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Via
libera definitivo alla Bolkestein
Marzio Paolo
Rotondò - 26 Luglio 2006
Tratto da Rinascita www.rinascita.info
Semaforo verde alla controversa direttiva sulla
liberalizzazione dei servizi in tutta l’Unione europea. Il Consiglio
dei ministri per
La famigerata Bolkestein, dunque, diventerà presto una disposizione da trasporre nelle varie legislazioni nazionali dell’Unione europea. Dalla sua nascita, avvenuta durante la presidenza Prodi della Commissione europea, sono state molte le battaglie che si sono opposte ad una totale liberalizzazione del Terziario, che rappresenta molto più della metà dell’economia europea.
Anche se molte persone da tutta l’Unione europea si sono
mobilitate per ribadire il loro punto di vista ostile alla controversa
direttiva, che aveva nel principio del cosiddetto idraulico polacco il
suo più cinico esempio, non sono riusciti ad abolirla definitivamente
ma solo a renderla poco più leggera. Una vera e propria battaglia che
ha visto accese discussioni anche presso il Parlamento europeo che è
quasi arrivato al punto di fare saltare l’accordo.
Il testo aveva anche riscontrato diversi scetticismi
durante i due Consigli dei ministri che lo avevano passato in rassegna.
Durante un consiglio informale a Vienna del 29 maggio scorso, era stato
approvato grazie al compromesso dell’Austria, ex-presidenza di turno
dell’Ue, con i Paesi più liberali come i nuovi partner e
Infine, lunedì, l’accordo definitivo è arrivato grazie
all’unanimità dei venticinque, ad eccezione delle due astensioni di
Belgio e Lituania, come annunciato dall’attuale presidenza finlandese
appena insediata.
Ora la volontà delle autorità Ue è di procedere
velocemente alla seconda lettura in Parlamento, per poter fare entrare
in vigore la nuova direttiva entro l’anno. Una volta completato
l’iter burocratico della direttiva, entro tre anni gli Stati membri
dovranno applicare le nuove regole.
Come gli eurodeputati, i ministri hanno promosso un testo dove viene
eliminato il contestato principio del Paese d’origine, ovvero
‘l’idaraulico polacco’ ne esclude l’applicazione ai servizi
sanitari, e conferma l’esclusione dei servizi di sicurezza,
audiovisivi e finanziari, i trasporti, le agenzie interinali e il gioco
d’azzardo.
La direttiva Frankestein, così come soprannominata dai
suoi oppositori, comincerà dunque presto a condizionare larghe porzioni
dell’economia europea nel bene, ma soprattutto nel male. Annunciata
come un provvedimento rivolto a “diminuire la burocrazia ed i vincoli
alla competitività nei servizi per il mercato interno”,
Troppi i seri inconvenienti che presto comporterà: fra questi l’apertura alla libera concorrenza e alla privatizzazione di tutte le attività di servizio anche in settori importanti come l’istruzione; la riduzione drastica della discrezionalità delle autorità locali e nazionali; l’incitamento legale alla delocalizzazione verso i Paesi a più debole protezione sociale per sfruttare la mano d’opera; il “dumping” sociale verso le legislazioni dei Paesi a più alta protezione sociale e del lavoro, affinché riducano, in nome della competitività, i propri standard di garanzie; la diminuzione del valore del contratto di lavoro e le possibilità d’intervento delle organizzazioni sindacali, precarizzando definitivamente la prestazione di lavoro; ma anche l’incremento del mercato del lavoro gestito dalle organizzazioni criminali. Questi alcuni degli effetti collaterali della direttiva Servizi.
In effetti,
Fermare questo mostro ormai è impossibile. Saranno orami lavoratori e
cittadini a patirne le conseguenze direttamente sulla loro pelle, ciechi
complici di una macchina burocratica continentale e globale che ricerca
soltanto meri interessi economici, distruggendo lentamente tutto quello
che trova sul proprio passaggio.
Marzio Paolo Rotondò