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Curare
la vista con i metodi naturali originarî del Dott. Bates
Rishi
Giovanni Gatti, giornalista, presidente della A.V.P.
Nella favolosa cornice
della Tenuta Monte Volparo a
Camerata di Todi (Perugia) si è svolto un “gruppo di studio
residenziale” della Associazione
Vista Perfetta, dedicato all’approfondimento e alla pratica dei
metodi di cura della vista imperfetta secondo il Sistema
Originario del Dott. Bates. In questo breve ma ricco articolo
forniamo un resoconto di quattro dei casi che nell’arco di otto giorni
sono stati presenti alle attività del Gruppo.
In premessa, si tratta di persone che hanno letto il libro originale del
Dott. Bates “Vista Perfetta Senza Occhiali” come edito da Juppiter
Consulting Pub. Co. di Milano e hanno scartato gli occhiali per
iniziare su se stessi l’auto-trattamento per la cura del loro difetto
visivo. Meramente co-ordinati dal Presidente della A.V.P., il
giornalista Rishi Giovanni Gatti, i singoli partecipanti hanno condiviso
le loro esperienze davanti alla tabella di controllo di Snellen e cosí
facendo hanno beneficiato vicendevolmente dei successi raggiunti, come
anche degli errori fatti (da non essere ripetuti!).
Il caso della
socia P.
Una donna, di nome P.,
di circa 60 anni e di professione scrittrice, partiva dalla condizione
piú difficile, avendo portato occhiali per oltre quarant’anni. La sua
storia iniziò con un principio di distacco di rètina dovuto a
un trauma sull’occhio sinistro, verificatosi pochi anni dopo aver
iniziato l’uso degli occhiali correttivi. Il campo visivo
improvvisamente “dimezzato” (non vedeva la parte inferiore delle
persone che guardava) la costrinse a immediate cure chirurgiche e a un
mese di degenza forzata a letto, con dei sacchettini di sabbia
appoggiati sui globi oculari.
Nel corso degli anni seguenti, la miopia passò da una a cinque
diottrie e sono stati diversi gli interventi “di ritocco”
effettuati con il laser sull’occhio operato. Stranamente, anche
l’occhio “sano”, che non aveva subíto traumi, dovette sottoporsi
a qualche sistemazione con il laser perché la sua stessa rètina
cominciava a dare segni di “accartocciamento”. Arrivando a tempi piú
recenti, lo sforzo oculare non era stato affatto alleviato e il problema
visivo sfociò nella comparsa di cataratte, dapprima incipienti,
e ora finalmente giudicate “mature” e pronte per essere operate.
Qui è entrato in gioco il trattamento del Dott. Bates,
auto-amministrato dalla socia che dal 1 agosto 2010 ha tolto gli
occhiali per non rimetterli mai piú. La visione con quest’occhio
misurata con la tabella di controllo di Snellen era di 8/70 (a
otto piedi di distanza ella poteva lèggere la riga di lettere che chi
ha vista normale può lèggere a settanta piedi), una visione
marcatamente imperfetta.
Al termine di otto giorni di pratica piú o meno continua con varî
metodi di riposo, l’ultima rilevazione effettuata ha riportato una
visione, con i due occhi insieme, di 10/20, cioè a tre metri di
distanza lei leggeva (in lampi) lettere che chi ha vista normale
leggerebbe a sei metri di distanza, quindi una visione di “cinque
decimi”. La visione piú stabile, cioè in assenza di lampi, è invece
leggermente inferiore, cioè 10/30, con un netto miglioramento
guardando tabelle con sfondo nero, nel quale caso risulta essere 10/20-.
Dopo circa un mese senza occhiali, la socia si è sottoposta a una
visita professionale e l’oculista ha dichiarato con molta
soddisfazione di non trovare alcun peggioramento nella condizione
della cataratta (contrariamente agli anni precedenti), e che anzi la
salute dell’occhio in generale è molto migliore (anche sotto
atropina), sebbene la rifrazione non fosse stata valutata senza
indossare la prescrizione (e pertanto confermando il livello di miopia
registrato in archivio).
Il caso del socio
R.
Un signore di circa 45
anni, funzionario di banca, ha deciso di partecipare al gruppo di studio
della A.V.P. dopo che alcuni mesi prima aveva acquistato i due libri
fondamentali e la serie completa di tabelle di controllo di Snellen del
Sistema Bates Originario ma non aveva ancóra potuto praticare la cura
in modo continuativo. Il suo difetto non è mai stato grave: iniziato
circa venticinque anni prima con una miopia di mezza diottria, si
era andato consolidando fino a un difetto lieve di circa una diottria
e mezzo. Gli occhiali non sono mai stati impiegati con continuità,
ma soltanto in rari casi e in caso di estrema necessità. A un primo
controllo con la tabella di Snellen, la visione si è però dimostrata
scarsa, limitata a 20/40, cioè cinque decimi, in piena luce
solare. All’inizio del gruppo di studio, e cioè alle ore 16 della
domenica del 1 agosto 2010, la visione con i due occhi insieme in buona
luce solare è stata registrata essere di 20/30. Il giorno
successivo però la visione è súbito balzata a 20/20 in buona
luce, con i due occhi insieme. La mattina di domenica 8 agosto la
visione era la seguente: 15/10 (con i due occhi insieme, visione
“sopra-normale”), a venti piedi si conferma la visione sopra-normale
di 20/15 e, per concludere, a un controllo sulla tabella nera (di
solito piú facile ma in questo caso invece piú difficile) la visione
si è rivelata normale, 20/20.
Quindici giorni dopo il termine del gruppo di studio, i dati della
visione misurati con luce ambientale hanno confermato la tenuta della
visione normale, con grande soddisfazione del socio che – pur partendo
da una condizione semplificata – ha sostanzialmente guarito in pochi
giorni il suo difetto, senza dover ricorrere a strane pratiche di
ginnastica oculare, o esercizi meccanici ripetitivi.
Una nota importante di questo caso è che probabilmente i buoni
risultati raggiunti in poco tempo sono stati co-adiuvati dalla pratica
del “rimirare il sole” che il socio R. sta portando avanti da
alcuni mesi, essendo arrivato a rimirarlo continuamente al tramonto per
oltre 15 minuti di fila, con i due occhi aperti e aumentando di dieci
secondi ogni giorno effettivo di rimirazione. Gli altri metodi impiegati
davanti alla tabella di controllo di Snellen sono stati prevalentemente
centrati sull’esercizio della “centrale fissazione” del Dott.
Bates, con riferimento, in particolare, alla “memoria del punto
nero”.
Il caso del socio
A.
Alcuni mesi fa un signore di quasi cinquant’anni, di professione
insegnante/formatore, aveva scoperto il sito
Internet della A.V.P. e aveva voluto partecipare a uno dei Gruppi di
Studio domenicali che l’Associazione svolge regolarmente in tutta
Italia. È stata l’occasione per terminare una lunga peregrinazione
durata oltre vent’anni, che lo aveva portato a visitare quasi tutti
gli “operatori” – professionali e non – che proponevano sedute
e/o corsi/seminarî (a pagamento) sul cosí detto “Metodo Bates”.
Sarebbe implicito rilevare che questi incontri si sono rivelati
completamente inutili o, peggio, fuorvianti, dato che la prescrizione
oculistica non era variata in meglio a sèguito di queste consulenze:
addirittura, a sentire parlare un medico oculista (collegato a un
professionista “rieducatore visivo”), per i poveri occhi del nostro
socio altro non v’era da fare che operare al piú presto per la
rimozione dei cristallini, per alleviare sia la forte miopia che la
cataratta incipiente! Questa minaccia era stata aggravata dalla infausta
previsione che di lì a pochi mesi il signor A. sarebbe diventato cieco!
La lettura dei testi originarî del Sistema Bates – come pubblicati da
Juppiter Consulting – ha notevolmente rinfrancato il nostro amico,
incoraggiandolo all’avvìo definitivo della sua Cura, rimuovendo
definitivamente gli occhiali da vista e rinunciando alla guida
dell’automobile. Dopo aver partecipato con profitto ad altri incontri
non residenziali della A.V.P., il socio A. ha deciso di iscriversi al
gruppo residenziale di agosto 2010 per approfondire nel modo corretto le
varie pratiche di riposo oculo-mentale.
Alla
prima rilevazione di domenica 1 agosto, ore 16:00, la visione in buona
luce era, con il solo occhio scarso, di 8/40, ma tendeva a
lampeggiare a 8/30. Quest’occhio aveva permanentemente indossato fino
a pochi mesi prima una prescrizione di quasi 9 diottrie di
miopia, essendo stato difettoso fin dall’età di 14 anni (prima
prescrizione di 3 diottrie). Già l’indomani, alla mattina di lunedì
2 agosto, la visione con i due occhi e con la tabella a sfondo nero, in
buona luce, era salita – in lampi – a 20/30. Nei giorni
successivi, le lunghe passeggiate nei boschi, la rigorosa dieta
vegetariana “povera di muco” e le ore di pratica passate davanti
alla tabella di controllo di Snellen in compagnia degli altri soci,
hanno consentito al signor A. di lèggere al quinto e ultimo giorno con
i due occhi insieme e tabella nera i 20/30 con una certa continuità,
laddove l’occhio scarso leggeva 20/50 su tabella nera mentre
quello migliore (ultima prescrizione, quasi sette diottrie di miopia)
leggeva le stesse lettere ma su sfondo bianco (piú difficile).
Nell’ultima seduta prima di lasciare il gruppo, il socio A. ha avuto
un lampo di visione normale alla distanza di tre metri (10/10
ultima riga della tabella C-200).
Un
tratto caratteristico riferito dal signor A. è che egli si accorge
sempre piú spesso della “sorpresa” che prova quando
inaspettatamente i suoi occhi si mettono a fuoco spontaneamente
sull’oggetto riguardato, senza che lui stesso debba fare niente
affinché ciò accada. I risvolti psicologici di queste occorrenze sono
interessanti: ci si sorprende perché “le cose vanno per il verso
giusto”, mentre si prende per scontato, senza sorprendersi né
dispiacersi, il fatto che le cose vadano sempre “male”, cioè la
vista fallisca.
Nei
giorni successivi al termine del gruppo residenziale, esercitandosi da
solo il socio A. ha rilevato i seguenti dati: con la tabella dei quattro
metri, la visione “a freddo” dei due occhi singolarmente era di 3/10
e coi due occhi insieme di 5/10. [Si noti una memoria riferita dal
signor A.: quando veniva esaminato alla leva militare, la sua vista
senza correzione era talmente scarsa da non poter essere misurata in
decimi, ma in ventesimi, NdR]. Dopo un minimo di esercizio, sebbene
in luce non buona, si confermava il valore temporaneo di 7/10,
con i due occhi insieme. Dopo due settimane, in luce artificiale, alla
distanza di dieci piedi (circa 3 metri) la visione con i due occhi
insieme era di 10/35 su fondo bianco, e 10/25 su fondo nero, ma dopo un
po’ di pratica leggeva 10/25 su fondo bianco e 10/15 su fondo
nero con maggior continuità. Dopo un mese, la visione continua a
migliorare tanto che il nostro amico legge a dieci metri gli indicatori
luminosi dei treni, quelli vicini ai binarî, che solo poche
settimane prima richiedevano una distanza di due metri per poter essere
faticosamente decifrati.
In questi ultimi giorni, la testimonianza del socio A. racconta di una ritrovata calma mentale che non gli era stato possibile nemmeno immaginare fino a pochi mesi prima. Mettere in pratica i metodi originarî del Bates, esercitandosi davanti alla tabella di controllo di Snellen, gli consente di “stimolare apparentemente una capacità di guarigione piú generale”, se cosí si può dire, e conferma la bontà delle scoperte dell’oftalmologo americano, i cui testi ai quali ci ispiriamo sono “l’unica cosa seria”, a differenza degli altri disponibili sul mercato scritti da altri. Secondo il signor A., «lèggere le vere parole di Bates significa lèggere le parole di uno che sapeva veramente quello che diceva perché lo aveva lungamente sperimentato nella sua pratica clinica, di certo non se lo era inventato».
Il
caso del socio C.
Una signora di circa quarant’anni, libera professionista, era entrata
in contatto con i libri originarî del Sistema Bates circa due anni e
mezzo fa, quando un suo stretto conoscente le aveva proposto di
approfondire questo tipo di cura per risolvere un problema di miopia
media che avevano entrambi. I primi tentativi fatti con i testi di Bates
furono sorprendenti: grazie al palmeggiamento e al dondolio lungo si
ebbero i primi incoraggianti risultati, con un lampo di visione
apparentemente nitida in casa come non era mai successo neanche con gli
occhiali. In sèguito, e forse per via del lavoro al calcolatore che la
costringeva a stare per ore intere a fissare il video, per la signora A.
riscontrare dei miglioramenti visivi era diventato raro, e nel volgere
di alcuni mesi, al termine dell’estate del 2008, il trattamento venne
abbandonato.
Dopo
circa un anno, alla nostra socia l’interesse per il metodo venne
stranamente a risvegliarsi, ma la necessità di usare lenti per la guida
fu dirimente, e nel mese di novembre del 2009 si verificò una
capitolazione: la signora decise inopinatamente di acquistare ben due
nuovi occhiali dalle montature firmate e dimenticarsi cosí,
definitivamente, della cura della vista con metodi naturali. Questa
bizzarra decisione ebbe una violenta controprova dopo circa due
settimane, quando la signora dovette recarsi per lavoro a un congresso,
dal quale se ne uscì con un mal di testa cosí violento che trovò
sollievo solamente dopo aver abbandonato l’uso delle lenti correttive,
che aveva profumatamente pagato. A quel punto, l’unica direzione
possibile era quella di riprendere in mano i testi di Bates per cercare
finalmente di capirci davvero qualcosa. Nel giro di alcuni mesi, la
pratica diede buoni frutti, tanto che gli occhiali non vennero piú
usati nemmeno per la guida, dato che la visione in condizioni di luce
diurna era ben superiore ai cinque decimi prescritti per legge.
La
prescrizione di partenza era abbastanza seria: OD, miopia/astigmatismo,
oltre 5 diottrie; OS, miopia/astigmatismo, 3 diottrie. La visione
rilevata a Monte Volparo la mattina di lunedì 2 luglio è stata la
seguente: OD 20/100, OS 20/40, OO 20/30 (con lettere sfocate). Nei due giorni e mezzo di partecipazione
al gruppo, la visione è migliorata come segue:
OO
10/10- (visione normale per quasi tutte le lettere, a tre metri con
tabella standard C-200 a sfondo bianco)
OO 20/30- (a sei metri e con
tabella Numerale standard a sfondo bianco),
OO 20/30 N (a sei metri e con tabella standard a sfondo nero);
OS 20/30 NUM (a sei metri con tabella Numerale standard a sfondo
bianco),
OS 10/10- (a tre metri visione normale per quasi tutte le lettere della
tabella standard su sfondo bianco);
OD 10/30 (l’occhio debole risente molto dello sforzo visivo poiché
non è mai stato esercitato a fondo in passato),
OD
20/40- (a una distanza maggiore, casualmente la visione è leggermente
migliore con tutte le tabelle utilizzate).
Dopo
circa due settimane la visione rilevata in buona luce era la seguente
(tabella standard C-200 su sfondo bianco): OD 20/50, OS 20/30, OO
20/20. Alla luce di questi dati, la visione è normale con i due
occhi, mentre resta ancóra carente con l’occhio piú scarso, segno
che la socia deve esercitarsi obbligatoriamente e frequentemente
utilizzando una benda sull’occhio migliore.
Secondo la socia C., la partecipazione al gruppo residenziale è stata molto utile per correggere la propria pratica, dato che grazie al confronto con persone piú esperte ella ha potuto derivare un esempio migliore e un modo di esercitarsi piú proficuo. Un altro aspetto positivo riscontrato ha riguardato la possibilità di passare ore intere di pratica continua con le tabelle, senza rotture di scatole e influenze negative esterne. È stato anche molto utile raccontare agli altri soci l’episodio topico degli occhiali firmati, accuratamente scelti di colore bianco/bordeaux l’uno e in celluloide trasparente l’altro. Questi occhiali dovevano risolvere un problema personale relativo al proprio aspetto fisico, e, piú in profondità, dovevano funzionare da “maschera nel mondo”, e per questo motivo dovevano essere perfetti nei lineamenti e adattarsi completamente al viso. Cosí era stato deciso! Ma nel momento in cui questa teoria ha dovuto sostenere la prova dei fatti, l’esplosione del mal di testa è una stata una vera tragedia, dai risvolti inaspettati. L’enorme energia psichica investita nell’acquisto degli occhiali correttivi, che ora si dimostravano inutili, si è riversata nella forte intenzione di perseguire una cura autentica, non c’era scampo. Il problema del malessere psicologico dovuto alla vista imperfetta doveva essere risolto alla radice, senza usare inutili “coperture”, senza nascondersi dietro quel fatuo senso di protezione ipoteticamente garantito dagli occhialetti correttivi, per quanto “di marca” e “accuratamente scelti”.
P.S.:
il prossimo Gruppo Residenziale della Associazione Vista Perfetta si
svolgerà in provincia di Padova nei giorni 30, 31 ottobre e 1 novembre
2010. Chi volesse partecipare è pregato di contattare il presidente @
vistaperfetta.it.