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Banca
mia fatti capanna
Eugenio
Benetazzo – 20 novembre 2007
Ma cosa è successo al panorama bancario italiano? Come
siamo arrivati noi italiani ad avere un pool di istituti di credito,
probabilmente i peggiori al mondo, che si contendono ogni giorno il
raggiungimento di posizioni dominanti nel mercato? Cosa è successo in
meno di vent’anni da infrangere per sempre il rapporto fiduciario tra
banca e cliente tanto che oggi il piccolo risparmiatore italiano non si
fida più di nessuno? Che cosa ha trasformato le banche nel tuo peggior
nemico?
Per spiegare quello che è successo dobbiamo tornare
indietro di oltre quindici anni quando il panorama bancario italiano era
costituito da una distesa prateria di piccoli istituti di credito con
spiccata vocazione territoriale, nella quale spadroneggiavano anche tre
colossi nazionali,
Ricordo ancora il mio primo libretto di risparmio aperto in prima media
presso
Vent’anni fa sarebbe stato impossibile che un direttore
di banca vi proponesse di investire su un’obbligazione strutturata
emessa da chi sa chi e per Dio sa cosa: i prodotti di risparmio tipici
proposti erano i titoli di stato, i pronti contro termine, i certificati
di deposito oppure le obbligazioni emesse dalla stessa banca: prodotti a
capitale protetto e rendimento garantito.
I correntisti ed i risparmiatori erano trattati allora come persone con
specifiche esigenze sociali ed imprenditoriali, e non come avviene ora
alla pari di insignificanti numeri di conto corrente a cui addebitare
costi ed oneri di fantasia congiuntamente all’offerta di una copiosa
varietà di prodotti porcheria.
Come siamo arrivati, allora, all’attuale situazione di
mercato ? La risposta è piuttosto semplice: ottimizzazione dei costi e
massimizzazione dei profitti. Le tanto osannate dottrine sui processi di
arricchimento facilitato che si insegnano in quelle fabbriche di
replicanti clonati, che vengono definite business schools, hanno trovato
prima applicazione proprio nel mondo bancario. Fu così che alcune
banche comprendendo la possibilità di competere sui mercati
internazionali in vista della definizione di un grande mercato unico
europeo iniziarono ad unire le forze nelle maniere più subdole:
fondendosi, fagocitandosi o incorporandosi.
Questo processo portava ad aumentare spaventosamente la
loro redditività in quanto se gli attivi dei patrimoni venivano
sommati, lo stesso non avveniva per i costi, i quali subivano invece un
consistente ridimensionamento (chiusura di filiali doppie sulla stessa
piazza e licenziamento del personale in esubero).
Lentamente negli anni hanno preso forma i gruppi bancari che conosciamo
tutti ed allo stesso tempo si sono verificati i grandi scandali
finanziari che hanno depauperato intere generazioni di risparmiatori
italiani. Anche questo è stato dovuto alla trasformazione del sistema
bancario italiano, il quale ha iniziato a fare i conti con la prima
legge del mercato dei capitali ovvero il rendimento in termini
percentuali tra il dividendo erogato ed il prezzo di una singola azione.
La necessità di conseguire utili e rendimenti sempre più
crescenti ha spinto i banchieri ad individuare nuove aree di profitto
senza compromettere o aumentare l’esposizione al rischio della banca:
per quanto motivo sono proliferate commissioni, oneri e costi per
servizi di base (che in molti paesi sono completamente gratuiti).
Parallelamente si è sviluppato anche uno straordinario mercato di
prodotti porcheria per la gestione del risparmio, infatti questi gruppi
bancari si sono resi conto che è molto più conveniente per i loro
bilanci e per il loro profitto, gestire i vostri risparmi applicandovi
oneri e commissioni senza così esporre la banca in alcun modo al
rischio imprenditoriale.
Il marcio del sistema ha trovato la sua massima manifestazione quando i
grandi gruppi bancari hanno individuato nell’utilizzo del budget, lo
strumento di eccellenza per la propria pianificazione aziendale. Con il
budget, infatti, si stabiliscono a priori i risultati che il gruppo
bancario deve conseguire per massimizzare il suo profitto e a questo
dictat si devono prostrare tutti i dipendenti della banca, dai
funzionari ai cassieri.
Non c’è da stupirsi quindi se esistono banche che
concedono in comodato gratuito una Ferrari per una settimana come bonus
o incentive per il raggiungimento del budget ad un direttore di filiale,
se questo è riuscito a far erogare un determinato numero di mutui
ipotecari ad intervento integrale (quindi 100 %) a condizioni proibitive
(mi piacerebbe potervi fare i nomi e cognomi) !
Non mi dilungo sul personale di sportello, soggetto ad un tasso di
turnover improponibile (ogni mese avete un referente diverso), nella
maggior parte dei casi, vi trovate di fronte a persone frustrate,
impantanate in un lavoro che non ha futuro, destinate per anni a contare
il denaro e gli assegni, oppure a passare carte su carte tra lo
sportello e la direzione amministrativa. Ecco il motivo per cui non vi
dovete fidare di quello che vi propongono: perché quello che vi viene
presentato, deve prima portare ricchezza alla stessa banca.
Questa trasformazione del sistema bancario ha tuttavia
prodotto o indirettamente causato anche un effetto collaterale, che
forse non si era opportunamente valutato: per la prima volta si è
venuto ad infrangere il rapporto fiduciario che si riponeva nelle banche
o nelle persone che vi lavorano, dubitando profondamente su tutto quello
che viene raccontato od offerto allo sportello. Non a caso sono ripresi
con grande frequenza e dimensione fenomeni di espatrio di capitali (a
volte anche con modalità illegali) nei confronti di centri finanziari
ritenuti storicamente più seri ed affidabili.
Comunque questo paese e la sua inerte classe politica lasciano veramente
poco a che pensare, ma ancor di più la sua popolazione: se gli toccate
la squadra di calcio allora preparatevi a vedere scali e porti marittimi
bloccati da orde di tifosi che barricano gli accessi, mentre se qualcuno
(coperto dalla compiacenza politica di chi ci governa) vi sottrae
illegalmente 50 euro dal vostro conto corrente, vi limitate
semplicemente a lamentarvi stile bambino dell’asilo a cui hanno rubato
la merendina. Chi è causa del suo male, pianga se stesso.