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I
neoconservatori e la politica del «costruttore di caos»
A cura di
Thierry Meyssan
Tratto da www.voltairenet.org/article142364.html
A Washington ed a Tel-Aviv, ci si rallegra delle operazioni militari in corso in Medio Oriente. Secondo l'espressione di Condoleezza Rice, i dolori del Libano sono le «contrazioni della nascita di un nuovo Medio Oriente». Per i teorici del «costruttore di caos», è necessario fare colare il sangue per imporre un ordine nuovo in una regione ricca in idrocarburi. Pianificata da lunga data, l'offensiva di Tsahal contro il Libano è sorvegliata dal dipartimento della difesa degli Stati Uniti.
Nel corso dei suoi contatti con la stampa al dipartimento di Stato, il 21 luglio 2006, Condoleezza Rice è stata interrogata sulle iniziative che intendeva prendere per riportare la pace in Libano. Ha risposto: «Non vedo l'interesse della diplomazia se è per ritornare alla situazione precedente tra Israele ed il Libano. Penso sarebbe un errore. Ciò che vediamo qui, in un certo modo, è l'inizio, le contrazioni della nascita di un nuovo Medio Oriente e quantunque noi facciamo, dobbiamo essere certi di spingere verso il nuovo Medio Oriente per non tornare al vecchio "(1)."
Visto da Washington, quello che avviene oggi in Libano non
ha alcuna relazione con il recupero di soldati catturati dagli Hezbollah.
Si tratta della messa in pratica della teoria del «produttore di caos».
Secondo i seguaci del filosofo Leo Strauss, il cui ramo mediatico è
conosciuto sotto la denominazione di “neo-conservatori", il vero
potere non si esercita nell’immobilismo, ma al contrario con la
distruzione di qualsiasi forma di resistenza. È immergendo le masse nel
caos che le èlite possono aspirare alla stabilità della loro
posizione.
Sempre secondo i seguaci di Leo Strauss, è soltanto in questa violenza
che gli interessi imperiali degli Stati Uniti si confondono con quelli
dello Stato ebraico.
Leo Strauss
(1899-1973)
La volontà israeliana di smantellare il Libano, di creare
uno ministato cristiano e annettersi una parte del suo territorio non è
nuova. Fu enunciata, nel 1957, da David Ben Gourion in una lettera
famosa, pubblicata in allegato alle sue memorie postume (2).
Soprattutto, fu inserita in un vasto progetto di colonizzazione del
Vicino-Oriente che fu redatto nel 1996 sotto il titolo: «Taglio
netto: una nuova strategia per la sicurezza del regno» (di Israele)
(3). Questo documento, redatto nell'ambito di un think tank
neo-conservatore, l’IASPS (Institute for Advanced Strategic and Political Studies), è
stato preparato da un gruppo di esperti riuniti da Richard Perle e
Benjamin Netanyahu. È rappresentativo del pensiero sionista
revisionista di Vladimir Jabotinsky (4).
Questo documento prevedeva:
- l'annullamento degli accordi di pace di Oslo;
- l'eliminazione di Yasser Arafat;
- l’annessione dei territori palestinesi;
- il rovesciamento di Saddam Hussein in Iraq per destabilizzare a
cascata Siria e Libano;
- lo smantellamento dell’Iraq con creazione di uno Stato palestinese
sul suo territorio;
- l'utilizzo di Israele come base complementare del programma degli
Stati Uniti nella guerra stellare.
Questo documento ispirò il discorso pronunciato il giorno
dopo da parte di Benjamin Netanyahu al Congresso degli Stati Uniti (5).
Vi si trovano tutti gli ingredienti della situazione attuale: minacce
contro l'Iran,
Questo punto di vista raggiunge quello dell'amministrazione degli Stati
Uniti. Il controllo delle zone ricche in idrocarburi che Zbignew
Brzezinki e Bernard Lewis chiamavano «l'arco di crisi», cioè l'arco
tra il Golfo di Guinea e il Mar Caspio passando per il Golfo Persico,
suppone una ridefinizione delle frontiere, degli stati e dei regimi
politici: un «rimodellamento del
grande Medio Oriente», secondo l'espressione di George Walker Bush.
È questo nuovo Medio Oriente di cui
L'idea è semplice: sostituire agli stati ereditati del
crollo dell'impero ottomano delle entità più piccole a carattere monoetnico,
e neutralizzare questi ministati elaborandoli in modo permanente gli uni
contro gli altri. In altri termini, si tratta di ritornare agli accordi
conclusi segretamente, nel 1916, dagli imperi francese e britannico,
detti accordi di Sykes-Picot (6) e di consacrare il dominio e la
sovranità totale degli anglosassoni sulla regione. Ma per definire
nuovi stati, ancora inesistenti, bisogna distruggere quelli che
esistono. È quello che sé impegnata a fare l'amministrazione Bush ed i
suoi alleati da cinque anni.
Basta giudicare dai risultati:
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L'ONU
ha ingiunto il Libano di disarmarsi espellendo le forze siriane e
sciogliendo gli Hezbollah; l'ex primo ministro Rafic Hariri è stato
assassinato e l'influenza francese è scomparsa con lui; le
infrastrutture economiche del paese sono state distrutte; più di
500.000 profughi vagano nella regione;
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La
dittatura di Saddam Hussein è stata sostituita in Iraq da un regime
ancora più crudele che fa più di 3000 morti al mese; in piena
anarchia, il paese è pronto alla frammentazione in tre entità
distinte;
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Lo
pseudo-emirato talebano ha lasciato posto ad una pseudo-democrazia dove
imperversa l'interpretazione più oscurantista della charia, la cultura del papavero in più. De facto, l'Afghanistan è già diviso tra signori della guerra e i
combattimenti sono all’ordine del giorno. Il governo centrale ha
rinunciato a farsi obbedire anche nella capitale.
A Washington, i discepoli di Leo Strauss, sempre più
impazienti, sognano di estendere il loro caos
al Sudan, alla Siria ed all'Iran. In questo periodo di transizione, non
è più questione di «democrazia
da mercato», appena di sangue e lacrime.
Jacques Chirac, che desiderava intervenire in Libano per difendere gli
ultimi interessi francesi e vi aveva inviato il suo primo ministro
Dominique de Villepin, ha dovuto cambiare tono: durante il vertice del
G8 a San Pietroburgo, George W. Bush gli ha detto che non si trattava di
un'operazione israeliana approvata dagli Stati Uniti, ma di
un'operazione degli Stati Uniti eseguita da Israele!
Più precisamente, il progetto di distruzione del Libano è
stato presentato da Tsahal all'amministrazione Bush, un po' più di un
anno fa, come ha rivelato il San Francisco Chronicle (7). È stato
oggetto di discussioni politiche nel corso del Forum Mondiale che American
Enterprise Institute ha organizzato, come ogni anno, il 17 ed il 18
giugno
Quest'ultimo determina la strategia e la scelta degli
obiettivi. Il ruolo principale è assegnato al generale Bantz Craddock
nella sua qualità del comandante del Commando Sud. Craddock è uno
specialista dei movimenti di blindati, come lo ha dimostrato durante la
“Tempesta del deserto” e soprattutto quando ha comandato le forze
terrestri della NATO in Kossovo. È un uomo di fiducia di Donald
Rumsfeld, di cui ha diretto lo stato maggiore speciale e per conto del
quale ha sviluppato il campo di concentramento di Guantanamo. In
novembre prossimo, dovrebbe essere nominato comandante del Commando
Europeo e della NATO. Per questo titolo, potrebbe dirigere la forza
d'interposizione che
Per
approfondimenti su Leo Strauss
-
Dossier
Leo Strass (Movisol)
- L’ideologia
dei neoconservatori viene da lontano (Disinformazione)
- Maschera
e volto di Leo Strauss (Kelebek)
Note:
[1] « But I have no interest in
diplomacy for the sake of returning
[2] « Lettre
de David Ben Gourion à Moshe Sharett sur la constitution d’un État
maronite au Liban »,
document consultable dans la bibliothèque électronique du Réseau
Voltaire.
[3] A Clean Break : A New
Strategy for Securing the Realm, IASPS, 8 juillet 1996. Une version
abrégée
est disponible sur le site de l’IASPS. Le contenu complet du document
est connu par les compte rendus que le Guardian en fit à l’époque.
[4] Le père de Benjamin Netanyahu,
Ben-Zion Netanyahu était le secrétaire particulier de Vladimir
Jabotinsky, fondateur du sionisme révisionniste. Ehud Olmert appartient
au même courant.
[5] Discours
au Congrès des Etats-Unis
par Benjamin Netanyahu, 9 juillet 1996.
[6] Ce traité secret fut signé le
16 mai 1916 par Sir Mark Sykes et François Georges-Picot, pour le
Royaume-Uni et