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economia
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Chiacchiere
e distintivo: Camelot è crollata
di Eugenio Benetazzo – 17 agosto
2007
Ecco
che cosa sono la FED
e la BCE: chiacchiere e distintivo. Innanzi al più grande bubbone finanziario
degli ultimi anni che sta ormai per esplodere, se ne escono con
affermazioni del tipo, state tranquilli, non vi preoccupate tanto
l'economia è sana, l'Europa non rischia nulla!
Più grande è la bugia, più la gente la crederà. Le recenti iniezioni
di liquidità (ben quattro interventi in sette giorni) per sostenere le
attività bancarie, ormai in pieno default finanziario causate da uno
stato di insolvenza generalizzato (solo nella mia provincia vi è una
nota banca di modeste dimensioni che ha qualcosa come 1.500 contratti di
mutuo di ultima generazione in sofferenza). La crisi che ha colpito i
mercati statunitensi, avrà conseguenze tutt'altro che irrisorie sui
mercati europei, che hanno voluto scimmiottare i fratelli d'oltre mare.
Lungi
dal gongolare per le disgrazie altrui, ma l'analisi sviluppata ed
elaborata in "BEST BEFORE" e contemplata anche durante il tour
di BLEKGEK ha trovato in questi giorni una loro evangelica
materializzazione: alla faccia di tutti quei cosiddetti economisti
laureati in prestigiose università fabbriche di cloni replicanti che
davano il ricorso al debito a bassi tassi di interesse come la linfa
della globalizzazione.
In ogni caso, alla fine Camelot è crollata: il castello di debiti
costruito su fondamenta di altri debiti cartacei (coperti a loro volto
da un fiume di strumenti derivati: l'altra bolla che dovrà scoppiare)
ha dimostrato tutta la sua fragilità. Ecco che cosa ha sostenuto
l'economia, il PIL, gli indici di borsa ed il rally immobiliare: il
ricorso al debito sfrenato. Tutto
a tutti, anche senza garanzie o per dirla all'americana, tutto a tutti
grazie ai NINA (acronimo di none income, none assets) ovvero prestiti
rilasciati anche a chi non ha reddito certo e non dispone di garanzie
reali (fate attenzione comunque perchè anche in Italia li abbiamo, solo
che si chiamano con un altro nome, di solito il nome delle finanziarie
che li erogano !).
Particolarmente
in Europa in queste ultime ore stanno tentando di rincuorare gli animi e
le speranze di investitori e risparmiatori, affermando che la situazione
in Eurolandia non è così grave come in USA: è vero non è grave, è
gravissima ! Nonostante vi dicano il contrario ! Le differenze
sostanziali le possiamo anche individuare sulle diverse dinamiche di
escussione del sistema giudiziario anglosassone rispetto a quello
europeo, qualche mese in USA contro qualche anno in Europa, in Italia
addirittura anche cinque ! Questo
significa che una banca italiana che ha prestato ad una coppia di
giovani precarizzati il 100 % per l'aquisto di un miserabile
appartamento da 40 mq può aspettare anche 5 anni prima di riavere la
disponibilità finanziaria che ha prestato.
Non
da meno si aggiunga che in Europa il ricorso all'acquisto di immobili
con finanziamento integrale è stato adeguatamente coperto e suggellato
da perizie immobiliari stragonfiate (che consentissero di rendere
congruo il possibile valore di ipotetico realizzo in caso di
escussione). Purtroppo i
debiti si pagano e si estinguono solo con il denaro (denaro che ora
sembra non esserci più), ed è per questo che ci aspetta uno scenario
veramente senza precedenti: una bolla economica che avrà dinamiche
tutt'altro che prevedibili. Rammentate a tal punto che le azioni le
vendete in tre minuti con una telefonata alla banca o con un click di
mouse, mentre una abitazione o un appartamento (ammesso che trovate in
questo momento il compratore) potrebbe richiedere anche alcuni mesi.
Per
tale considerazione questa volta ad essere profondamente esposte oltre
ai mutuatari ed investitori ci sono anche le stesse banche, i cui
patrimoni in questi ultimi quattro anni si sono sempre più spesso
cristallizzati: basta molto poco adesso per compromettere la loro
solidità. E se il sistema
bancario vacilla, quello industriale (stretto ad esso da un cordone
ombelicale) e tutt'altro che rincuorante.
Non penso che ci siano molte soluzioni: semplicemente stiamo
andando incontro all'implosione del sistema turbocapitalistico in cui il
solo ricorso al debito ha consentito il sostentamento dei consumi.
Per questo motivo il sistema non è sano, quanto
stramaledettamente marcio ed allo stadio terminale: un conto è spendere
perchè si è risparmiato negli anni precedenti, un altra cosa è
continuare a consumare ed acquistare beni di consumo perchè qualcuno
presta il denaro facilmente.
La
storia si ripete: voglio ricordarvi che Giovedì 24 Ottobre 1929, cinque
giorni prima del famoso Martedì Nero, in seguito alle prime avvisaglie
di panic selling sui listini, intervennero tre banche nazionali per
sostenere le quotazioni e limitare l’emorragia di vendite:
Fateci
caso che la storia si sta ripetendo ! Istituzioni e banche centrali che
garantiscono che il peggio è passato e soprattutto che l'Europa più di
tanto non subirà le conseguenze della crisi di liquidità del sistema
bancario statunitense. Peccato però che i fatti contraddicano le loro
incoraggianti affermazioni: sappiate a tal fine che
Ma
lasciatemi raccontare in maniera un po’ più tecnica che cosa sarebbe
successo: se a fine gionata un istituto di credito ha avuto un saldo
depositi/prelievi negativo, potrà allora acquistare il denaro di cui ha
bisogno nel circuito interbancario, dove troverà i fondi messi a
disposizione da altre banche che hanno invece avuto un saldo
depositi/prelievi positivo. Questo tasso nei giorni scorsi era volato al
4,7 % contro un tasso di sconto ufficiale al 4 %.
Possiamo convenire quindi che iniettare liquidità nel sistema significa dare denaro ad una ristretta elite di banche in momentanea difficoltà finanziaria a discapito del resto del mondo in modo tale che non si abbia una percezione immediata di questa operazione. Il tutto è alquanto scandaloso in quanto anzichè creare denaro (dal nulla) per aiutare chi ha contratto un debito per l'acquisto della prima casa (di fatto il debitore con un bisogno sociale primario), si preferisce sostenere e supportare il sistema bancario (quindi il creditore con una finalità puramente speculativa) il quale si trova in difficoltà perché il debitore a fatica riesce a restituire il denaro preso a prestito. A mio modo di vedere, l’unico rischio reale che corre veramente il sistema bancario è quello di una rivoluzione popolare.
Eugenio
Benetazzo
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