|
Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
Le
datazioni confuse
Maurizio Blondet dal libro «L’uccellosauro
ed altri animali»
ORDINA IL LIBRO
L'uomo
è comparso sulla Terra 800 mila anni orsono. L’uomo è comparso 50
mila anni fa. Queste due asserzioni non possono essere entrambe vere, e
chiunque può capirlo. Ma c'è di peggio: è possibile che nessuna delle
due abbia senso alcuno, anzi che nessuna delle date su cui si basa la
"storia dell'evoluzione" abbia senso. Gli orologi delle ere
geologiche sono tutti truccati.
Se ne è convinta Marie Christiane van Oosterwyck-Gastruche (1), una
mineralogista belga, specialista di silicati, una vita dedita allo
studio dei materiali geologici africani. Oggi è una creazionista
convinta, fiera avversaria del darwinismo. Ma per anni, come tutti, ha
creduto ai "metodi di datazione assoluta" forniti dai
radioisotopi. Carbonio 14, Potassio-Argon, Torio 230 (2): sono gli
orologi su cui giurano i paleontologi. La geologa non se n'era mai
occupata di persona: ma sapeva che, poiché questi elementi dimezzano la
loro radioattività in un numero di anni precisamente accertato, è
possibile, misurandone la quantità rimasta nei fossili, sapere la loro
età.
In realtà, non è cosi semplice. I metodi di misurazione dei
radioisotopi sono sofisticati e richiedono procedimenti e apparecchi
complessi. Inoltre, molto spesso forniscono datazioni che i paleontologi
considerano "anormali", che arretrano o fanno avanzare antiche
creature estinte di milioni di anni sulla scala evolutiva. Datazioni
impossibili, datazioni aberranti.
«Vent'anni
fa», racconta la geologa belga, «un
geo-cronologista di fama mondiale, di cui non farò il nome, chiese il
mio parere sull'allarmante frequenza di queste datazioni anormali.
Studiato il problema, la mia risposta fu semplice. Gli elementi
radioattivi sono imprigionati in strutture cristalline ben definite.
Sicché, è logico pensare che siano influenzati dai fattori che
provocano la genesi e l'alterazione dei cristalli minerali: anzitutto la
temperatura e le soluzioni cui possono essere stati sottoposti per
l'intervento di fattori idro-termali, ma anche la loro composizione
chimica e la loro granulometria, ossia la finezza o grossolanità dei
detriti da datare. Proposi una serie di test per “tarare" gli
orologi geologici».
«Questi test non sono mai stati
eseguiti. Il mio interlocutore rifiutò molto sgradevolmente: la mia
pretesa, disse, non è scientifica, perché in ogni caso le tecniche
isotopiche forniscono sempre date assolute".
La
reazione incuriosì la signora Gastruche, che decise di indagare sui
fondamenti di quella scienza che aveva accettato per fede. Si tuffò
nella letteratura scientifica geologica, paleontologica, genetica.
Consultò specialisti di ogni campo. Cercava soprattutto di sapere su
quali punti di riferimento cronologici si erano fondati i geologi, da un
secolo a questa parte, per validare le loro datazioni: perché potevano
dire con sicurezza, ad esempio, che l'estinto Proconsul
(una scimmia apparentemente ominide) (3) era vecchio di 14 milioni di
anni, e non di 46 milioni, come pur risulta da certe misurazioni. Qual
era il criterio seguito per rigettare l'ultima data, e mantenere la
prima come best value, miglior
valore?
I geologi consultati ammisero di non averci mai pensato. Anche loro
avevano accettato per fede un dato scientifico stabilito. Le
consigliarono di consultare il manuale di Arthur Holmes, Physical Geology. «Lì è
spiegata tutta la questione»
Madame Gastruche si addentrò
dunque nella lettura di questo vecchio manuale (1965) scritto da uno
scienziato nato nel 1890 e defunto nel 1963.
E
scoprì che la validazione delle date si basava sulla presenza di certi
“fossili tipici" di ogni strato geologico, secondo la “scala
stratigrafica” elaborata da Charles Lyell.
Chi era costui? Charles Lyell (1797-1875) era un ricco avvocato inglese,
amico personale di Darwin, ateo convinto, e dilettante di geologia. Un
membro ragguardevole di quel circolo Picwick che si radunava attorno al
padre dell'evoluzionismo, composto di dilettanti e di eccentrici. L'idea
fissa di Lyell era dimostrare che
Come
sir Charles ignorava tutto della genetica e del DNA, così l'avvocato
Lyell non poteva saper niente della tettonica delle placche, quella
deriva dei continenti che sottopone gli strati geologici a smisurati
spostamenti laterali, sotto la spinta di forze immense. La sua bella,
semplice e tranquilla "scala stratigrafica", composta di
sedimenti depositatisi l'uno sull'altro per indisturbati eoni, veniva
alquanto sconvolta; precisamente come la tettonica delle placche
sconvolge e rende eterogenea la stratigrafia terrestre. C'erano stati,
eccome, diluvi; c'erano stati cataclismi. Persino una revisione dei
depositi geologici e fossiliferi su cui Lyell s'era fondato per la sua
teoria della "lunga durata" hanno mostrato d'essersi formati
in tempi brevissimi e per un cataclisma.
Tutto ciò di cui disponeva allora Lyell, era la cosiddetta
classificazione dell'italiano Giovanni Arduino (1714-1795), che definiva
l'antichità degli strati geologici in base al loro grado cristallino.
Nel '
(…)
Note:
1) La relazione di Madame Gastruche è reperibile al sito Intemet:
www.rael.orgl-realnet/ evoluti2.htnil
2) Il metodo del Carbonio 14 si utilizza per datare reperti
archeologici, perché, dato il rapido dimezzamento del Carbonio 14 (5740
anni), questo---orologio"non può risalire oltre i 50 mila anni. Il
metodo del Potassio-Argon serve a datare le rocce, ma è ammesso che se
le rocce hanno subito successivamente un riscaldamento superiore ai 125
gradi C°, la datazione diventa insicura. Il Torio 230 è utilizzato per
calcolare l'età dei sedimenti oceanici, ma entro i 300 mila anni.
3) Il Proconsul africanus, scoperto dalla famiglia Leakey, è uno dei
tanti primati fossili che hanno perso lo status di "anelli di
congiunzione" fra uomo e scimmia. Oggi si sa che il Proconsul era
troppo specializzato per essere un nostro antenato diretto.