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La
vera causa della Grande Depressione del 1929
di
Marco Saba tratto dal libro Bankenstein
"Essendo
stata l'Inghilterra il primo paese europeo ad aver ristabilito una
valuta stabile e sicura, usò questo vantaggio per mettere le basi per
sottomettere l'Europa con una vera e propria dominazione finanziaria.
Il
Comitato Finanziario [della Lega delle Nazioni] di Ginevra fu lo
strumento di questa politica. Il metodo consisteva nel costringere ogni
paese in una difficile situazione monetaria per soggiogarlo al Comitato
di Ginevra, controllato dagli inglesi. Il rimedio prescritto prevedeva
l'installazione nelle banche centrali di un supervisore inglese o
designato dalla Bank of England, che sarebbe servito sia per rafforzare
Per garantirsi contro un possibile fallimento, presero cura di
assicurarsi la cooperazione della Federal Reserve Bank di New York.
Di più: dettero l'incarico all'America di effettuare alcuni dei
prestiti stranieri che sembravano troppo pesanti, mantenendo comunque
per sé il vantaggio politico di queste operazioni.
L'Inghilterra si era così radicata, completamente o parzialmente, in
Austria, Ungheria, Belgio Norvegia e Italia. Essa è in corso di
radicarsi in Grecia e Portogallo. (...) Le valute [europee] saranno
divise in due classi.
Quelle di prima classe, il dollaro e la sterlina, basate sull'oro, e
quelle di seconda classe, basate sulla sterlina ed il dollaro, con parte
delle loro riserve aurifere trattenute dalla Bank of England e dalla
Federal Riserve Bank di New York. Queste ultime valute avranno così
perso la loro indipendenza".
Registrazione
nel diario di Emile Moreau, Governatore della Banca di Francia, 6
febbraio 1928: Le banche avevano ritirato improvvisamente dal
mercato diciottomila milioni di dollari, cancellando le aperture di
credito e chiedendone la restituzione: fu la crisi del
Nonostante
questo gigantesco scandalo - cancellato nella sua reale meccanica e
dinamica dai vari libri di storia e di economia - il governo americano
non osò recuperare la sovranità monetaria stampando nuova moneta.
Perché? Perché tramite una frode parlamentare, il “Federal Reserve
Act” del 1913, gli USA avevano abdicato non solo alla possibilità di
emettere moneta sotto forma di credito, ma anche a quella di emetterla
come semplice moneta legale.
La sovranità monetaria della più grande "democrazia" del
mondo – la sovranità è inalienabile, per definizione - venne
consegnata mani e piedi ad una impresa privata,
L'architetto di questo mostruoso golpe finanziario fu un tedesco di
Amburgo, tale Paul M. Warburg.
Tuttavia occorre precisare, tornando a quanto sopra, che Montagu Norman,
il governatore della Bank of England, non cercò il controllo della Lega
delle Nazioni quando nel dicembre 1927 (quinto anno dell'Era Fascista),
assieme a Benjamin Strong, governatore della Fed, prestò 125 milioni di
dollari alla Banca d'Italia per stabilizzare
Il collasso di Wall Street del settembre-ottobre 1929 e
Data
l'importanza di questi avvenimenti, il fallimento da parte degli storici
nello spiegarne i motivi e la loro durata, rappresenta un mistero nella
moderna storiografia. Occorre precisare che il crollo di Wall Street, di
per sé stesso, non era particolarmente importante.
L'economia statunitense si era espansa rapidamente a partire dalla
flessione del 1920, con l'assistenza inflazionistica dei banchieri e del
governo americano. Per questo era necessaria una dovuta correzione.
L'economia, in realtà, aveva cessato di espandersi nel giugno 1929.
Questo fatto non poteva non riflettersi sul mercato borsistico.
L'espansione del mercato finì il 3 settembre, non appena gli operatori
smaliziati, tornati dalle vacanze, cominciarono ad analizzarne i motivi
sottostanti. I successivi rialzi non erano altro che un colpo di coda di
un andamento orientato al ribasso. Il lunedì 21 ottobre, per la prima
volta, il tabulato delle telescriventi non riusciva a tenere il passo
con le notizie dei molti ribassi. Gli ordini allo scoperto avevano
cominciato ad essere inviati via telegramma il sabato precedente e,
all'inizio della settimana, gli speculatori cominciarono a realizzare
che avrebbero potuto perdere i loro risparmi ed addirittura le loro
case.
Il giovedì 24 ottobre le azioni crollarono verticalmente: non c'era
nessun acquisto e gli speculatori allo scoperto vennero spazzati via
poiché non riuscivano ad ottemperare agli impegni presi. Poi arrivò il
martedì nero, il 29 ottobre, con le prime vendite di azioni di valore
per poter recuperare disperatamente un po' di liquidità. Fino a qui la
situazione si poteva ben spiegare e poteva essere stata prevista. Questa
correzione del mercato azionario doveva essere importante a causa della
quantità di speculazioni che i regolamenti di Wall Street, all'epoca,
permettevano.
Nel
1929, un milione e mezzo di clienti avevano conti nelle 29 borse
americane. Con una popolazione di circa 120 milioni, circa 30 milioni di
famiglie erano attivamente legate al mercato. Un milione di investitori
potevano facilmente essere definiti come degli speculatori.
Di questi, due terzi operavano allo scoperto, ovvero con soldi che non
avevano o che
Il pericolo di questa crescita di scambi allo scoperto veniva compensato
dal fiorire di fondi d'investimento che marcò l'ultima fase del mercato
rialzista. Normalmente, le azioni venivano valutate circa dieci volte i
profitti. Con un gran mercato allo scoperto, i profitti delle azioni,
solo l'uno o il due percento, erano molto più bassi dell'interesse
dell'otto o dieci percento che serviva per i prestiti necessari per
comprare le azioni.
Nel 1929 alcune azioni erano valutate cinquanta volte i loro profitti.
Un boom in un mercato basato solo su guadagni in conto capitale (capital
gain), non è che una forma di vendita piramidale. Verso la fine del
1928, i nuovi fondi d'investimento arrivavano sul mercato al ritmo di
uno al giorno. Si trattava di fondi altamente speculativi, tipo gli
odierni Hedge Fund, la cui crescita di quotazione non rifletteva che un
piccolo incremento della loro crescita reale.
La "United Founders Corporation, ad esempio, era stata creata da
una bancarotta con un investimento di 500 dollari. Nel 1929, le sue
risorse nominali erano indicate come 686 milioni di dollari.
Un
altro fondo d'investimento aveva un valore di mercato di più di un
miliardo di dollari, ma il suo patrimonio principale era costituito da
una compagnia elettrica che, nel 1921, valeva solo 6 milioni di dollari.
Questi fondi pazzi, i cui patrimoni erano costituiti da carta straccia,
a causa della sovrastruttura di pura speculazione, crollarono ancor più
velocemente quando il mercato cedette al ribasso.
Il risveglio dal sogno fu scioccante e, al 24 ottobre 1929, undici
famosi operatori di Wall Street si erano già suicidati. Secondo
l'investigatore di Chicago Sherman Skolnick, fu per questo che, in
seguito, i grattacieli vennero costruiti con le finestre bloccate, che
non si potevano aprire dall'interno.
Per lo stesso motivo sarebbero stati bloccati gli accessi al tetto degli
edifici: per evitare i suicidi. Pare che alcuni degli operatori di borsa
furono defenestrati direttamente da Al Capone che cercava di recuperare
dei soldi investiti dalla comunità italiana.
Il panico si fermò il 13 novembre. L'indice di borsa era caduto da
Le correzioni sui listini hanno uno scopo utile all'economia. Servono
per contrarre e punire gli investimenti sbagliati ed improduttivi.
Devono essere forti ma non devono necessariamente durare a lungo, poiché
si autoaggiustano. Tutto quello che serve fare è di avere pazienza. La
recessione del 1920 si era riaggiustata in un solo anno. Non vi era
motivo per cui quella del 1929 avrebbe dovuto durare più a lungo, poiché
l'economia americana era comunque solida. Se non vi fossero stati
interventi esterni, probabilmente si sarebbe riaggiustata per la fine
del 1930. Invece, l'indice di mercato divenne una macchina del disastro,
trascinando con sé la nazione intera e, con essa, tutto il mondo.
All'otto
luglio
L'indice della produzione industriale calò dal 114 dell'agosto 1929 al
54 del marzo
La disoccupazione aumentò dal 3,2 % del 1929 al 26,7 % nel 1934. Ad un
certo punto, 34 milioni di uomini, donne e bambini, non avevano più
alcun introito. Le scuole e le università chiusero o fallirono e la
malnutrizione arrivò al 20%.
Fu la crisi più grave della storia americana e quella che si protrasse
più a lungo, con effetti in tutto il mondo.
L'economia
mondiale fu salvata, se così si può dire, dai preparativi per la
seconda guerra mondiale. La prima economia che si rivitalizzò fu
Nessuno degli altri paesi andò meglio. L'Inghilterra cominciò il
riarmo nel 1937 e, progressivamente, vide diminuire la disoccupazione.
Ma questa era ancora ai massimi storici alla vigilia della guerra, il 3
settembre 1939. Questa fu la data in cui Wall Street, presagendo lucrosi
traffici di armi e l'eventuale partecipazione statunitense nel
conflitto, ritornò al livello dei prezzi del 1929.
Perché
ci mise così tanto?
Per mezzo secolo la spiegazione ortodossa, fornita da John Maynard
Keynes e dai suoi seguaci, era che il capitalismo non poteva salvare sé
stesso e che il governo aveva fatto troppo poco per salvare un sistema
di mercato intellettualmente fallito a causa della sua inerente follia.
Questa
analisi sembrò sempre meno credibile, col passare degli anni.
Specialmente mentre la dottrina di Keynes veniva via via squalificata.
Rothbard, dal canto suo, propose una spiegazione nel 1963. La gravità
del crollo di Wall Street - diceva - non era dovuta alla estrema libertà
del sistema capitalistico, ma all'insistenza, da parte del governo, nel
sostenere artificialmente l'espansione attraverso il credito
inflazionario.
Insomma, non si trattava di mancanza di azioni da parte del governo, ma
proprio del fatto che il governo si immischiava ed interferiva troppo
nel libero mercato. Rothbard fu il primo a suggerire che lo spirito che
animava il governo statunitense negli anni '20 e '30, era troppo
orientato alla pianificazione, all'ordine, al coinvolgimento ed
all'esortazione.
Si trattava di uno strascico che derivava dalla prima guerra mondiale.
Il presidente Herbert Hoover, che aveva guadagnato fama mondiale per
aver gestito i programmi di aiuti, aveva avuto alti incarichi economici,
durante gli anni '20, prima di diventare presidente nel 1929. Egli era
un pianificatore, un impiccione, un decisionista nato. Il ministero di
Hoover fu l'unico negli USA che si era espanso notevolmente quanto a
funzionari e potere durante gli anni '20. Hoover premeva continuamente
sui presidenti Harding e Coolidge affinché prendessero un ruolo
maggiormente attivo nella gestione dell'economia. Coolidge, un
minimalista in quanto ad interventi governativi, si lamentava: "Per
sei anni, quest'uomo mi ha dato suggerimenti non richiesti - tutti
quanti sbagliati".
Quando
finalmente Hoover divenne presidente, egli seguì i suoi stessi consigli
e divenne uno strumento d'interferenza: prima pompando sempre più
credito in un'economia già surriscaldata, in seguito, quando la bolla
scoppiò, organizzando egli stesso le operazioni governative di
soccorso.
Oggi
possiamo vedere, grazie al lavoro di Rothbard, che il periodo
Hoover-Roosevelt fu in realtà senza soluzione di continuità. Molte
delle "innovazioni" del "New Deal" erano difatti
espansioni ed intensificazioni delle soluzioni, o pseudosoluzioni, di
Hoover.
L'amministrazione di Franklin Delano Roosevelt si differenziava da
quella di Hoover solo per due aspetti: era molto più abile nella
gestione delle pubbliche relazioni e spendeva molti più soldi del
contribuente. Il risultato della politica del periodo Hoover-Roosevelt
fu di rendere molto più gravi gli effetti del crash del 1929,
prolungandoli fino alla fine degli anni '30.
La Grande Depressione non fu il fallimento del capitalismo, fu il
fallimento dell'interventismo di uno stato iperattivo