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Cellula
cancerosa secondo Wilhelm Reich
Tratto da
www.cellulacancerosa.it
Introduzione
Lo scopo di questo sito e' quello di far conoscere la teoria di Wilhelm
Reich sulla organizzazione naturale dei protozoi e sul conseguente
meccanismo di formazione della cellula cancerosa.
Reich ha perfettamente ragione quando afferma che uno dei maggiori
ostacoli alla comprensione del cancro e’ proprio il modo
meccanicistico di intendere la malattia.
Attualmente molti ricercatori ipotizzano cause virali, biochimiche o
genetiche. Altri pensano ad un deperimento dei meccanismi immunitari,
molti credono che presto si troverà un vaccino. Di fatto tutta la
oncogenesi brancola nel buio e molte delle sofferenze del malato di
cancro sono dovute più ai mezzi adoperati per la cura piuttosto che
alla malattia in se stessa.
Per la medicina ufficiale il tumore è l’aspetto più visibile della
malattia.
Esso è considerato la malattia stessa e la cura consiste
nella sua asportazione o nel tentativo di distruggere con irradiazioni o
sostanze chimiche la cellula cancerosa. In altre parole essa e’
considerata l’unico bersaglio dell’intervento terapeutico a causa
della premessa meccanicista che la cellula cancerosa insorge ed
aggredisce un organismo per altri versi sano.
Individuare il meccanismo di formazione della cellula cancerosa e’
quindi una delle tappe fondamentali per la comprensione di questa
malattia. L'obiettivo di questo breve riassunto e’ quello di riuscire
a fare un po’ di luce su questo processo svelando e documentando i
passaggi cruciali scoperti da Reich tramite i quali esso si
compie.
Le incredibili immagini qui di seguito riportate non danno una risposta
a tutte le domande ne’ risolvono tutti i dubbi. Sono piuttosto
dei fatti che interpretati con una nuova chiave di lettura ci porteranno
ben oltre i limiti raggiunti fino ad oggi dalla medicina ufficiale.
Sta di fatto che, per i non addetti ai lavori, senza
conoscere la funzione biofisica dell’orgasmo come splendidamente
spiegata da Reich, non sarà facile capire il processo nella sua vera
essenza ma per rendere comprensibile in grandi linee, a quante più
persone possibile il meccanismo di formazione della cellula cancerosa,
non e’ necessario che tale funzione sia rispiegata e intimamente
compresa ora.
Lasciamo agli scritti di Reich chi vuole approfondire l'argomento.
Come piccola premessa di quanto sia invece importante l'impostazione
caratteriale di chi fa ricerca in ambito naturale, diciamo subito che se
caratterialmente un organismo spende la maggior parte della
sua energia a soffocare ciò che in se stesso e’ naturale e vivo, non
sarà mai in grado di cogliere ciò che di vivo e naturale esiste al di
fuori di esso.
Soprattutto nella ricerca, questa distorsione influenza negativamente
l’interpretazione dei processi naturali osservati facendo interpretare
i fatti in modi più o meno mistici o meccanicisti. Nell’ambito della
ricerca naturale il concetto di “dogma” che circola su alcuni
argomenti di biologia, rende già l’idea dell’impostazione mistica
che la scienza ufficiale ha per quello specifico argomento. Questo e’
purtroppo vero ed importante. Ne consegue che la ricerca e la scienza
che se ne vuole far derivare, non e’ oggettiva come si vuol far
credere, essa passa sempre e comunque attraverso la valutazione di un
organismo che vive e sente e che attraverso le proprie sensazioni trae
le proprie conclusioni rendendola di fatto soggettiva.
Messi in guardia a queste premesse andiamo a vedere come si
forma la cellula cancerosa ed addentriamoci nel suo meccanismo di
formazione. Per meglio comprendere i fatti liberiamo momentaneamente la
mente da ciò che abbiamo imparato a scuola ed osserviamo solo quello
che la natura ha da mostrarci.
1) Abbandoniamo la teoria del germe atmosferico.
2) Ammettiamo lo sviluppo di materiale vivente da altra
sostanza vivente o non vivente.
La
soluzione del problema cancro cominciò con la scoperta dei BIONI.
Essi sono “vescichette energetiche”.
Sono strutture di passaggio tra la materia vivente e non vivente.
Contengono un fluido, sono delimitati da una membrana ed alla periferia
mostrano un campo energetico.
Si formano dalla disintegrazione di sostanze organiche ed inorganiche.
Sono GRAM POSITIVI e rappresentano la premessa per la vita.
I bioni sono l’unità funzionale elementare di tutta la
materia vivente ancor prima della cellula. Hanno la proprietà di
attrarsi secondo la legge del potenziale orgonomico, hanno radiazione
orgonica, ad alti ingrandimenti formano ponti di radiazione luminosa tra
due bioni vicini, possono fondersi e compenetrarsi l'uno con
l'altro.
I bioni che perdono la loro carica energetica perdono progressivamente
anche le caratteristiche qui descritte.
Il protoplasma vivente non funziona come una macchina, esso funziona
senza essere strutturato e si conserva grazie alla funzione piuttosto
che alla struttura materiale infatti non appena la funzione cessa, la
materia va in decadimento.
Per comprendere come praticamente si forma la cellula
cancerosa bisogna quindi fare conoscenza con il processo della
disintegrazione vescicolare (o bionica) della materia organica.
Anche con un microscopio giocattolo e’ impossibile non accorgersi di
tale fenomeno. Non cambieremo i fatti, cambieremo la loro
interpretazione.
Nel giro di qualche settimana, i fili d’erba messi in infusione si
decompongono in vescicole bioniche, dopo altri pochi giorni ancora
possiamo già vedere al microscopio i primi piccolissimi unicellulari
muoversi nel liquido sotto osservazione.
La disgregazione vescicolare e’ un processo naturale e
spontaneo.
Per ottenerlo e’ sufficiente mettere in infusione dei tessuti
biologici (per i nostri esperimenti sono sufficienti delle fibre
vegetali come erba, fieno o muschio) ancora meglio se sterilizzati in
autoclave.
Le tecniche di sterilizzazione sono quelle comunemente adoperate nella
normale sterilizzazione batteriologica.
Se a basso ingrandimento osserviamo al microscopio ottico un campione
appena uscito dall’autoclave, possiamo notare subito la disintegrazione
vescicolare
che nel frattempo e’ avvenuta. Essa appare come agglomerati
vescicolari attaccati alle fibre vegetali e sono formati da ammassi di
vescicole più o meno luminescenti e verdi-azzurrognole ovvero i BIONI.
Osservando attentamente i bordi di questi ammassi, un
occhio esperto e allenato riuscirà a vedere innumerevoli zone in cui si
stanno verificando incredibili cambiamenti. Con il microscopio che io
adopero, la mia tecnica consiste nell'osservare il campione ad un
ingrandimento di 100x. Una volta individuata una zona interessante,
posiziono la telecamera ed uso lo zoom per ingrandire i dettagli. La
maggior parte delle riprese avvengono quindi ad un ingrandimento di 100x
del microscopio moltiplicato per 8x o 9x o 10x che riesco ad ottenere
con lo zoom della telecamera. Ho quindi lavorato quasi sempre tra
gli 800x-1000x.
A volte i veri e propri cambiamenti possono iniziare anche
dopo diversi giorni.
Occorre molta e molta pazienza e molto probabilmente e’ questa
lentezza del processo che ha nascosto il fenomeno agli osservatori meno
pazienti o che ha fatto desistere subito i più scettici.
Per chi può adoperare una camera digitale le cui riprese possono essere
più volte registrate e cancellate, conviene prendere confidenza con gli
ammassi bionici filmando con il temporizzatore delle zone a caso.
Rivedendole accelerate, a volte si possono scoprire delle piccole cose
interessanti che ci permetteranno di prendere confidenza con l'argomento
ed allenano l'occhio.
Sconsiglio un confronto con la medicina ufficiale. Quando dopo diversi
giorni dalla sterilizzazione accade che si ritrovino forme di vita che
nuotano nel fluido sotto esame, la spiegazione della scienza ufficiale
e’ che la sterilizzazione non e’ stata fatta bene o il preparato si
e’ nel frattempo inquinato a causa del germe atmosferico. Queste
saranno le due sole, monotone spiegazioni senza possibilità di dialogo.
Poiché e’ impossibile rimanere per giorni e giorni al
microscopio ad osservare i cambiamenti che avvengono, per seguire questi
eventi da vicino possiamo servirci di apparecchiature capaci di riprese
a bassa velocità ovvero della possibilità di effettuare riprese con
pochi fotogrammi per unità di tempo in modo da poter rivedere
l’evoluzione di tutto il processo in pochi minuti.
Va quindi anticipato che quasi tutti filmati qui riportati sono in
realtà il frutto di riprese molto lunghe, a volte ci sono voluti
diversi giorni di riprese temporizzate.
Per ogni campione, sicuramente molte ore dove la telecamera temporizzata
e' stata accesa anche per tutta la notte.
La tecnologia oggi a disposizione ci permette queste riprese con
telecamere digitali acquistabili anche a poco prezzo e con piccoli
accorgimenti possiamo registrare filmati di qualità eccellente.
I problemi che dobbiamo risolvere sono fondamentalmente due:
1) Eseguire riprese temporizzate.
2) Fare in modo che il preparato rimanga umido e sterile per tutto il
tempo.
Il primo problema e' possibile risolverlo acquistando due temporizzatori da montare in serie e collegando la telecamera in modo tale che essa
scatti nei tempi e per la durata da noi programmata. Questo e' un lavoro
molto semplice ed e' stato possibile modificando il comando portatile
esterno della telecamera e facendo in modo che l'impulso che giunge dal
temporizzatore agisca direttamente sullo scatto della telecamera.
Qualsiasi tecnico che si intenda di elettronica e' capace di farlo senza
difficoltà.
Il secondo problema e' risolto con una micropompa
e con un altro temporizzatore che permette lo svuotamento di una siringa anche in
24 ore rilasciando quindi sul vetrino, micro quantità di liquido
sterile tarato in modo tale da non permettere al campione in esame di
asciugare.
Per il vetrino si può invece adoperare la vecchia "camera di Burker". Le grosse scanalature laterali ci fanno da serbatoio e
permettono una buonissima riserva di liquido.
Carichiamo il campione sul vetrino usando una Pasteur,
infiliamo l'ago a farfalla sterile in una delle scanalature del vetrino
e accendiamo tutti i temporizzatori tarandoli nel modo
appropriato. Tutte le procedure e tutti i materiali usati devono
rimanere sterili. I più pignoli possono anche adoperare accorgimenti
che rendano sterili i dintorni del microscopio durante tutto il tempo
delle riprese.
In questo modo possiamo osservare l’evoluzione del processo che
riteniamo in quel momento interessante e lo possiamo cogliere sin
dall’inizio quando ancora non esiste nessuna formazione preesistente.
Possiamo vedere tutta l’evoluzione dei processi osservati e
convincerci che non esiste il germe atmosferico che cade proprio
sotto il nostro obbiettivo ma una vera e propria metamorfosi.
Attenzione, quello che vediamo non e’ la cellula cancerosa ma
piuttosto il meccanismo con cui essa si forma.
All’interno dell’organismo la cellula cancerosa si
forma con lo stesso meccanismo. Quando la disintegrazione bionica dei
tessuti provoca un aumento considerevole di bioni (vescicole),
essi agglutinano innescando lo stesso meccanismo osservato nei filmati.
La cellula cancerosa e’ un organismo unicellulare che nell’organismo
si forma dalla disintegrazione bionica tissulare come amebe e protozoi
si sviluppano dalla disintegrazione bionica di infusioni sterili di
tessuti biologici.
E’ così che si forma la cellula cancerosa.
RIASSUNTO
1. Quando la materia inorganica viene riscaldata ad alte
temperature e fatta gonfiare, o quella organica spontaneamente muore,
esse subiscono una disintegrazione vescicolare.
2. Benché le alte temperature uccidano la vita, esse producono
vescicole di energia (bioni) che agglutinandosi tra loro possono di
nuovo svilupparsi in organismi viventi.
3. Quando questo avviene in un organismo energeticamente scarico,
il processo si verifica spontaneamente senza l’intervento delle alte
temperature come in vitro.
4. I bioni sono portatori di un quanto di energia e
rappresentano uno stato di transizione dal non vivente al vivente.
5. Questi esperimenti NON CREANO
La formazione della cellula cancerosa può essere sinteticamente paragonata alla costituzione di una nuova piccola azienda artigianale da parte di operai (i nostri bioni) che, dopo essere stati licenziati, decidono di associarsi e mettersi in proprio organizzandosi un'altra attività.
Dalle osservazioni fatte da Reich vengono spontanee diverse
considerazioni:
1) La cellula cancerosa non e’ la causa del cancro
bensì la conseguenza.
2) La cellula cancerosa per se stessa non e’ una
cellula “cattiva o malata”. Essa e’ accettata dall'organismo
energeticamente debole come il tentativo naturale e spontaneo
dell’organismo stesso di ripristinare un tessuto che per altre cause
sta morendo.
3) Tutte le terapie che attualmente colpiscono la cellula
cancerosa sono destinate al fallimento. Esse colpiscono la
conseguenza e non la causa.
4) Non esistono vari tipi di cancro, il cancro e' sempre e solo
uno. Il meccanismo base di formazione della cellula cancerosa e’
lo stesso e vale per tutti i tipi di tumori solidi.
5) La formazione della cellula cancerosa ci introduce alla
organizzazione naturale dei protozoi.
La teoria dei bioni ci porta ancora molto più avanti e ci
apre la porta ad altre applicazioni come per esempio alla diagnosi
precoce di cancro.
Il modo in cui si verifica la disintegrazione bionica dei tessuti e del
sangue ci informa della carica energetica dell’organismo e quindi
della propensione al cancro del paziente.
Qui di seguito e’ mostrato il risultato di un test per la diagnosi
precoce di cancro con la sua la reazione sana o B e la reazione malata o
T.
Nella zona filmati e' disponibile una ripresa in vivo e in tempo reale
del processo di disintegrazione sana dei globuli rossi. Le immagini sono
eccezionali e sconosciute alla medicina ufficiale.
Foto
disintegrazione bionica del sangue
La valutazione della reazione B o T, richiede molta
esperienza.
Devono prima essere esaminati molti campioni e devono essere paragonati
l'uno con l'altro prima di avventurarsi in diagnosi impegnative.
Reich spiega come l'aspetto dei bioni all'interno dello stroma dei
globuli rossi e' dovuto al fatto che l'uniforme distribuzione
dell'energia e' stata modificata.
Ciò comporta una sua graduale perdita da non poter mantenere la
tensione caratteristica delle cellule sane.
L'energia si contrae nei bioni che rappresentano un più primitivo
livello di funzionamento vivente.
Sia nel sangue sano che in quello malato il processo e' lo stesso, la
sola differenza e' che in un sangue sano la disintegrazione bionica
comincia da un livello più alto di energia.
E' giusto far risaltare che questo esame e' un test bio-energetico, in
contrasto con gli usuali test della medicina tradizionale che del
globulo rosso, ci informano per esempio sulla sua quantità di
emoglobina piuttosto che sul suo potere bio-energetico