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Funzioni
e costi delle Banche Centrali di Emissione
Tratto dal libro EUROSCHIAVI
dell'avv. Marco della Luna e dott. Antonio Miclavez, Arianna
editrice
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L’istituto di emissione monetaria dovrebbe dosare
l'offerta di denaro in modo idoneo a stabilire e mantenere la condizione
che abbiamo definito di euflazione, ossia equilibrio tra quantità
di denaro disponibile e quantità di beni disponibili, in modo da creare
stabilità dei prezzi e progresso economico, prevenendo sia l'inflazione
che la deflazione.
Questo è il compito principale. Se i magazzini sono pieni di beni
inutilizzati e la gente sta a casa disoccupata, sebbene vi sia bisogno
di assumere lavoratori abbastanza ma "non ci sono soldi per
pagarli, vuol dire che il sistema che controlla l'emissione del
denaro e i tassi di interesse è gestito in modo antisociale e va
cambiato, anche perché ovviamente sta facendo gli interessi non della
nazione, o delle nazioni, ma dei banchieri privati.
Che costo annuale dovrebbe avere tale servizio?
Risposta: Euro 100.840.000.
• L'istituto di emissione dovrebbe costare quanto costa
coniare monete, stampare banconote e mantenere il controllo della valuta
elettronica.
• La stampa di una moneta da 100 euro costa 3 centesimi, e la valuta
messa in circolo nel 2004 potrebbe essere il 10% del P.I.L. (1.400
miliardi di euro), ovvero 140 miliardi di euro. Di questi, sappiamo che
solo il 2% è valuta stampata, il resto è valuta elettronica. Per cui
il costo di stampa di 2,8 miliardi di euro in pezzi da 100 è di 840.000
euro. Queste le spese vive.
• Per mantenere il controllo della valuta elettronica, siamo generosi
e valutiamo la spesa essere 100 milioni di euro.
• Totale: Euro 100.840.000.
Quanto ci costa invece tale servizio come erogato (ed erogato dannosamente) dal sistema BCE-Banca d'Italia?
Ci costa Euro 30.000.000.000 (30 miliardi).
• 300 volte più della spesa giusta.
• Tale cifra equivale alla cifra che nel 2004 è andata a pagare
Come mai?
• Una banconota da 100 euro costa alla BCE 3 centesimi di
euro e allo Stato 102,5 euro. 100 euro è il valore nominale della
banconota che lo Stato deve restituire alla BCE e 2,5 euro è il c.d.
"Tasso di sconto" o TUS che
• Sull'erogato ipotetico del 2004 (ovvero 140 miliardi di euro)
Come regolare il
denaro in circolo?
Si può aumentare la quantità di denaro circolante nei
seguenti modi:
• Abbassando il tasso di interesse, anche all'1% o allo
0% o a tasso negativo: in questo modo, sia lo Stato che le imprese
saranno invogliate a richiederne di più a prestito.
• Diminuendo le tasse.
• Aumentando la spesa pubblica.
Si può diminuire
la quantità di denaro circolante nei seguenti modi:
• Alzando il tasso di interesse, o richiedendo garanzie più onerose
[ipoteche, non prestandolo come sta accadendo ora (vedi Basilea
2)].
• Aumentando le tasse.
• Diminuendo la spesa pubblica.
L’arte a vantaggio del popolo sta nel mantenere giusta la quantità di denaro disponibile; l'arte a vantaggio dei banchieri invece sta nel mantenere il denaro carente, e la popolazione in uno stato di indebitamento costante. Il 98% del denaro vero e proprio, e ovviamente la totalità del credito, sono erogati dalle banche a interesse e praticamente senza quasi costi per esse, quindi fruttano ai banchieri profitti parassitari enormi a spese delle nazioni.
Prendiamo spunto dal seguente lancio ANSA: "Bce:
Rallenta Crescita Massa Monetaria M3 - a febbraio + 6,4% (ANSA) - ROMA,
30 marzo. Rallenta a febbraio la crescita della massa monetaria dell'Eurozona.
Lo scorso mese l'aumento è stato del 6,4% rispetto al 6,6% di gennaio.
Lo rende noto
Ci sono diverse realtà:
• Realtà 1 (ciò che in effetti accade): il
denaro in circolazione viene aumentato per poterne dare ad aziende,
Stato e cittadini abbastanza per pagare gli interessi del signoraggio al
tasso ufficiale di sconto imposto dai banchieri allo Stato.
• Realtà 2 (ciò che ci vogliono far credere): il denaro in
circolazione aumenta per poter pagare il "costo del denaro" e
per compensare l'inflazione, cosa salutare che serve per far girare
l'economia.
• Realtà 3 (come dovrebbe essere): la massa del denaro in
circolazione dovrebbe aumentare per coprire l'aumento del P.I.L., ovvero
del 35ó nel 2004 se non erriamo; l'inflazione dovrebbe essere zero.
Perché ciò porta alla guerra?
l. Nei capitoli "Che cosa sono le Banche Centrali?", "Banche centrali e democrazia" e "Guerra, banche e governance globale", abbiamo visto che, grazie al sistema delle Banche Centrali private, l'oligarchia finanziaria guadagna moltissimo, sia in termini di ricchezza che di potere, dalle guerre, perché, facendole, gli Stati e i popoli si indebitano verso di esse.
2. Sappiamo che, con il sistema economico creditizio, il denaro viene spostato dalle classi meno abbienti e più produttive alle più abbienti e più parassitarie fino a che il 10% della popolazione possiede il 90% del benessere. Calando per motivi fisiologici l'espansione economica, l'abbassamento dei tassi di interesse deciso dalle banche per facilitare un’economia stagnante rende poco appetibile l'investimento di denari in attività produttive. Gli investimenti si concentrano vieppiù nei settori finanziari speculativi (spesso con speculazioni al ribasso) perché danno un saggio di rendimento superiore agli investimenti industriali, così le aziende produttive restano demonetizzate e tagliano programmi, investimenti, occupazione, quindi output.
4. Storicamente quindi i periodi di deflazione monetaria come quella attuale sono la sentinella d'allarme per la creazione di situazioni pilotate che ci possono portare alla guerra.
6. E così ci troviamo che l'esercito americano vomita nella prima settimana di aggressione all'Iraq una forza di fuoco equivalente a un miliardo di dollari, somma erogata negli ultimi 32 anni per gli aiuti al terzo mondo.
7. Sale, e continua a salire, il costo del petrolio, e per comperarlo bisogna procurarsi dollari - così la valuta USA si salva dal crollo, almeno per un poco.
8. Intanto le imprese degli "amici di famiglia"
si accaparrano gli appalti per la ricostruzione dell'Iraq così
generosamente distrutto.
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