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Washington
controllerà tutte le chat
Tratto
da http://punto-informatico.it/p.asp?i=50003
Questo e nientemeno è lo scopo di un progetto di ricerca che tra un anno scodellerà per conto del governo americano un sistemone capace, dicono alcuni scienziati, di capire se i terroristi usano le chat. Monta la polemica
13/10/04
- News
- Washington (USA) - I terroristi che decidessero di utilizzare le chat
room per comunicare tra di loro e organizzare le proprie attività,
magari per pianificare
attentati,
dovranno tra qualche tempo scontrarsi con un nuovo strumento che il
Governo statunitense ha deciso di far realizzare. Un sistema capace,
viene detto, di "interpretare" ciò che viene scritto nelle
chat.
L'onnipresente e sempreverde obiettivo di tenere sotto controllo quel
che si dice in rete, infatti, ha trovato nelle scorse ore un nuovo
formale battesimo con un primo finanziamento
di quasi 160mila dollari
che la National Science Foundation americana, ente
governativo che sviluppa anche il programma "Approcci per
combattere il terrorismo", ha garantito al Rensselaer
Polytechnic Institute (RPI).
L'idea che guiderà il team del professor Bulent Yener è quella di
sviluppare dei sistemi informatici capaci di tracciare il traffico dei
post nelle chat pubbliche, al fine di scoprire eventuali conversazioni
criminali che
si tenessero in quella sede.
Come
riuscire nell'impresa? Secondo i ricercatori è possibile, adottando modelli
matematici e statistici
che sappiano individuare i "ritmi" degli interventi, i tempi
di risposta, il modo in cui i diversi utenti con i diversi nickname
intervengono nelle chat, andando a caccia di parole chiave o in codice,
identificando quindi tra tonnellate di materiale soltanto ciò che
potrebbe nascondere un problema di sicurezza nazionale.
Per adottare i nuovi modelli occorrerà, viene detto, almeno un anno di
studio, durante il quale verranno identificate e sviluppate le misure
necessarie.
Che poi si riesca a raggiungere gli obiettivi prestabiliti,
naturalmente, è cosa tutta da dimostrare. Si pensi che secondo un
osservatorio autorevole come quello del Pew Internet & American Life Project solo
negli Stati Uniti almeno 28 milioni di utenti hanno utilizzato almeno
una volta un sistema di chat. Non solo, le tecnologie dietro le chat
sono le più diverse, dai sistemi IRC a quelli Java, rendendo tutto
ancora più complesso. A questo si aggiunge la distribuzione delle chat
room su una quantità di server e servizi internet diversi.
Secondo Yener, per aggirare il problema che sarebbe costituito dalla
enorme quantità di materiale pubblicato ogni giorno sulle chat occorre
sviluppare un modello capace di lasciar perdere tutto ciò che è
"rumore", ossia non interessante ai fini di indagine, andando
a pescare solo ciò che serve. Da parte sua la Foundation ha
sottolineato che l'adozione del sistema ai fini di intelligence non è
problema che spetti a lei: lo strumento una volta predisposto verrà
dunque offerto
alle agenzie investigative del Governo statunitense,
saranno loro a deciderne le modalità di impiego.
"Per noi - ha spiegato Yener - la sfida è riuscire a determinare,
senza dover leggere i messaggi, chi sta parlando a chi".
Tutto questo solleva naturalmente numerose critiche da parte di chi
sostiene il diritto
alla privacy
sebbene venga rilevato come, trattandosi di chat pubbliche, le uniche
che verrebbero monitorate, tutto quello che il "sistemone"
farebbe è appunto "partecipare" a modo suo, sebbene in modo
assai diverso da un utente comune.
Un commento rilasciato alla Reuters dall'ex dirigente dell'Unità
Crimini Informatici del Dipartimento della Giustizia statunitense, Mark
Rash, indica nel nuovo sistema l'ennesima realizzazione di un apparato
che spinge verso gli obiettivi indicati dal deposto, ma apparentemente
molto vitale, programma Terrorism
Information Awareness, per lungo tempo "bestia
nera" per tutti i sostenitori delle libertà digitali. "La
possibilità di raccogliere e analizzare grandi quantità di dati - ha
anche affermato Rasch - è ciò che solleva problemi sotto il profilo
della privacy, anche se nessun dato rilevato è in sé particolarmente
privato".