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Cristianesimo
e Reincarnazione
A cura di Giovanni
Peccarisio
Conoscenze orientali
della reincarnazione
Correva l’anno 869 d.C. Tutto ebbe inizio dalla
cancellazione dell’esistenza dello Spirituale da parte della Chiesa
cattolica.
Quando perciò si parla del messaggio del Cristo bisogna
distinguere nettamente il termine cristianesimo
da cattolicesimo.
Nel Concilio di Costantinopoli tenutosi nell’869 la Chiesa
cattolica decretò che doveva essere cancellata l’esistenza dello
Spirito come parte costitutiva dell’essere umano e che da quel
momento, solo l’anima umana poteva avere qualche qualità spirituale
ma nulla più di questo.
In tal modo fu cancellata non solo la parte spirituale dell’uomo,
quella parte cioè che può avere possibilità di evoluzione, ma fu di fatto negata anche l’esistenza del Mondo
Spirituale con tutte le sue leggi evolutive, compresa la legge del karma
e della reincarnazione e conseguentemente la possibilità di autodeterminazione
dell’essere umano.
Tale decreto era stato preparato già con il secondo
Concilio di Costantinopoli del 552 d.C.
In seguito il tutto fu ribadito con il Concilio di Lione del 1274 e
quello di Firenze dell'1439.
Per tale motivo essa fu considerata alla stregua di
un’eresia.
Questi Concili hanno condannato la reincarnazione anche perché, come
parametro di giudizio, prendevano in considerazione l'idea di
reincarnazione che viveva nel mondo orientale.
La reincarnazione invece si basa su ben altre leggi
spirituali come, in modo sintetico, si cercherà di dimostrare.
Nelle antiche civiltà orientali si pensava che l'uomo fosse stato
cacciato dal Cielo e, per punizione, confinato a vivere eternamente
sulla Terra, considerata perciò luogo d’esilio.
Nacque in tal modo nell’uomo orientale l’idea delle ripetute vite
terrene o reincarnazione.
Oggi l’orientale, ha ancora il sentimento istintivo della
reincarnazione, ma, non riuscendo più a coglierne il vero significato,
cerca soltanto di liberarsi dallo spietato circolo delle ripetute vite
terrene che lo costringe a ritornare in un corpo fisico sulla terra,
luogo di dolore.
Con il tempo inoltre è sorta una visione distorta: quella della
possibilità di reincarnazione di un essere umano in un corpo di animale
quale ulteriore punizione per
gravi mancanze o peccati commessi. Sarebbe opportuno a questo punto, per
maggior chiarezza, correggere il termine reincarnazione, o ripetuta
incarnazione di un’anima
in un corpo umano, con metempsicosi, o trasmigrazione
dell’anima in un corpo d’animale.
L’idea orientale considerata dalla Chiesa cattolica, ha
comportato un’errata interpretazione del concetto di reincarnazione
basata su due punti essenziali:
1° - l’idea
dell'eterno ritorno quale punizione e, per conseguenza, la non
possibilità di evoluzione.
2° - l’idea della
reincarnazione come possibile caduta nel regno animale o metempsicosi.
Un tale modo di pensare deriva dal fatto che gli antichi
orientali non avevano ancora né conoscenza, né tanto meno coscienza di
possedere un Io individuale avente la possibilità di compiere una
evoluzione personale.
L'evoluzione invece consiste in un graduale, lento perfezionamento che
si attua portando l’Io umano, la prima e più elevata parte spirituale
costitutiva, a vivere alternativamente nel mondo terrestre e in quello
Spirituale, per raggiungere il grande compito di conquistare
Tale lungo cammino viene regolato e caratterizzato dalle leggi del karma
e della reincarnazione.
Moderne
conoscenze
Nel 1915 il Sant’Uffizio ancora una volta ha condannato
duramente l’idea della reincarnazione presentata dalla Società
Teosofica perché, com’è affermato, “ … l’idea deve essere rifiutata, anche se è presentata dalla Teosofia sotto una falsa veste scientifica ”.
In seguito, con la venuta dell'Antroposofia di Rudolf Steiner,
Tale insegnamento risulta incompatibile con l’idea della
reincarnazione, poiché afferma che la redenzione dell'umanità deve
avvenire solo tramite la morte sacrificale del Cristo sul Golgota
Questo concetto, fissato in dogma, è sorto nel V secolo d. C. ed è la
conseguenza di una disputa fra Pelagio e S. Agostino.
Pelagio, un asceta inglese, operò in Italia, a Roma, all'inizio delle
400 d. C.
Egli negava il peccato originale
quale trasmissione ereditaria di un peccato morale. Considerava questo concetto non compatibile con la
giustizia di Dio, perciò affermava che l'uomo, nascendo senza peccato,
per conseguenza aveva la capacità di scelta fra il bene e il male e
quindi era libero di scegliere o meno la propria redenzione.
S. Agostino affermava al contrario che il peccato originale commesso da
Adamo era ricaduto moralmente anche sui suoi discendenti impedendo loro
di vincere il male basandosi soltanto su forze puramente umane.
Essa accolse la tesi di S. Agostino e in altre parole che
l'uomo da solo non può superare il male ma deve rimettersi alla grazia
originata dal sacrificio del Cristo, collegandosi però anche alla tesi
di Pelagio secondo il quale la grazia da sola non basta, poiché l'uomo
le deve andare incontro sforzandosi di scegliere il bene, adeguandosi
per conseguenza a quello che
In tal modo da una parte
Riassumendo perciò, e sintetizzando, a tutt’oggi
1° - la remissione dei peccati
2° - il premio o il castigo.
Conoscenza
antroposofica della reincarnazione.
Con la conoscenza e l’ammissione della legge della
reincarnazione e del karma, nell’Antroposofia di Rudolf Steiner è
introdotto qualcosa di totalmente nuovo.
Secondo tali leggi è possibile ammettere la possibilità di
riparazione o compensazione di falli morali commessi dall'uomo a mezzo di ripetute
vite terrene, le quali si svolgono in modo giusto ed equilibrato secondo
la legge del karma.
Le dottrine esposte dall’Antroposofia, in realtà corrispondono non a
idee personali e arbitrarie di Rudolf Steiner ma, come lui stesso
dimostrò nelle sue oltre seimila conferenze, furono reali verità
spirituali da lui colte grazie alle sue particolari capacità
spirituali. Tali dottrine
sono osservabili e dimostrabili in modo scientifico, secondo una scienza
che sa aprirsi ed accoglie anche la conoscenza di leggi scientifiche di
natura spirituale.
Su ciò
Questa però è solo un’interpretazione non esatta della Chiesa
cattolica del pensiero di Rudolf Steiner. Egli in una sua raccolta di
conferenze dal titolo “ Cristo e
l’anima umana“ tratta l’argomento in modo ampio ed
articolato.*
Lo rileva con molta esattezza e lo riassume in due punti
essenziali.
1° - Quando l’uomo commette una mancanza ( in termini
religiosi fa un peccato ) ed
arreca un torto ad esempio ad un’altro essere umano o comunque ad
altri esseri viventi, infrange l’armonia di leggi cosmiche e compie un
atto che ha una conseguenza duplice.
Il male compiuto potrà - e dovrà - essere pareggiato in una successiva
vita dall’essere umano stesso che addirittura aspirerà a voler
riparare, secondo le leggi del karma, l’atto negativo compiuto.
2° - Il fallo morale però non concerne esclusivamente il
singolo uomo che l’ha commesso e che perciò deve ripararlo ma, come
già accennato, va a squilibrare e
addirittura a lacerare la
stessa
L’essere umano non è in grado di compiere tale
riparazione a causa della sua attuale insufficiente forza spirituale.
Soltanto un Essere spirituale superiore all’uomo può intervenire e
riparare la lacerazione compiuta nella trama spirituale, nell’ordine
equilibrato del Cosmo.
Questo essere spirituale è il Cristo.
In altri termini l’essere umano, quando compensa il
“ male“ da lui compiuto, fa un processo di autoredenzione. Questa riparazione riguarda però il ristretto,
personale ambito di ciascun uomo.
La ripercussione dello squilibrio causato, che sempre avviene nella
realtà cosmica spirituale, viene compensato dal Cristo che compie, in
tal modo, un atto di redenzione
posto a servizio di qualunque essere umano.
Quanto esposto è il reale e completo pensiero di Rudolf
Steiner che perciò riassume in due aspetti, secondo veridicità, le
leggi di reincarnazione e karma:
1° - l’aspetto microcosmico, quale auto-redenzione da
parte dell’essere umano ( sempre secondo le leggi di reincarnazione e
karma )
2° - l’aspetto macrocosmico quale redenzione da parte
del Cristo grazie al Suo intervento riparatore nel Cosmo spirituale.
L’insegnamento
che si può trarre dal susseguirsi di questi eventi, e in altre parole
l’interpretazione erronea data dalla Chiesa cattolica lungo i secoli
riguardo alla realtà della
reincarnazione, del karma
e dell’autodeterminazione dell’essere umano, non può essere che uno
solo.
Quando vi sono grandi responsabilità occorre molta più cautela e
approfondimento nelle analisi.
I giudizi non devono e non possono essere superficiali, poiché le
scelte compiute da pochi investono il destino di milioni di esseri
umani.
I giudizi inoltre non possono essere avventati specie se compiuti su
chi, come nel caso di Rudolf Steiner, ha messo al servizio di tutti gli
uomini le proprie conoscenze, le proprie profonde, esatte, documentate
ricerche scientifico spirituali.
Tutto questo però parte da un presupposto fondamentale
senza il quale non può esservi che l’errore: occorre un sincero
anelito, una vera ricerca della verità e non un’ottusa volontà di
potere sugli esseri umani.
Quanto è stato esposto, anche se succintamente, è il reale pensiero di
Rudolf Steiner su reincarnazione, karma e autodeterminazione
dell’essere umano per approfondire, completare, correggere nuove
conoscenze rivolte naturalmente a coloro che le cercano per una propria
esigenza interiore “ …come una
necessità vitale, come si sente fame e sete.”. **
* O.O. n. 155 ed. Antroposofica
**
O.O. n. 26 ed. Antroposofica
Giovanni
Peccarisio, laureato alla "Libera Università della
Scienza e dello Spirito" di Dornach (Svizzera), come Maestro
Waldorf (scuole steineriane) e Maestro di pittura.
Consulente pedagogico, svolge la sua attività di conferenziere in varie
sedi in Italia e all'estero.
Autore dei libri: "L'evoluzione storica della coscienza: il
passaggio della Soglia" ed "Ereditarietà
ed individualità