E' proprio vero che siamo nel 2000?
tratto da Capire anno 1° agosto 2000

di Antonio Lambro

Ma che cos'è il tempo in assoluto. Il concetto più relativo della nostra realtà esistenziale. La sola certezza che abbiamo è che il tempo procede in una sola direzione.
Ed è una certezza angosciante: il suo ineluttabile procedere determina il nostro progressivo invecchiamento, fino alla morte. Un conforto ci viene forse dalle teorie del filosofo francese Henri Bergson che proponeva una concezione del tempo, valida sul piano etico, ma inutile a rallentare il suo inesorabile trascorrere.
Dopo questa digressione, peraltro non tanto estranea all'argomento che stiamo trattando, constatiamo che l'indispensabile convenzione sulla misura del tempo, l'elaborazione dei calendari, non può essere stata adottata, seguendo criteri e procedimenti precisi. La domanda che molti studiosi si pongono è la seguente: il terzo Millennio è iniziato da pochi mesi, oppure da qualche anno?

Per soddisfare la nostra legittima curiosità in proposito, abbiamo chiesto il parere di un noto storico, che preferisce essere chiamato con il solo appellativo di Professore.

Domanda: Professore, sappiamo che l'inizio dell'era cristiana coincide con la nascita di Cristo. Ma molti sostengono che il Redentore, quando morì e risorse, aveva più di trentatre anni. Egli sarebbe quindi nato prima rispetto alla data che la tradizione cristiana fa risalire esattamente a duemila anni or ono. Quindi, cerchiamo di chiarire: siamo effettivamente nell'anno 2000 oppure, che so, nel 2006, così da rispettare l'anno di nascita e l'età di Cristo?
Professore: Il dubbio esiste. Anche se ben sappiamo che il calendario non è che uno strumento convenzionale, nemmeno adottato allo stesso modo da tutti i popoli della Terra.

Domanda: Comunque non sappiamo esattamente quando Cristo è nato. Anche se si è deciso di assumere come valida la data della sua nascita, che sarebbe avvenuta, come tutti i cristiani credono, il 25 dicembre di duemila anni fa. Lo può confermare?
Professore: No. Nessuno ne è certo. Perché non vi è nessun atto ufficiale che lo provi.
Gli storici latini e greci che riferiscono i fatti di quei tempi, non citano in modo convincente il passaggio di Cristo sulla Terra. L'incertezza esiste non solo riguardo alla data della sua nascita, ma anche riguardo alla data della sua morte.

Domanda: Nemmeno storici come Svetonio, Plinio e Tacito possono aiutarci ad essere più precisi in merito alla nascita del Salvatore, con le loro cronache di quei tempi, abbastanza dettagliate?
Professore: Come le ho detto, nessuno ne riferisce in modo convincente. Vi accenna appena una riga o due. E aggiungo che esiste il fondato sospetto che questi brevissimi commenti non siano attribuibili agli scrittori cui lei accennava. Ma che siano scritti apocrifi di ignoti storici del periodo ellenistico. In realtà non è pervenuto fino a noi alcun atto ufficiale riguardante la data di nascita di Gesù, né da parte dell’anagrafe del Protettorato romano di allora, né risulta dai censimenti che lo stesso Governo romano faceva eseguire ai palestinesi con una certa frequenza. Le fonti più attendibili sono, dunque, i Vangeli. Anche se nessuno concorda sulla data di nascita esatta. Lo stesso San Paolo studiò a lungo per risolvere questo problema.

Domanda: Come si spiega dunque la presunta inesattezza del calendario?
Professore: Nella compilazione del calendario, attraverso i secoli, sappiamo per certo che si riscontravano continui errori. Forse il più determinante è da attribuirsi a Dionisio che fissò la data di nascita di Cristo nell’anno di Roma 754. Ora le discordanze tra calendari romano e quello cristiano avrebbero dato luogo a innumerevoli tesi, secondo le quali Gesù sarebbe nato, pensate, in un periodo compreso tra il 6 a.C. e il 6 d.C. L’incertezza riguarda anche il luogo di nascita del Redentore, che, per alcuni, sarebbe a Nazareth della Galilea e, per altri, Betlemme nella Giudea.

Domanda: Se ne parla solo adesso perché saremmo o siamo entrati nel terzo Millennio?
Professore: Il dibattito non è solo di oggi. Se ne riparla adesso perché c'è il Giubileo del 2000, ma se ne è discusso anche nel passato, senza che nessuno trovasse una soluzione convincente sul vero anno nel quale stiamo vivendo. Del resto furono gli stessi Evangelisti a creare dubbi e confusione. La sola certezza è quella che i Vangeli concordano sull'inizio del ministero pubblico di Gesù che cominciò poco prima della carcerazione e morte di Giovanni Battista. al tempo, dunque, in cui Ponzio Pilato era procuratore romano della Giudea, Caifa sommo sacerdote del Sinedrio, ed Erode il tetrarca, re accettato e mal tollerato dai romani dominatori.

Domanda: Partiamo allora da Ponzio Pilato. In quali anni fu procuratore di Roma in quei territori?
Professore: Secondo la convinzione generale, Ponzio Pilato governò quelle terre dal 27 al 36 d.C., dal tempo cioè, in cui Gesù aveva 27 anni, e fino a tre anni dopo la sua morte. Se è vero che il Messia visse trentatre anni soltanto.

Domanda: Questo, secondo lei, è credibile?
Professore: No. Molti hanno dubbi al riguardo. Non è da escludere che la crocifissione e morte di Gesù sia avvenuta quando Egli aveva più di trentatre anni, probabilmente quando era prossimo a compierne trentasei. Il 36 d.C. è l'anno in cui Pilato venne sostituito.

Domanda: Il tutto sembra basato su generiche supposizioni, Non la pensa così?
Professore: Ci sono altri elementi da esaminare. C'è un'altra data da tener presente. Partiamo dal fatto che la morte di Gesù sia avvenuta prima della sostituzione di Pilato, e sotto l'Imperatore Tiberio, la cui morte risale al 37 d.C. Ma proprio nel 37, Tiberio esautorò Caifa dei suoi poteri di sommo sacerdote. Potrebbe quindi essere accaduto che la condanna a morte di Gesù fu decisa da Caifa, suo principale accusatore, con Pilato ancora in carica, ovvero tra il 35 e il 37.

Domanda: Ma se questa datazione che parte dalla presunta nascita di Gesù non è certa, come si può sostenere che la sua morte avvenne prima del 36 o del 37?
Professore: Dobbiamo tener conto di altri elementi e di altre date. Giosefo colloca l'incarcerazione di Giovanni Battista nel 35 d. C. Se cosi è, Gesù non sarebbe morto a trentatre anni, ma quando ne aveva più di trentacinque, poiché la sua morte è successiva a quella di Giovanni.
Ma esaminiamo altre considerazioni: Luca e Matteo sostengono che durante l'Impero di Augusto, il governatore romano della Siria, Quirino, da cui dipendeva la Galilea, ricevette l'ordine di eseguire un censimento della popolazione residente nei territori da lui controllati. Quirino governò la Siria a partire dall'anno 6 a.C. e, secondo gli storici, avrebbe eseguito due censimenti: il primo nello stesso anno 6 a.C. e il secondo nel 5 d.C.
Uno dei due censimenti sarebbe quello al quale si riferiscono gli Evangelisti, che coinciderebbe. secondo il loro racconto, con il trasferimento di Giuseppe e di Maria da Nazareth a Betlemme, dove Gesù sarebbe poi nato.
La domanda che ci si pone è questa: a quale dei due censimenti si riferiscono gli Evangelisti?
Se quello che essi descrivono è il primo, Gesù visse più di trentatre anni. Se invece si trattò del secondo, vuol dire che il Redentore, quando morì sulla Croce, non aveva che 28 anni.

Domanda: Ma i dubbi rimangono. Quali altre considerazioni possiamo fare, a sostegno dell'una o dell'altra ipotesi?
Professore: I Vangeli concordano nel sostenere che Cristo nacque quando regnava Erode. Senza precisare se si trattava di Erode il Grande, che regnò in Palestina dal 37 al 3 a.C., o del figlio e successore di questi, Erode Antipa, che ordinò la strage degli innocenti, il cui regno iniziò nel 3 a.C. e terminò nel 39 d.C.

Domanda: Qualche perplessità è legittima. Perché gli Evangelisti parlano di un primo censimento?
Professore: Evidentemente sapevano che ce ne era stato un secondo, più tardi. Ma il primo avvenne, come ho già detto, nei sei anni che precedono la nascita di Cristo. Ed ecco che allora i conti non tornano. Se accettiamo questa ipotesi, Gesù, nato durante il primo censimento, sarebbe morto ben oltre il compimento dei trentatre anni. E dunque, oggi non saremmo nell'anno 2000, ma, nel 2006.

Domanda: E se invece gli Evangelisti si fossero sbagliati? Se il censimento del quale parlano fosse stato in realtà il secondo?
Professore: Mi sembra meno probabile. Per due motivi. Il primo: nel Vangelo di Giovanni si racconta che gli Ebrei, rivolgendosi a Gesù, gli avrebbero detto: "Non hai ancora cinquant'anni!". Età che attribuiva secondo il costume giudaico, un'autorevole saggezza al sacerdote anziano. E questo vuol dire che Gesù era più prossimo ai quarant'anni che ai trenta. E’ più  logico pensare che una frase del genere poteva essere rivolta ad un uomo assai vicino alla piena maturità, piuttosto che a uno di soli vent’otto o ventinove anni.
Il secondo motivo che attribuisce maggior credito all'ipotesi della nascita di Gesù durante il primo censimento, riguarda la famosa cometa. Gli astronomi da Keplero in poi, sostengono che quella cometa apparve e fu visibile sulla Galilea e la Giudea, sei anni prima della data presunta della nascita di Cristo.
Ora ben sappiamo che la sua nascita coincise con il passaggio di quella cometa. Ciò vuol dire che Gesù non visse trentatré anni, ma trentanove, e noi ci troveremmo ora nell'Anno Domini 2006.

Domanda: Possiamo però formulare solo ipotesi. Non vi sono altri elementi che ci permettano di definire queste date con meno incertezza.
Professore: Personalmente sono convinto che oggi ci troviamo nel 2006, per i motivi che le ho appena esposto. Ma la mia opinione, peraltro condivisa da molti, solleverebbe problemi a non finire nel nostro mondo. Abbiamo coordinato e organizzato ogni attività umana, riferendoci al calendario che la tradizione e la consuetudine ci ha fatto prendere per buono. Basta pensare all'economia, agli elaborati investimenti in Borsa, allo sviluppo della nostra società, alla con­duzione della nostra esistenza.
Posso dire che il 2000 è stato semplicemente definito da una convenzione globale, indissolubilmente connessa con la nostra Storia. Non potremo mai essere certi che quello che stiamo vivendo è realmente l'anno 2000, anche perché nessuno avrebbe interesse a cambiare l'attuale datazione che, come tutti sanno, allo scadere del trascorso millennio, ha provocato non poche complicazioni.

Tratto da Capire quaderni d'inchiesta, anno 1°, agosto 2000


Ma allora oggi....siamo nel 2002 oppure nel 2008?

 
www.disinformazione.it