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Il
colore dei voti che non contano. |
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Il 29 ottobre 2002 George W. Bush ha firmato la Help America Vote Act (Hava), «legge per aiutare l'America a votare». Dietro questo titolo tutto «sani-valori-americani-e-materni» si nasconde una indecente bomba a scoppio ritardato contro i diritti civili. Nei
mesi precedenti le elezioni presidenziali del novembre 2000, il
segretario di stato della Florida, Katherine Harris, in collaborazione
con il governatore Jeb Bush, diede ordine agli ispettori elettorali
locali di epurare dai registri elettorali 57.700 elettori, presunti
ex-carcerati privi del diritto di voto in Florida. Almeno il 90,2
per cento di coloro che figuravano su questa lista di gente da «spazzolare
via», destinati alla perdita dei loro diritti civili, non hanno alcuna
colpa. Più della metà, il 54%, sono neri o ispanici. Si può discutere
quanto si vuole sul numero degli elettori effettivamente epurati ma è
fuori discussione che il pogrom razziale elettorale ordinato dagli
agenti di Jef Bush ha consegnato la Casa bianca nelle mani del suo
fratello maggiore. In seguito alle rivelazioni del quotidiano «Observer» del dicembre 2000 sulle epurazioni degli elettori neri, gli avvocati dell'associazione nazionale per l'avanzamento della gente di colore (Naacp) hanno fatto causa allo stato. L'associazione per la difesa dei diritti civili ha ottenuto l'impegno scritto di Jeb Bush e del suo successore di reinserire nei ruoli elettorali coloro che erano stati «spazzolati via» per errore. Willie Steen è uno di questi. Recentemente l'ho scovato fuori dal suo ufficio in un ospedale di Tampa. Il suo è un caso semplice: non puoi lavorare in un ospedale se hai trascorsi penali. La Naacp ha portato il caso di Steen davanti alla corte come esempio eclatante della perversione del sistema di epurazione elettorale. Lo stato ha riconosciuto l'innocenza di Steen ma a un anno di distanza Steen non ha ancora potuto registrarsi per votare. Per quale motivo era ancora sospetto? Cosa sappiamo di questo «potenziale criminale», come l'ha definito Jeb? Steen, a differenza del nostro Presidente, ha fatto quattro anni di onorato servizio militare nell'esercito americano. Un indizio sospetto c'è, bisogna ammetterlo: Steen rimane un afro-americano. Se sei nero, riuscire a votare in America è un gioco d'azzardo. In primo luogo, c'è una buona probabilità che la tua cartolina di registrazione venga semplicemente buttata via. Negli uffici elettorali ci sono ammucchiate pile polverose di domande di registrazione. In secondo luogo, una volta che riesci a registrarti, ci sono buone probabilità che tu venga definito un criminale. In Florida, oltre ai criminali inventati, elencati sulla lista delle persone da «spazzare via» del governatore Harris, circa 600.000 residenti sono legalmente privati del diritto di voto perché hanno precedenti penali nello stato. Questo in un solo stato del paese. A livello nazionale 1.400.000 maschi neri che sono stati in prigione non possono votare, il 13 per cento di tutta la popolazione nera maschile. Al terzo stadio, inizia la vera partita d'azzardo. Il Voting Right Act (la legge per il diritto di voto) del 1965 garantiva agli afro-americani il diritto di votare - non quello che il loro voto fosse anche contato. E in un caso su sette il loro voto non viene contato. Prendiamo la Contea di Gadsden. Delle 67 contee della Florida, Gadsden ha la più alta percentuale di residenti neri, il 58%. Ha anche la più alta percentuale di voti «invalidati» sulla base di cavilli: un voto su otto viene annullato. Confinante con Gadsden c'è la contea di Leon a maggioranza bianca, dove praticamente ogni voto viene contato (la percentuale dei voti nulli è di uno su 500). |
Come vengono invalidati i voti? Sembra che basti qualsiasi segno insolito sulla scheda. Nella contea di Gadsden alcuni elettori hanno scritto «Al Gore» sulla scheda invece di contrassegnarne il nome già stampato. I loro voti sono stati annullati. Il professore di Harvard Christopher Edly Jr., membro della commissione per i diritti civili, si è insospettito davanti alla quantità di voti invalidati. Si è messo a scavare nella montagna di schede eliminate e, fra le altre scoperte ufficiali della commissione, ha denunciato che 14,4% dei voti neri - uno su sette - erano stati «invalidati», cioè mai contati. Al contrario, solo l'1,6% dei voti di elettori non neri era stato annullato. L'elettorato della Florida è composto all'11% da afro-americani e in Florida sono stati annullati e non contati 179.855 voti. Quattro conti molto semplici applicati ai dati della commissione, rivelano che il 54% dei voti invalidati, pari a 97.000 voti, erano voti di elettori neri che avevano votato Gore in una percentuale superiore al 90%. Il voto dei non neri si divideva alla pari fra Gore e Bush. Perciò se il governatore Harris avesse permesso di contare quelle schede, Al Gore avrebbe raccolto una maggioranza di 87.000 voti in Florida, 162 volte il margine ufficiale di vittoria di Bush. E questa è la Florida; parliamo ora dell'America. Nelle elezioni del 2000, un milione e novecentomila voti non sono stati contati. Invalidati per ragioni diverse, come quella di scrivere il nome di Gore, o per disfunzioni delle macchine e altro. I motivi degli annullamenti variano ma un'ombra di sospetto aleggia sulle schede buttate nella spazzatura. Il gruppo di esperti di Harvard guidati da Hedley ha scoperto che il numero di schede annullate - contea per contea, distretto per distretto - era direttamente proporzionale alla popolazione votante nera locale, esattamente come in Florida. Il profilo razziale della Florida rispecchia quello dell'intero paese, sia nella percentuale di votanti neri sia nel profilo razziale degli elettori i cui voti non contano. «Nel 2000 un elettore nero della Florida aveva 10 volte più probabilità che il suo voto fosse annullato di un elettore bianco» spiega il politologo Philip Clinker, co-autore con Edley del rapporto dell'università di Harvard. «I dati nazionali rivelano in modo sorprendente che il caso della Florida è paradigmatico. Data la proporzione di elettori non bianchi rispetto a quelli bianchi, risulta che circa la metà di tutti i voti annullati, cioè circa un milione di voti, erano di elettori non bianchi». Ecco come stanno le cose. Alle
ultime elezioni presidenziali hanno votato un milione circa di neri e di
appartenenti ad altre minoranze e le loro schede sono state gettate via.
E lo saranno di nuovo il prossimo novembre, scrupolosamente, ad opera
dei computer perché la legge per aiutare l'America a votare e le altre
false misure di riforma, puntando su complessi sistemi di
computerizzazione, non affrontano, anzi peggiorano, il pregiudizio
razziale alla base dei voti invalidati. Un milione di voti svanirà in
uno sbuffo di fumo molto nero e quando il fumo si sarà diradato, si
vedrà il clan di Bush rinfocolare le sue carriere politiche al chiarore
del rogo delle schede. HAVA
nice day.
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