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L’origine
delle carie
Marcello
Pamio, tratto
da “Salvate i vostri denti”, R. Haegel, ed. Manca
Ogni
dente è composto di 3 parti:
-
una
visibile: la corona
-
una
invisibile: la radice infissa
nel suo alveolo mascellare
-
il colletto,
al livello del bordo gengivale congiunge la corona alla radice.
La
corona
E’ come
detto la parte visibile del dente.
Il
colletto
La parte limitrofa della corona e della radice. E’ una
linea teorica che tocca la gengiva dove lo smalto termina e comincia la
radice, non rivestita di smalto.
Il colletto è molto sensibile ai cambiamenti termici quando lo
scalzamento l’ha messo del tutto a nudo per ritiro del cuscinetto
gengivale.
La radice
E’ la parte invisibile del dente, parte del colletto, si
affonda nell’alveolo che è un buco sistemato nell’osso mascellare,
e termina con l’apice.
Istologia del dente
Il dente si compone di 3 tessuti duri:
-
smalto;
-
avorio
e il cemento;
-
polpa.
Lo smalto ricopre tutta la corona ed è il tessuto più
duro che corpo umano, poiché la sua durezza non è di molto inferiore a
quella del diamante; non contiene che il 5% di materie organiche, il 95%
è costituito da carbonati e fosfati di calcio e di magnesio
principalmente.
La microscopio si presenta sotto forma di prismi esagonali serrati
intimamente gli uni agli altri. E’ per la disposizione dei prismi che
la carie smantella la corona come i demolitori che rimuovono mattone
dopo mattone.
Interiormente i prismi di smalto s’incastrano sui prismi d’avorio
sottostanti.
L’avorio o dentina
Esso forma il corpo della corona, la massa principale, di
colore bianco giallastro, talvolta piuttosto giallo. Questo colore
traspare attraverso lo smalto e dà al dente la sua tinta di fondo.
Perciò è inutile accanirsi con lo spazzolino e dentifricio su un dente
il cui avorio è di un giallo accentuato nella speranza di ottenere dei
denti bianchi. L’avorio non contiene che il 70% di materie inorganiche
(minerali), così molto meno duro dello smalto esterno.
Questa massa d’avorio non ha una compattezza analoga a quella dello
smalto anche perché è percorsa da microscopici cataletti dentinari che
partono dalla zona pulpare (della polpa) e si perdono nello spazio
granuloso che forma la congiunzione smalto-avorio.
Su tagli trasversali della corona si vedono nettamente al microscopio
dei piccoli tubi che lungi dall’essere vuoti sono abitati da materia
vivente: le fibrille di Tomes, autentiche antenne nervose che informano
la polpa delle sensazioni termiche, tattili, ecc. che influenzano la
zona periferica (zona dello smalto).
Non si riscontrano vasi capillari nell’avorio. Talvolta compaiono dei
vuoti, difetto di calcificazione, sia isolati che numerosi e
intercomunicanti.
Il cemento
Ciò che è lo smalto per la corona, è il cemento per la
radice. E’ duro (quasi il 60% di sostanze minerali) e copre la parte
esterna della radice unendo l’avorio radicolare al legamento alveolo
dentario. E’ giallo, granuloso, più spesso verso l’apice che sul
colletto dove si congiunge in modo molto variabile con lo smalto della
corona. Contiene delle cellule (cementoblasti) analoghi agli osteoblasti
delle ossa. Quando il dente è devitalizzato queste cellule assicurano
una nutrizione minima indispensabile.
La polpa
E’ il cuore del dente, sistemato nella camera pulpare che
è una cavità più o meno voluminosa secondo le dimensioni e l’età
del dente e si prolunga con una rete vascolare-nervosa che riempie il
canale dentario.
La polpa è molle, massa pallida di consistenza del midollo osseo e di
odore dolciastro caratteristico. Sostanza proteica essa muore a contatto
dei veleni proteici violenti (arsenico, acidi, alcaloidi) e coagula.
E’ nutrita da una circolazione intradentaria molto attiva ricevendo il
flusso nutritivo da un’arteria che termina alla periferia della polpa.
Il legamento
alveolo-dentario
Come indica il nome la sua funzione è di legame. Composta
da numerose fibre, dalla trama racchiusa in fasci diversamente
orientati, è tenace ed elastico. E’ un magnifico ammortizzatore che
inguaina la radice su tutto il suo perimetro e la congiunge all’osso
alveolare. Questa sospensione più o meno elastica assicura al dente il
suo solido impianto.
Questo ammortizzatore fisiologico è percorso da una ricca rete di vasi
(arteriose, venule, ecc.) e di nervi. Il legame alveolo-dentario è
un’autentica articolazione (come il ginocchio, spalla) e come tale può
divenire sede di tutti i mali che possono affliggere queste parti.
La carie dentaria
La decalcificazione precede sempre la carie propriamente
detta, perché quest’ultima è solo il risultato finale della
demineralizzazione dei tessuti duri del dente. Accade d’altronde lo
stesso “modus operandi” in tutte le malattie cosiddette microbiche
nelle quali i microbi non vengono a fare altro che il loro lavoro di
becchini dei tessuti morti, il cui deterioramento ha per causa uno stato
tossiemico dell’organismo.
Ci si chiede perché la presenza dei microrganismi scoperti durante
certi stati patologici ha portato l’uomo a considerarli responsabili
di tutti i nostri mali.
Perché la carie compaia, sono necessarie più condizioni:
1) Uno stato tossiemico che si traduce in una
iperacidificazione dell’organismo (sangue), causata da una
alimentazione e uno stile di vita errati (vedi “Perché siamo sempre
più malati?”)
Eccesso di proteine animali (latte e derivati, carne, pesce, uova), di
alimenti raffinati (zucchero, farine, pasta, ecc.) e morti (privi di
vitamine e oligoelementi), di additivi e aromi chimici, fanno aumentare
l’acidità del corpo. Se il sangue diventa acido intervengono
immediatamente i sistemi tampone che sottraggono calcio e altri minerali
dalle ossa (osteoporosi) e dai denti (carie).
2) Una circolazione artero-venosa intradentaria attiva che
permette la mobilizzazione delle riserve minerali destinate a combattere
la suddetta acidità.
3) La presenza in bocca di un ambiente acido dovuto a
penetrazioni acide (residui alimentari, zuccheri, ecc.) che favoriscono
il pullulare dei microrganismi che inizieranno dall’interno la
demolizione del dente in condizioni di minore resistenza a seguito delle
precedenti demineralizzazioni.
Ecco il motivo per cui la maggior frequenza di carie
dentarie è nei bambini dai 3 anni fino ai 20 perché a questa età i
disturbi circolatori sono molto rari, quindi la circolazione
artero-venosa intradentaria è molto rapida e porta via minerali
velocemente se e solo se l’organismo a causa di una alimentazione
scombinata e ricca di zuccheri (carboidrati come i farinacei, pane
bianco, caramelle, dolci, ecc.) è acidificato.
Al contrario l’età adulta comporta una sclerosi, una atrofia
progressiva della polpa la cui vitalità diminuisce non consentendo più
che il fenomeno della demineralizzazione si produca con la velocità e
l’ampiezza caratteristiche della giovinezza.
Ma come nascono le carie? Sono di origine interna o
esterna?
Innanzitutto sfatiamo il mito che la carie è un’usura o piallatura
meccanica dei denti provocata dall’attrito.
Dal nostro punto di vista non esistono carie d’origine interna e carie
di origine esterna.
La causa originaria della carie è sempre interna (demineralizzazione
dovuta a tossiemia e acidificazione dell’organismo), mentre il lavoro
di demolizione inizia sempre dall’esterno per opera della stessa
acidità boccale e dei microrganismi che vivono e prolificano in
ambiente acido.
Il punto d’attacco della carie si localizza sempre nei punti in cui la
corona presenta una fessura o una zona dove lo smalto è più sottile
(zona a minor resistenza).
La “madre” della carie è la decalcificazione dovuta
all’iperacidità del terreno biologico.
L’origine della
carie: la decalcificazione
Cattive combinazioni alimentari, ingestione continuativa di
prodotti altamente acidificanti (proteine animali, formaggi, pesce uova,
latte, zuccheri farinacei
raffinati, ecc.), mancanza di esercizio fisico (all’aria e al sole il
pH del corpo si alza e da acido diventa basico) provoca un aumento
dell’acidità del sangue.
Il sangue acido è una minaccia mortale per tessuti, cellule e organi,
quindi per l’intero essere vivente. Istantaneamente si attivano dei
sistemi intelligentissimi di protezione (detti sistemi tampone) che
aggiungono minerali alcalinizzanti per abbassare l’acidità del
sangue. Questi minerali organici se non sono presenti nella dieta, i
sistemi tampone li prelevano dalle riserve del corpo. Tali riserve sono
le ossa e i denti!
In una fase di acidità organica, maggiore è la velocità della
circolazione intradentaria e più in fretta si svolge la
demineralizzazione.
Da un certo punto di vista, quindi, la demineralizzazione
è un prezioso fattore di ri-equilibrio del pH: una misura di
salvataggio per l’intero organismo, senza il quale porterebbe alla
morte certa la persona.
Per impedire questa demineralizzazione dei denti è necessario
sopprimere la causa, cioè il bisogno di minerali fondamentali per
abbassare l’acidità del corpo.
Il solo e unico rimedio è cambiare lo stile di vita e condurre
un’esistenza conforme alle esigenze della vita.
Ricapitolando, la genesi della carie è la seguente:
- Decalcificazione à azione vitale anormale nell’interesse superiore
del corpo. La trama minerale impoverita diviene maggiormente permeabile
all’infiltrazione degli acidi della bocca (acidi che poi si legano e
mischiano a sali minerali ed elementi albuminoidi), opponendo una
resistenza minore all’azione chimica di questi acidi. Questo magma
putrefattivo presente nella bocca richiama l’azione necrofaga di
alcuni specifici microrganismi, cioè quei microbi che
affretteranno la disintegrazione dall’esterno del dente. La cavità
della carie innescata nei punti deboli dalle fermentazioni acide locali,
scenderà più rapidamente per l’attività microbica che affretta la
distruzione della corona del dente.
Per
maggiori informazioni su:
-
Denti
e carie: “Salvate i vostri denti”, R. Haegel, ed. Manca
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Problemi
legati all’iperacificazione dell’organismo: “Come mai siamo sempre
più malati”, M. Pamio.