Bambina vegana malnutrita?
Sbugiardati per l’ennesima volta i giornalisti
Marcello Pamio – 3
luglio 2016
Per vergognarsi di un
errore o di uno sbaglio bisogna avere una coscienza e un minimo tra dignità e
umiltà. Qualità queste che i giornalisti di regime hanno perduto da molto tempo.
Se la linea editoriale da tenere è quella, non possono discostarsi, non possono
alzare la testa.
La loro libertà è stata sostituita da una gabbia dorata che permette una
sudditanza totale. In fin dei conti tengono famiglia e hanno sopra le teste un
direttore e degli azionisti a cui rispondere. Sempre e comunque.
Poco importa se scrivono articoli falsi, se inventano letteralmente le notizie,
se ricopiano spudoratamente le veline che giungono dalle agenzie stampa o dalle
società di PR, quello che conta è soddisfare la linea editoriale. Punto.
L’ultimo attacco in ordine
cronologico all’intelligenza delle persone e alla vera informazione arriva da
La Repubblica versione online del 29 giugno 2016.
Due giornalisti, Michela Bompiani e Marco Preve, hanno firmato un pezzo
intitolato: “Genova, bimba di due anni in rianimazione per la dieta vegana, è
salva”.
L’articolo descrive in maniera drammatica ciò che sarebbe avvenuto all’ospedale
Gaslini di Genova: “Non ha neppure tre anni, Chiara e si troverebbe in
condizioni di forte carenza di vitamina B12, il peso nettamente sotto il
percentile di riferimento, una scarsa reattività, movimenti rallentati, e un
livello di emoglobina bassissimo”.
La chicca però arriva quando i due liberi giornalisti, nonché esperti di
nutrizione umana, affermano che il quadro clinico della bambina sarebbe “compatibile
con gli effetti su un bambino di una dieta vegana”.
La frase non è
virgolettata e quindi si presume non sia stata rilasciata da qualche medico
ospedaliero intervistato sul caso (se mai ne avessero intervistato uno), quindi
è farina del loro sacco.
Un sacco molto ampio e forbito leggendo il resto dell’articolo.
Visto che il genio della lingua italiana non è un optional, i due parlano di
“effetti” della dieta vegan, creando nell’immaginario collettivo l’idea che tale
regime alimentare crei per forza di cose dei danni secondari, ne più ne meno
come i farmaci, i quali hanno certamente effetti collaterali gravissimi e
mortali. Ma di questi i due giornalisti non se ne occupano. Tengono famiglia.
Quindi tramite La
Repubblica scrivendo che il quadro di Chiara è “compatibile con gli
effetti su un bambino di una dieta vegana”, si sta affermando pubblicamente
che i bambini vegani soffrono di carenza di B12, scarsa reattività, movimenti
rallentati, livelli bassi di emoglobina…
Falsità ampiamente dimostrate dalla scienza ufficiale, ma per conoscere bisogna
studiare e leggere le pubblicazioni, cosa che i giornalisti non fanno e non
possono fare, altrimenti cambierebbero mestiere.
Da noi in Italia vi sono
tantissimi bambini onnivori, quindi svezzati prima e alimentati poi secondo i
rigorosi crismi che vorrebbero gli autori dell’articolo, che soffrono lo stesso
di gravi carenze di B12, tanto per fare un esempio. Come la mettiamo?
Una piccola parentesi sulla B12 è d’obbligo.
E’ molto difficile che si manifesti carenza di vitamina B12 in chi segue una
corretta e sana alimentazione: variando gli alimenti e scegliendo cibi biologici
e rigorosamente integrali.
Sono però molteplici le componenti che possono indurre a tale carenza,
indipendentemente dal regime onnivoro oppure vegan: scarsità di nutrienti negli
alimenti convenzionali e raffinati, sterilità dei terreni a causa delle
coltivazioni industriali e chimiche (la B12 infatti è sintetizzata da batteri
che vivono nei terreni), incapacità dell’organismo di utilizzare i nutrienti
(malassorbimento), carenza di fattore intrinseco e di succhi gastrici, patologie
intestinali, parassitosi, ecc..
Quindi quando eccezionalmente si verificano tali carenze la colpa non è da
attribuire alla dieta ma in chi non ha le necessarie conoscenze e competenze
nutrizionali. Molti genitori infatti commettono errori di tipo nutrizionale, ma
la colpa non è del regime vegan.
Dall’altra parte sempre in
Italia vi sono almeno 1 milione di bambini obesi che sono stati allattati
secondo i protocolli sani e naturali insegnati dai pediatri e riportati dalle
piramidi alimentari. Come la mettiamo?
Un bambino ‘vegano’ (che poi vedremo essere l’ennesimo falso) viene ampiamente
riportato nei media, sbattuto in faccia al mondo il tutto per sputtanare e
deridere le scelte etiche, morali e salutistiche dei genitori, mentre 1 milione
di bambini obesi vanno benissimo. Tutto normale.
“Il quadro di questi poveri bambini (obesi) è compatibile con gli effetti del
loro regime normale?”. Perché Michela Bompiani e Marco Preve non scrivono un
bell’articolo anche su questi bambini che avranno certamente il futuro segnato?
Forse perché non fa notizia? Non fa vendere copie o abbonamenti? Perché
l’editore vuole che si sputtanino solo i bambini vegani?
O forse perché i bambini obesi creano PIL mentre quelli vegani no?
E qui viene il bello: i bambini vegani non rendono soldi all’industria dei
veleni, all’industria della grande e malefica distribuzione, non rendono soldi
alla fervida industria farmaceutica.
I bambini alimentati correttamente sono sani e non si ammalano e questo non va
bene.
Torniamo alla bambina di
Genova messa sotto tutti i riflettori, perché in realtà non era vegana!
Il merito di aver fatto chiarezza va al senatore Lello Ciampolillo del Movimento
5 stelle.
Il senatore ha telefonato al Gaslini di Genova per capire esattamente che cosa
si celava dietro i titoloni di giornale (de La Repubblica, ripreso poi da tutti
di pappagalli e megafoni del Sistema).
Ha parlato con il Direttore sanitario il quale ha confermato la carenza di B12
(sempre più diffusa anche tra gli onnivori), ma poi ha chiarito che la bambina
era ancora in fase di svezzamento (a due anni???) e mamma le dava da mangiare il
parmigiano, il che significa che la bambina non era vegana. Inoltre il padre
mangiava di tutto.
Perché queste banalissime informazioni non sono state riportate dai due
giornalisti de La Repubblica? Forse perché non hanno avuto il tempo di
intervistare nessuno, tanto meno il Direttore sanitario dell’ospedale dove è
stata ricoverata la piccola. Ma hanno avuto tutto il tempo per scrivere
un’accozzaglia di errori, banalità e luoghi comuni.
Perché il vero giornalismo lo deve fare un senatore del Movimento 5 stelle?
Questo purtroppo è
l’ennesimo caso di scorretta informazione, visto che è stato verificato che
anche il bambino malnutrito dell’altro caso di cronaca accaduto a Belluno non
era vegano…
E’ arrivato il tempo - come dice benissimo l’amico Franco Libero Manco - che il
Movimento si costituisca parte civile nei confronti di chi cerca (per malafede,
per soldi o per ignoranza) di mettere in cattiva luce la validità della scelta
vegan.
Visto che questi pseudo-giornalisti non smettono di scrivere amenità, mezze
verità e anche falsità, su argomenti così importanti per la salute umana,
dobbiamo essere noi il cambiamento.
Basta comperare giornali, riviste, rinnovare abbonamenti on-line e guardare la
televisione. Basta!
Diamo al Sistema un segnale fortissimo e molto chiaro.
Qui sotto l’intervista
completa al senatore, tratta dal sito Vegolosi.it:
www.vegolosi.it/?p=36560
Si chiama Lello Ciampolillo, il senatore del Movimento 5 Stelle che ha chiamato il Gaslini di Genova per capire esattamente che cosa si celava dietro i titoli di giornale sulla piccola Chiara, bimba ricoverata d’urgenza a causa di problemi legati ad alcune carenze alimentari, imputate immediatamente dai media ad una presunta dieta vegana. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente.
Come mai, senatore, ha
deciso di chiamare il Gaslini?
Perché non è la prima volta che il veganesimo viene attaccato a priori a causa
di una scorretta informazione, era già successo con il caso del bambino di
Belluno che non solo non era vegano, come si diceva, ma neppure svezzato. Mi
ricordo di aver chiamato i primi giornalisti che avevano dato la notizia, quelli
del gazzettino di Belluno, e alla fine della conversazione con il giornalista
autore del pezzo mi aveva confessato che non sapeva bene che cosa significasse
“vegano”.
Cosa le hanno detto al
Gaslini?
Ho parlato con
il direttore sanitario, molto gentile, mi ha chiarito che aveva davanti sei
pagine di relazione sul caso della piccola Chiara e che i medici stavano ancora
valutando la situazione e che certamente c’era una carenza di vitamina B12. Sta
di fatto che parlando mi ha chiarito che la bambina era in fase di svezzamento e
la mamma le dava il parmigiano, ciò significa che la bambina, ovvio, non è
vegana. Inoltre il papà della bambina non è affatto vegano, come ha dichiarato
lui stesso sul Secolo XIX.
Non sarà mica un
senatore pro-vegan lei?
Sono vegano da 4 anni, pensi un po’, e le dirò di più non solo lo sono io, ma
anche mia madre che ha 80 anni lo è diventata, e da quel momento non deve più
prendere una quantità di farmaci incredibile. Colesterolo? Sotto controllo. Idem
mio padre. Io sono stato meglio fin da subito: niente più mal di testa, per
esempio, che per me erano invalidanti.
Ha fatto proseliti in
famiglia, insomma. Ma è vegano etico o salutista?
Entrambi: sono partito da una scelta legata alla salute, poi all’etica. Quello
che facciamo agli animali è inaccettabile. Ho detto pochi giorni fa che quando
ci invitano ad una grigliata, in verità ci invitano ad un funerale… Senatore, ci
racconta qual è il clima politico sul tema vegan in Italia? Ancora acerbo, devo
dire. L’etichetta dell'”estremismo” è ancora troppo facile da applicare. Credo
che una buon cosa da fare sia il “porta a porta” ossia raccontare a più persone
possibili la propria esperienza per fare in modo che se ne sappia di più.
Intervista al senatore a cura di Federica Giordani