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I
contenitori trasparenti rosicchiano un milione e mezzo di barili di
greggio l’anno
Cosa
c’entra l’acqua col petrolio - La follia delle bottiglie di plastica
Sabina
Morandi - Liberazione del 5 marzo 2006
Quando
i nostri nipoti ci chiederanno cosa facevamo mentre il petrolio si stava
esaurendo dovremo ammettere che eravamo impegnati a cercare i modi più
fantasiosi per sprecarlo, dalla produzione di neve artificiale per i
giochi invernali all’impiego dei camion leggeri - i famigerati Suv -
per andare a fare la spesa. In pool position fra i comportamenti più
demenziali spicca, senza dubbio, l’innamoramento planetario per
l’acqua imbottigliata il cui consumo è salito del 57 per cento negli
ultimi cinque anni. Una moda che piace ai governi perché li dispensa
dal bonificare le forniture idriche - che restano appannaggio dei
poveracci - operazione per la quale si spende infatti un settimo dei 100
miliardi di dollari buttati in acqua minerale. Cosa c’entra l’acqua
con il petrolio lo spiega molto bene un rapporto dell’Earth Policy
Institute di Washington nel quale, fra le altre cose, compaiono le prime
stime del costo energetico dell’ubriacatura da minerale.
Viene
fuori che l’acqua in bottiglia - nel 40 per cento dei casi semplice
acqua di rubinetto con l’aggiunta di qualche sale minerale - rosicchia
circa un milione e mezzo di barili di greggio ogni anno soltanto per
produrre delle bottiglie di plastica che ci metteranno circa 1000 anni a
biodegradarsi, quasi tutte utilizzate una sola volta. Ora, considerando
che con un milione e mezzo di barili si mandano avanti 100 mila
automobili per un anno, siamo nel campo di quegli inesplicabili
comportamenti che spingono alcune specie come i lemming, piccoli
roditori simili a criceti, a suicidarsi gettandosi in massa dalle
scogliere.
Non si spiega altrimenti una scelta demenziale da ogni punto di vista.
Secondo
gli organismi internazionali che si occupano di salute l’acqua in
bottiglia prodotta dai grandi marchi dell’imbottigliamento - Nestlè,
Danone, Coca Cola e PepsiCo, tanto per non fare nomi - spesso non è
affatto più salubre anche se costa la bellezza di diecimila volte di più
di quella del rubinetto ed il suo consumo è decisamente inspiegabile in
paesi come l’Italia, che dispongono di una riserva idrica di qualità
eccellente. Il guaio è che la diffusione dell’acqua in bottiglia ha
buon gioco in paesi come l’India e
Sabina Morandi Fonte: www.liberazione.it