Il
cervello fa parte del sistema nervoso. Il sistema nervoso controlla e
coordina tutti gli altri sistemi presenti nel corpo umano. Ordina e
armonizza la vasta complessità dei tessuti viventi per il benessere
dell'individuo.
Ha il compito di ricevere informazioni sensoriali attraverso gli organi
dei cinque sensi e di conservare le informazioni ricavate da esperienze
passate.
Comunica costantemente con il corpo. Controlla il sistema endocrino dei
muscoli e dello scheletro, il sistema immunitario, digestivo,
cardiovascolare, riproduttivo, respiratorio e quello urinario: senza un
sistema nervoso in buona salute, non potrebbe esserci una vita
armoniosa.
Il sistema nervoso si suddivide in due parti principali: il sistema
nervoso centrale e il sistema nervoso periferico. Il primo è costituito
dal cervello e dal midollo spinale. Possiamo pensare al midollo spinale
come un'estensione del cervello.
Il secondo è composto dai nervi craniali, che fuoriescono dalle cellule
neurali e dai nervi spinali, che si propagano dal midollo spinale.
All'interno del sistema nervoso centrale e periferico c'è un tipo di
sistema nervoso responsabile delle funzioni involontarie, chiamato
sistema nervoso autonomo.
E’ un sistema di controllo del corpo che si corregge da sé. E’
responsabile dell'omeóstasi, l'equilibrio mantenuto dall'innata
intelligenza del corpo.
Regola la temperatura del corpo, il livello degli zuccheri nel sangue,
il battito cardiaco, e tutti quegli aspetti della nostra salute che ogni
giorno diamo per scontati. Per esempio, il sistema cardiovascolare e
quello digestivo per funzionare non richiedono uno sforzo consapevole da
parte nostra: non controlliamo consapevolmente il battito cardiaco, né
il gran numero di enzimi prodotti per digerire l'ultimo pasto, il che
pone un interrogativo: "quale intelligenza manda avanti lo
spettacolo? Questo è letteralmente un processo automatico.
Chiamiamolo subconscio o sistema che opera al di sotto del controllo
consapevole. Un buono stratagemma mnemonico è considerare autonomo
automatico.
Il sistema nervoso autonomo può essere ulteriormente suddiviso in due
parti: sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Il sistema nervoso
simpatico prepara il corpo ad affrontare le situazioni d'emergenza. E'
anche chiamato sistema nervoso del combatti o fuggi. Quando percepiamo
una minaccia dall'ambiente, tutti i sistemi subiscono un'accelerazione,
il battito cardiaco, la pressione del sangue, il tasso respiratorio
aumentano, e viene rilasciata l'adrenalina per una risposta immediata.
Contemporaneamente, tutta l'energia del corpo è distolta dal tratto
digerente. Il corpo cambia dal punto di vista elettrochimico per poter
sopravvivere. L'attività del sistema nervoso parasimpatico consiste nel
conservare e ripristinare l'energia del corpo. La funzione del sistema
parasimpatico è proprio l'opposto della funzione del sistema simpatico:
rallenta il battito cardiaco, aumenta l'energia nel tratto digerente,
rilassa il corpo e allontana il flusso sanguigno dai muscoli periferici.
Pensate alla sensazione che provate dopo il pranzo di Natale. Il neurone
è l'elemento basilare del sistema nervoso e anche il più importante.
Neurone è il termine con cui si definisce la cellula neurale con i suoi
prolungamenti.
E’ il tipo di tessuto più sensibile all'interno del corpo umano. I
neuroni sono cellule eccitabili specializzate nella ricezione di stimoli
e nella conduzione degli impulsi provenienti dai nervi. Trasmettono
informazioni ad altre parti del corpo. Sono come l'impianto elettrico
che fa muovere una macchina. Nel cervello si trova la più grande
concentrazione di neuroni dell’intero corpo.
Il cervello è composto da qualcosa come 10 miliardi di neuroni.
Ci sono tipi differenti di neuroni all’interno del corpo umano
collocati in categorie secondo la posizione e la forma. I diversi tipi
di neuroni sono classificati in base alla direzione verso la quale
conducono gli impulsi e al numero di diramazioni che presentano.
I neuroni formano una vasta rete interconnessa. Come analogia
considerate che alcune cellule assomigliano molto a querce che hanno
perso le foglie, durante il periodo invernale. I rami più lunghi della
quercia allungano le propaggini all’esterno in diverse direzioni
tridimensionali, creando rami più piccoli che si suddividono
ulteriormente in piccoli ramoscelli dalla forma di dita. Questi rami
chiamati dendriti hanno la funzione di ricevere le informazioni
provenienti da altre cellule nervose che servono appunto come
trasmettitori di informazioni. Ora spostiamoci dai dendriti verso
l’interno. I rami convergono verso il tronco dell’albero, nel quale
si trova il nucleo del neurone, che rappresenta la biblioteca della
cellula: conserva il DNA, ovvero tutte le informazioni genetiche che
esprimiamo in qualità di esseri umani che hanno raggiunto questo stadio
dell’evoluzione.
Strano a dirsi, conserva anche un’enorme quantità di DNA
inutilizzato, che gli scienziati chiamano DNA spazzatura. L’estate
scorsa è stata ultimata la mappatura della sequenza del DNA (Progetto
Genoma). Adesso gli scienziati sono concordi nel ritenere che usiamo
meno del tre per cento della nostra biblioteca genetica. Pertanto,
l’espressione umana del DNA è ancora limitata, è come avere a
disposizione una completa biblioteca e continuare a sfogliare sempre gli
stessi pochi libri, mentre il resto della biblioteca rimane
inutilizzato.
Il paradosso è che abbiamo ancora molte più informazioni genetiche
latenti di quante ne usiamo correntemente come esseri umani e, a
dispetto delle leggi dell’evoluzione, non sono mai diminuite.
Da un punto di vista evolutivo agli esseri umani è permesso di essere
soltanto il 3% di ciò che sono in potenza. Infatti, le recenti ricerche
scientifiche cominciano a comprendere che questo DNA di scarto può
avere molte più funzioni pratiche di quante gli scienziati non abbiamo
mai considerato.
Il DNA della cellula nervosa è quasi lo stesso di ogni altra cellula
del corpo, perché ognuna contiene le medesime informazioni genetiche,
rappresentate appunto dal DNA.
Ciò che rende diversa una cellula da un’altra è l’espressione
attiva di appena pochi geni specifici. Quindi, una cellula nervosa si
esprime come tale, perché la sequenza del suo DNA è appena diversa da
quella che genera la cellula di un muscolo o della pelle. Il tronco del
neurone è chiamato assone. Tutti i neuroni hanno un solo assone.
Possono raggiungere una lunghezza variabile, da un decimo di millimetro
a due metri. Quando una cellula del cervello viene eccitata, trasmette
il suo messaggio lungo l’assone per mezzo di un singolo impulso
piuttosto che di una propagazione costante. Questo è definito un
fenomeno del tutto-o-niente.
L’impulso ha la durata di un millisecondo
può viaggiare alla velocità di 2-300 miglia orarie.
Ioni
e potenziale di azione.
La membrana cellulare, o
membrana del plasma, avvolge esternamente la cellula nervosa ed i suoi
prolungamenti. Immaginatela come la pelle della cellula nervosa. Da qui
parte e arriva l’impulso nervoso. La membrana del neurone misura otto
manometri ed è molto più piccola di quanto un microscopio standard
consenta di osservare. E’ semipermeabile, il che significa che
permette ad alcuni ioni di
attraversarla, ma proibisce ad altri il passaggio. Gli ioni sono
particelle elementari con una carica, perché hanno perso o guadagnato
un elettrone nella loro orbita più esterna.
Alcune particelle inorganiche, messe in soluzione, acquistano o perdono
elettroni abbastanza facilmente.
Dal momento che il corpo è composto prevalentemente di acqua, risulta
essere un perfetto ambiente per gli ioni. La cellula nervosa nel suo
stato di quiete ha una carica negativa di 70millivolt. La ragione di
questa carica negativa è nella relativa concentrazione di ioni che
esiste all’interno e fuori dalla cellula.
Gli ioni intra e extracellulari che ci interessano di più sono quelli
di sodio (NA+) e potassio (K+). Nello stato di riposo, il sodio è un
componente extracellulare, mentre il potassio si trova all’interno
della cellula.
La membrana cellulare del neurone è maggiormente permeabile agli ioni
di potassio che a quelli di sodio e, per questa ragione, l’afflusso e
il deflusso di ioni di potassio avviene più liberamente.
Gli ioni di potassio si concentrano all’interno della cellula, ma a
causa delle leggi della diffusione non rimangono a lungo al suo interno.
Poiché gli ioni di sodio, dalla carica positiva, rimangono in
prevalenza fuori dalla cellula e gli ioni di potassio, dalla carica
negativa, tendono a defluire passivamente all’esterno, l’interno
della cellula diventa relativamente negativo rispetto al suo esterno.
Perciò, la membrana della cellula nervosa ha sempre una carica negativa
inferiore a 70 millivolt rispetto all’esterno.
Questo è conosciuto come potenziale a riposo.
Quando la cellula neurale è stimolata, avviene un rapido cambiamento
nella permeabilità della cellula, dovuta agli ioni di sodio che si
trovano all’esterno, i quali per un istante si precipitano, attraverso
il plasma della membrana, verso l’area più interna. Il risultato è
che la membrana diventa meno polarizzata e il potenziale all’interno
della cellula cresce a +40 millivolt.
Ora, l’interno diventa più positivo rispetto al suo stato di riposo.
L’improvviso afflusso di ioni di sodio, seguito dal cambiamento di
carica elettrica, è chiamato potenziale di azione.
Questo è un fenomeno molto breve, dura meno di 5 millisecondi, ma è
abbastanza lungo da propagare la corrente elettrica lungo la cellula
nervosa.
Subito dopo si verifica un rapido cambiamento nella posizione degli
ioni, che ritornano allo stato di quiete.
Una volta prodotto, il potenziale di azione si diffonde lungo la
membrana cellulare, lontano dal punto in cui aveva avuto origine, e si
propaga lungo la cellula neurale con un effetto simile ad una cascata.
Questo è chiamato impulso nervoso.
Questo impulso si propaga da sé e rimane inalterato nella frequenza,
nella dimensione e nella sua intensità o forza di trasmissione, fino a
quando non si conclude la trasmissione del segnale.
Se proprio in questo momento mentre leggete questo foglio, provaste ad
allungarvi verso una matita e la afferraste, una cascata di potenziali
di azioni colpirebbe una moltitudine di neuroni per fare in modo che
l’azione delle vostre braccia e delle vostre mani diventi un moto
coordinato.
Il pensiero inizia nel cervello, dove crea la prima serie di potenziali
di azioni (l’immagine della matita). Poi gli occhi vedono la penna,
generando la seconda serie di azioni potenziali. Allora il cervello
localizza la matita per formulare ed integrare il movimento di
raggiungere la matita. Intanto, il sodio e il potassio si precipitano
avanti e indietro nelle vostre cellule neurali e tutto avviene alle
vostre spalle. Quando un impulso viaggia lungo il tronco dell’assone,
raggiunge le radici dell’albero. Se osserviamo le radici della nostra
quercia, possiamo vedere strutture simili a rami d’albero chiamate
estensioni dell’assone o neuriti, che hanno il compito di inviare
messaggi ad altre parti del cervello o del corpo. In breve, i dendriti
ricevono informazioni da altri neuroni e le inviano attraverso il nucleo
lungo l’assone fino ai neuriti, che poi, per mezzo dei dendriti,
passano a loro volta il messaggio alla cellula nervosa vicina.
Il punto dove dendriti e neuriti si incontrano è chiamato sinapsi. Ogni
cellula nervosa del cervello umano ha in media dalle 1000 alle 10000
connessioni sinaptiche per neurone. Alcune cellule nervose ne hanno
anche un numero maggiore.
A questo punto se facciamo due conti, considerando i 100 miliardi di
neuroni nel cervello e moltiplicandoli prudentemente per il minor numero
possibile di connessioni per neurone, che è circa di 1000, avremo un
totale di 100000 miliardi di connessioni.
Secondo questa stima prudenziale, ci sono più sinapsi nel cervello
umano che stelle nella nostra galassia. Immaginate, se volete, milioni
di queste strutture, proprio simili ad un albero, tutte interconnesse in
una rete tridimensionale nel corpo, e specialmente nel cranio, allora
comincerete a vedere il cervello e il sistema nervoso centrale nella
loro forma tridimensionale.
Ma non fermatevi qui.
I più grande errore commesso dagli scienziati a questo punto, è di
aver descritto il cervello e il sistema nervoso come un sistema rigido,
statico e senza vita. Nulla potrebbe essere più lontano dalla verità.
Le cellule del cervello, e del sistema nervoso sono vive, elettriche, si
muovono, crescono, si connettono e si disconnettono nello spazio di
millisecondi.
Proprio nel momento in cui leggete questa frase e immaginate quanto
viene descritto, una cascata di impulsi provenienti dalle cellule del
cervello sta attraversando le connessioni sinaptiche esattamente come
abbiamo illustrato. Così ora animate questa querce, piene di vita,
mentre danzano insieme, stringendosi le mani e lasciandosi velocemente e
spontaneamente solo per passare oltre a stringere un’altra mano.
Le sinapsi sono simili a connessioni telefoniche che mettono in
comunicazione con altre località. Ironicamente, paragonare il numero di
connessioni che ci sono in tutti i sistemi di telecomunicazione del
mondo intero alle connessioni della rete neurologica del cervello
equivale a confrontare il cervello umano con un oggetto delle dimensioni
del pisello. Diversi neuroni si connettono l’uno all’altro nella
fenditura sinaptica, un varco tra i neuroni di appena un millesimo di
millimetro, che permette agli impulsi nervosi di viaggiare lungo diversi
percorsi da un neurone all'altro senza interruzione. Quando un
potenziale di azione si muove lungo un neurone, raggiunge l'estremità
di un neurite A quel punto, l'attività elettrica produce un'esplosione
nelle vescicole che contengono sostanze chimiche chiamate
neurotrasmettitori.
I neurotrasmettitori sono rilasciati nello spazio che esiste tra un
neurite e il vicino dendrite. I diversi tipi di neurotrasmettitori sono
i mezzi grazie ai quali le cellule nervose comunicano tra loro
attraverso le sinapsi. Immaginate, se volete, questi messaggeri chimici
come minuscoli vaporetti che attraversano un canale e si fermano sul
lato opposto alla loro banchina di partenza. Nel punto in cui
ormeggiano, fanno scendere i passeggeri, ognuno dei quali ha un compito
specifico. Gli individui che sbarcano da un vaporetto possono percorrere
lo stesso tragitto, ma con impegni diversi. Questo è esattamente ciò
che avviene con i neurotrasmettitori. Essi raggiungono il lato opposto
alla sinapsi di una cellula nervosa vicina, e rilasciano sostanze
chimiche specifiche che influenzano l'attività della cellula nervosa
ricevente.
Questa a sua volta influenza il prossimo neurone e così via.
Gli impulsi nervosi sparati dai neuroni portano il messaggio fino alle
cellule nervose vicine. I neurotrasmettitori possono stimolare, inibire,
e cambiare l'attività stessa del neurone a livello cellulare. Per
esempio, possono dire al neurone di sganciarsi dall'attuale connessione
o fare in modo che si colleghi più strettamente.
Questa attività avviene nello spazio di un millisecondo. Al momento la
scienza conosce più di 50 neurotrasmettitori diversi. In base ad una
particolare funzione del cervello, si trovano in differenti
concentrazioni in aree specifiche.
Alcuni dei più comuni e più importanti neurotrasmettitori sono l'acetilcolina
la serotonina, la dopamina, le endorfine la melatonina e quella molecola
nascosta l'ossido d'azoto.
Presso il dendrite ricevente ci sono recettori chimici specifici per
ogni neurotrasmettitore. Queste sostanze sono simili ad una chiave
particolare che entra precisamente nella serratura della sede di un
recettore. Questa idea avuta dalla natura, è semplicemente perfetta,
perché così la comunicazione avviene in modo esponenziale.
"Gli
scienziati ancora
discutono sulla rilevanza
che hanno
sul cervello
la natura e la cultura,
l'ambiente
o le persone.
Come può il cervello
essere plasmato
e come possono
le nostre abilità essere
arricchite
dall'esperienza?"
Possiamo
usare le stesse connessioni o percorsi neurali nel nostro cervello, ma
produciamo neurotrasmettitori chimici diversi per crea re una completa
gamma di sentimenti, azioni, umori e percezioni. Allora, questo è ciò
che ci rende esseri umani cosi unici e diversi nel nostro modo di essere
quotidiano.
Questo comincia a spiegare l'intero fenomeno dell'atteggiamento.
Possiamo svolgere la stessa attività un altro giorno e provare un diverso
sentimento a proposito: si chiama libera volontà ed è associata con
la chimica del cervello. Tutto questo ha in ultimo un suo effetto
diretto sul sistema volontario e involontario. Questo processo può
stimolare azioni e reazioni, tirar fuori emozioni, regolare le funzioni
corporee, manifestare stati d'animo e comportamenti, stimolare
impulsi, rilasciare ormoni e creare immagini olografiche che chiamiamo
pensieri e ricordi. Poiché abbiamo esposto gli elementi fondamentali
del sistema nervoso, possiamo cominciare a comprendere l'importanza di
tutte le sue responsabilità. Esso ha la consapevolezza ed il compito di
controllare tutte le funzioni del corpo che avvengono attimo dopo attimo
con o senza il nostro sforzo consapevole. Ospita un'intelligenza con la
capacità di svolgere cosi tante attività, in modo talmente preciso che
non vi facciamo caso.
Proprio in questo momento, sotto il controllo del sistema autonomo, ci
sono migliaia di funzioni che accadono a livello cellulare e su larga
scala, e che, letteralmente, ci mantengono integri. E veramente un
progetto brillante. Il cervello e il sistema nervoso ci offrono la
libera volontà di agire intenzionalmente e consapevolmente.
Nel corso della nostra vita il cervello modifica di continuo la sua
forma. Il nostro cervello è plasmato dalle conversazioni che
ingaggiamo, da quanto apprendiamo, dagli eventi che osserviamo e dalle
emozioni che esprimiamo.
Il cervello viene letteralmente modificato da quanto pensiamo e
compiamo. Gli scienziati ancora discutono sulla rilevanza che hanno sul
cervello la natura e la cultura, l'ambiente o la persona.Come può il
cervello essere plasmato e come possono le nostre abilità essere
arricchite dall'esperienza? sveleremo questo mistero nella seconda parte
dell'articolo, nel prossimo numero di Scienza
e Conoscenza.
Nel
frattempo, la prossima volta
che fate uno sforzo, pensate a
chi veramente porta avanti lo
spettacolo!
Bibliografia:
I.
Buzan, 1 (1988). Make
the Most of Your Mind. London: Pan Books.
2. Eriksson, P S.,
et. al. (1998)
Neurogenesis in the Adult Hippocarnpus. Nature Medicine, 4, pp.
1313‑17.
3.
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4. Robenson, 1. (1998). Mind ScuIpture. Great Bntain: Bantam Books.
5.
Snell, R. S. (1992). Ginical Neuroanatorny For Medical Students. 3rd
edition. Boston: Little, Brown & Company
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