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La
tomba del condono
Ing. Rodolfo Roselli, intervento
su Radio Gamma 5 del 26.10.2011
Ancora una volta si
ripete la vecchia storia dello stato assatanato di denaro, che deve
incassare subito e con tutti i mezzi, e che inventa gli strumenti più
strani per ottenerlo.
Oggi si chiama condono, al tempo del papato si chiamava indulgenza, ma
il fine era lo stesso ed identica era
la conseguenza morale sulla gente.
Ma in origine l’indulgenza era nelle comunità cristiane un modo, per
chi si era macchiato di gravi peccati, come l’omicidio, l’adulterio
etc. di rientrare nella comunità,dalla quale veniva espulso,e solo a
fronte di penitenze gravi e prolungate che dovevano cambiare molto la
vita del peccatore pentito per lunghi anni.
Il penitente rimaneva
escluso da ogni carica pubblica o ecclesiastica, dal matrimonio e
persino dai normali lavori. Doveva indossare vesti di pelle di capra,
indossare il cilicio e doveva sottoporsi a pesanti digiuni.
Poi, data l’onerosità di queste pene, dal secolo XIV
al XVI s’introdusse la possibilità di ottenere le indulgenze
con una offerta di denaro, in questo modo il peccatore poteva diventare
innocente utilizzando il denaro, anche se
veniva considerato lo strumento di Satana. Ma davanti al denaro
anche Satana era utile per questo fine.
Ci si rese conto che questo procurava ingenti quantitativi di denaro, e
quindi venne esteso il numero degli abusi che potevano essere sanati, si
creò un vero tariffario, fino a diventare anche una occasione di premio
a Principi e Nobili che riuscivano a raccogliere indulgenze nei loro
territori e poi addirittura diventò un obbligo sociale , perché
l’uso era tanto endemico, che chi si sottraeva ai pagamenti, invece
d’essere considerato un uomo onesto, era considerato un cattivo
cristiano, un peccatore incallito che non avesse umiltà sufficiente a
comprendere di dover espiare in questo modo le sue colpe, esistenti o
no.
A questo punto era
normale che per tutti era conveniente peccare, e tutti quindi dovevano
partecipare a questa pratica che, non importa
se metteva in ombra qualsiasi desiderio di preservare i valori
morali della convivenza, era più importante pagare che essere un
delinquente.
Poi finalmente il monaco
agostiniano Martin Lutero si ribellò e nacque lo Scisma Protestante,
che pose fine nei paesi luterani, ma non da noi, a questa pratica.
Le analogie con il nostro condono sono evidenti, e infatti chiunque
abbia violato le leggi sia dal punto di vista economico che dal punto di
vista di comportamento, con un buono sconto può pagare subito una certa
somma, ed essere rispettabile alla stessa stregua di chi invece ha
rispettato totalmente le leggi ed ha
pagato senza sconti tutto il dovuto. Questo è il nostro stato di
diritto, che io chiamerei invece lo stato dei diritti !
E anche in questo caso,
per poter far diventare peccatori il più alto numero di cittadini, si
emanano leggi contorte, inutili, difficilmente applicabili, e in ogni
campo possibile della vita civile, in modo che la probabilità di cadere
nella trappola delle inadempienze legali diviene elevata e quindi ognuno
sia costretto a ricorrere ai condoni..
E infatti abbiamo condoni fiscali, edilizi, valutari, previdenziali,
assicurativi, immobiliari e poi specifici condoni che fanno riferimento
a singole tasse locali come ad esempio sui rifiuti, o altre simili.
Questi condoni non solo
sono giustificati per necessità impellenti di denaro, ma anche per
mettere una pietra sopra il passato, dichiarando che nel futuro tutto
sarebbe cambiato con normative più razionali. Inutile dire che di
queste normative più razionali non è mai esistita ombra ,perché di
volta in volta i condoni di sono ripetuti regolarmente.
Basta pensare alle amnistie per liberare le carceri, con promesse che
l’affollamento non si sarebbe ripetuto, ma nulla si è fatto se non
altre amnistie.
Basta pensare ai condoni giudiziari per smaltire i processi che si
trascinano per anni nei tribunali, oggi i condoni li chiamiamo
prescrizioni, processi brevi, amnistie, e altro, il termine è diverso
la sostanza è la stessa e il rimedio non si vede mai.
Non vi è dubbio che ogni condono fiscale dimostra che i responsabili
del sistema tributario non sono mai stati capaci di risolvere il
problema della raccolta dei tributi, sia perché sono persone
fondamentalmente impreparate, sia perché in fondo l’evasione fiscale
e quindi il condono, fa comodo ad ogni parte politica che governa.
Prima di tutto perché
si può dare sempre la colpa delle inefficienze al governo precedente, e
quindi giustificare, con il cuore sanguinante, di mettere nuove tasse o
chiedere condoni .
Ma anche perché il deficit pubblico crescente ,serve per giustificare
tutte le promesse non mantenute, e tutte le eventuali nuove tasse
necessarie servono anche per vendicarsi su coloro che alle elezioni non
hanno votato per chi oggi governa, una lezione da ricordare nel futuro.
E poi, alla fine spingere il popolo verso la miseria, è sempre un mezzo
molto efficace per renderlo docile e rassegnato.
Naturalmente con questo sistema, il dettato della Costituzione che i
tributi dovrebbero essere pagati
secondo la capacità di ciascuno è una storiella che purtroppo non fa
nemmeno ridere.
Coloro che si dovrebbero
pentire, chiedere perdono e pagare con il loro patrimonio un sacrosanto
condono, dovrebbero essere non i cittadini ,ma tutti i responsabili
delle finanze ,almeno dal 1973 in poi, ma con il trucco del passaggio
della patata calda, ognuno ha fatto dei nostri soldi quello che ha
voluto, impunemente. E sono ben individuabili i nomi di tutti questi
responsabili..
Dal 1973 al 2009 sono stati fatti ben otto condoni, quattro di governi
di centro sinistra o democristiani, e quattro da governi di centro
destra o berlusconiani. Berlusconi tra sanatorie e cose simili ne ha
fatti 17, e oggi siamo al punto che se ne deve fare un altro perché gli
altri sono stati inutili, anzi sembra si lavori all’ingrosso e invece
di farne uno se ne vogliono fare 12.
Ebbene secondo la CGIA
di Mestre (Confederazione Artigiani e Piccole Imprese) tutti i condoni
varati dal 1973 al 2005 avrebbero fatto incassare circa 105 miliardi di
euro, ossia una somma pari all’evasione fiscale solo di un anno ,
rispetto a quella effettiva che è stata, nello stesso periodo, di circa
3200 miliardi.
Ma non basta perché secondo la rivista
dell’Agenzia delle Entrate la cifra effettivamente arrivata
nelle casse dello stato sarebbe pari ad appena 26 miliardi,su 105.
Occorre infine aggiungere che la Corte dei Conti ha dichiarato che per
il condono edilizio del 2003-2004, nel 2008. doveva essere incassato
ancora il 20% di quanto previsto e cioè restavano da esigere dopo 4
anni ancora 5,2 miliardi,dei quali però 2 inesigibili perché i
debitori nel contempo sono scomparsi..
Tutto questo dimostra prima di tutto che i condoni non servono
certamente per far incassare subito quattrini allo stato, e secondo che
gli stessi responsabili delle finanze che hanno creato il debito
pubblico, ovviamente non sono capaci neppure d’ incassare i denari dai
vari condoni.
Ma riflettendo sul fatto
che, come sopra detto, a fronte di una evasione di 3200 miliardi si
sarebbero potuti ottenere 105 miliardi cioè meno del 4%, si può
concludere che essendo l’adesione al condono facoltativa, i
contribuenti pentiti sono stati molto pochi e solo quelli che hanno
tratto un notevole vantaggio
personale per le loro situazioni particolari.
Infatti lo strumento del
condono vorrebbe anche consentire l’allargamento
o per lo meno l’aumento della base imponibile che avrebbe
effetto sulle dichiarazioni dei redditi future
per quei contribuenti che decidono di approfittare del condono.
Da quel momento in poi si sarebbe dunque costretti a mantenere quel
livello di reddito , perché il fisco non ammette che chiunque negli
anni può incassare di più o di meno, ma deve dichiarare sempre quello
o di più.
E i contribuenti che
dichiarassero un reddito inferiore, non solo non sarebbero creduti, ma
per far valere le loro ragioni dovrebbero affrontare ricorsi complessi ,
con ulteriori spese legali e tempi infiniti per poter sperare forse di
avere ragione. E’ chiaro che nessuno vuole incorrere in questa
trappola ,se proprio non chi vi trova un notevole tornaconto.
Il problema della necessità di condoni si potrebbe risolvere non
cercando di operare sugli effetti ma operando sulle cause, e i rimedi
potrebbero essere di tre categorie
Il primo quello di
eliminare tutti i tributi che invece di creare un utile creano una
perdita all’erario. Se un tributo può richiedere la somma di 100 euro
ma per incassarlo ne devo spendere 150, è folle continuare a mantenerlo
ed eliminandolo, paradossalmente si avrebbe un utile.
Il secondo semplificare
al massimo la possibilità di pagare i restanti tributi con normative
talmente semplici da evitare il ricorso a consulenti esterni e quindi a
spese aggiuntive per il contribuente. E’
infatti assurdo che
un debitore ,per pagare, debba essere costretto a pagare anche altri,
semmai dovrebbe essere il creditore a farlo, proprio perché ha un
credito da esigere.
Il terzo dovrebbe essere
di realizzare un sistema informativo efficiente che consenta, attraverso
confronti, che lo stato invii il conto di quanto il cittadino debba
pagare, salvo prove contrarie documentate da produrre se
necessario.
Non è il debitore che
deve dichiarare quanto deve pagare, ma è il creditore che deve chiedere
di essere pagato e deve essere capace di farlo. In questo modo non solo
si eviterebbero tutte le dichiarazioni dei redditi, ma tutte le spese
accessorie che ne derivano.
Oggi spende tempo chi deve
fare la dichiarazione, spende tempo il fisco che
comunque le deve controllare e allora tanto vale che le faccia
lui e il cittadino le controlli. In questo modo la percentuale di
evasori diverrebbe minima e individuabile. Tutto questo già avviene in
molti paesi europei, ma in quei paesi il sistema tributario è una cosa
seria.
Se poi si esaminano i grandi numeri, poiché si dice che il Italia
almeno un terzo dei tributi viene evaso, questo significa che la
pressione fiscale non è del
45% circa , ma del 30% reale, cioè esattamente in linea con quella che
gli economisti raccomandano perché una nazione sana possa muoversi, è
quindi inutile continuare ad aumentare le tasse, perché come aumentano
le tasse così aumenta l’evasione, si crea solo confusione e si pesta
acqua nel mortaio. Oltre tutto i furbi approfittano di questa confusione
per pagare di meno, e la differenza mancante va a finire su chi furbo
non può essere.
Purtroppo i rimedi sopra
suggeriti richiedono una coraggiosa intelligenza
tra i nostri governanti ,che oggi non esiste e, nonostante il
passato abbia dimostrato che i condoni non solo sono immorali ma sono
anche inefficaci ed inutili, si continua a perseverare i questi errori
con una determinazione che rasenta la follia. La verità è che solo
parlare di condono è utile al momento alla politica, ma che poi si
realizzi, è tutt’altra cosa.
E dietro questa chimera si sta svolgendo il solito balletto interno alla
maggioranza sui favorevoli e i contrari che, per lo meno, avrà
l’effetto di allungare i tempi per le decisioni finali, mentre invece
tutti ci chiedono che è necessario ridurre questi tempi.
Ma infine, se vorranno fare il condono dovranno pure truccarlo perché
questa misura è ben noto che non è accettata dai mercati e dalle
istituzioni europee,quindi il problema non è aumentare gli incassi, ma
trovare il trucco giusto.
E allora invece di pensare ad un altro condono tombale, sarebbe bene
cominciare a scavare una fossa per costruire una tomba definitiva, al
condono di qualsiasi specie.