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Armi.
Berlusconi: "sarò il vostro commesso viaggiatore"
Unimondo
/ Pax Christi - 11 ottobre, 2004
Sarò
il vostro "commesso viaggiatore". Così ha detto oggi il
Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ai dirigenti delle principali
industrie armiere italiane in occasione della presentazione ufficiale
del primo volo del caccia M-346. ''Mi chiedete che il vostro presidente
del Consiglio divenga il vostro commesso viaggiatore - ha detto
Berlusconi. Lo sto facendo: credo che attirerò l'attenzione dei miei
colleghi su questo nuovo prodotto della tecnologia italiana
all'avanguardia nel mondo. Si prevede di avere ordinativi cospicui.
Abbasseremo i costi attraverso la quantità". Ciò, ha aggiunto il
premier è reso possibile dal ''gran peso che l'Italia gode in politica
estera grazie al lavoro di questo governo: il presidente del Consiglio -
ha sottolineato Berlusconi - ha assunto nel panorama internazionale un
ruolo tale che gli permette di alzare il telefono in qualsiasi momento e
di ottenere risposte immediate dai suoi interlocutori
internazionali''. Nel panorama globale - ha proseguito il Presidente -
''l'Italia puo' finalmente recitare il ruolo di protagonista, un ruolo
che le spetta e che corrisponde al suo effettivo peso nelle questioni
internazionali. L'Italia è la sesta potenza mondiale, ed è il terzo
paese
nel mondo che ha impegnato la sua potenza militare a supporto della
pace''.
Per questo ''attirerò l'attenzione dei miei colleghi internazionali su
questo gioiello dell'Aeronautica militare italiana'' - ha ripetuto
Berlusconi rassicurando i rappresentanti di Aermacchi, Alenia e
Finmeccanica. ''Si prevede di avere per questo gioiello ordinativi
copiosi in modo da poter così abbassare i costi''. Il premier non
avrebbe infine rinunciato alla solita battuta: ''Basta fissare la
percentuale che spetta al Presidente del Consiglio che ovviamente
devolverà a usi condivisi da tutti''.
Pronte
le reazioni del mondo pacifista. "Finalmente il premier ha spiegato
com'è che in questi ultimi due anni sono esplose le vendite di armi
italiane" - ha commentato Francesco Vignarca della Rete italiana
per il disarmo. "E non si può dire adesso che il Premier non
sappia a chi le vendiamo". Sono giunte infatti a quasi 1 miliardo e
300 milioni di euro le autorizzazioni all'esportazione di armi
rilasciate dal Governo nel 2003 con un incremento che sfiora il 40%
rispetto ai circa 920 milioni di euro del 2002, quando già si era
registrato un aumento del 6,6% rispetto al 2001.
Nella lunga lista degli oltre 60 Paesi destinatari delle armi "made
in Italy" Dati e analisi sull'export di armi italiane figurano
nazioni in stato di conflitto (come India e Pakistan), verso i quali
vige l'embargo da parte dell'Unione europea (come la Cina), una lunga
lista di Paesi dove vi sono costanti violazioni dei diritti umani
(dall'Arabia Saudita alla Malesia, dalla Nigeria alla Turchia) e Paesi
altamente indebitati (come Bangladesh e Argentina) ai quali - secondo la
legge 185/'90 che regolamenta la materia - non dovrebbero essere
vendute.
"Non avevamo dubbi che questo governo non avesse scrupoli in
materia di vendita di armi" - sottolinea Tonio dell'Olio di Pax
Christi Italia. "Il Presidente del Consiglio ha finalmente
esplicitato il suo rapporto con l'industria armiera. Un fatto che ci
preoccupa ulteriormente visto anche l'elenco dei Paesi ai quali
esportiamo le "nostre" armi. Da parte nostra continueremo a
sostenere l'impegno per la riconversione dell'industria armiera" -
ha concluso Dell'Olio.
Già dal febbraio scorso un cartello di organizzazioni si è attivato,
proprio in Lombardia (sede delle industrie visitate oggi dal premier
Berlusconi) per chiedere di riattivare la legge regionale per l'Agenzia
per la riconversione dell'industria bellica istituita con la L.R. n. 6,
dell'11
marzo 1994 che dall'insediamento della Giunta Formigoni è rimasta
inattiva.
[GB]