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La truffa della finta class action
Ing. Michele Trancossi - Università di Modena e Reggio Emilia

Finalmente una speranza di Class Action si apre anche in Italia. Anzi, con l'emendamento Bordon rischia di chiudersi definitivamente in Italia.
Che cosa significa il termine Class Action: significa permettere ai cittadini di poter avviare cause collettive nel caso di danni ricevuti da prodotti industriali, da eventi ambientali e da truffe finanziarie. Finalmente anche in Italia si apre lo spazio per i ricorsi collettivi, con un unico processo per tutti i cittadini coinvolti.

Cos’e’ la Class Action – aspetti positivi
Potremo attivare una class action per chiedere il risarcimento in caso di:
·         danni da prodotti difettosi,
·         danni da fumo,
·         danni da medicinali,
·         danni da abuso di posizione dominante,
·         truffe finanziarie.

I consumatori potranno chiedere finalmente risarcimenti alle grandi aziende. È la class action, terrore delle industrie americane , che dalla fine degli anni Sessanta sborsano cifre milionarie per pagare i danni a cittadini inferociti.

Storia della class action
La prima multinazionale messa sotto accusa fu proprio la General Motors , simbolo dell’industria statunitense, denunciata per l’inaffidabilità e l’insicurezza di un modello di auto che aveva prodotto. Era il 1965.
In Italia, il primo tentativo di inserire nel nostro ordinamento l’azione risarcitoria collettiva, risale solo al 2001. Ma da allora le associazioni di consumatori conducono una battaglia asprissima perché anche da noi sia possibile far valere i diritti di chi compra e usa i prodotti. Con la class action, il consumatore diventa parte civile, e con lui l’intera collettività: la causa, quindi, non è più quella del singolo contro un gigante, ma quella di una comunità contro un’azienda. Chissà che ne penserebbero Parmalat, Cirio, piuttosto che la banca popolare di Lodi, Nextra-Intesa, Unicredit-Capitalia di quest’asso nella manica dei cittadini consumatori.

La class action illiberale di Tex Willer
Questo anche se l’emendamento proposto da “Tex Willer” Bordon e da Roberto Manzione e’ difficilmente applicabile e presenta numerosi e pesanti limiti. Dopo una enunciazione di principi degenera in un regolamento applicativo assolutamente limitativo dei diritti dei cittadini.
Si tratta di un modello fortemente limitativo e praticamente inutile, cosa ben diversa da quella americana, che fa tremare le grandi holding, le multinazionali, i cartelli e i poteri forti, grazie a un potere che è realmente dato in mano al consumatore e al cittadino. Ogni cittadino è legittimato a promuovere una class action, la cui regolarità deve essere vagliata e approvata dall’autorità giudiziaria che nomina un curatore. Non ci sono limitazioni riguardo alle tipologie di risarcimenti che saranno oggetto della class action.

La proposta Bordon-Manzione, purtroppo approvata in finanziaria, e’ altra cosa. La solita legge pasticcio all’italiana. Rispetto al modello statunitense limita fortemente il campo d’azione e il numero dei soggetti cui è data facoltà di intentare un’azione risarcitoria collettiva (class action).
I due eroici senatori, complici Dini e Mastella, hanno imposto la collocazione giuridica nel Codice del Consumo. Questa limitazione e’ fondamentale, in quanto permette la class action solo nel campo degli illeciti contrattuali, per cui ogni altro illecito di natura non contrattuale, che lede i diritti o arrechi dei danni a una pluralità di soggetti, non potrà essere materia di una simile procedura. Facciamo un esempio: se una centrale elettrica, un’industria o un inceneritore inquinando provocano malattie diffuse alla popolazione, tra cui silicosi e cancro, non potranno essere perseguite mediante class action, ma solo mediante azioni individuali che si sommeranno rallentando il corso della giustizia.

Solo le associazioni dei consumatori che fanno parte del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU), organo dello Stato, che fa capo al Ministero delle Attività Produttive, formato da 16 associazioni consumeristiche generaliste, potranno promuovere la class action. Si vede bene quindi che si assiste a una vera e propria delegittimazione e discriminazione nei confronti di tutti gli altri soggetti che potrebbero avere legittimo interesse a promuovere un’azione risarcitoria, tanto che su questo procedimento parecchi sono i dubbi riguardo la correttezza costituzionale. 
La class action di Bordon e Manzione poi si comporta come un Robin Hood al contrario, infatti giunge ad un paradosso incredibile: la vittoria di un’azione risarcitoria non comporterà automaticamente il risarcimento delle parti danneggiate, ma richiede che ciascun cittadino, sulla base della sentenza collettiva, possa decidere se aprire autonomamente delle singole cause per ottenere il risarcimento. Ecco una nuova allucinante lungaggine… nuove parcelle ad avvocati e nuove spese legali. Un aborto giuridico di questo tipo e’ degno della repubblica delle banane.

Governo e opposizione complici dell’ennesimo pateracchio
Il governo Mortadella, cioè il governo dei mille compromessi e degli equilibrismi puri, ha compiuto l’ennesimo aborto giuridico, complice anche l’opposizione, che ha votato contro o si e’ astenuta, non per sostenere un modello di class-action veramente liberale, ma per negarne anche il cenotafio, ovvero seppellendola completamente.

Troppo comodo per il signor Berlusconi dichiararsi a parole liberale, quando ogni sua azione va in direzione contraria, come in questo caso in cui ha guidato l’opposizione ad affossare con i denti anche questo primo, seppur sterile tentativo. Come scrive nel suo blog Stefano Pedica, deputato dell’Italia dei Valori, “Il Premier e il ministro Bersani, che ha anche presentato in proposito una PdL, hanno chiaramente già deciso che la class action si farà all’italiana, con buona pace delle procedure e del dibattito parlamentare, ma soprattutto delle legittime aspettative dei cittadini. Ora, devo denunciare, naturalmente, non solo il fatto di vederla diversamente dal governo sull’introduzione della class action in Italia, anche se in questo ritengo di stare dalla parte degli interessi del cittadino, ma anche e soprattutto il modo col quale sull’intera faccenda, e in misura ancora maggiore sul modello americano, è stato imposto il più assoluto silenzio. Per cui il cittadino non dovrà sapere, fino al fatto compiuto, che gli si sta tentando di rifilare una legge che sarà da lui scarsamente utilizzata, preferita, per ossequio ai poteri forti, ad altre proposte che realmente possono far valere diritti finora ignorati, e mi riferisco per esempio ai comitati delle vittime di disastri o attentati, ai risarcimenti per le vittime di contenziosi con la pubblica amministrazione o con gli enti locali, alle vittime di vere e proprie truffe finanziarie come i tango bond, Cirio o Parmalat, alle vittime di reati contro l’ambiente, alle vittime di violazioni contrattuali da parte di colossi della finanza e del mercato.”

Il commento di Confindustria
L’organo di stampa di Confindustria, il sole 24 ore si scaglia con violenza inaudita con questo provvedimento. Sembra l’ennesima operazione concordata tra i membri della casta, l’ennesima dichiarazione formale di fronte ad un testo inutile e dannoso:

Il testo approvato dal Senato sulla class action è un atto grave di ostilità all'impresa e sarà un disincentivo nell'attrazione di capitali stranieri. «È un provvedimento rozzo - dice un comunicato di Confindustria - che espone le aziende italiane e i loro lavoratori a gravi rischi. E i benefici per i consumatori saranno sostanzialmente risibili». Un testo definito «rudimentale», che metterà le imprese nelle condizioni di subire ricatti di ogni tipo, che presenta chiari profili di incostituzionalità, perché legittima associazioni ad agire per conto di singoli senza averne il diritto. La Costituzione prevede infatti la sola titolarità del singolo ad agire se danneggiato. «Si consente la possibilità di agire come soggetto collettivo ad associazioni da individuare - scrive Confindustria - senza stabilire alcun parametro in termini di rappresentatività. E contrariamente agli ordinamenti di altri paesi non si definisce la platea nei cui confronti l'eventuale provvedimento del giudice produrrà effetti». Azioni che, anche se basate sul nulla, potrebbero portare, in caso di società quotate, a turbative di mercato con conseguenze pesanti a danno dei risparmiatori e dei piccoli azionisti. Un «capolavoro negativo», dunque, che renderà ancora più complicata e difficile la vita a migliaia di piccole, medie e grandi imprese. «È grave - chiude il comunicato - che la maggioranza di governo abbia anteposto logiche di puro equilibrio parlamentare alle ragioni del mondo produttivo accogliendo una proposta improvvisata ed estemporanea che nulla c'entra con la legge finanziaria. Con una fretta sospetta, evitando qualsiasi dibattito e qualsiasi confronto, si è voluto approvare un provvedimento che rappresenta una pesante minaccia per gli unici soggetti che possono assicurare la crescita economica».

La casta unita per affossare definitivamente una possibilità per i cittadini
Gli oligarchi riuniti, adesso faranno finta di scontrarsi, di discutere sulla costituzionalità o meno della class-action. Cercheranno di farci credere che si tratti di un provvedimento vero, che tuteli veramente qualcuno, ma oscureranno tutti i limiti, che di fatto ne impediscono l’esercizio.
Siamo in Italia, basta parlare di una cosa, basta appropriarsi di un nome, per fare credere al popolo meno educato alla democrazia governante del mondo di avere fatto qualcosa. Il tam-tam dei giornali di regime farà il resto: cioè riuscirà a far credere alla casalinga di Voghera che potrà essere risarcita se il robot da cucina funziona male… Ma non spiegherà che per ottenere anche un solo euro occorreranno vent’anni e tante spese legali. 

Finalmente sappiamo quali sono le associazioni consumatori legate alla CASTA
Per fortuna ora, dopo le dichiarazioni delle diverse associazioni consumatori, i cittadini avranno il modo di scegliere a chi rivolgersi per l’assistenza legale.
Per la maggior parte delle associazioni dei consumatori si tratta di una "vittoria dei cittadini". Uniche voce fuori dal coro sono quelle dell'Aduc e del Codacons secondo le quali, invece, la norma approvata produrrà "effetti contrari a quelli sperati".

"Siamo molto soddisfatti del voto al Senato a favore della class action - commenta il Presidente dell'Adoc Carlo Pileri - dopo anni di battaglie finalmente il consumatore italiano potrà avere a sua disposizione un ulteriore e fondamentale strumento di tutela per far valere i suoi diritti e per ottenere un comportamento più corretto da parte di imprese spesso troppo spregiudicate verso i consumatori". Positivo anche il commento del Movimento consumatori e Movimento difesa del cittadino che definiscono l'approvazione "una conquista non solo per i consumatori, ma per il mercato e per uno sviluppo economico equilibrato del Paese. E' una svolta decisiva verso una migliore tutela dei diritti dei consumatori e anche uno stimolo per le aziende ad operare nell'offerta di beni e servizi senza clausole vessatorie, senza pubblicità ingannevoli e all'insegna della qualità e della trasparenza". Sulla stessa linea anche Confconsumatori che definisce l'ok del Senato "una gran bella notizia per i consumatori. Ci auguriamo che la Camera possa velocemente approvare a sua volta l'introduzione di questo importantissimo strumento". Per Paolo Landi dell'Adiconsum, "l'approvazione in Finanziaria è un fatto storico. Non solo i consumatori saranno più tutelati, ma anche le imprese che operano correttamente nel mercato". Secondo Elio Lannutti di Adusbef e Rosario Trefiletti di Federconsumatori, "la class action tutela le imprese più serie modernizzando un paese di troppi furbetti, che sguazzano nelle truffe e nei raggiri a danno del mercato e dei consumatori". Questa norma, aggiungono le due associazioni in una nota, è "una sconfitta per Confindustria, banche ed altre lobby che invece di difendere l'illegalità avrebbero fatto bene ad appoggiare strumenti di modernizzazione utili a competizione e al mercato".

Sconfitta, si ma di Pirro viene da dire.
Ma anche quelle più libere, come ADUC e Codacons
Qualche altra associazione e una buona fetta del movimento Beppe Grillo la pensa in modo diverso.
Di segno opposto le dichiarazioni di Codacons e Aduc.
Codacons afferma: "purtroppo l'Italia avrà la class action all'italiana, ossia una schifezza. Ben lungi dall'essere un'azione collettiva dei consumatori simile a quella americana, il Senato ha approvato un pastrocchio. Non c'è danno punitivo ed i consumatori potranno avere un risarcimento solo se giovani, visto che dovranno aspettare almeno 20 anni prima di poter avere una liquidazione dei danni. Almeno 3, infatti, i giudizi, con almeno 3 gradi l'uno, per un totale di 9 processi".

Giudizio negativo anche per l'Aduc che sottolinea: "con questo voto vengono favorite delle corporazioni che avranno il monopolio dell'azione giudiziaria a dispregio dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge".
Su questa questione manca solo la voce di Beppe Grillo. Non avrà le mani in pasta anche lui con qualche lobby consumeristica? Speriamo di sentirlo presto, come ha fatto su altre questioni. Sviare l’attenzione sul suo scontro con Mastella non mi sembra opportuno, almeno in questo momento.

Michele Trancossi / Università di Modena e Reggio Emilia

www.micheletrancossi.net

 

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