulina.
La commercializzazione di questo ormone di sintesi, dal 1923 in poi, è
opera della casa farmaceutica statunitense Eli Lilly che, alla fine
della seconda Guerra Mondiale, importò dalla Germania il metadone
inventato dai nazisti con il
nome di Dolophine, in onore di
Adolf Hitler, e prodotto dall’enorme colosso dell’industria chimica
I.G. Farben.
Questa é la stessa casa
farmaceutica che ha prodotto l’elisir
di eroina, l’L.S.D., il dietilammide-25 dell’acido lisergico,
una delle più potenti sostanze psichedeliche conosciute e,
al giorno d’oggi, anche il Prozac.
La Lilly lanciò nel 1982 la prima insulina da
D.N.A. ricombinante: fu il primo farmaco al
mondo creato con questa tecnologia.
Oggi
per il diabete, oltre alla nota insulina
esistono prodotti come: Tolbutamide,
Tolazamide, Clorpropramide, Acetoesamide, Gliburide, Glipizide,
Glimepride, Metformina, Fenformina, Buformina, Repaglanide, Acarbosio,
Miglitol, Glucagone…
Poche corporazioni della
chimica e farmaceutica, tra loro interconnesse da fili economici e
azionari, gestiscono l’intero mercato del diabete.
Gruppi potentissimi come Eli
Lilly, Pfizer, Merck, Roche, Sanofi-Aventis e Bayer ogni
anno, guadagnando miliardi di dollari, controllano la vita di centinaia
di milioni di persone.
vale oltre 400 miliardi di dollari!
(…)
L’incidenza
del diabete
Il “Bollettino
dell’Accademia di Medicina di New York” del settembre 1933,
riporta i dati ufficiali dal 1871 al 1932, e scrive: “…per
le persone di
entrambi i sessi, il tasso di mortalità
del diabete a New York
è passato dal 2,1 per
100.000 abitanti nel 1866,
a 29,2 nel
1932”. Il numero totale delle morti perciò “è aumentato da
15 nel 1866 a 2.116
nel 1932”.
Il rapporto continua dicendo che “ …un aumento distinto
nel numero di morti
per diabete si sta
verificando non solo al
Nord Ovest, ma in tutti gli Stati Uniti,
come dimostrano le statistiche
di mortalità delle altre città”
In poco meno di
sessant’anni perciò, dal 1866 al 1932, i pochissimi e sporadici casi
di diabete sono diventati qualche migliaio solamente nella città di New
York per diventare, con una terribile accelerazione negli ulteriori 70
anni, 1 morto ogni 10 secondi!
Questi sono dati epidemiologici importanti che inquadrano una crescita
esponenziale del fenomeno.
Cos’è successo nella società tra la fine del XIX e l’inizio del XX
secolo per aggravare così drasticamente la
situazione?
Le due guerre mondiali certamente non hanno giovato al benessere
psicofisico e sociale di centinaia di milioni di persone ma
non ne sono state la vera causa.
I
grassi idrogenati
Molti medici e grandi
ricercatori sono concordi nel ritenere la degenerazione dello stile di
vita, nonché l’industrializzazione dell’alimentazione, cause
principali delle malattie diabetiche. La nascita e la
commercializzazione dei grassi
idrogenati infatti è avvenuta proprio agli inizi del
XX secolo.
Senza dover richiamare alla memoria ciò che hanno detto importanti
medici del passato, anche nella recente storia della medicina moderna
numerosi sono i personaggi che hanno collegato l’attuale stile di vita
alla manifestazione di tale malattia.
Tra questi medici
igienisti quali Isaac Jennings (1788-1874), Sylvester Graham
(1794-1851), Russell Trall (1821-1877) e John Tilden (1851-1940). Anche
l’infermiera londinese Florence Nightingale (1823-1910), nota come la
signora della lanterna, era solita dire: “Non
è forse il continuo vivere sbagliato che porta la gente ad ammalarsi?”.
Si possono ancora ricordare grandi personalità quali il chimico tedesco
Max Joseph von Pettenkofer (1818-1901), il medico tedesco Louis Kuhne
(1844-1901), il medico svizzero Max Bircher-Benner (1867-1936)
precursore della scienza della nutrizione moderna, il medico tedesco Max
Gerson (1881-1959), e moltissimi altri ancora.
Questi grandi uomini nonostante siano sconosciuti alla maggior parte
delle persone, hanno lasciato un segno indelebile nella storia della
medicina.
Alla dottoressa russa
Chaterine Kousmine (1904-1992) va il merito di aver compreso che gran
parte delle malattie croniche erano conseguenza indiretta di
un'alimentazione degradatasi progressivamente negli ultimi decenni,
soprattutto a seguito dell’introduzione nella catena alimentare dei
grassi idrogenati.
La dottoressa Kousmine, era dell’opinione che il ritorno ad una
alimentazione sana si sarebbe rivelato un'efficacissima arma
terapeutica.
All’inizio del secolo
scorso, sono stati creati
questi nuovi grassi. Per motivi economici sono presentati con un aspetto
solido ed hanno caratteristiche che li rendono adatti alla grande
industria alimentare giacché risultano inalterabili dall’ambiente
esterno, non irrancidiscono e durano a lungo nel tempo.
La tecnica dell’idrogenazione, che dà il nome a questi grassi, venne introdotta
nel 1912 proprio allo scopo di renderli solidi e commerciabili.
Tra i grassi idrogenati
estremamente pericolosi per la salute, vanno annoverate le margarine,
gli oli industriali prodotti ad alte temperature che
trasformano il loro acido linoleico, uno dei due acidi grassi
essenziali, da cis-cis a
cis-trans come vengono
chiamati. La prima (cis) é
una forma utilizzabile per l’organismo umano, la seconda (trans) una
forma non utilizzabile o utilizzabile con danni.
I grassi idrogenati sono ancora permessi nell’industria alimentare e
si trovano in abbondanza in tante merendine che consumano i bambini, nei
prodotti da forno di tipo industriale quali pastine, biscotti, dolcetti,
ecc., pietanze precotte,
pollo o pesce impanato, patatine fritte, pizze già pronte,
minestre in scatola, miscele per torte e tantissimi altri prodotti.
Riportiamo la quantità espressa in grammi per porzione di grassi
cis-trans
che si possono ingerire comunemente con alcuni prodotti
venduti e consumati quotidianamente:
- Prodotti
da forno: 1-4 grammi
-
Cornetti:
2 grammi
- Snacks
(pop-corn, chips di patate o mais): 1-8 grammi
-
Fast
food (patatine fritte o altri prodotti fritti): 1.5-2.5 grammi
Secondo
l’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S. o W.H.O.) una persona
adulta dovrebbe ingerire meno di 2 grammi al giorno di grassi cis-trans,
ma come visto sopra, il rischio di superare la soglia di sicurezza è
altissimo.
Le conseguenze per la salute pubblica sono molto gravi: disturbi
cardiocircolatori, obesità, danni alle cellule con rischio di tumore,
malattie autoimmuni e diabete.
Secondo il dottor Filippo Ongaro “…i grassi idrogenati non vengono riconosciuti dal corpo,
richiedono tempi lunghissimi di smaltimento, fino a 51 giorni per
smaltire la metà, e sono letteralmente tossici“.
Questi grassi fanno
diminuire le H.D.L., il colesterolo cosiddetto buono,
e alzano quello cattivo (L.D.L.).
Inoltre: interferiscono con l’insulina aumentando il rischio diabete, interferiscono
con il sistema immunitario e la detossificazione epatica, aumentano le
patologie infiammatorie. E’ da notare come addirittura interferiscono con l’insulina aumentando il rischio diabete e agiscono
negativamente sulla membrana cellulare.
Quest’ultimo
punto, data la sua importanza, verrà ripreso nel corso della
trattazione.
Grassi utili alla salute
invece sono, ad esempio,
l’olio extra vergine di oliva,
purché sia spremuto a freddo. Poiché però é privo di Omega-3
ed é scarso di acido linoleico, essendo quest’ultimi due degli acidi
grassi essenziali, si dovrebbe integrare l’alimentazione con olio di
girasole o sesamo o lino o cartamo, purché siano sempre di prima
spremitura a freddo.
Utilissima è anche la frutta con guscio e i semi oleosi quali noci,
mandorle, nocciole, zucca, sesamo, semi di girasole ecc.
però non tostati.
Tratto
da “Diabete. Secondo la visione
della Medicina ufficiale, Nuova Medicina Germanica, Igiene Naturale e
Scienza dello Spirito ad indirizzo antroposofico”
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