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I
crimini di Israele e la mission
del Sionismo
Quello che i vergognosi media
occidentali non dicono
Marcello Pamio - 11 gennaio
2009
[Norman
G. Finkelstein, intellettuale ebreo i cui genitori furono vittime
dell’Olocausto]
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«Alla fine degli Anni Cinquanta, quel grande pettegolo e storico
dilettante che era John F. Kennedy mi disse che nel 1948 Harry Truman,
proprio quando si presentò candidato alle elezioni presidenziali, era
stato praticamente abbandonato da tutti. Fu allora che un sionista
americano andò a trovarlo sul treno elettorale e gli consegnò una
valigetta con due milioni di dollari in contanti. Ecco perché gli Stati
Uniti riconobbero immediatamente lo Stato d’Israele».
Gore
Vidal, prefazione del libro “Storia
ebraica e giudaismo: il peso di tre millenni” di Israel Shahak
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Una piccola
striscia di terra lunga circa
Tsahal, il fiero esercito israeliano da settimane sta letteralmente
sterminando una popolazione inerme, come ripercussione, dicono, a lanci
di missili da parte di Hamas in territorio israeliano.
Razzi che avrebbero provocato la morte di 5 militari (altri 4 sono stati
uccisi dal “fuoco amico”[1],
cioè dagli stessi soldati), mentre nelle fila degli arabi, gli
assassinati dal democratico
stato di Israele sarebbero oltre 900 con diverse migliaia di feriti[2].
I crimini attuali dell’esercito
israeliano
I bersagli preferiti
dall’esercito israeliano in diciassette giorni di guerra sono scuole,
moschee, abitazioni private e soprattutto ambulanze, queste ultime per
impedire il soccorso e il salvataggio di migliaia di feriti, che muoiono
agonizzando per le strade.
Quindi non solo obiettivi militari ma soprattutto civili, e questo non a
caso, visto che tale strategia si chiamata “guerra psicologica”.
La cosa non deve sorprendere, perché l’85-90% dei morti in tutte le
guerre che si ‘rispettino’, sono infatti civili (uomini, donne e
soprattutto bambini).
L’esercito di Sion sta utilizzando a Gaza armi vietate dalle
Convenzioni internazionali, come le bombe al fosforo bianco (usate in
grande quantità in Iraq dalla colazione anglo-statunitense). Lo riporta
anche il “Corriere della Sera” dell’11 gennaio.[3]
Nonostante la smentita del portavoce dell’esercito, il quotidiano Times
di Londra ha pubblicato delle foto che non lasciano spazio a dubbi
sull’uso appunto di queste vergognose e criminali bombe. Arriva infine
la conferma da una fonte israeliana, ripresa dalla Radio svizzera
italiana e riportata dall'agenzia Ansa (oggi 12 gennaio 2009) secondo la
quale si tratta solo di bombe fumogene. Il tutto ovviamente per
giustificare il fumo strano prodotto (vedi immagine sotto) dai
bombardamenti dell'esercito.
Ma la fonte continua dicendo che "un po' di fosforo nelle
munizioni c'è".
Non solo, ma a testimonianze di medici, a Gaza verrebbero utilizzate
anche armi a forte potere esplosivo come quelle a base di stando lega di
tungsteno.[4]
Insomma i “territori occupati” sono un ottimo “campo di
battaglia” per decimare da una parte la popolazione araba e
dall’altra per sperimentare nuove armi.
Perché tale guerra?
Qualcuno sostiene che tale
criminoso attacco militare da parte di Israele sia per ripicca a causa
della grama figura fatta contro Hezbollah in Libano nel 2006.
Purtroppo non è questo il motivo: si tratta di un progetto chiaro e
lineare che stanno portando avanti da oltre un secolo i sionisti.
L’attuale attacco è stato preparato infatti con 6 mesi di anticipo,
quindi molto tempo prima del lancio di razzi da parte di Hamas!
Lo confermano canali ufficiali come
Il canale televisivo CNN ha denunciato che la tregua tra Hamas e Israele
ha iniziato a vacillare agli inizi di novembre, quando un commando
israeliano ha ucciso durante un’incursione sei membri di Hamas,
scatenando la ovvia reazione.
Anche il quotidiano Guardian del 5 novembre ha confermato la notizia.
Quindi esistono le prove che a rompere la tregua non è stato Hamas ma
bensì lo stato di Israele a novembre del 2008!
Ma per comprendere il quadro generale è necessario fare un passo
indietro.
Nascita del Sionismo
“Nell’Europa
della fine del XIX secolo una convergenza di ragioni storiche, fra cui
le persecuzioni antisemite, spinse un gruppo di intellettuali ebrei a
teorizzare la necessità della nascita di una nazione ebraica dove quel
popolo potesse finalmente trovare maggior pace e sicurezza.”[5]
Questa teoria, che non è rimasta tale ma è diventata una triste realtà,
prende il nome di sionismo.
Il sionismo è per così dire un «movimento» molto complesso, ma dagli
obiettivi semplici, nato verso la fine del XIX° secolo qui da noi in
Europa.
Il “sionismo” è suddivisibile in tre categorie:
- «Sionismo»
propriamente detto, organizzato dal dottor Theodor Herzl, con lo
scopo di ricostruire lo Stato ebraico di Gerusalemme in Palestina.
- «Sionismo territorialista»,
organizzato da Israel Zangwill, con lo scopo di costituire una «terra
ebraica» in qualunque parte del mondo, privilegiando però
- «Sionismo socialista»,
organizzato da Moses Hess, che vuole conservare agli ebrei nel mondo
l’identità nazionale, sforzandosi però tutti per un ritorno a «Eretz
Israel».
Il «Sionismo territorialista», quello più recente, è stato fortemente
voluto da Israel Zangwill (1864–1926), membro di prestigio della
società sionistica l’«Antico Ordine dei Maccabei»[6]
(1891) e fondatore della rivista umoristica «Ariel».[7]
Alla “Dichiarazione Balfour”, che vedremo dopo, rivendicò per tutti
gli ebrei del mondo il diritto inalienabile di colonizzare
Il «Sionismo» per così dire ufficiale, è nato nel 1897 durante il
primo «Congresso Sionista» di Basilea in Svizzera.
Fu però nel 1895/96 che compare per la
prima volta il «Der Juden Staat» («Lo Stato degli Ebrei»)[8],
il manifesto scritto da Theodor Herzl in persona.
Più che manifesto si tratta di un vero e proprio libro «scritto in
poche settimane, in una specie di delirio misto di fervore mistico e
considerazioni pratiche»[9],
dove veniva esposto il piano ben preciso per una organizzazione ebraica
mondiale.
Un piano precisissimo e completo di rimozione di tutta la popolazione
araba, cioè non ebraica, dal futuro stato sionista: la “Gerusalemme
liberata” (cioè “liberata” dai goym, dai gentili, dai
“sub-umani”, dagli arabi).
Come mettere in atto questo spietato e criminale progetto?
Semplicemente attraverso l’espropriazione dei terreni e delle proprietà!
Quindi l’origine del gravissimo
dissidio “israelo-palestinese” non si trova nel XXI° secolo, ma
risale alla fine del XIX secolo. E’ proprio in quegli anni che fu
ideato il progetto spietato di cacciare dalla Palestina tutti gli arabi,
nessuno escluso, quindi ben cinquant’anni prima della nascita stessa
dello Stato d’Israele e oltre un secolo prima dell’ennesima e ultima
strage di stato che stiamo assistendo impotenti in questi giorni.
L’affare
Dreyfus
Il periodo storico quando
Theodor Herzl scrisse “Der Juden
Staat” era molto caldo
perché erano passati solo due anni dall’«affare Dreyfus».
Un affare delicatissimo perché riguardava le accuse (inventate ad hoc
per scatenare appositamente l’antisemitismo…) di alto tradimento a
carico di un capitano d’artiglieria ebreo (poi reintegrato
nell’esercito dal tribunale), il francese Alfred Dreyfus: accusato di
passare informazioni segrete all’esercito tedesco.
L’altro sionismo, quello «socialista» e l’«affare Dreyfus» hanno
proprio nella Francia il comun denominatore: fu proprio a Parigi che
Moses Hess, il padre spirituale del «socialismo sionista», lavorò
come corrispondente per alcuni giornali socialisti di Germania e Stati
Uniti.[10]
Moses Hess viene anche ricordato per la sua opera omnia: «Roma e
Gerusalemme», considerata un classico della teoria sionista, e
pubblicata in Germania nel 1862.[11]
L’Alleanza
israelita universale
Sempre nella capitale francese
nasce una delle principali organizzazioni internazionali che promuove
l’insegnamento e la cultura ebraica: l’«Alleanza Israelita
Universale» (l’«Alliance Israélite Universelle»).
I fondatori di questa «Alleanza» furono «17» giovani e il «17»
maggio 1860, grazie ai fondi di Sir Moses Haïm Montefiore e Lord
Rothschild, organizzarono un manifesto politico sintetizzando le idee
massoniche della «Rivoluzione Francese» del 1789 (il motto: «Liberté-Egalité-Fraternité»
era scritto nelle logge massoniche francesi ancora 50 anni prima della
Rivoluzione) e i principi del giudaismo.[12]
«L’Alleanza Israelita» promosse nel
E’ facile comprendere che il sionismo non è un semplice movimento
politico e/o religioso, come vogliono farci credere, ma un vero e
proprio movimento pericoloso il cui obiettivo è quello di liberare, con
ogni mezzo lecito e illecito, la “Terra Promessa” dagli arabi (goym)
per consegnarla nelle mani del popolo eletto.
Il tutto nell’attesa della venuta del Messia…
La
dominazione turco-ottomana
Alla fine del 1800
Nel 1915 il governo britannico chiese aiuto militare allo sceriffo della
Mecca Hussein (esistono a tal proposito lettere firmate da Thomas Edward
D’Arabia, famoso Lawrence d’Arabia, che confermano questo) per
cacciare i turchi-tedeschi dalla
regione.
In cambio promise la creazione di uno stato arabo indipendente!
Questo è un punto chiave: la promessa agli arabi da parte del governo
di Sua Maestà di uno Stato arabo indipendente, in cambio di aiuto.
Gli arabi, vista l’importante promessa, parteciparono in massa e
moltissimi persero la vita in combattimento proprio per questo
motivo: la liberazione della Palestina assieme alle truppe inglesi.
L’esercito britannico, nonostante
Il motivo c’era eccome!
Accordo
Sikes-Picot
Dopo la scontro con
l’esercito turco-ottomano, nel 1916 Russia, Francia e Inghilterra
siglarono l’accordo di Sikes-Picot, il piano alleato per dividersi
l’Impero ottomano in disfacimento.
Nell’accordo
Il
tradimento al popolo arabo
Il vero e proprio tradimento
del popolo arabo avviene il 2 novembre 1917 con la «Dichiarazione
Balfour»: una lettera che Arthur Balfour, Ministro degli Esteri della
Gran Bretagna, inviò al capo della Federazione sionista Lord
Rothschild, dove Sua Maestà riconosceva ufficialmente ai sionisti[16],
il diritto di formare uno Stato indipendente in Palestina.
Lettera importantissima perché legittimò e riconobbe il diritto
internazionale ai sionisti di creare un «focolare nazionale del
popolo ebraico…»[17]in
Palestina.
Tale dichiarazione venne firmata da Pichon per
Pochi ricordano però come tale «Dichiarazione»,
cioè lo storico tradimento di tutta la popolazione araba della
Palestina da parte inglese, specificava anche che per il raggiungimento
dello scopo: «nulla dev’essere fatto a pregiudizio dei diritti
civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in
Palestina…».[19]
E’ avvenuto esattamente il contrario.
Nel 1919 gli inglesi entrano in possesso della Terra Santa e dal 1920
con gli accordi di Sèvres, inizia ufficialmente l’immigrazione
ebraica.
La terra indipendente araba rimane una promessa non mantenuta!
Trattato
di Sèvres
Nel 1920 il Trattato di Sèvres
sancì la spartizione dell’area mediorientale che vide:
Nel 1922 l’Inghilterra ricevette dalla Società delle Nazioni il
Mandato per l’amministrazione della Palestina, sotto la cui egida
nacque
E’ a questo punto che il padre del sionismo, Theodor Herzl, disse di
voler: «sospingere la popolazione [ palestinese ] in miseria oltre le frontiere»[21]
Lo scopo dal 1895 ai nostri giorni è sempre stato questo espresso da
Herzl.
Peel
Report, White Paper e la “Soluzione a due Stati”
Gli anni che vanno dal 1936 al
1947 videro crearsi le basi per la storica guerra arabo-israeliana del
1948.
Cominciano infatti le proposte di formazione di due Stati separati.
Gli inglesi pubblicano il Peel
Report (1936) che prevede una separazione di ebrei e arabi secondo
la divisione demografica del momento. La proposta non soddisfa le
ambizioni territoriali dei sionisti e neppure gli arabi l’accettano
perché chiedono che sia fermata l’immigrazione e che s’impedisca
l’acquisizione di ulteriori terre.[22]
Sempre gli inglesi pubblicano il White
Paper sulla Palestina nel 1939, dove accettano di limitare
l’immigrazione ebraica e l’acquisto di terre e promettono la
transazione verso un futuro governo palestinese. Solo e sempre promesse
come quella tradite dalla Dichiarazione Balfour del 1917.
Il
terrorismo in Terra Santa
Prima dell’intervento
britannico gli arabi e gli ebrei ottomani (ebrei assoggettati
all’Impero ottomano turco) convivevano in una pace secolare, con alti
e bassi, ma pur sempre pace.
Quando iniziò l’immigrazione ebraica, cioè quando i sionisti
iniziarono a comperare terre e soprattutto dopo il gravissimo tradimento
della Dichiarazione Balfour, era pressoché scontato che iniziassero gli
scontri tra arabi ed ebrei.
Cosa che avvenne infatti dal
Nel 1921 per esempio gli scontri feroci fra arabi ed ebrei (a Jaffa 200
morti ebrei e 120 arabi) furono interpretati dagli inglesi come
“scontri spontanei”, ma ovviamente non era così.
Nel 1940 gli ebrei arrivarono a formare
il 33% della popolazione in Palestina, e i sionisti già organizzati in
gruppi di guerriglia, cominciano gli attacchi terroristici contro gli
inglesi e contro i civili palestinesi.
I gruppi più noti furono l’Irgun,
l’Haganah e lo Stern.[23]
Questo ultimo, chiamata “Banda Stern” è nata nel 1942 per opera
dell’ebreo polacco Abraham Stern.
Una banda che incarnò la variante più violenta e terroristica del
movimento sionista[24].
La loro azione più eclatante fu l’attentato alla sede
dell’amministrazione britannica all’Hotel King David di Gerusalemme
nel luglio 1946, dove venne fatta saltare una intera ala, con un
bilancio di circa 200 vittime![25]
Tra i capi del comando vi era un certo Menachem Begin[26],
che fu Primo Ministro israeliano e Premio Nobel per
Dopo questo e altri avvisi, nel 1947
gli inglesi rinunciano al mandato e lo consegnano nelle mani dell’ONU.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite propone nella Risoluzione 181
l’ennesima divisione in Stati separati, gli arabi la rifiutano e di
nuovo non senza motivo: agli ebrei sarebbe andato il 54% delle terre
anche se erano solo il 30% della popolazione presente all’epoca.
Nella primavera del 1947 iniziano gli scontri militari tra arabi ed
ebrei, dove i gruppi terroristici sionisti si distinguono per una lunga
serie di crimini efferati: massacri, assassini e pulizia etnica
documentati oltre ogni dubbio.
E’ infatti in questo periodo il massacro di 200 palestinesi a Deir
Yassin, strage (di civili palestinesi) che passò alla storia e che fu
perpetrata sotto la diretta responsabilità sempre di Menachem Begin.[27]
Nascita
dello Stato d’Israele.
Dopo
Inutile dire che tale spartizione territoriale ha accentuato gli scontri
tra popolazione, perché più che spartizione possiamo parlare di vera e
propria razzia: il 73% della Palestina era diventata territorio ebraico,
con oltre 750.000 rifugiati palestinesi.
Dopo soli 2 anni, nel 1950, Israele
vota
I palestinesi vengono espropriati di tutto: case, terreni e attività
commerciali.
In totale violazione della Risoluzione ONU 194 (12/1948) che sancisce il
diritto dei profughi di tornare e di essere risarciti da Tel Aviv. Non
solo i risarcimenti non sono mai avvenuti, ma i profughi si sono visti
privare della propria casa.
La guerra del 1947/48 era stata
preconizzata dal Presidente (dal 1926) dell’Università ebraica di
Gerusalemme, Judah Magnes, il quale ha dichiarato che la creazione di
uno stato ebraico in Palestina avrebbe condotto «alla guerra contro
gli arabi».[30]
Judah Magnes si riferiva al «Programma Biltmore» stilato a New York
nel maggio del 1942 presso l’omonimo Hotel Biltmore, da un gruppo di
sionisti americani appoggiati sia dai democratici che dai repubblicani
statunitensi.
Tale programma del 1942 (ben prima che finisca
Tra il 1917 e il 1948, e cioè tra la
«Dichiarazione Balfour», il «Programma Biltmore» e la «Dichiarazione
d’Indipendenza» avviene qualcosa che avrà ripercussioni in tutto il
mondo e soprattutto nella causa ebraica:
Nel 1956 Israele, in accordo con le mire strategiche e gli interessi
economici di Gran Bretagna e Francia attacca l’Egitto (che guarda caso
aveva nazionalizzato il canale di Suez) conquistando Gaza e il Sinai, ma
gli Stati Uniti costringono Tel Aviv a ritirarsi.
Nel 1964 gli stati arabi creano l’OLP (l’Organizzazione per la
liberazione della Palestina), e presto questo gruppo darà inizio ad
azioni di guerriglia contro Israele.
Nel 1966
Nel maggio del 1967 Nasser, il presidente egiziano, stringe un patto di
difesa con
Israele non aspetta e nel giugno del 1967 attacca l’Egitto,[31]
ben sapendo che avrebbe vinto in pochi giorni.
Questa è la nota Guerra dei 6 giorni,
che segna l’umiliante disfatta araba.
In un attimo Israele occupa illegittimamente
Nel novembre dello stesso anno, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU
condanna la conquista dei territori con
Israele accetterà 3 anni dopo tale Risoluzione senza però evacuare i
territori, alla faccia del Consiglio di Sicurezza.
Il resto è storia…
Storia sono le condotte di Israele
chiamate per ben tre volte “un
insulto all’Umanità” dalla Commissione dell’ONU per i Diritti
Umani (1977, 1985 e nel 2000).[32]
Storia è anche
Stiamo parlando di 1700 civili massacrati per due lunghissimi giorni
dentro i campi profughi, protetti dall’esercito israeliano, a colpi di
machete dai cristiano-falangisti.
L’elenco potrebbe continuare a lungo.
Sionismo
cristiano
L’altra cosa da sapere, che
non tutti conoscono, è il movimento dei «sionisti cristiani»[34]
(Christian Zionists).
Anzi, spesso e volentieri, sono stati proprio dei cristiani
(come George Walker Bush junior per esempio) che si sono rivelati i più
forti sostenitori del ritorno degli ebrei a Gerusalemme.[35]
“La teologia dei cristiani fondamentalisti d’America professa e attende
la seconda venuta del Cristo con la conseguente fine del mondo, secondo
una interpretazione della bibbia (…)”.[36]
“Ma quell’evento sarà
possibile solo quando gli ebrei avranno stabilito uno Stato ebraico su
tutta
L’«International Christian
Embassy Jerusalem» ha tenuto fino ad oggi almeno quattro congressi
internazionali sionisti cristiani: uno a Basilea e tre a Gerusalemme (la
città madre del sionismo religioso).
Quindi il sionismo non è solamente un fenomeno ebraico, ma anche
cattolico; non è solo un movimento politico ebraico, ma anche
occidentale.
Esiste una forte corrente sionista pure tra i membri
dell’amministrazione statunitense di ieri e oggi.
Basta leggere con attenzione i nomi della squadra “scelta” dal
futuro presidente Obama per capacitarsene.
Pensate che nel 1978
Come mai tutti i presidenti, da Carter fino a George Walker Bush, hanno
ripreso e mantenuto una tradizione «culturale» assai poco laica, per
non dire ebraica?
C’è da dire che Carter, mediatore non ufficiale nel 2008 nei processi
di pace in Medioriente, ha dichiarato ultimamente che Hamas ha tenuto
fede al patto di 6 mesi cessando il lancio di missili, Israele invece
no!
Strano a dirsi, ma Israele non ha mantenuto la pace…
L’antisemitismo
Dopo questa delicata
trattazione è doverosa una parentesi sull’antisemitismo.
I «semiti» sono: «(…) gli Accadi (Assiri, Babilonesi), i Cananei,
gli Arami (fra i quali emergono i Fenici e gli Israeliti), infine gli
Arabi».[41]
«Affermare che gli ebrei sono semiti è pressappoco come
affermare, per esempio, che i francesi sono europei».[42]
Da questa precisazione si evince che pochissimi ebrei sono veramente dei
semiti e che non tutti i semiti sono ebrei (infatti gli arabi sono
effettivamente dei semiti).
Come non tutti gli ebrei sono sionisti, anzi i sionisti sono pochissimi,
per fortuna!
Siccome oggi tra la popolazione ebraica non esiste praticamente quasi più
nessun discendente originario di Sem, accusare qualcuno di antisemitismo
equivale accusarlo di antiarabismo.
La conseguenza logica di questa affermazione è che oggi tra i più
antisemiti - ironia della sorte – sono proprio i governi d’Israele!
L’antisionismo
Per fortuna anche nel mondo
ebraico il sionismo non è, e non era ben visto, ecco cosa diceva nel
1935 lo scrittore israelita Ettore Ovazza: «il
miglior alleato della politica razzista è oggi, suo malgrado, il
sionismo nazionalista. E’ nostra ferma convinzione che mai la politica
antisemita sarebbe giunta agli estremi che ha toccato, se non avesse
avuto fra i suoi principali argomenti probatori, il cosiddetto focolare
nazionale ebraico. Lo stesso ideale ebraico, dal punto di vista
puramente religioso, predica il ritorno a Sion come un ritorno
spirituale; ma poiché la nostra dottrina nega il proselitismo, le
minoranze ebraiche nel mondo rimangono le legittime depositarie
dell’idea monoteistica e della legge mosaica che sta alla base della
Bibbia e della moderna civiltà. Nel 1934, voler interpretare il ritorno
a Sion in senso strettamente territoriale è segno d’incomprensione
storica e religiosa. Noi, per funzione religiosa storica e civile, siamo
e dobbiamo essere interamente cittadini delle nazioni dove viviamo da
secoli e di cui formiamo parte indissolubile ed integrante. Noi
respingiamo nettamente i sionisti nazionalisti che vivono rispettati in
parità di diritti civili e politici con tutti gli altri cittadini nelle
nazioni d’Europa, e che sospirano invece verso
Concludo con una grande speranza,
quella che riguarda naturalmente la grande pacificazione in Palestina,
l’abbandono di ogni crimine e soprattutto l’abbattimento del «muro
della vergogna» che è stato innalzato per impedire la creazione de
facto dello Stato palestinese.
«Udite governanti…della casa d’Israele, che costruite Sion sul
sangue e Gerusalemme con il sopruso!»[44]
perché «a causa vostra, Sion sarà arata come un campo e
Gerusalemme diverrà un mucchio di rovine…».[45]
L’antisionista e antisemita che ha fatto questa affermazione è il
profeta Michea, originario della Giudea e contemporaneo del grande Isaia
(VIII a.C.).
Piovono missili israeliani (o bombe al
fosforo bianco?) su Gaza, foto Ansa
Per approfondire l’argomento,
consiglio di leggere questi due libri:
- “Perché
ci odiano”, Paolo Barnard, ed. BUR
- “Storia
ebraica e giudaismo: il peso di tre millenni”, Israel Shahak, ed.
Centro Librario Sodalitium
Per approfondire:
- “Il Tradimento degli intellettuali”, Paolo Barnard www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=86
- “Una guerra non necessaria” Jimmy Carter www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5453
- “Gaza chi ha violato la tregua?” Miguel Martinez