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Riforme: la Costituzione tradita
di Viviana Vivarelli tratto da www.osservatoriosullalegalita.org

Con la riforma della Costituzione (57 articoli cambiati su 85 della seconda parte) si è detto che la repubblica parlamentare italiana si è trasformata in repubblica presidenziale.
Forse sarebbe meglio dire che ci avviamo a diventare un Principato. Perché?
Montesquieu indica i canoni per ogni democrazia moderna. Affinché non vi sia dittatura, si chiamerà democrazia quello stato in cui i poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, siano attribuiti a tre organi diversi: Parlamento, Governo e Magistratura, ognuno indipendente e autonomo dagli altri, così da esercitare un reciproco controllo. Viceversa gli stati totalitari sono quelli dove questa divisione non esiste e i poteri sono accentrati su un unico organo.
Il principio della separazione dei poteri è il concetto fondamentale di ogni Costituzione moderna. Nella repubblica, la sovranità appartiene al popolo; se questo elegge direttamente i parlamentari si parla di repubblica parlamentare, se elegge direttamente il premier si parla di repubblica presidenziale. Ma, in ambedue i casi, deve porsi un sistema di pesi e contrappesi per evitare il totalitarismo.
Gli Stati Uniti sono una repubblica presidenziale: il popolo elegge (indirettamente) il presidente che a sua volta nomina i ministri, ma il potere legislativo resta al Congresso, formato dalla Camera dei Rappresentanti eletti dagli Stati, e dal Senato. Il potere giudiziario fa capo alla Corte Suprema che giudica della costituzionalità degli atti del Congresso e del Presidente e può annullarli.

Come si è visto, nel caso di Terry Schiavo, il presidente non può ordinare un atto diverso da quello deciso dalle sentenze. Non può scavalcare la magistratura e nemmeno i governatori degli Stati. Può essere messo in stato di accusa dalla stampa. I suoi atti devono essere confermati dal Congresso che può respingerli. Ogni due anni si rinnova interamente la camera dei rappresentati e per un terzo quella dei senatori.
E’ vero che il presidente nomina i giudici della Corte Suprema e i giudici federali, ma questi poi sono giudici a vita, per cui il presidente può trovarsi contro giudici eletti da amministrazioni precedenti. Per l’istituto dell’impeachment, in casi molto gravi, corruzione, tradimento o reato importante, la Camera dei rappresentanti può metterlo in stato di accusa e il Senato può destituirlo. Un processo come quello a Clinton da noi non sarebbe nemmeno pensabile. Lo scandalo montato dalla stampa che portò Nixon alle dimissioni da noi sarebbe impossibile.
Nel sistema uscito dal connubio Lega-Forza Italia, il Presidente della Repubblica non è più garante della Costituzione ma ha un ruolo puramente decorativo. Il Parlamento non dà più la fiducia al governo, ma è il premier che può scioglierlo. I deputati dell’opposizione perdono ogni diritto e nelle votazioni di fiducia il loro voto non sarà nemmeno contato. Il Senato non può pù controllare il governo e nemmeno fare leggi nazionali.

In più Berlusconi sta preparando una nuova legge elettorale, con una scheda unica, con cui con un solo segno l’elettore designerà Primo Ministro, partito, coalizione di governo, e deputato del collegio uninominale. Un solo segno, poi per 5 anni il cittadino non avrà più alcun potere. Da cittadini siamo diventati sudditi.
Permette, un tale sistema, l'alternanza? No, perché non è concepibile che la Costituzione sia ricostruita da capo a ogni nuovo governo per interessi opposti e con principi opposti. Questo piano dunque non prevede che la sinistra si permetta anche lei di fare a pezzi la democrazia... questo piano prevede la fine di ogni alternanza, giocata con tutti i mezzi possibili. In nessuna repubblica che si rispetti, anche presidenziale, esiste un organo che accentri tutti i poteri, ma sono previsti dei bilanciamenti con altri organi come garanzia fondamentale per evitare derive dittatoriali.
Ci deve essere un Parlamento che ha il potere di fare la legge e può opporsi al premier, il quale ha il potere esecutivo ma non dovrebbe dominare il legislativo. Un Parlamento che risponda al popolo, dipenda al popolo, rappresenti il popolo, derivi dal voto del popolo e abbia la possibilità materiale di discutere la legge (senza le catene del voto palese e della fiducia) in modi civili e con tempi sufficienti, e che abbia il potere di togliere la fiducia al premier.
Ci deve essere una Magistratura che possa metterlo in stato di accusa e una Corte Costituzionale per respingere leggi del Parlamento o atti del premier contrari ai principi fondamentali della Costituzione. Ci deve essere una stampa libera che possa raccogliere prove di reati gravi del premier o di qualunque parlamentare o ministro per la loro messa in stato di accusa.

Ci deve essere una opposizione che possa svolgere un lavoro parlamentare dignitoso e civile. E un presidente della repubblica che vigili sulla conformità di ogni legge alla Costituzione. E una libertà sindacale che tuteli il lavoratore senza che questo sia minacciato con schedature o leggi sul lavoro imposte di imperio senza nemmeno consultare le organizzazioni del lavoro.
Nella nuova Costituzione non c’è nulla di tutto questo. Nessun contrappeso democratico. Solo un gigantesco strapotere del premier, bilanciato da nulla. Ogni potere è accentrato sul premier che cambia la legge elettorale a suo vantaggio, non dipende più dalla fiducia delle Camere ma può scioglierle a suo piacere, sceglie e licenzia i ministri a suo arbitrio.
E attualmente imbavaglia o licenzia la stampa, domina le tv imponendo un pensiero omologato, elimina la par condicio, ignora i sindacati, tiene soggetti i giudici così da aprire solo i processi che gli aggradano, addirittura stabilendo ogni anno quali sono i reati perseguibili (dichiarazione del premier), elimina i poteri del presidente della repubblica, aumenta l’intrusione politica nella Corte Costituzionale, mette a capo delle Authority persone che fanno i suoi interessi e elimina ogni forma di controllo o concorrenza. Ma che democrazia e’ mai questa?
Nicola-Tranfaglia dichiara: ”Se il primo ministro ha tutti i poteri fissati dagli articoli 92 e 94, che cosa ci sta a fare il presidente della Repubblica: come si fa a rappresentare l'unità nazionale e a presiedere i massimi organi costituzionali se non si dispone di nessun potere e ci si limita a fare soltanto atti dovuti, di tipo notarile?“ E poi: ”Se si vuol creare una Camera delle autonomie locali, perché non si fa un senato federale con poteri più chiari e indipendenti dagli organi regionali?.. ma non si é voluto creare una vera Camera delle autonomie per non limitare i poteri del primo ministro.

E come si potrà fare il successivo referendum se finora nessuno ha seguito il dibattito?”,Perché si butta a mare una Costituzione che dura da sessant'anni e ha sempre evitato i pericoli di una dittatura e, al posto di essa, si vuol concentrare i poteri nel capo dell'esecutivo, penalizzando proprio il capo dello Stato e le magistrature di controllo”. ”Oggi é al potere un soggetto che vive in flagrante conflitto di interessi, domina quasi completamente i media, aspira ad ottenere tutti i poteri. Se gli italiani continueranno a votarlo e l'opposizione non li convincerà ad abbandonarlo, é fatale che si vada alla dittatura del primo ministro.”
Noi pensiamo che cambiare la legge elettorale e passare al maggioritario quando in tutta Europa i governi si orientavano verso un proporzionale con sbarramento alto, al 5%, che semplificava il quadro partitico, è stato un gravissimo errore, che apriva la porta alla personalizzazione estrema della politica e diminuiva le garanzie costituzionali. A questo atto così grave se ne sono accompagnati altri: omissione di regolare le frequenze radiotelevisive, omissione di regolare il conflitto di interessi... Ora il dramma è diventato tragedia e si acclama il referendum quando la sinistra stessa non ha fatto finora che svalutarlo e quando nulla è stato fatto per prevenire le attuali riforme di Berlusconi e per informare l'opinione pubblica.
Nicola Mancino dichiara: “Nessun Parlamento al mondo viene sciolto con un atto finale del Capo del governo. Nell'esperienza occidentale non esiste questa ipotesi. Il Capo del governo può proporre lo scioglimento ma non deciderlo a suo piacere.” 
Giovanni Sartori dice: “La Costituzione approvata in Senato è uno schifo, uno schifo! E’ un testo di una arroganza straordinaria che elimina pesi e contrappesi: il capo dello Stato non conterà più, la Consulta è impacchettata, la magistratura indebolita. Sarà un dispotismo elettivo”.


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