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“…Il
governo è stato costretto a prendere questa decisione.
Noi non abbiamo indagato sulla natura di queste
costrizioni…”
Enrico Letta,
sottosegretario alla Presidenza del consiglio
Dal
Molin: attentato all’integrità territoriale
Paolo
Emiliani, da Rinascita del 18 gennaio 2007
E' molto chiaro, in questo senso, l'articolo 5 della nostra
Costituzione.
Anche il Codice Penale non ha bisogno di molte interpretazioni su questa
materia.
Art. 241 Attentati contro la integrità, l'indipendenza o
l’unità dello Stato.
Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello
Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero
a menomare l'indipendenza dello Stato è punito con l’ergastolo.
Originariamente era prevista la pena di morte, poi
soppressa e sostituita con il carcere a vita, a testimonianza che questo
è, per la legge italiana, reato più grave, per esempio
dell’omicidio, per il quale sono previste gradazione di pena più
lievi prendendo in considerazione le modalità del delitto.
L’attentato alla integrità dello Stato non ammette,
invece, attenuanti e l’articolo 5 dello stesso Codice Penale non
ammette l’ignoranza della legge.
Noi crediamo che la decisione di concedere agli Usa l'area attualmente
occupata dall'aeroporto "Dal Molin» per la realizzazione di una
base militare americana (Ederle2), che sarà fuori dalla giurisdizione
italiana, violi proprio l’articolo 241 del Codice Penale.
E' infatti indubbio che, quel pezzo di madre Patria verrà
sottratto nel fatto e nel diritto all'Italia diventando un'isola
straniera all'interno dei nostri confini.
Probabilmente nessun magistrato avvierà mai un procedimento in questo
senso, come nessuno fece nulla quando, ambiguamente, nella legge che
aboliva la leva obbligatoria, al comma 1 di fatto si stabilì la
condizione subordinata dell'Italia alle decisioni delle
"organizzazioni internazionali delle quali l'Italia fa parte”,
leggi, tra l'altro,
L’Italia deve difendere la sua residua sovranità
nazionale e l'opposizione alla megastruttura militare americana di
Vicenza sarebbe stato un passo fondamentale per invertire una tendenza
che va avanti dalla fine della guerra mondiale.
Così non è stato e con la precisa responsabilità di un governo al cui
interno siedono esponenti della cosiddetta sinistra radicale.
Ora Rc e Pdci hanno annunciato battaglia, ma su cosa? Se
fossero veramente determinati farebbero cadere oggi il governo Prodi.
Gli italiani, nonostante oltre mezzo secolo di bombardamento mediatico,
lo dicono i sondaggi, sono in maggioranza contrari a questa nuova base
Usa in Italia.
Si vada quindi alle urne e non divisi tra liberisti filoatlantici di
centrosinistra e liberisti filoatlantici di centrodestra, ma tra
collaborazionisti dell’invasore e uomini liberi.
Questo però non lo faranno mai lorsignori ed allora tanto
vale che la smettano con il loro starnazzare.
Semmai bisogna ulteriormente preoccuparsi per certe inquietanti
dichiarazioni rilasciate ieri nientemeno che dal sottosegretario alla
presidenza del consiglio Enrico Letta.
Sette parlamentari veneti della maggioranza (Laura
Fincato della Margherita, Elettra
Deiana, Gino Sperandio, Tiziana Valpiana del Prc, Luana
Zanella dei Verdi, Lalla
Trupia dei Ds e Severino
Galante del Pcdi) hanno voluto incontrare Letta: «Ci ha detto testualmente – ha riferito Severino Galante del
Pcdi – che il governo è stato costretto a prendere questa decisione. Noi non
abbiamo indagato sulla natura di queste costrizioni, però…»
Noi, invece, vorremmo indagare sulla natura di queste
costrizioni.
Gli italiani devono sapere, perché in pericolo c’è la loro residua
libertà