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L’impossibile esiste:
scoperto un fondamentale collegamento tra cervello e sistema immunitario
A cura di Francesca
Albano, tratto da
http://ingegneriabiomedica.org/news/neuroscience/limpossibile-esiste-scoperto-un-fondamentale-collegamento-tra-cervello-e-sistema-immunitario/
Uno studio condotto da
ricercatori della University of Virginia School of Medicine, negli USA, ha
determinato, dopo meticolose ricerche durate anni, che il cervello è
direttamente collegato al sistema immunitario tramite vasi linfatici che si
pensava non esistessero. Si tratta di una scoperta sensazionale che ribalta
decenni di insegnamenti e di teorie apprese da ogni libro di medicina.
È sorprendente che proprio tali vasi linfatici siano sfuggiti ad occhi attenti e
brillanti di migliaia di ricercatori e medici dato che il sistema linfatico è
stato mappato in tutto il corpo in ogni singolo dettaglio, ma il vero
significato della scoperta risiede negli effetti che questa potrebbe avere sullo
studio e sul trattamento delle malattie neurologiche, spaziando dall’autismo al
morbo di Alzheimer fino alla sclerosi multipla.
Una scoperta
sensazionale
Anziché porsi
interrogativi quali: ‘Come si studia la risposta immunitaria del cervello?‘,
‘Perché pazienti con sclerosi multipla presentano diversi attacchi al sistema
immunitario?‘, ora possiamo avvicinarci meccanicamente e realmente al problema
perché il cervello è, come ogni altro tessuto, collegato al sistema immunitario
periferico attraverso i vasi linfatici meningei – ha affermato Jonathan Kipnis,
professore del Dipartimento UVA di Neuroscienze e direttore presso il Center for
Brain Immunology and Glia (BIG) dell’Università della Virginia.
“Cambia completamente il modo in cui percepiamo l’interazione neuro-immunitaria.
Abbiamo sempre percepito questo collegamento tra sistema nervoso e sistema
immunitario come qualcosa di esoterico, che non potesse essere studiato. Ma ora
siamo in grado di porre domande più meccanicistiche.
Noi crediamo che questi vasi linfatici possano svolgere un ruolo importante per
ogni malattia neurologica con una componente immune; sarebbe difficile
immaginare che questi vasi linfatici non abbiano connessioni con malattie
neurologiche di natura immunologica!”
Il risultato e le nuove
prospettive ‘molto ben nascoste’
Kevin Lee,
presidente del Dipartimento di Neuroscienze UVA, ha descritto la sua reazione
alla scoperta del team di Kipnis:
“La prima volta che questi ragazzi mi hanno mostrato il risultato di base, ho
subito detto una frase:’ Dovranno cambiare i libri di testo. Non è mai esistito
un sistema linfatico per il sistema nervoso centrale. È risultato molto chiaro
fin dalla prima particolare osservazione – e a partire da quella, i ricercatori
hanno svolto molti studi per sostenere i risultati – che cambierà radicalmente
il modo di guardare il rapporto tra sistema nervoso centrale con il sistema
immunitario.
La scoperta è stata resa possibile grazie al lavoro svolto da Antoine Louveau,
un borsista post-dottorato nel laboratorio di Kipnis. I vasi linfatici sono
stati rilevati dopo che Louveau ha sviluppato un metodo per ricostruire le
meningi di un topo in un singolo vetrino in modo da poter essere esaminato
globalmente”.
“E’ stato abbastanza facile, in realtà. C’è un trucco: abbiamo fissato le
meningi nella calotta cranica, in modo che il tessuto rimanesse nella sua
condizione fisiologica, e quindi abbiamo sezionato l’area che ci interessava. Se
avessimo fatto il contrario, non avrebbe funzionato.
Dopo aver notato che i
modelli dei vasi linfatici sul suo vetrino avevano la stessa distribuzione di
cellule come nel sistema immunitario, li ha confrontati e avvisato Kipnis.
L’impossibile esisteva. Louveau ricorda il momento dicendo:
“Ho chiamato Jony (Kipnis) invitandolo a guardare al microscopio e ho detto:
“Penso che abbiamo qualcosa”
Kipnis ha descritto questi
vasi linfatici come “molto ben nascosti” in quanto sono riusciti a non essere
notati per così tanto tempo. Ha inoltre osservato che questi vasi, dopo essere
stati “fotografati” tramite tecniche di imaging, seguono un importante vaso
sanguigno verso le cavità sinusali, un’area molto difficile da visualizzare in
quanto si trova nelle ossa del viso ed è connessa con le cavità nasali.
“Quest’area è così vicina ai vasi sanguigni che si perde facilmente di vista. –
ha aggiunto l’esperto – Se non sai cosa stai cercando, la perdi”.
Il lavoro di imaging, molto importante per l’intero studio, è stato reso possibile grazie alla collaborazione con Tajie Harris, ricercatore, assistente del professore di neuroscienze e membro attivo del centro di BIG. Kipnis ha anche elogiato le “fenomenali” capacità chirurgiche di Igor Smirnov, un socio di ricerca nel laboratorio Kipnis il cui lavoro è stato fondamentale per il successo di imaging dello studio.
Alzheimer, autismo,
sclerosi multipla e oltre
Ed ora
L’inaspettata identificazione dei vasi linfatici solleva un enorme numero di
domande sia sul funzionamento del cervello che alle malattie ad esso collegato
che lo affliggono, come ad esempio il morbo di Alzheimer.
“Nell’Alzheimer, si verificano accumuli di grandi blocchi di proteine – ha detto
Kipnis. Riteniamo che tali blocchi si accumulino nel cervello a causa del fatto
che non vengono rimossi in maniera efficace da questi vasi sanguigni”.
Egli ha osservato,
inoltre, che questi vasi cambiano aspetto all’aumentare dell’età dell’individuo,
dunque il ruolo che essi giocano nella fase dell’invecchiamento rappresenta
un’altra strada da esplorare.
Altre malattie verso le quali bisogna rivolgere l’attenzione, in luce dei
risultati ottenuti, sono l’autismo e la sclerosi multipla. I risultati sono
stati pubblicati on line dalla prestigiosa rivista Nature e appariranno in una
prossima edizione di stampa.
Approfondimenti:
University of
Virginia, Health System
Kipnis J et al. Structural and functional features of central nervous system
lymphatic vessels.
Nature, Published Online
June 1 2015. doi: 10.1038/nature14432
Fonte:
neuroscientistnews.com