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Un
po’ di verità sulla Banca Popolare Credieuronord
(parte prima)
(meglio
conosciuta come la Banca della Lega)
A
cura di Rosanna Sapori
Il 28 ottobre 1998
si costituisce a Samarate in provincia di Varese, il comitato Promotore
per la costituzione della Banca Credieuronord.
Il Comitato svolge attività di promozione e di raccolta delle
sottoscrizioni del capitale necessario per la costituzione della Banca.
Le quote sono raccolte battendo a tappeto le sezioni della Lega Nord di
Piemonte, Lombardia e Veneto. Sono coinvolti i segretari di sezione e di
circoscrizione che - raccogliendo l’appello del Segretario Federale
Umberto Bossi – organizzano apposite riunioni tra militanti e
simpatizzanti del partito. Il quotidiano LA PADANIA e l’emittente
RADIO PADANIA LIBERA, invitano lettori ed ascoltatori a sottoscrivere le
quote. Anche durante i raduni nel mitico prato di Pontida sono raccolte
adesioni tra i militanti della Lega Nord.
Il 21 febbraio 2000, con atto notarile, si costituisce la Banca Popolare
CredieuroNord, società cooperativa per azioni a responsabilità
limitata. Con l’adesione di circa 2600 soci è sottoscritto un
capitale nominale di 17 miliardi e 76 milioni di lire. Il 17 novembre
dello stesso anno la Banca d’Italia concede l’autorizzazione ad
esercitare l’attività bancaria. Il 19 marzo del 2001 apre il primo
sportello a Milano, con 2615 soci e poco più di 19 miliardi di
capitale.
“Siamo
contenti di aver fatto questa banca i cui soci sono per la maggior parte
militanti leghisti” puntualizza GianMaria Galimberti,
Vicepresidente di Credieuronord. “Ma
è bene confermare che la politica non c’entra anche se Credieuronord
serve agli ideali che la Lega ha sempre portato avanti, la difesa del
risparmio della famiglia e della piccola e media impresa. In pratica
abbiamo dato concretezza agli ideali del Carroccio…si è cercato di
mischiare la politica con la banca ma Credieuronord si muoverà su un
piano assolutamente deontologico e certamente non verranno fatti dei
prestiti graziosi perché non è nello spirito della banca né nello
statuto della banca”. Queste
le parole di Galimberti in un’intervista al quotidiano LA PADANIA nel
gennaio del 2001.
Nel gennaio del
2003 apre uno sportello di tesoreria ad Erbusco in provincia di Brescia
e successivamente, a seguito dell’autorizzazione di Banca d’Italia,
in data 24 marzo 2003 uno sportello bancario a Treviso. Il 13 febbraio
2004 Credieuronord apre uno
sportello di consulenza finanziaria ad Albino in provincia di Bergamo.
Che cosa accade alla Banca in questi pochi anni d’attività è storia
conosciuta e raccontata dai maggiori quotidiani e settimanali italiani
ed esteri che sarà riscritta con ordine e dovizia di particolari in
altra sede. Credo valga invece la pena di trascrivere per intero il
documento che è stato redatto dall’ispettorato di vigilanza
Creditizia e Finanziaria di BANCA D’ITALIA durante un’ispezione
ordinaria.
BANCA
POPOLARE CREDIEURONORD S.c.r.l. – MILANO – Via Cartesio 2
Inizio Ispezione 10/03/2003 Fine ispezione 23/05/2003
CONSTATAZIONI – PROFILI GESTIONALI E ORGANIZZATIVI
1.
Non si sono adottati provvedimenti idonei a rendere affidabile
l’impianto organizzativo e a pervenire in tempi rapidi a una
profittevole gestione; né sono state individuate le motivazioni sottese
al degrado degli impieghi. Si richiamano segnatamente:
a)
i ritardi nell’applicazione del Regolamento, tuttora disatteso
in alcuni aspetti rilevanti quali i controlli interni;
b) OMISSIS
c)
le incoerenze nella politica creditizia nonché la labilità dei
crediti seguiti per la selezione della clientela e l’enucleazione
delle partite a decorso insoddisfacente:
2.
La previsione
contenuta nel regolamento interno, che subordina il concreto esercizio
dei poteri del Direttore generale
a previe “consultazioni” con il Vice Presidente Esecutivo, di fatto
trasferisce in capo all’esponente amministrativo la conduzione
aziendale pur lasciando al dirigente la formale responsabilità degli
atti.
3.
Gli scarni resoconti delle riunioni consiliari – che rendono
disagevole la ricostruzione degli accadimenti – si mostrano poco
accurati e, talvolta, redatti a distanza di mesi: ad esempio,
l’adunanza del 24.2.2003 è stata verbalizzata nel mese di maggio e
quella del 24.3.2003 non contempla gli affidamenti approvati in tale
data, riproponendo quelli concessi nella precedente seduta. Si è altresì
permesso al segretario di presenziare al vaglio delle pratiche di fido
allo stesso riconducibili.
4.
Non si sono definiti limiti alle facoltà esercitate
dell’Esecutivo in tema di condizioni da praticare alla clientela; la
materia non è oggetto di monitoraggio e reporting all’organo
sovraordinato. OMISSIS
5.
Il Collegio Sindacale ha circoscritto la propria attività –
peraltro non raccordata con quella dell’ispettorato – alle verifiche
di cassa e all’accertamento della regolarità nelle incombenze fiscali
e previdenziali, omettendo di rilevare lo scadimento del comparto
creditizio e le disfunzioni insite nel sistema dei riscontri.
6.
Lo schema organizzativo risente della ridotta cultura dei
controlli nonché del turnover del personale, non accompagnato dai
necessari interventi formativi. In dettaglio:
a)
pur in presenza di uno strumentario adeguato a rilevare le
relazioni connotate da anomalie andamentali, la mancata istituzione di
una struttura di controllo rischi impedisce azioni di regolarizzazione
dei rapporti.
b)
Le registrazioni contabili e il flusso informativo destinato alla
Vigilanza, non sottoposti a scrutinio quali-quantitativo, presentano
diffuse imprecisioni, specie nei conti transitori
c)
La scarsa cura prestata alle evidenze sui “grandi rischi” ha
impedito di acclarare, al 31.12.02, l’erronea segnalazione di supero
sul plafond prudenziale
d)
Gli avvicendamenti intervenuti nel Consiglio e nella Direzione
sono stati inseriti nelle previste segnalazioni di Vigilanza solo in
corso di ispezione
e)
L’omessa pubblicazione sulla G.U. delle variazioni
generalizzate alla struttura dei tassi ha comportato difetti di
informativa, specie per i titolari di libretti di deposito
f)
Non sono previste salvaguardie sull’utilizzo di partite
illiquide in c/corrente.
EROGAZIONE
DEL CREDITO E STATO DEGLI IMPIEGHI
7.
Il processo creditizio è connotato da carenze che si sono
riflesse sulla qualità dell’erogato. Il degrado, accentuato dal
livello di concentrazione del rischio, è stato determinato da:
a)
affidamenti per operazioni finanziarie senza preventiva
individuazione di fonti e tempi di rimborso (cfr, ad es., Bingo.Net Srl)
b)
facilitazioni accordate pur in costanza di elementi negativi
prospettati in sede istruttoria (cfr, ad es., D’Evant Cesare Giosuè)
ovvero di appostazioni a sofferenza presso il sistema (cfr, ad es.,
Robusti Giovanni e Milano Pietro)
c)
ripetuti sconfinamenti autorizzati dal Capo dell’esecutivo
anche in esubero ai poteri delegati, acriticamente ratificati
dall’organo collegiale
d)
assenza di vincoli alla annotazione delle c.d. “prenotazioni
avere”, considerate nella prassi aziendale come incrementative delle
disponibilità di conto. Non seguite da effettivi versamenti, hanno
consentito di non rilevare eccedenze
per oltre euro 1,5 mln sulla linea di credito al nome di Lari
Maura/Baresi Franco.
Da ultimo, la
mancata richiesta ai legali esterni di esaurienti resoconti sulle
procedure in corso ha indotto ad apprezzamenti non in linea con le
effettive possibilità di recupero delle creditorie (cfr. ad es. Boni e
Mascarini Snc).
8.
La distanza sul portafoglio prestiti al 31.12.02 ha fatto
emergere sofferenze per euro 4,8 mln, incagli per euro 3,7 mln e
previsioni di perdita per euro 2 mln. Negli allegati nn.3/a e 3/b
vengono riportate le differenze in aumento rispetto alle segnalazioni
aziendali (nell’ordine euro 3,1 mln, 1,5 mln e 1,7 mln).
IL PRESENTE
DOCUMENTO, COMPOSTO DI N. 4 PAGINE E N. 1 ALLEGATO, E’ COPIA CONFORME
ESTRATTA DAL RAPPORTO ISPETTIVO SUGLI ACCERTAMENTI DI VIGILANZA CONDOTTI
DAL 10.03.2003 AL 23.05.2003 PRESSO BANCA POPOLARE CREDIEURONORD
S.c.r.l. IL QUALE CONSTA DI
N. 7 PAGINE E 3 ALLEGATI.
Il resto alla
prossima puntata.
25
novembre 2004