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“Date
a Cesare quel che è di Cesare”
Perché il
Popolo paga gli interessi per usare un bene che gli appartiene sia
formalmente sia sostanzialmente?
A cura di Lino Rossi per Disinformazione.it -
12 luglio 2007
Fatti.
1) In risposta a due
interrogazioni del 3 novembre e 1° dicembre 1994, rispettivamente dei
senatori Natali e Orlando (appartenenti il primo al gruppo di Alleanza
Nazionale, ed il secondo al gruppo di Rifondazione Comunista), il
Sottosegretario di Stato per il Tesoro, Vegas, ha ripetuto quale fosse
il compito istituzionale dell'Istituto di Emissione ed ha ribadito che
questo non fosse proprietario dei valori monetari e che per tutta la
durata della circolazione la moneta rappresentasse un debito, come tale
iscritto nel bilancio dell'istituto fra le poste passive. Come ulteriore
argomentazione il Sottosegretario Vegas ricordò come nella attuale
dottrina economica e nelle opinioni pubbliche degli Stati europei fosse
avvertita e radicata l'esigenza "di non concentrare nelle mani di
uno stesso soggetto politico, quale potrebbe essere l'autorità di
governo, il potere di creare moneta e quello di spenderla, onde impedire
che la moneta diventi strumento di lotta politica"; e ricordò che
tale esigenza aveva trovato esplicito riconoscimento giuridico nel
Trattato di Maastricht, che "sancisce il principio cardine
dell'autonomia delle banche centrali dalle autorità governative
statali, affidando in via esclusiva alle prime le funzioni monetarie e
lasciando invece alle seconde la cura della politica fiscale e di
bilancio".
2) Nella seduta della Camera
dei Deputati tenutasi il 17/03/1995, il deputato Pasetto rivolse una
interrogazione al Ministro del Tesoro per sapere se non intendesse
promuovere una riforma legislativa diretta a definire la moneta un bene
reale conferito, all'atto dell'emissione, a titolo originario di
proprietà di tutti i cittadini appartenenti alla collettività
nazionale italiana, con conseguente riforma dell'attuale sistema
dell'emissione monetaria, che trasforma la banca centrale da semplice
ente gestore ad ente proprietario dei valori monetari. Nel rispondere a
tale interrogazione, il Sottosegretario di Stato per il Tesoro, Carlo
Pace, ha affermato: è inesatto
sostenere che la banca centrale è proprietaria dei valori monetari,
avendo per legge il compito istituzionale di emettere moneta e quindi
crearla e di immetterla in circolazione "mediante il trasferimento
ad altri soggetti, normalmente verso il corrispettivo di titoli o valute
estere, attraverso le operazioni a tal fine legislativamente previste
(quali, ad esempio, quelle di risconto o di anticipazioni, disciplinate
dagli articoli 27 - 30 del Regio Decreto 28 Aprile 1910, n. 204, e
successive modificazioni)"; ciò premesso, "in sostanza, per
tutta la durata della circolazione, la moneta rappresenta un debito una
passività dell'Istituto di Emissione; e come tale è iscritta, nel suo
Bilancio, fra le poste passive".
3) Nel documento allegato
relativo al signoraggio, il Prof. Riccardo Rovelli, docente ordinario
del Dipartimento di scienze economiche dell’Ateneo felsineo, illustra
come il signoraggio percepito dalla banca centrale venga trasferito al
governo; segno evidente che la proprietà della moneta è dello Stato,
in quanto rappresentante del Popolo, in ossequio al primo articolo,
secondo comma della Costituzione repubblicana.
4) Il 12 marzo 2007 presso
5) Dal punto 2) sopra
riportato osserviamo che “per
tutta la durata della circolazione, la moneta rappresenta un debito una
passività dell'Istituto di Emissione; e come tale è iscritta, nel suo
Bilancio, fra le poste passive”; infatti le banconote in
circolazione sono poste nello Stato Patrimoniale del bilancio della
Banca d’Italia proprio al “PASSIVO” e quindi vanno considerate a
tutti gli effetti come un debito per banca centrale; di qui
l’affermazione di cui al punto 1).
Tutto ciò premesso preciso che non intendo effettuare una
valutazione quantitativa delle sorti del signoraggio, ma un semplice
esame qualitativo. Preciso inoltre che quando parlo di moneta intendo
quella di nuova emissione.
Osservazioni.
a) La banca centrale è
l’unico soggetto planetario che ha la facoltà di contrarre un debito
percependone nel contempo gli interessi, anziché venir chiamata a
pagarli.
b) D'altro canto tutti gli
Stati, proprietari delle rispettive monete, per beneficiarne sono
chiamati a pagarne gli interessi.
Domande.
- Visto che
la moneta viene creata dal nulla senza alcuna riserva è necessario
mantenere queste contraddizioni? Non sarebbe più coerente che,
trattandosi di emissione monetaria, né lo Stato, né la banca centrale
fossero chiamate a pagarne gli interessi?
- Se venissero superate
(le suddette contraddizioni) succederebbe che gli Stati entrerebbero in
possesso delle Loro monete senza indebitarsi e le banche centrali
potrebbero continuare a mantenere le loro attuali funzioni con gli
attuali equilibri. Quali sono le controindicazioni per tale superamento?
- Il risultato di questa
piccola modifica, irrisoria formalmente ma importantissima dal punto di
vista sostanziale, sarebbe che nel giro di pochi anni tutti gli Stati
sarebbero privi del debito pubblico con conseguenze positive facilmente
immaginabili; deve per forza essere così utopistica questa piccola
riforma?
L’avvocato del diavolo interviene dicendo: “La
riserva aurea non c’è più per l’emissione monetaria, ma la moneta
non può essere emessa senza una adeguata garanzia! I titoli del debito
pubblico hanno proprio questa funzione.”
Con la riserva aurea significava che il possessore di denaro in
qualsiasi momento poteva andare presso la banca centrale con delle
banconote a ritirare il corrispondente quantitativo di oro.
Sappiamo bene che ciò non può più avvenire.
Ad oggi la situazione italiana è la seguente:
709 miliardi di euro di depositi
http://money.it.msn.com/famiglia/acquisto/articolo.aspx?cp-documentid=1529826
299 miliardi di euro di debiti fra mutui e credito al
consumo
http://www.mirorenzaglia.com/index.php?itemid=260#more
1575 miliardi di euro di debito pubblico
http://www.dt.tesoro.it/Aree-Docum/Debito-Pub/index.htm
1300 miliardi di euro di titoli di Stato
http://www.dt.tesoro.it/Aree-Docum/Debito-Pub/Dati-Stati/Composizio/index.htm
106 miliardi di euro di banconote in circolazione
pag. 279 dell’ultima relazione annuale del governatore della Banca
d’Italia.
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relann
Non si comprende per qual motivo lo Stato si sia dovuto
indebitare per 1300 miliardi di euro di titoli di Stato per mettere a
disposizione della collettività 106 miliardi di euro di banconote in
circolazione di proprietà della collettività stessa.
L’equilibrio che và mantenuto è quello relativo all’equazione di
Fisher.
P.I.L. |
= |
V |
* |
M |
= |
P |
* |
Y |
Dove:
P.I.L. è il prodotto interno lordo, espresso in €/anno;
V è la velocità della
circolazione monetaria, espressa in utilizzi/anno;
M è la massa monetaria presente
sul mercato, espressa in €;
P
sono i prezzi dei beni e servizi prodotti e commercializzati in
un anno,
espressi
in €;
Y sono i beni ed i servizi
prodotti in un anno;
L’intervento dell’avvocato del diavolo sembra più finalizzato ad
intorpidire le acque che a superare un reale ostacolo per
Il mantenimento di questa contraddizione determina che la dinamica delle
transazioni non segue più la legge della domanda e dell’offerta, ma
quella della capacità di indebitamento. Pur potendo e volendo consumare
i prodotti agricoli, la massaia non li acquista perché non ha il denaro
per farlo ed il contadino li lascia marcire sulla pianta.
V |
* |
M |
< |
P |
* |
Y |
Sono cose che accadono quando si dà acriticamente troppo
ascolto all’avvocato del diavolo.
Lino
Rossi