Celiachia: l’utilizzo del
diserbante glifosate nella coltivazione dei cereali una possibile causa
D.ssa Silvia
Franzini in esclusiva per
www.disinformazione.it
L’intolleranza al glutine
e la Celiachia stanno crescendo in maniera esponenziale in Europa, negli USA e
nel resto del mondo tanto da essere in forma epidemica e si stima che il 5%
della popolazione Europea e Statunitense siano affette da questa patologia.
Uno studio pubblicato sulla rivista Interdisciplinary Toxicology (1) mette in
discussione l’origine delle malattia che viene definita secondo la medicina
ufficiale una malattia autoimmune, i cui effetti sono collegati al consumo di
alimenti contenenti glutine una proteina presente nei cereali come frumento,
orzo , segale e avena. Lo studio sostiene che un maggior uso del diserbante a
base di glifosate, conosciuto principalmente con il nome commerciale di Roundup,
nella coltivazione dei cereali e non solo, potrebbe essere la causa della
crescita dei casi di celiachia, intolleranza al glutine, come mostra questo
grafico riportato nell’articolo, ma anche della sindrome dell'intestino
irritabile.
Hospital discharge
diagnosis (any) of celiac disease ICD-9 579 and glyphosate applications to wheat
(R=0.9759, p≤1.862e-06). Sources: USDA:NASS; CDC. (Figure courtesy of Nancy
Swanson).
I ricercatori suggeriscono
che il glifosato, il principio attivo dell’erbicida Roundup, può essere il
fattore principale che causa questa epidemia.
Secondo gli autori, la malattia celiaca è associata a squilibri nei batteri
intestinali che possono essere completamente spiegati dagli effetti noti del
glifosato sui batteri intestinali, tra cui la riduzione dei Lactobacilli e dei
Bifidobateri da un lato e da una sovracrescita del C. difficilis e Desulfovibrio
dall’altro come riportato in tabella 1.
Tabella 1: Distruzione dei batteri intestinali
Effetto del glifosate |
Disfunzione |
Conseguenze |
Riduzione Bifidobatteri |
Compromessa scomposizione del glutine |
Anticorpi antitranglutaminasi |
Riduzione Lactobacilli |
Compromessa scomposizione dei fitati Riduzione selenoproteine |
Chelazione dei metalli Malattia autoimmune della tiroide |
E. coli anaerobici |
Tossicità indolo |
Tossicità renale |
Sovracrescita C. difficilils |
Tossicità p-Cresolo |
Tossicità renale |
Sovracrescita Desulfovibrio |
Idrogeno solforato |
Infiammazione |
Un recente studio sull’esposizione al glifosato nei pesci carnivori ha rivelato notevoli effetti negativi in tutto il sistema digerente (Senapati et al. , 2009 ). L’attività di proteasi, lipasi, amilasi sono tutti diminuiti in esofago, stomaco e nell’intestino di questi pesci in seguito all’esposizione al glifosato. Gli autori hanno anche osservato “distruzione delle pieghe delle mucose e disordine di struttura dei microvilli” nella parete intestinale, insieme ad una secrezione esagerata di mucina in tutto il tratto gastrointestinale. Queste caratteristiche ricordano molto la celiachia.
I peptidi del glutine nel
grano sono idrofobici e quindi resistenti alla degradazione gastrica,
pancreatica e alla proteasi intestinale (Hershko e Patz, 2008 ). Pertanto,
l’evidenza di questo effetto sui pesci suggerisce che il glifosate può
interferire con la riduzione delle proteine complesse nello stomaco umano,
lasciando grandi frammenti di glutine nell’intestino umano che poi innesca una
risposta autoimmune, portando a difetti nel rivestimento del tenue che sono
caratteristici di questi pesci esposti al glifosato e dei pazienti celiaci.
Altre caratteristiche della malattia celiaca sono la riduzione di molti enzimi
citocromo P450, che agiscono nella detossificazione di tossine ambientali,
nell’attivazione della vitamina D3, nel catabolismo della vitamina A e nel
mantenere la produzione di acidi biliari e fonti di solfato nell’intestino e,
secondo gli autori dello studio, il glifosato è noto per inibire gli enzimi
citocromo P450.
Anche carenze di ferro, cobalto, molibdeno, rame e altri metalli rari associati alla malattia celiaca possono essere attribuiti alla forte capacità di glifosato di chelare questi elementi. Analogamente, deficit di triptofano, tirosina, metionina e selenometionina associati alla malattia celiaca corrispondono alla capacità nota del glifosato di esaurire questi aminoacidi. I ricercatori sottolineano inoltre che i pazienti con malattia celiaca presentano un rischio più elevato di sviluppare il Linfoma non-Hodgkin, malattia che è stata anche associata all’esposizione al glifosato. Inoltre, essi sostengono che problemi riproduttivi associati alla malattia celiaca, come l’infertilità, aborti e la nascita di bambini con malformazioni possono essere spiegati dal glifosato.
Tutti i noti effetti
biologici del glifosato (inibizione del citocromo P450, interruzione della
sintesi di acidi aromatici amminoacidi, chelazione di metalli di transizione e
azione antibatterica) contribuiscono all’insorgere della patologia della
malattia celiaca, afferma il documento.
Gli autori riportano nelle seguenti tabelle gli effetti del glifosate e le
relative disfunzioni e conseguenze.
Tabella 2: Chelazione dei metalli di transizione
Effetto del glifosate |
Disfunzione |
Conseguenze |
Carenza di cobalto |
Carenza di cobalamina Ridotta metionina Elevata omocisteina |
Malattie neurodegenerative Errata sintesi proteica Patologie cardiache |
Carenza di molibdeno |
Inibizione solfito ossidasi Inibizione xantino ossidasi |
Scarso apporto di solfati Danno al DNA-cancro Teratogenesi Anemia megaloblastica |
Carenza di ferro |
|
Anemia |
Tabella 3: Inibizione citocromo P450
Effetto del glifosate |
Disfunzione |
Conseguenze |
Inattivazione vitamina D3 |
Insufficiente metabolismo del calcio |
Osteoporosi – cancro |
Catabolismo dell’acido retinoico |
Soppressione della transglutaminase |
Teratogenesi |
Sintesi acidi biliari |
Insufficiente metabolismo dei grassi Insufficiente apporto di solfati |
Malattie della cistifellea, Pancreatite |
Detossificazione xenobiotici |
Aumentata sensibilità alle tossine Inadeguato metabolismo dell’indolo |
Malattie del fegato Anemia macrocitica Malattie renali |
Riduttasi dei nitrati |
Costrizione venosa |
Trombosi |
Tabella 4: soppressione della via dello Schikimato
Effetto del glifosate |
Disfunzione |
Conseguenze |
Carenza di triptofano |
Recettori ipersensibili a insufficiente apporto di serotonina |
Depressione, nausea, diarrea
|
L’utilizzo del diserbante glifosate nella coltivazione del grano
Il diserbante
glifosato viene impiegato nella preparazione del letto di semina del grano e di
recente è stato anche ammesso l’uso come disseccante totale nel trattamento pre
raccolta tra i sette e i quattordici giorni dalla raccolta per provocare
l’indurimento della granella soprattutto nelle annate piovose o se coltivato in
zone con clima freddo.
I ricercatori hanno riferito che i residui di glifosato nel grano e in altre
colture sono aumentati notevolmente negli ultimi anni grazie a questa pratica
della essiccazione delle colture con il veleno per facilitare la raccolta e che
ha aumentato l’esposizione della popolazione al veleno attraverso il cibo.
Richiamano inoltre l’attenzione sul fatto che dal 2001, l’uso del glifosato in
agricoltura è aumentato esponenzialmente a causa della diffusione di colture OGM
Roundup Ready, ovvero resistenti al diserbante in questione.
L’uso del diserbante glifosate è vietato nel disciplinare di coltivazione del metodo biologico.
Figura 1: preparazione del letto di semina con diserbante glifosate
Celiachia e cofattori
Altri cofattori che
intervengono nell’aumento dei casi di celiachia oltre a un sempre crescente
utilizzo del diserbante glifosate potrebbero essere l’utilizzo di concimi
chimici a base di nitrati che tendono ad aumentare la percentuale proteica e
quindi di glutine nella farina ed anche il fatto che a partire dagli anni 60 i
grani sono stati irraggiati per aumentare la produttività e quindi sono stati
selezionati grani “nanizzati” ad alto rendimento che hanno bisogno di un maggior
numero di trattamenti con pesticidi chimici di sintesi tra cui diserbanti,
fungicidi e insetticidi, trattamenti che sono vietati nel metodo biologico.
Conclusioni
In base ai dati
riportati nell’articolo (1) è molto probabile che la celiachia abbia origine
dall’utilizzo del diserbante e/o disseccante totale glifosate e dalla relativa
ingestione di residui più che dalla presenza di glutine nella farina stessa e
che l’intolleranza al glutine sia una conseguenza piuttosto che la vera causa
della malattia. Pertanto nella maggior parte dei casi, soprattutto quando viene
esclusa la sua origine genetica, si può prevenire nutrendosi con farine ed
alimenti coltivati con il metodo biologico. Interessanti e gustosi sono pane e
pasta prodotti con grani antichi coltivati in Italia fino agli anni ‘60 circa e
ora riscoperti, che non sono stati irraggiati e che si sviluppano con uno stelo
alto un metro e mezzo circa per cui non hanno bisogno di diserbanti né di
fungicidi e vengono coltivati con il metodo biologico mantenendo il profumo del
pane e della pasta di una volta.
Glyphosate, pathways to modern diseases II: Celiac sprue and gluten intolerance, Anthony Samsel and Stephanie Senef, Interdiscip Toxicol. 2013, Vol. 6 (4): 159-184. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3945755/