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NEW
SCIENTIST
Il
bioterrorismo di George W. Bush
L'Amministrazione
Usa prepara nuove armi biologiche
Manlio Dinucci - "Il
Manifesto" 11 novembre 2003
Il
dr. Thomas Butler, ricercatore al laboratorio di biotecnologia
dell'Università del Texas, ha perso 30 fiale. Non sarebbe grave, se non
fosse per il fatto che esse contengono batteri della peste bubbonica.
Dopo aver denunciato lo smarrimento, Butler ha cambiato versione dicendo
di averle distrutte, ma in seguito ha ritrattato, accusando l'Fbi di
avergli imposto di dire questo per tranquillizzare l'opinione
pubblica.
Che cosa ci faceva il dr. Butler con i batteri della peste bubbonica? Lo
spiega la rivista New Scientist: nei laboratori Usa si è ormai
ricostruita l'intera sequenza del genoma del batterio, così che «la
peste bubbonica, la temuta Morte Nera dell'Europa medioevale, è ora una
potenziale arma biologica». La vicenda apre uno squarcio nel mondo
segreto delle armi biologiche. Quello sulla peste bubbonica è solo uno
dei programmi di ricerca portati avanti, su incarico governativo, nei
laboratori non solo militari ma anche universitari. Una équipe
dell'Università St. Louis guidata da Mark Buller - informa New
Scientist - ha «ottimizzato» il virus del vaiolo murino, che ora
è in grado di uccidere il 100% dei topi infettati, anche dopo che sono
stati trattati con un farmaco antivirale. Sull'onda del successo, il
governo ha incaricato l'équipe di Buller di modificare anche il virus
del vaiolo bovino che, a differenza di quello murino, può infettare gli
esseri umani. Dai laboratori è così uscito un virus bovino «superletale»
che, ha comunicato lo stesso Buller, sarà sperimentato all'Istituto di
biodifesa dell'esercito a Fort Detrick (Maryland).
Lo
scopo, ha detto, è quello di «capire quanto sia facile o difficile
applicare lo stesso tipo di ingegneria genetica al virus del vaiolo
umano per renderlo più letale» e avere quindi «la prova di che cosa
potrebbero fare i bioterroristi». Il vaiolo, che per millenni aveva
decimato la popolazione mondiale (nel Settecento uccideva un bambino su
dieci in Francia e uno su sette in Russia), è stato estirpato grazie
alle vaccinazioni di massa: nel 1980, dopo l'ultimo caso in Somalia nel
1977, l'Organizzazione mondiale della sanità ne (Oms) certificava la
scomparsa. Nel maggio 1996, l'Oms decise che gli ultimi stock del virus
del vaiolo, conservati in due centri di ricerca negli Usa e in Russia,
avrebbero dovuto essere distrutti al più presto. L'amministrazione
Clinton ottenne però dall'Oms di posticipare al 2002 la distruzione
dello stock statunitense. Ma nel novembre 2001, dopo gli attentati
all'antrace (le cui tracce non portano nelle caverne afghane, ma a Fort
Detrick e altri laboratori militari Usa), l'amministrazione Bush ha
dichiarato che manterrà lo stock del virus del vaiolo, per poter
produrre un vaccino su scala di massa in caso di attacco terroristico
con tale virus. Ignorano a Washington che l'Oms mantiene 500 mila dosi
di vaccino e ha la possibilità di produrne altre in qualsiasi numero
sia necessario. Insomma, chi conserva stock del virus del vaiolo umano
ha la possibilità di modificarlo geneticamente, così da renderlo
resistente al vaccino e farne una terribile arma biologica. In tale
direzione portano gli esperimenti con i virus del vaiolo murino e
bovino. Riferendosi a quest'ultimo «superletale» virus che sarà
sperimentato a Fort Detrick, lo scienziato australiano Ramshaw si è
detto «molto preoccupato per tali esperimenti su un virus che può
trasmettersi da una specie all'altra».
Non meno preoccupanti sono gli esperimenti per ricostruire il virus
della spagnola, l'epidemia che nel 1918-19 provocò nel mondo 20-40
milioni di morti. Sono iniziati alla metà degli anni Novanta, quando il
Dr. Jeffrey Taubenberger dell'Istituto di patologia delle forze armate
Usa è riuscito a recuperare dai tessuti conservati delle vittime del
1918 frammenti del Rna del virus: si è stato creato un nuovo virus,
contenente due geni di quello della spagnola, che si è dimostrato molto
letale sugli animali. E, il mese scorso, il governo Usa ha concesso un
finanziamento di 15 milioni di dollari per le misure protettive contro
un attacco bioterroristico con un virus influenzale modificato. Dopo
aver sottolineato che «non ha senso creare una nuova minaccia per
sviluppare poi contro di essa nuove contromisure», il biologo Jan van
Aken del Sunshine Project conclude: «Se Jeffrey Taubenberger
lavorasse in un laboratorio cinese, russo o iraniano, il suo lavoro
potrebbe giustamente essere considerato come lo smoking gun di un
programma offensivo di guerra biologica». Il fucile dalla canna ancora
fumante non è però nelle mani di Osama bin Laden, ma di Donald
Rumsfeld