Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
di John Howeis, tratto da www.clarissa.it
Mentre si discute, sui principali media mondiali della
risposta sovietica allo scudo antimissile Usa in Europa orientale e
sulle nuove minacce della Nord Corea, mentre si attendono gli sviluppi
del pericolo nucleare iraniano - è passata del tutto inosservata,
soprattutto da parte dei media italiani, una singolare vicenda che
meriterebbe veramente un serio approfondimento, in quanto rivela un
ruolo davvero sorprendente della Cia nella costruzione del potenziale
atomico di Paesi come Libia, Iran, Pakistan e Malesia.
Il New York Times
del 24 agosto dedica infatti un ampio servizio alla storia di un
ingegnere svizzero, Friedrich Tinner, esperto nella tecnologia del
vuoto, fondamentale per la costruzione delle centrifughe atomiche degli
impianti nucleari, da alcuni anni sotto inchiesta, insieme ai figli Marc
ed Urs, da parte della magistratura elvetica. Apprendiamo infatti che
l'ingegnere svizzero, fin dalla metà degli anni Settanta, ha lavorato
insieme al celeberrimo dott. Kahn, considerato dalla stampa mondiale,
dopo l'11 settembre, l'esperto nucleare della rete di Al Qaeda.
L'attività di Friedrich Tinner, nel corso degli anni, avrebbe per
l'appunto spaziato dal Pakistan alla Malesia, dalla Libia all'Iran,
senza dare luogo alla minima attenzione, così sembra, da parte
dell'antiterrorismo occidentale.
Leggendo l'interessante servizio, cominciamo a comprenderne la ragione:
risulta infatti che, almeno a partire dal 2000 (ma su questa data
ovviamente i dubbi sono più che legittimi), Urs Tinner, figlio
dell'ingegnere, sarebbe stato reclutato, con stipula di un regolare
contratto, dalla Cia. Successivamente anche il padre e il fratello Marc
sarebbero entrati nell'affare, rivelatosi assai redditizio dato che
Il lavoro per cui la brillante azienda familiare, operante
attraverso una serie di società di comodo, alcune delle quali
chiaramente controllate dalla Cia, sarebbe stata così lautamente
retribuita dai servizi statunitensi, consisteva nel fornire
progettazione e strumentazione, idonea sì alla fabbricazione di
impianti atomici, ma in realtà non correttamente funzionante: al punto
che gli ispettori dell'AIEA avrebbero effettivamente riscontrato più
volte, nel 2003-
Si vede bene che queste informazioni trasformano
radicalmente il quadro fornito in questi anni dagli Usa e, di seguito,
dai media internazionali, rispetto al pericolo nucleare proveniente dai
cosiddetti rogue
States: è infatti come minimo ovvio che
Questa ipotesi, che risponde ai canoni di quello che un
tempo negli ambienti spionistici si definiva infiltrazione e
provocazione, è suffragata dagli sviluppi successivi della vicenda:
l'inchiesta malese avrebbe infatti per la prima volta portato alla luce
il ruolo dei Tinner e questo avrebbe provocato l'apertura dell'inchiesta
della magistratura svizzera, nel 2005. Da questo momento in avanti,
l'imbarazzo delle autorità elvetiche si manifesta infatti apertamente,
al punto che, sul finire del luglio 2007, il ministro della giustizia
svizzero Christoph Blocher, vola a Washington per incontrare il
direttore nazionale dell'intelligence Usa, Mike McConnell, il ministro
della giustizia Usa, Alberto R. Gonzales, famoso per le polemiche su
Guantanamo, e il direttore dell'FBI, Robert Mueller III. Il livello
dell'incontro denota il livello di difficoltà in cui si dibatte il
governo svizzero, la cui magistratura ha in mano la scottante
documentazione del singolare caso spionistico.
È al massimo livello che matura quindi la clamorosa
decisione, resa pubblicamente nota solo nel maggio 2008, dal presidente
della repubblica elvetica, Pascal Couchepin in persona, suscitando
enormi polemiche, di distruggere la copiosa documentazione tecnica
rivenuta presso i Tinner - comprendente fra l'altro piani di costruzione
per bombe nucleari, centrifughe destinate all'arricchimento dell'uranio
e altro materiale sensibile. La motivazione addotta dalle massime
autorità della Confederazione è stata quella di dover proteggere la
sicurezza della Svizzera e della comunità internazionale, e
salvaguardare, si osservi, la politica estera della Confederazione
elvetica!
In questo modo si sono definitivamente cancellate le prove non solo
dell'attività dei Tinner ma di quello che
I fratelli Urs e Marc Tinner sono attualmente ancora in
detenzione preventiva in Svizzera, dopo che il Tribunale federale ha
respinto una richiesta di scarcerazione avanzata dai loro legali. Il
padre Friedrich è stato invece rimesso in libertà nel 2006. Tutti e
tre sono accusati di violazione delle leggi sul materiale bellico e di
riciclaggio, ma sarà davvero interessante vedere come farà la
magistratura elvetica a concludere queste inchieste, ora che le prove
documentali dell'attività svolta dai Tinner sono state cancellate per
una superiore volontà politica, in spregio ai basilari principi sulla
separazione dei poteri che dovrebbero caratterizzare lo Stato
democratico.
La vicenda, già per questi primi elementi, si profila di
gravità pari alle rivelazioni che hanno portato a mettere seriamente in
dubbio la dinamica dell'attentato dell'11 settembre
Di questa posta in gioco si deve cominciare a parlare, dato che la
partita in corso proprio sulla sua presunta capacità nucleare militare
dell'Iran rischia di tradursi in un pericolo immediato di guerra