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economia
- Duri e
puri: aspettando un nuovo 1929
E
la borsa si impenna?
No, tentenna e poi sprofonda...basta solo aspettare
Eugenio Benetazzo - 13/12/2005
Tratto da www.effedieffe.com
Risparmiatori in preda al panico a
Wall Street dopo l'incidente di borsa del 29 ottobre 1929
Uno
scenario borsistico pesantemente ribassista ci attende, non per i
prossimi anni, ma per i prossimi mesi.
Le motivazioni macroeconomiche che trasmettono profondo sgomento e
preoccupazione su tutto il pianeta sono ormai abbastanza note, dalla
difficoltà del dollaro americano, al sovradimensionamento del deficit
statunitense, alla corsa del prezzo del petrolio sino all'affacciarsi
sulla scena produttiva mondiale di due giganti dalle risorse ed
opportunità infinite.
Come ho più volte sottolineato nel saggio «Duri
e puri», le
proiezioni sulla base di queste aspettative trasmettono uno scenario
pesantemente ribassista con il declino economico di una parte del
pianeta a fronte della prosperità e trasferimento di ricchezza per
un'altra: detonatore di questo mutamento di scenario dovrebbe essere
proprio un nuovo 1929 sui mercati borsistici.
Stiamo
assistendo, ormai da quasi tre anni, ad una emorragia
inarrestabile di capitali e posti di lavoro che migrano dall'occidente
all'oriente: la globalizzazione multinazionale, ormai vanto del
capitalismo sfrenato ed allo sbando senza più regole, comporta queste
sfaccettature: il denaro va dove è più conveniente che sia investito.
Proprio come più di settant'anni fa, si stanno disegnando con molta
precisione le condizioni che portarono i mercati americani al più
grande crack della storia economica: il 1929.
E sono noti quali siano i sintomi che viviamo oggi e che come allora
rischiano di anticipare un altro catastrofico shock borsistico, con
successive ripercussioni sulle variabili macroeconomiche: «saturazione
del mercato immobiliare, insostenibile debito pubblico in USA, rialzi di
Borsa ingiustificati ed irrazionali, povertà e limitazione del consumo
di massa, limitato potere di acquisto e diminuzione progressiva dei
profitti aziendali».
Questi elementi accomunano due epoche così distanti, eppure così
vicine, tanto da confermare l'idea diffusa che i mercati abbiano memoria
e ripropongano nel tempo comportamenti e dinamiche con la stessa
evoluzione.
Sulla base delle esperienza storiche della civiltà umana e in
considerazione del fatto che i mercati tendano a replicare un
comportamento del passato (su questo presupposto si basa l'analisi
tecnica) possiamo valutare molto attendibile l'ipotesi che un nuovo 1929
si riproponga sui mercati, magari con dinamiche del tutto nuove ed
inusuali.
E
se non volete credere a me,
almeno date retta ai grafici di Borsa ed alle leggi su cui si basano:
come potrete voi stessi desumere dal commento in essi contenuto le
prospettive che vi aspettano sono allarmanti.
Cercatevi una scialuppa, prima che non ce ne siano più in circolazione,
o che non siano alla portata di tutti: il continuo ed incessante rialzo
dell'oro (che ha come obiettivo i 750/800 USD l'oncia per la fine del
2006) è il termometro che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe.
La corsa al metallo giallo, unico bene reale su cui si basano le riserve
delle Banche Centrali, dimostra che molti operatori ed investitori,
istituzionali e non, stanno cercando rifugio e protezione con questo
asset per i mesi a venire.
I mercati si sono apprezzati, dopo i minimi di due anni fa, più per
ragioni tecniche che razionali: adesso vi aspetta una drammatica discesa
(forse direi anche inaspettata) che spazzolerà per bene i vostri
dossier titoli ed i vostri portafogli (vi basta osservare il grafico che
proietta l'indice italiano SPMIB40 ben oltre sotto i 30.000 punti).
Termino
lanciandovi un ultimo allarme che darebbe ancor più adito alle
ipotesi di discesa: il rialzo dei tassi.
Il livello dei tassi di interesse,
sia in America che in Europa, è tra i minimi storici degli ultimi 30
anni: gli Stati Uniti, con Alan Greenspan, hanno già iniziato a
rialzarli velocemente, dopo una drammatica discesa negli ultimi quattro
anni.
L'Europa presto inizierà a seguire questa strada, per forza di cose.
Ma a quel punto i mercati obbligazionari a breve termine diventeranno
un' attrattiva molto stuzzicante, che drenerà liquidità dai mercati
azionari.
Questo meccanismo osmotico di migrazione dei capitali attraverso switch
di portafoglio diventa un elemento aggiuntivo che può confermare la
tendenza a scendere, per i prossimi anni, dei mercati azionari.
Ricordo,
infatti, che proprio a causa della discesa dei livelli di
rendimento dei BOT, dal 1997 al 2001, Piazza Affari è stata invasa da
un'ondata di liquidità inaspettata che ha consentito di alimentare la
speculazione irrazionale sui rialzi dei corsi azionari negli anni
passati (e ci ricordiamo tutti come andò a finire).
Non posso fare a meno di pensare che si possa verificare anche l'opposto
quando i BOT si riporteranno magari al 5 % di rendimento dagli attuali
miseri due punti.
L'abbaglio per il denaro facile e per il profitto indiscriminato ci
insegna che
Eugenio Benetazzo
operatore di borsa indipendente