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Silvio
Berlusconi salva per decreto una delle sue reti
Reporter senza Frontiere - www.rsfitalia.org
Silvio
Berlusconi, allo stesso tempo presidente del Consiglio e proprietario di
un impero mediatico, ha firmato il 23 dicembre 2003 un decreto-legge che
consente a Rete4 di continuare a trasmettere in analogico. Con
questo provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri, si evita
quindi a Rete4 il passaggio sul satellite che avrebbe comportato
una perdita importante del valore commerciale dell’emittente privata. Rete4
che appartiene al gruppo Mediaset, di cui è proprietario lo stesso
presidente del Consiglio, potrà quindi conservare la sua rete analogica
fino al 30 aprile 2004, data in cui l’Autorità per le comunicazioni
dovrà prendere una nuova decisione.
"Il messaggio del presidente della Repubblica, di eccezionale
rilievo peraltro, è rimasto inascoltato. A meno di una settimana di
distanza, il presidente del Consiglio ha deciso di mettere la sua stessa
firma a un testo che difende i suoi interessi privati. Questo
provvedimento è quindi l’illustrazione più flagrante del conflitto
di interessi nei media di Silvio Berlusconi", ha dichiarato Robert
Ménard, segretario generale di Reporter senza frontiere, che ha
aggiunto : "Non si tratta certo di una qualunque decisione
economica. Prendiamo atto con inquietudine della portata di questo gesto
autocratico e delle sue conseguenze sul pluralismo dell’informazione
in Italia".
Il
decreto-legge firmato da Silvio Berlusconi e adottato dal Consiglio dei
ministri la vigilia di Natale, è successivo alla bocciatura della legge
" Gasparri " sulla riforma del sistema
radiotelevisivo. Con la decisione di rinviarla alle Camere, il
Presidente aveva valutatato evidentemente che il testo, adottato dal
Parlamento il 2 dicembre scorso, conteneva degli elementi contrari alla
Costituzione. La legge "Gasparri", che aveva per obiettivo
ufficiale di preparare il passaggio dalla televisione analogica al
sistema digitale terrestre, prevedeva di eliminare l’interdizione di
detenere, nelle mani dello stesso proprietario, più di due reti
analogiche nazionali e altri interessi plurimediali. Silvio Berlusconi
avrebbe quindi potuto conservare la proprietà delle sue tre reti
nazionali (Italia 1, Canale 5 e Rete4). Il
20 novembre 2002, la Corte istituzionale fissava al 31 dicembre 2003 la
fine del regime transitorio e quindi, dal 1° gennaio 2004, Rete4
avrebbe dovuto passare al satellite in nome del rispetto delle leggi
sulla concorrenza.
Reporter
senza frontiere ricorda che il progetto di legge sul conflitto di
interessi deve ancora essere approvato dal Senato. Il testo afferma che
la gestione di un’azienda a scopo di lucro è incompatibile con un
incarico governativo, ma che non c’è conflitto di interessi se la
gestione dell’azienda stessa è affidata a una terza persona. Ora, il
nome di Silvio Berlusconi non compare in nessun organigramma delle
aziende di sua proprietà. In questo caso particolare dunque, secondo il
disegno di legge che prossimamente passerà all’esame del Senato, la
questione del conflitto di interessi non ha più motivo di sussistere.
In
un rapporto intitolato "Conflitto di interessi nei media:
l’anomalia italiana", pubblicato nell’aprile 2003, Reporter
senza frontiere ha analizzato le conseguenze del conflitto di interessi
di Silvio Berlusconi sul pluralismo dell’informazione in Italia,
posizionata al 53° posto nella classifica mondiale della
libertà di stampa nel 2003.