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La
strategia occulta delle lobbies del farmaco
Marcello Pamio
- 26 maggio 2007
Ogni tanto un farmaco usato da milioni di persone viene
ritirato dal mercato perché provoca gravi danni all’organismo. Ogni
tanto un farmaco viene ritirato perché provoca la morte stessa dei
consumatori (il caso del principio attivo Rofecoxib, nome
commerciale Vioxx, della Merck è esemplare: le stime
parlano dalle 80 alle 140 mila complicanze cardiache che hanno provocato
una vera e propria ecatombe).
Delle migliaia di prodotti chimici di sintesi che le lobbies del farmaco
producono e vendono: quanti sono sicuri e quanti invece pericolosi per
la salute pubblica?
Nessuno lo può sapere se non quando si manifestano pubblicamente i
danni o le morti, e questo perché le ditte che producono i farmaci, per
farli entrare quanto prima nel mercato, ‘modificano’ gli studi di sicurezza e grazie alla sudditanza, per
non dire collusione, delle istituzioni che dovrebbero salvaguardare la
salute pubblica (FDA, AIFA, EMEA, ecc.) ce li mettono gentilmente a
disposizione nelle farmacie e da qualche settimana anche nei banconi dei
supermercati.
L’Aulin per
esempio è stato ritirato dal mercato irlandese dall’Agenzia del
Farmaco di quel paese perché ha provocato insufficienze epatiche così
gravi da dover trapiantare il fegato in diversi pazienti.
L’Irlanda non è il primo paese ad avere tolto il principio chimico Nimesulide
(presente nei farmaci: Aulin, Algimesil, Antalgo, Areuma, Dimesul, Domes, Efridol, Eudolene, Fansulide,
Flolid, Isodol, Ledolid, Ledoren, Nerelid, Nide, Nimenol, Nims, Noxalide,
Resulin, Solving,
Sulidamor, Fansidol, Sulide, Idealid, Delfos, Domes, Noalgos, Algolider,
Aulin, Fansidol, Mesulid, Nimesil, Remov, Migraless, Edemax, Mesulid Fast,
Nimedex e in molti farmaci generici) perché pericoloso per
la salute: Finlandia, Spagna già dal 2002 lo hanno fatto, assieme ad
altri stati.
E in Italia?
In Italia invece, gli esperti dell’AIFA, l’Agenzia italiana
(indipendente?) per il farmaco non se la sentono di danneggiare
economicamente il “povero” gruppo Roche.
Secondo tale denuncia le ditte in questione "hanno
partecipato ad una organizzazione illegale con lo scopo di compiere atti
criminali, abusi di autorità, falsificazione di documenti ufficiali,
affermazioni false in documenti ufficiali".
Quindi non stiamo parlando
proprio di stinchi di santo, anche se fin qui non c’è granché di
strano: le strategia del business fa questo e molto altro.
La cosa veramente scandalosa è
che ci sono in commercio migliaia di farmaci pericolosi per la salute
pubblica e questo con il beneplacito delle case di produzione e delle
agenzie per il controllo.
L’antidiabetico Avandia (Avandamet,
Avaglim) della britannica GlaxoSmithKline
(Gsk), a base di Rosiglitazone,
aumenta del 43% il rischio di attacchi cardiovascolari e del 64% la
mortalità associata a questi eventi! La denuncia arriva direttamente
dal New England Journal of Medicine, cioè dalla più prestigiosa
rivista medica britannica.[1]
Questo farmaco che
Si è venuto a sapere che i
farmaci di “sostituzione
ormonale” che promettevano alle ‘donne
in carriera’ di restare giovani e belle, di ritardare la menopausa
e sconfiggere l’osteoporosi, possono provocare il cancro, embolia
polmonare e infarto![2]
Nello studio della Women’s
Health Iniziative pubblicato nel 2002 l’incidenza del cancro
dell’ovaio, della mammella e dell’endometrio era del 63% più alta
nelle donne trattate rispetto a quelle mai sottoposte a terapia ormonale
sostitutiva. [3]
Per quanti anni gli esperti in
camice bianco hanno somministrato ormoni di sintesi a iosa per qualsiasi
problema: dalla dismenorrea (ciclo mestruale doloroso), ai brufoli in
faccia?
Quante di queste centinaia di migliaia (per non dire milioni) di donne,
grazie all’esubero di ormoni in circolo, hanno poi sviluppato una
qualche forma tumorale al seno o alle ovaie? O magari un infarto?
Nessuno lo può dire con certezza, ma resta il fatto che l’incidenza
nelle donne è allarmante: in Italia ogni anno oltre 117.000 donne si
ammalano di tumore![4]
Gli uomini non sono da meno: oltre 135.000 nuovi casi all’anno.[5]
Cambiando discorso, pochi giorni
fa lo Stato della Nigeria ha accusato la multinazionale statunitense Pfizer,
numero uno al mondo per fatturato. L’accusa è pesantissima,
E questo è solo quello che veniamo a sapere, perché uno Stato ha fatto
denuncia! Quanti esperimenti hanno eseguito le Sorelle del farmaco sulle
popolazioni inermi e bisognose del Terzo e Quarto Mondo? Quante malattie
sono state create di sana pianta grazie a campagne di PR (Pubbliche
Relazioni) per poi ‘curarle’ con l’appropriato rimedio?
Purtroppo per noi
Cosa apprendere da tutto questo?
Siamo nella mani di medici incompetenti (non tutti per fortuna) che non
si aggiornano a dovere e considerano l’essere umano come una macchina
(visione meccanicistica cartesiana) e non nella sua interezza e globalità
(corpo-anima-spirito).
Questi dottori, molti dei quali non conoscono neppure la lingua inglese
(la maggior parte delle riviste è in lingua), non sono liberi di agire
in Scienza e Coscienza e secondo il Giuramento di Ippocrate, ma
dipendono dalle lobbies del farmaco. Quei pochi Medici che invece hanno
il coraggio di uscire dal coro, adottando, per il bene dei pazienti,
strade terapeutiche ‘diverse’ da quelle ortodosse viene discreditato
mediaticamente, indagato dall’Ordine professionale e pure dalla
magistratura (vedi caso del Dottor Paolo Rossaro di Padova).
Bloccando le mani ai medici,
impediscono a noi la possibilità di poter scegliere una strada
terapeutica piuttosto che un’altra.
Vogliamo ancora parlare di libertà di scelta terapeutica? Oggi in
Italia non c’è questa libertà.
Ammalare le persone e mantenere ammalate, abituarle culturalmente alla
pillola pronta per l’uso, educarle che per un qualsiasi problema c’è
un rimedio chimico a disposizione, è certamente una strategia economica
che apporta enormi ricchezze nelle casse delle banche della City di
Londra e/o Wall Street (i veri Burattinai). Dall'altra parte però c'è
il controllo: una persona perennemente ammalata NON può essere libera,
e infatti lo scopo finale è quello di
bloccare le coscienze!
Sta a noi dire di no a questo Sistema, e per fare ciò, è necessario
una consapevolezza che parte dalla conoscenza (vera informazione) per
poi diventare coscienza.
Il secondo passaggio è quello di prendere in mano la nostra vita, in
tutto e per tutto, senza delegare la salute a chicchessia.
L’informazione corretta prima di tutto! Una informazione corretta può
salvarci la vita, mentre un’informazione deviata o incompleta può
metterla a rischio.
Quante persone per esempio in libertà e coscienza farebbero la
chemioterapia se venissero a sapere che la sopravvivenza a 5 anni dal
trattamento chimico devastante è poco più del 2%?
Non lo dico io, ma uno studio medico multicentrico (Usa e Australia),
pubblicato sulla rivista prestigiosa del settore “A
Clinical Oncology” e rintracciabile nel sito governativo www.pubmed.gov.
Un ricerca enorme che ha coinvolto 225.000 persone seguite per 14 anni
sui 22 casi più diffusi di tumori.
Questa è l’informazione a cui mi riferivo.
[1]
Comunicato stampa EMEA, Agenzia del farmaco http://www.agenziafarmaco.it/aifa/servlet/wscs_render_attachment_by_id/111.45394.1179935838867.pdf?id=111.45400.1179935839049
[2]
“Medicine che uccidono”, Maurizio Blondet http://www.disinformazione.it/medicinecheuccidono.htm
[3]
EMEA, Agenzia del Farmaco http://www.agenziafarmaco.it/aifa/servlet/wscs_render_attachment_by_id/111.38206.1179840629052.pdf?id=111.38213.1179840630068
[4]
“I tumori in Italia”, www.tumori.net.it
[5]
Idem