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Big
Pharma controlla la medicina veterinaria: cani e gatti trattati con
prodotti chimici, per profitto
di Mike Adams
del 17 luglio 2007
tradotto dal sito www.newstarget.com
da Pamio Lodovico -
vedi articolo originale www.newstarget.com/z021935.html
Pubblicato sul sito www.ilnuovomondo.it
Big Pharma ha completato, con successo, il controllo della medicina
veterinaria negli Stati Uniti e nelle altre principali nazioni del
mondo. Sapendo che solidi profitti possono derivare dai corpi degli
animali domestici, le aziende farmaceutiche hanno speso due decenni per
esercitare una aggressiva campagna volta a revisionare il programma di
studi della scuola veterinaria, influenzando i veterinari e facendo il
lavaggio del cervello ai proprietari di animali domestici, convincendoli
del fatto che per star bene, i loro cani, gatti e cavalli avevano
bisogno di farmaci. E’ stato un lavoro facile: molti consumatori
dimostrano già una ferma convinzione nella medicina farmaceutica,
grazie anche al bombardamento pubblicitario indirizzato ai consumatori e
finanziato dalle ricche aziende farmaceutiche ed è stato facile anche
far loro credere che i loro animali hanno bisogno di prodotti chimici
sintetici.
Così oggi, la maggior parte dei veterinari negli Stati
Uniti utilizza farmaci chimici sugli animali domestici. Al primo segnale
di qualche sintomo, prescrivono loro costose specialità farmaceutiche.
Artriti, diabeti, malattie di cuore, cancri e perfino la depressione
sono ora trattate con pericolose prescrizioni mediche. All’inizio di
quest’anno,
La salute degli
animali domestici è ora in rapido declino
Il risultato di tutto questo è che cani e gatti sono più
malati che mai. Chiedete a qualunque veterinario che esercita da più di
dieci anni: non hanno mai visto un tale incremento nella percentuale dei
disturbi di fegato, nei disordini del sistema nervoso, cancri e diabeti.
Chissà perché? Perché gli animali domestici sono abitualmente
avvelenati con il cibo e con i medicinali.
I popolari farmaci anti-pulci e anti-zecche, da soli, sono così tossici
per il fegato di qualsiasi animale, come se fossero prescritti ad esseri
umani, i loro effetti collaterali farebbero sembrare il fallimento del
Vioxx un innocuo scherzo.
L’idea in realtà di somministrare al vostro cane così
alte dosi di veleno, che finisce nei tessuti della pelle, dove uccide
zecche e pulci, dovrebbe atterrire ogni proprietario di animali
domestici, eppure la maggior parte dei proprietari comprano ciò che il
loro veterinario gli dice di comprare e danno da mangiare ai loro
animali un farmaco dopo l’altro, ovviamente inconsapevoli del fatto
che stanno, in realtà, avvelenandoli (e poi si stupiscono del perché i
loro animali, alcuni anni dopo, muoiano di cancro …., accidenti ma
nessuno che faccia il collegamento?).
Grazie all’influenza di Big Pharma, la medicina veterinaria è
diventata come il sistema della medicina convenzionale usato per curare
gli umani. La meta non è più in realtà guarire qualcuno, ma piuttosto
massimizzare i profitti curando e trattando disturbi senza guarirli o
prevenirli. Molti veterinari questo lo hanno capito: se trattano gli
animali con prodotti farmaceutici invece in realtà di guarirli dalle
malattie (o prevenire malattie), loro beneficiano di un ripetitivo e
lucrativo business! Alcuni dei compensi fatti pagare dai veterinari ora,
specialmente nella cura nell’emergenza veterinaria, sono proprio
eccessivi come i compensi pagati dai malati negli ospedali. Una volta ho
speso 1,000 dollari per un singolo giorno di trattamento per tentare di
salvare una cane malato e metà di questi soldi furono spesi per i flebo
di soluzione salina per via endovenosa. 500 dollari per la soluzione
salina? Datemi tregua.
Io ne uscii truffato e loro trassero vantaggio grazie ad una clinica per
la cura degli animali che sfruttava le emergenze per massimizzare i
profitti. (Ci sono truffatori e praticanti disonesti nell’industria
della cura degli animali come nell’industria della cura degli uomini.)
Operatori
olistici per la cura degli animali
Non è tutto negativo, tuttavia, fortunatamente ci sono più
operatori olistici nella medicina veterinaria che in quella umana, ed è
abbastanza facile trovare, se ti guardi attorno, in ogni maggiore città,
un veterinario olistico. I veterinari olistici si intendono di
alimentazione, erbe, omeopatia e altre pratiche naturali. Prescrivono
soluzioni e curano gli animali in modi che, per la medicina umana, sono
illegali (perché in realtà loro risolvono). Se tu ci tieni alla salute
dei tuoi animali domestici, io ti consiglio vivamente di trovare e
lavorare con un operatore olistico che evita di prescrivere farmaci.
Ogni veterinario che pensa che Fido sia depresso e abbia bisogno di
farmaci antidepressivi, francamente dovrebbe essere privato della
licenza ed essere esiliato in qualche lontana isola del Sud Pacifico
sovrappopolata da babbuini sessualmente aggressivi.
Sembra
oscuro il futuro per la salute degli animali domestici
Se si guarda all’eccessiva tossicità del comune cibo per
animali e lo si combina con il carico di farmaci, il futuro della salute
degli animali domestici in America sembra piuttosto oscuro. Il cibo per
animali venduto nei negozi – perfino le marche cosiddette
“scientifiche” – sono per lo più porcherie. Solo aziende speciali
offrono cibo genuino. (La mia favorite sono www.Azmira.com
e www.TheHonestKitchen.com).
Il modo nel quale gli animali domestici vengono trattati oggi, da molti
comuni veterinari, si riduce all’abuso chimico su cani e gatti da
parte di un’industria che ha, meschinamente, scambiato l’etica con i
profitti e non persegue più la sua missione originaria del
miglioramento della qualità della vita dei nostri amici animali.
Sono offeso dalla pratica di trattare cani, gatti e altri animali con
prodotti chimici sintetici per curare malattie degenerative e penso che
quelli che promuovono e seguono tali pratiche, sono impegnati in
comportamenti estremamente immorali e crudeli, che dovrebbero essere
criminalizzati. Proprio come nel sistema di cura della salute
dell’uomo l’alimentazione è stata gettata dalla finestra ed è
stata ora rimpiazzata da un sistema di invasione chimica che può solo
portare ad un peggioramento, a lungo termine, della salute degli animali
esposti a tali pericolosi trattamenti.
L’appropriato uso dei farmaci
Alcuni medicinali chimici comunque hanno una funzione limitata nella
cura veterinaria. Gli analgesici hanno un’utile ma limitata funzione.
Gli antibiotici, sebbene siano largamente usati, possono essere utili in
certe situazioni limitate. Ma trattare i cani con antidepressivi,
chemioterapia, farmaci per il diabete, statine, farmaci per
l’osteoporosi e altri agenti chimici è evidentemente assurdo. Molti
problemi di salute degli animali domestici possono essere facilmente
prevenuti o curati con una buona alimentazione, e molti problemi più
impegnativi possono essere risolti sicuramente ed economicamente con
terapie e base di erbe e altre pratiche naturopatiche. Nella medicina
veterinaria non ci sono motivi giustificabili scientificamente per la
maggioranza dei farmaci, che sono ora promossi dai veterinari, dai
tecnici veterinari e dai proprietari di animali domestici.
Perfino i rifugi per animali domestici stanno per essere
influenzati da Big Pharma. Quando portai via il mio cane dal locale
rifugio per animali mi fu dato un DVD sponsorizzato da un’azienda
farmaceutica. Si offrivano di insegnarmi il comportamento degli animali
domestici, mentre mi facevano il lavaggio del cervello nel convincermi
di dare al mio cane pillole tossiche per la prevenzione da zecche e
pulci.
Questo semplice esempio mostra come perfino i rifugi per animali sono
legati a Big Pharma. C’è qualche organizzazione, che si occupa della
salute degli animali domestici, che non sia oggi sotto il controllo (o
fortemente influenzata) da Big Pharma?
Vedete non è abbastanza drogare tutte le persone malate
del mondo. Big Pharma ha inventato malattie e drogato anche tutte le
persone sane. E poi devono drogare tutti i bambini e i neonati per
essere sicuri che questi piccoli esseri umani siano preparati per future
insufficienze organiche, che è poi, per le aziende farmaceutiche,
perfino più lucrativo. E proprio per incassare ancora più profitti,
devono drogare tutti gli animali. Ora gatti, cani, cavalli, uccelli,
ramarri e altri animali non sono più al riparo dall’azione di Big
Pharma. I farmaci sono una seria minaccia chimica alla salute degli
animali domestici.
Non ci sono ormai più creature viventi rimaste in questo pianeta che
non siano state considerate una potenziale fonte di reddito da Big
Pharma, e se essi potessero fare più soldi drogando tutti i pesci
dell’oceano, potete scommettere, che tirerebbero fuori un immaginario
disturbo dei pesci e troverebbero il modo di lanciare piccole pillole
per pesci negli oceani del mondo. Il profitto è il fine. La salute è
irrilevante.
Il vostro prezioso animaletto è visto, da un’industria
che non ha compassione per gli esseri viventi (umani, canini, felini o
altro), solo come un modo per generare profitti. Non c’è alcuno
sforzo per proteggere la vita. C’è solo uno sforzo per proteggere (ed
espandere) i profitti.
Che
cosa si può fare di corretto
Se sei un proprietario di un animale domestico, ti
consiglio ora di fare subito due cose:
1)
Passa ad un
cibo per animali sano e naturale. Leggi il rapporto “Gli ingredienti rilevati sul cibo per animali” per
capire la verità sugli ingredienti usati e prepara, ogni volta che è
possibile, pasti freschi con gli avanzi. Gli animali domestici non
dovrebbero essere alimentati, per vivere, con cibi trattati.
2)
Licenziate il
vostro veterinario “spacciatore” e cambiatelo con un esperto
naturopata olistico, anche se non ha le stesse credenziali. Le autorità
statali, dovete sapere, stanno provando a togliere la licenza ai
veterinari naturopati ed è ora in atto un grande sforzo per cacciarli
fuori dall’industria. Talvolta dovrete cercarveli da soli e ignorare
lo stato dei loro permessi (che sono, in ogni modo, posseduti totalmente
da Big Pharma). Io ho trovato che le credenziali sono fondamentalmente
inutili, e più credenziali alcuni veterinari hanno, e più
profondamente hanno subito il lavaggio del cervello a favore
dell’approccio farmaceutico alla medicina veterinaria.
Se volete un animale domestico sano, dovete tornare
indietro alle basi: alimentazione, esercizio, prevenzione delle malattie
e rimedi naturali. Non c’è assolutamente nessuna ragione che
giustifichi il trattamento chimico degli animali domestici con specialità
farmaceutiche ad alto profitto.
La comune medicina veterinaria, come praticata oggi, è una crudele,
sfruttante industria, che alla fine crea un grave danno proprio agli
animali che dovrebbe tentare di salvare.
Non fatevi truffare dalla “pillola miracolosa” in vendita lancio.
Cani, gatti e cavalli non hanno bisogno di medicine. Quello di cui hanno
bisogno è una buona alimentazione e medicine naturali.
Proprio come noi.
Cosa
contengono i cibi per animali
Traduzione a cura di E. Vento/C. Romussi
Fonte: Report dell'API "What's really in
pet food"
URL: www.api4animals.org/default.asp?ID=79
tratto da http://www.saicosamangi.info
Tranci di polli sani e ben pasciuti, tagli scelti
di bovino e cereali freschi sono tutto ciò che serve per
l'alimentazione completa e bilanciata di cani e gatti. Questo è quanto
affermano i produttori di pet
food tramite i media. Questo è ciò che le loro industrie
(11 miliardi di dollari di fatturato) vogliono far credere ai
consumatori.
Questo
rapporto esplora le differenze tra ciò che questi ultimi credono di
acquistare e cosa realmente comprano. Ci siamo focalizzati sulle marche
più note, quelle distribuite nei supermercati e nei discount, ma
converrà ricordare che anche molte altre marche
"rispettabili" producono prodotti simili a quelli qui
descritti.
Ciò
che sembra sfuggire alla maggior parte dei consumatori, è che
l'industria dei pet food rappresenta un'estensione delle industrie di
alimenti destinati al consumo umano. Il settore pet food apre un mercato
per gli scarti della macellazione, per i cereali considerati "non
adatti all'alimentazione umana" e per altri prodotti di scarto che
non potrebbero altrimenti garantire profitti. Per "scarti"
bisogna intendere intestini, mammelle, esofagi e, probabilmente, le
parti malate o cancerose degli animali macellati.
Tre
delle cinque maggiori aziende americane produttrici di pet food sono
filiali delle più grandi multinazionali alimentari:
NESTLE' (Alpo, Fancy Feast, Friskies, Mighty Dog)
HEINZ (9 Lives, Amore, Gravy Train, Kibbles n Bits, Recipe, Vets)
COLGATE-PALMOLIVE (Hill's Science Diet Pet Food) Alle quali
possiamo aggiungere:
PROCTER & GAMBLE (Eukanuba e Iams)
MARS (
NUTRO
Per
le multinazionali alimentari, controllare la produzione di pet food è
un investimento redditizio, un mercato parallelo, tramite il quale
capitalizzare i propri prodotti di scarto. I prodotti commercializzati
per l'alimentazione di cani e gatti sono centinaia. Anche se la qualità
è mediamente simile, non tutte le aziende ricorrono ad ingredienti
potenzialmente pericolosi.
INGREDIENTI
Il prezzo non sempre ne garantisce la bontà, ma spesso costituisce un
buon indicatore della qualità dei pet food: utilizzare proteine di
qualità e grano di prima scelta sarebbe ovviamente impossibile, per
aziende che vendono cibo per cani a 1 euro al chilo, dato che il costo
di ingredienti di buona qualità risulterebbe molto maggiore del
ricavato. Le proteine utilizzate nei pet food possono provenire da
diverse fonti. Quando bovini, suini, polli, ovini ed altri animali
vengono macellati, i tagli scelti vengono separati dalla carcassa e
destinati ad uso umano, mentre circa il 50% viene impiegato
diversamente. Nella produzione dei pet food, viene usato tutto ciò che
rimane della carcassa: ossa, sangue, intestini, tendini, legamenti e
tutte le altre parti non consumate dagli umani. Sulle etichette, queste
parti vengono descritte sottoprodotti.
L'etichettatura è ambigua, perché indica gli ingredienti ma non
definisce i prodotti elencati. Negli Stati Uniti, l'associazione di
categoria dei produttori di pet food riconosce che l'uso di
sottoprodotti rappresenta un introito addizionale sia per l'industria
della macellazione che per gli allevatori: "La crescita
dell'industria del pet food non solo fornisce ai proprietari di animali
domestici un cibo migliore per i propri animali, ma apre altri mercati
per le industrie che preparano il cibo per il consumo umano" [1].
Molti di questi scarti costituiscono la discutibile
alimentazione degli animali d'affezione. L'apporto nutrizionale di
questi sottoprodotti carnei può variare da lotto a lotto. James Morris
e Quinton Rogers, due professori del Dipartimento di Bioscienze
Molecolari della University of California (reparto di Medicina
Veterinaria Davis), sostengono che "Per molti degli ingredienti
comunemente utilizzati nella produzione di pet food, non è disponibile
alcuna informazione circa la loro biodisponibilità per cani e gatti.
Questi ingredienti sono generalmente sottoprodotti delle industrie
zootecniche, la cui composizione nutritiva può avere margini di
variazione enormi. La richiesta di adeguare i pet food ai profili
nutrizionali consigliati dall'AAFCO (Associazione Americana per il
Controllo degli Alimenti), non potrà quindi garantirne l'apporto
nutrizionale, fino a quando non verrà analizzata la biodisponibilità
degli ingredienti" [2].
Farine di carne, sottoprodotti ed ossa sono
ingredienti comuni nei pet food. Il termine farina significa che questi prodotti
non vengono utilizzati freschi: sono riciclati. In cosa consiste il riciclaggio?
Stando al dizionario, "il riciclaggio è un processo di tipo
industriale: riciclare carcasse di bestiame per estrarne olio dal grasso
tramite fusione". La zuppa di pollo fatta in casa, con lo spesso
strato di grasso che si forma sulla superficie quando viene cotta, è
una sorta di mini-processo di riciclaggio. Il riciclaggio separa il
grasso dai materiali idrosolubili e solidi, uccidendo i batteri.
Purtroppo, può alterare o distruggere anche gli enzimi e le proteine
che si trovano nella "materia prima".
Quali possono essere le conseguenze per cani e gatti alimentati con
questi prodotti? Alcuni veterinari sostengono che gli scarti della
macellazione aumentano il rischio di cancro e di altre malattie
degenerative. I metodi di cottura usati nella produzione di pet food,
come il riciclaggio e l'estrusione (pressione a caldo usata per
"espandere" il cibo secco, trasformandolo in crocchette), non
sempre distruggono gli ormoni (usati per far ingrassare il
"bestiame" o per farne aumentare la produzione di latte), né
gli antibiotici, né i barbiturici (usati come anestetici).
Grassi animali
Avrete notato l'odore particolarmente pungente che
si sprigiona quando aprite una nuovo sacco di pet food. Da cosa dipende?
Molto spesso dalla presenza di grasso animale riciclato, oppure di oli
troppo rancidi e classificati come inadatti per gli umani. Negli ultimi
15 anni, il grasso proveniente dai ristoranti, negli USA, è diventato
la principale componente grassa dei pet food. Questi grassi, spesso
contenuti in fusti da
Questi grassi vengono spruzzati direttamente nelle
crocchette, per rendere appetibile un prodotto che altrimenti
risulterebbe insipido o sgradevole. Il grasso agisce inoltre come
collante, al quale vengono infine aggiunti esaltatori di sapidità. Gli
"scienziati" del pet food hanno scoperto che gli animali amano
il gusto di questi grassi. I produttori sono dei veri maestri nel
costringere un cane o un gatto a mangiare ciò che normalmente farebbe
loro arricciare il naso per lo schifo.
Farina,
soia, granturco, noccioline ed altre proteine vegetali
Negli ultimi 10 anni, la quantità di cereali usati
nel pet food è aumentata. Un tempo, l'industria di pet food considerava
i cereali alla stregua di riempitivi, ma oggi essi rappresentano una
porzione considerevole, nel cibo per animali. I valori nutrizionali in
questi prodotti dipendono dal grado di digeribilità delle granaglie. La
quantità ed il tipo di carboidrati determina la quantità di valori
nutrizionali che l'animale assume. Cani e gatti possono assorbire
pressoché tutti i carboidrati di alcune granaglie (ad esempio, del
riso), ma fino a circa il 20% del valore nutrizionale delle altre
granaglie viene perso, in quanto non digerito. La disponibilità
nutrizionale di grano, fagioli e avena, ad esempio, è scarsa. Gli
elementi nutritivi nelle patate e nel granturco sono molto meno
disponibili che nel riso. Altri ingredienti, come i gusci delle
arachidi, vengono usati come "riempitivo" o fibra, ma non
hanno un contenuto nutrizionale significativo.
Due su tre degli ingredienti principali dei pet
food, in particolare di quelli secchi, sono quasi sempre cereali. Nel
Pedigree Performance per cani, i 3 principali ingredienti sono granturco
macinato, farina di sottoprodotti del pollo e farina di glutine di
granturco. Nei 9 Lives Crunchy Meals per gatti, i 3 principali
ingredienti sono granturco macinato, farina di glutine di granturco e
farina di sottoprodotti animali. Dei 4 principali ingredienti del Purina
ONE per cani - pollo, granturco macinato, grano macinato e farina di
glutine - 2 sono prodotti a base di grano... praticamente, sono lo
stesso prodotto. Questa pratica industriale è nota come suddivisione.
Quando i componenti dello stesso ingrediente vengono elencati
separatamente - come nel caso di granturco macinato e farina di glutine
di granturco - sembra che ci sia meno grano che carne, anche quando il
peso dei cereali, in realtà, supera quello della carne.
Nel 1995,
L'incidente della Nature's Recipe obbligò
Le proteine di soia sono un altro ingrediente comunemente usato nel pet
food, come fonte energetica. I produttori le utilizzano anche perché
negli animali producono un senso di sazietà. La soia è stata collegata
a casi si aerofagia in alcuni cani, mentre altri la sopportano meglio.
La soia viene impiegata come fonte proteica anche in alcuni prodotti
vegetariani per cani.
Additivi e conservanti
Molti prodotti chimici vengono aggiunti al pet food
commerciale per aumentarne il gusto, la stabilità, le caratteristiche o
l'aspetto. Gli additivi non hanno valore nutritivo; possono essere usati
come emulsionanti, per evitare che l'acqua ed il grasso si separino,
come antiossidanti, per prevenire l'irrancidimento del grasso o come
coloranti e aromi artificiali, per rendere il prodotto più attraente
per il consumatore e più appetibile per l'animale.
L'aggiunta di prodotti chimici al cibo ebbe origine
migliaia di anni fa (spezie conservanti naturali e agenti di
stagionatura), ma negli ultimi 40 anni, l'uso di additivi è molto
aumentato. Tutti i cibi per animali contengono conservanti. Alcuni di
questi vengono aggiunti agli ingredienti o alle materie prime dai
fornitori, altri possono essere aggiunti dai produttori stessi. Dato che
questi ultimi hanno bisogno di assicurare un lunga durata del cibo secco
per renderlo commestibile anche dopo la spedizione e la permanenza in
magazzino, i grassi nei cibi per animali vengono conservati impiegando
conservanti sintetici o "naturali".
I conservanti sintetici comprendono il BHA e BHT,
gallato di propile, propilenglicole (impiegato anche come alternativa
"meno tossica" agli antigelo industriali per auto) e
trimetilchinolina. La letteratura relativa alla tossicità, ai rischi o
ai problemi derivati dal consumo continuo di questi antiossidanti,
spesso ingeriti quotidianamente da cani e gatti, è scarsa. L'impiego di
possibili agenti cancerogeni come il BHA, BHT e la trimetilchinolina
vengono permessi in quantità relativamente basse. Gli effetti di questi
prodotti chimici nel pet food non sono stati studiati approfonditamente,
ma il loro consumo, a lungo termine, è probabilmente dannoso.
Dato che i risultati dello studio originale sulla
sua sicurezza, effettuati dal produttore (Monsanto) della
trimetilchinolina erano insufficienti, gli è stato richiesto di
effettuare un nuovo e più rigoroso studio. Questo studio si è concluso
nel 1996. Malgrado
Mentre alcuni critici del pet food e alcuni veterinari credono che la
trimetilchinolina sia la principale causa di malattie, problemi cutanei
ed infertilità nei cani, altri sostengono che è il più sicuro, forte
e stabile conservante disponibile per i pet food. La trimetilchinolina
è permessa per il consumo umano soltanto come conservante per spezie
(pepe di cayenna, chili) in una proporzione di 100 parti per milione -
ma sarebbe molto difficile consumare giornalmente una quantità di chili
che raggiungesse il quantitativo di trimetilchinolina che un cane
consuma tramite il cibo secco.
Per conservare i grassi ,alcuni produttori hanno
risposto alle preoccupazioni dei consumatori ricorrendo a conservanti
"naturali", come Vitamina C (acido ascorbico), Vitamina E (tocoferoli
misti) oppure olio di rosmarino, garofano o altre spezie. La farina di
pesce e alcune miscele di vitamine, usate come integratori nei pet food,
contengono conservanti chimici. Questo significa che cani e gatti
possono mangiare cibi contenenti diversi tipi di conservanti. Non tutti
devono essere indicati in etichetta per legge. Tuttavia, grazie alle
pressioni da parte dei consumatori, i conservanti usati nel grasso
devono oggi essere esposti in etichetta.
Additivi
nei pet food
Agenti anticoagulanti
Lubrificanti
Agenti antimicrobici
Dolcificanti ipocalorici
Antiossidanti
Dolcificanti calorici
Coloranti
Agenti ossidanti e dimagranti
Agenti affumicanti
Agenti per il controllo del pH
Agenti deidratanti
Ausili di processo
Emulsionanti
Isolanti
Agenti fissanti
Solventi, veicoli
Esaltatori di gusto
Stabilizzatori, inspessitori
Aromatizzanti
Agenti attivi superficiali
Agenti per il trattamento delle farine
Agenti di finitura superficiale
Ausili di formula
Sostanze sinergizzanti
Umidificatori
Tessuti
Lievitanti
Mentre la legge richiede studi sulla tossicità
diretta dei singoli additivi e conservanti elencati, essi non vengono
testati per il loro potenziale effetto sinergico gli uni con gli altri,
una volta ingeriti. Alcuni autori hanno suggerito la possibilità di
interazioni dannose tra alcuni dei più comuni conservanti [5].
I conservanti naturali, invece, non consentono la stessa lunga durata
come quelli chimici, ma non pongono alcun interrogativo circa eventuali
rischi.
COME VIENE PRODOTTO IL PET FOOD
Per rispettare i requisiti necessari per poter
etichettare un cibo come "completo e bilanciato", molti
produttori effettuano studi di appetibilità quando sviluppano un nuovo
pet food. Un gruppo di animali viene alimentato col nuovo cibo mentre un
gruppo di "controllo" viene alimentato con la formula
attualmente venduta. Il volume totale mangiato viene usato come misura
per l'appetibilità del cibo. Le più grandi e famose aziende
considerano questo genere di test il più accurato controllo possibile
dei valori nutrizionali effettivi del cibo e mantengono grosse colonie
di cani e gatti per questo scopo.
Il cibo secco viene prodotto con una macchina
chiamata "estrusore". La materia prima viene dapprima
miscelata, a volte manualmente, a volte con l'ausilio di un computer,
secondo la ricetta preparata dai nutrizionisti. Nell'estrusore, vengono
aggiunti a questa mistura acqua calda e vapore. La mistura è sottoposta
a pressione, vapori ed alte temperature man mano che procede verso gli
stampi che determineranno la forma finale del prodotto. Il cibo viene
lasciato ad essiccare e poi viene generalmente spruzzato con grasso,
fermentanti o altri composti che lo rendano più appetibile. Nonostante
il processo di cottura possa uccidere i batteri, la sterilizzazione del
prodotto finale può essere compromessa durante l'essiccamento, la
copertura con grasso o l'imballaggio.
Gli ingredienti sono simili sia per il cibo umido, che secco, che
semi-umido. La quantità di proteine, grassi e fibra può invece
variare. Una tipica scatoletta di cibo per gatti conterrà circa il 50%
di sottoprodotti carnei. La principale differenza tra questi prodotti è
il contenuto d'acqua. E' impossibile fare una comparazione diretta delle
etichette dei diversi tipi di cibo senza una conversione matematica
"su base secca".
La preparazione del cibo umido prevede una
miscelazione degli ingredienti di base con additivi. Ai cosiddetti
"bocconcini", viene data forma dall'estrusore.
Successivamente, la mistura viene cotta ed inscatolata. Le scatole
sigillate vengono infine inserite in contenitori per la cottura a
pressione, nelle quali vengono sterilizzate. Alcuni produttori cuociono
il cibo direttamente nella scatola.
Per rendere nutrienti i pet food, i loro produttori li
"fortificano" con vitamine e minerali. Come mai? Perché gli
ingredienti che usano non sono di per sé completi, la loro qualità può
essere estremamente variabile ed il tipo di produzione distrugge molte
delle loro proprietà nutritive.
CONTAMINAZIONI
I pasti a base di farina di carne o sottoprodotti spesso sono
contaminati da batteri, perché non sempre provengono da animali
macellati. Ad essere trasformate in farine, sono generalmente le
carcasse di animali morti per malattie, ferite o vecchiaia. L'animale
morto può essere trasformato soltanto diversi giorni dalla morte; è
per questo motivo che la sua carcassa può spesso essere contaminata con
batteri tipo Salmonella ed Escherichia Coli. Si stima che più del 50%
delle farine di carne siano contaminate dai pericolosi batteri di E.
Coli. La cottura può uccidere i batteri, ma non elimina le endotossine
che alcuni batteri producono durante la crescita e che rilasciano quando
muoiono. Queste tossine possono causare malattie. I produttori di pet
food non testano i loro prodotti per le endotossine [6].
Un altro genere di tossine pericolose sono le micotossine: provengono da
muffa o da funghi, tipo la vomitossina del caso Nature's Recipe e
aflatossine del caso Doane. La crescita di questa muffa può imputarsi a
pratiche scadenti di coltura, essiccamento e stoccaggio, mentre gli
ingredienti maggiormente contaminati da questa micotossina sono le
granaglie tipo grano e mais, la farina di semi di cotone, le farine di
noccioline e quelle a base di pesce.
PROBLEMI
CAUSATI DA UN'ALIMENTAZIONE INADEGUATA
L'idea che esista un pet food in grado di fornire a
cani e gatti tutti i nutrienti di cui avranno bisogno durante il corso
della propria esistenza è un mito. Gli ingredienti primari della
maggior parte del pet food commercializzato sono le granaglie. Molti
consumatori acquistano il medesimo prodotto per lunghi periodi,
costringendo i loro compagni animali ad assumere soprattutto
carboidrati, con scarsissime variazioni. La dieta attuale di questi cani
e gatti è lontanissima dalla dieta proteica, molto variata, tipica dei
loro antenati. I problemi legati alla dieta industriale sono
verificabili quotidianamente, in qualsiasi laboratorio veterinario:
vomito, diarrea e infiammazioni sono i sintomi più frequenti di
problemi digestivi cronici.
Le allergie alimentari sono diventate una malattia
quotidiana ed il mercato delle diete con "antigeni limitati" o
"nuove proteine" è diventato un affare multimiliardario.
Queste diete sono state create appositamente per curare la progressiva
intolleranza ai cibi commerciali sviluppata dagli animali.
Molti pet food sono prodotti con ingredienti
proteici a bassissima digeribilità. Le diete basate su questi prodotti
contengono proteine con digeribilità inferiore al 70%. Alcuni
"riempitivi" e le fibre utilizzati in questi cibi possono
anche causare coliti (infiammazioni del colon). La maggior parte dei
produttori di pet food non pubblica statistiche di digeribilità e
questo dato non è mai apparso sulle etichette.
Vomito e diarrea acuti sono spesso un sintomo di
contaminazione batterica e di tossine prodotte dai batteri. Sia un
immagazzinaggio improprio che l'aggiunta di acqua o latte per
ammorbidire il cibo, lasciato poi a temperatura ambiente, possono
causare la moltiplicazione di questi batteri. Questa pratica, però,
viene ancor oggi suggerita per gli alimenti destinati ai cuccioli.
Le formule e l'uso suggeritone dai produttori hanno
aumentato inoltre l'incidenza di altri problemi digestivi: alimentare
l'animale solo una volta al giorno può causare irritazione
dell'esofago. Offrire due piccoli pasti è molto meglio. Per cani e
gatti, anche i problemi del tratto urinario sono strettamente legati
all'alimentazione: ostruzioni, cristalli e calcoli, sono spesso
aggravati dall'uso di pet food industriali. Nei gatti, si stanno
diffondendo nuovi tipi i calcoli, più pericolosi di quelli ritenuti
"comuni". Le manipolazioni dei pet food modificano l'acidità
dell'urina e la quantità di alcuni minerali, con effetti diretti nello
sviluppo di malattie. Anche i cani sviluppano calcoli a causa delle
diete industriali. E' dimostrato che, sia nei gatti che in alcuni cani,
la carenza di taurina può condurre (oltre che alla cecità) a problemi
cardiaci spesso fatali. Questa carenza, in passato, era spesso legata ad
un quantitativo inadeguato di taurina nei pet food, che, per questo
motivo, vengono attualmente addizionati con taurina.
L'eccesso di calorie tipica delle formule
commercializzate per cuccioli, promuove la loro crescita rapida; ma una
crescita rapida, per alcune razze canine di taglia grossa, ha mostrato
di contribuire all'insorgenza di malattie delle ossa e delle giunture.
Sono state quindi introdotte "formule speciali" destinate ai
cuccioli di razze di grossa taglia, ma quest'innovazione non aiuterà
gli innumerevoli cani che hanno vissuto e sono morti con malattie alle
giunture.
Esiste infine una cospicua evidenza che l'ipertiroidismo nei gatti sia
il risultato di un alimentazione a base di pet food industriali. E' una
malattia nuova, apparsa agli inizi degli anni 70, quando il cibo in
scatola cominciò ad essere distribuito nei supermercati. La causa
esatta non è ancora conosciuta, ma è una malattia grave, a volte
fatale ed il suo trattamento estremamente dispendioso.